Visti con il Professionista/20

agosto 19th, 2010 by Alessio Lazzati

VISTI CON IL PROFESSIONISTA:I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

IL SIPARIO STRAPPATO

A cura di Stephen Gunn

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Compito non facile selezionare un film di spionaggio nell’opera di Alfred Hitchcock. Maestro del thriller(da Psycho a Marnie a Frenzy la scelta nel campo è vastissimo) ‘Hitch’ frequentò spesso anche il filone spionistico. Dai 39 scalini (adattamento di un romanzo classico di Buchan) a Notorius, Topaz, al celeberrimo Intrigo internazionale, la possibilità di inserire un titolo in questa rassegna sembrava semplice.

Il problema è di coerenza con la rubrica, che segue… i criteri del Professionista. Questi per quanto possano essere discutibili, cercano di formare una cineteca ideale ed eterogenea ma secondo un gusto particolare. La re-visione dei titoli sopracitati mi ha portato alla conclusione che, pur trattandosi di ottimi film, molti di essi inserivano l’elemento propriamente spionistico sullo sfondo. Di fatto sono storie sentimentali in cui spesso il climax è fuori scena (si veda il finale di Notorius dove l’azione definitiva viene raccontata…) e i meccanismi del Grande Gioco non sono sempre efficacissimi, almeno per i fan del settore. Ho scelto quindi questo Sipario strappato, tratto da un romanzo di Richard Wormser pubblicato da Segretissimo, perché meglio di altri si adattava a questa raccolta. È una vicenda di Guerra fredda dove sicuramente il tema sentimentale è declinato con gli immancabili elementi di ambiguità, conflitti e risoluzione. La storia d’amore che coinvolge il professor Michael Armstrong ( Paul Newman) e la sua assistente fidanzata Sarah Sherman ( Julie Andrews) predomina ma la varietà di ambienti e tutta l’ultima parte giocata sulla fuga verso l’Occidente meritano una visione. Sicuro, una volta che l’amore è salvo e anche la fidanzata di Armstrong capisce che l’amato bene non è un traditore, tutto sembra più ‘lieve’ ma le regole della suspense, anche se giocate su alcuni cliché che nel ‘66 erano già piuttosto abusati, tengono.

Inizio spettacolare, in un fiordo norvegese a bordo di una nave da crociera che ospita un convegno di studiosi di fisica che avrà il suo culmine a Copenhagen. Qui abbiamo modo di conoscere l’aitante professor Armstrong deluso (a prima vista) del trattamento riservato dal governo americano ai suoi studi su un missile difensivo in grado di neutralizzare quelli offensivi del Patto di Varsavia. Scopriamo anche che il bel professore ha promesso all’adorante assistente di sposarla al ritorno dal convegno ma che, per qualche ragione, avrebbe preferito viaggiare da solo. Non certo per sollazzarsi con le bellezze nordiche… Armstrong, infatti, sin dal tragitto in nave, riceve misteriosi cablogrammi che gli fissano un appuntamento misterioso in una libreria nella capitale danese. C’è anche la presenza ingombrante del non certo avvenente collega, il professor Karl Manfred, che corteggia Sarah e sembra particolarmente deluso quando scopre l’imminente matrimonio tra i due colombi. Ma dietro questi siparietti da commedia si ordisce una trama più oscura.

Al suo arrivo a Copenhagen, Armstrong non può evitare che sia Sarah a ritirare il libro per lui (il libraio-spia è un classico) ma legge il messaggio che gli comunica di rivolgersi in caso di difficoltà a un misterioso π. La vicenda si addormenta un poco sino a quando veniamo a conoscenza del piano di Armstrong di recarsi a Berlino est e poi a Lipsia con l’aiuto di Manfred per realizzare oltre la Cortina di Ferro il suo super missile, finanziato dai russi. Sconvolta, Sarah lo segue cercando di dissuaderlo da quello che ritiene un tradimento. Che Armstrong con la sua faccia pulita e gli occhioni cerulei voglia passare la nemico sembra essere solo l’ingenua Sarah a crederlo. Gli uomini della STASI sono i primi a dubitarne, infatti mettono alle costole del professore un controllore, Gromek, che, con il cappottone di pelle e la faccia da gangster sa veramente un po’ troppo di macchietta. Armstrong in realtà si è offerto come spia. Il suo piano è arrivare al professor Lindt dell’università di Lipsia e provocarlo in un gioco intellettuale per carpire i segreti che ancora gli mancano per la realizzazione del famoso missile. Per fuggire (e a questo punto portarsi dietro la recalcitrante Sarah cui non ha ancora rivelato nulla) deve affidarsi agli uomini del π. Qui in una delle sequenze spionisticamente migliori , Armstrong incontra i suoi contatti in una fattoria sperduta nella campagna tedesca ma, sorpreso, è costretto a sopprimere Gromek occultandone corpo e motocicletta. La sequenza è, pur nella sua mancanza di dinamicità, notevolmente cruda. Pensate: Gromek viene strangolato, pugnalato e pestato con una vanga prima di cedere. La sua scomparsa non resterà celata per molto. Nel frattempo Armstrong e Sarah raggiungono Lipsia e qui finalmente il professore rivela alla fidanzata la verità prima che questa rovini tutto. Si produce poi in una sequenza abbastanza divertente se non realistica e carpisce i segreti al vecchio professore più preoccupato del suo orgoglio professionale che della sicurezza. I mastini della STASI, però, hanno stretto la morsa. E qui inizia una fuga prima verso Berlino ovest e in seguito sino alle coste della Finlandia dove la corsa contro il tempo la concitazione rendono la vicenda realmente emozionante. Prima i due fuggiaschi fuggono a bordo su un finto autobus di linea con i membri dell’organizzazione capitanti dal signor Jacobi (un grande David Opatoshu, caratterista proveniente dal Dottor Zivago). Arrivati miracolosamente a Berlino, Armstrong e Sarah si sentono sperduti, impacciati più che aiutati da una contessa polacca desiderosa di passare il muro se la cavano sempre grazie all’intervento degli uomini del π che li imbarcano tra i bagagli di una compagnia di balletto. Qui torna utile una gag vista all’arrivo a Berlino del professore. Una famosa ballerina aveva mostrato irritazione di fronte allo scarso interesse dei fotografi per la sua persona, attenzione riservata invece al professore transfuga. Sfortuna vuole che la ballerina riconosca Armstrong a teatro durante il passaggio sino alla nave e cerchi di denunciarlo, se non altro per vendicare il suo onore. Anche qui la sequenza è un po’ troppo caricata per risultare realmente realistica ma funziona. Fortunatamente l’uomo incaricato di portare i transfughi oltre cortina attua uno stratagemma e tutto finisce in gloria. Anche se il film sotto un profilo drammatico spionistico non risulta del tutto convincete, ha ritmo e certamente regia, fotografia e interpreti assicurano un reale divertimento per lo spettatore. Siamo ancora in un’epoca in cui la fotografia è illuminata da luci cartolinesche e tutto sembra vagamente irreale. Sicuramente il thriller puro si adattava più ai gusti del maestro o forse, lo spionaggio gli sembrava più adatto a narrare vicende sentimentali venate di sfumature da commedia.

SCHEDA TECNICA. Genere: Guerra Fredda

Il Sipario Strappato (Torn Curtain).USA, 1966 regia di Alfred Hitchcock – sceneggiatura di Brian Moore dal romanzo omonimo di Richard Wromser- durata 123’- Interpreti. Paul Newman: Michael Armstrong:. Julie Andrews: Sarah Sherwood- David Opatoshu:Jacobi – Tamara Tomanova: La ballerina. Realizzato dalla Universal è disponibile in ottime versioni in DVD con ottimi extra e master digitalizzato dal 2001

Posted in Spy - Story, Visti con il Professionista

3 Responses

  1. I.F.Denard

    ricordo vagamente questa pellicola…aveva appunto qualche aspetto irreale, però anche molta ‘ambiance’ e qualche scena magistrale. Alfred Hitccock è un vero diavolo, anche quando il colpo non gli riesce completamente. Niente a che vedere con i diavoletti di oggi, che ne seguono – spesso malamente – le orme.

  2. il professionista

    vero!

  3. tortellino

    Concordo con voi, a tutt’oggi un film di Hitch è sempre un otimo modo per passare bene del tempo..
    buon fine settimane e buone letture!
    Andrea

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