Intervista a Franco Forte

giugno 4th, 2009 by Alessio Lazzati

BIOGRAFIA

Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Giornalista professionista, traduttore, sceneggiatore e consulente editoriale, ha pubblicato nel 2009 il romanzo storico La Compagnia della Morte (Mondadori), nel 2005 il thriller La stretta del Pitone (Mursia), e nel 2000 i romanzi storici Il figlio del cielo e L’orda d’oro (Mondadori), da cui ha tratto uno sceneggiato TV su Gengis Khan prodotto da Mediaset (trasmesso nel 2002 su Rete 4) e China killer (Marco Tropea/Il Saggiatore), un thriller metropolitano dai toni forti. Sempre per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ha collaborato a serie televisive quali “RIS – Delitti imperfetti”, “Distretto di polizia” e “Intelligence”. Per la RAI ha scritto alcune puntate della fiction tv “Alpha Cyber”. Il suo esordio come narratore risale al 1990, con il romanzo Gli eretici di Zlatos (Editrice Nord). Vicedirettore del mensile PC World Italia (www.pcworld.it), ha fondato la rivista Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it) e ha pubblicato Il Prontuario dello scrittore, un manuale di scrittura creativa per gli autori esordienti. Ha curato antologie per Mondadori, Stampa Alternativa, Editoriale Avvenimenti e ha tradotto i romanzi “Aristoi”  e “Metropolitan” di Walter Jon Williams (Mondadori), “Meglio non chiedere” di Donald E. Westlake (Marco Tropea Editore) e, dal tedesco, “Q come Caos” di Falko Blask (Il Saggiatore). Il suo sito: www.franco-forte.it.

 

Intervista a Franco Forte

 

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A.L. – Ciao Franco, e benvenuto sul blog di Segretissimo. Dopo la prima avventura di Stal su «Legion» lo scorso anno, è finalmente il momento per lui di un’avventura lunga. Quali sono le tue sensazioni riguardo a questa sorta di «secondo esordio» su Segretissimo?

F.F. – Sono abbastanza emozionato, pur non essendo io uno “scrittore di primo pelo”. Ho già visto uscire parecchie mie creature, in libreria ed edicola, ma questo è comunque un esordio, per di più in una collana che ritengo un fulgido esempio di come in Italia si possa scrivere bene anche quando si affronta il tanto temuto romanzo d’azione. I colleghi che popolano Segretissimo sono professionisti di indubbio valore, ai quali mi fa davvero piacere potermi unire, pur con l’umiltà dell’esordiente, almeno nel campo della spy story. Confesso che fino a qualche anno fa non avrei mai accettato di scrivere un romanzo per questa collana, dal mio punto di vista molto difficile, almeno a livello tecnico e interpretativo. Ma poi ho avuto la spintarella morale giusta (anzi, lo spintone, conoscendo il personaggio) di quell’eccellente editor che è Sergio Altieri, e ho deciso di provare a cimentarmi anche con questo genere, che ho sempre avuto nelle corde come lettore, ma mai come scrittore. Ovviamente, lascio al pubblico rispondere se il mio tentativo è riuscito o meno…

A.L. – Starnelov, detto Stal, Acciaio, si preannuncia piuttosto misterioso, come era già evidente da «Legion». Di lui si sa poco o nulla a parte una sua sorta di simbiosi con le armi bianche. Cosa puoi dirci in generale del personaggio?

F.F. – Non ho mai scritto romanzi alla Segretissimo, come ho detto prima, ma qualche racconto impostato sui canoni dell’action thriller sì, e uno di questi, che si intitolava “Acciaio”, aveva come protagonista un personaggio che derivava da alcune mie letture dell’epoca, soprattutto hard boiled americano di quello duro e senza cedimenti. Sono partito da lì e ho inserito nel profilo del mio personaggio alcuni elementi tipici della spy story, pur senza farlo del tutto consapevolmente. Quando si è presentata l’occasione di dare vita a un nuovo protagonista di una serie di storie per Segretissimo, quel vecchio personaggio è tornato alla luce in maniera autonoma, e si è concretizzato nel racconto uscito su “Legion”. Nel frattempo, però, era cresciuto ancora, si era evoluto e aveva acquisito quelle caratteristiche di “veridicità” che reputo indispensabili per poter dare vita a un personaggio a tutto tondo da sfruttare per i miei romanzi. Così, in “Operazione Copernico” i lettori ritroveranno lo Stal di “Acciaio”, ma si renderanno conto che si tratta di una persona molto più complessa, profonda e (spero) interessate di quanto sia potuto emergere da quel racconto.

A.L. – Questa competenza riguardo alle armi bianche è derivata da un tuo reale interesse per l’argomento?

F.F. – Assolutamente sì. E se tra un action thriller o un giallo e l’altro, scrivo soprattutto romanzi storici, è proprio per questo. Mi ritengo un piccolo esperto di armi medievali, soprattutto in uso a Milano e in Lombardia dal 1200 al 1600, ma la passione mi ha portato a documentarmi per piacere e per lavoro anche sull’evoluzione delle armi bianche nel corso dei secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri. Conosco senz’altro molto di più le armi bianche di quelle da sparo, e apprezzo intimamente il rapporto di simbiosi che nasce fra uomo e arma, quando le si usa con cognizione. Dovendo creare un personaggio per Segretissimo, e avendo già delineato Stal parecchi anni prima come un esperto di armi bianche, tutto è scivolato via in maniera del tutto naturale. Però attenzione: Stal sarà anche un esperto di armi bianche, ma ti assicuro che se la cava molto bene anche con pistole, fucili e, soprattutto, con le mani nude.

A.L. – Stal ha un background militare come Spetsnatz: che cosa ti ha affascinato di queste forze speciali, spesso raggruppate sotto questo termine piuttosto generico, ma a vari livelli sempre caratterizzate da una certa «mistica» che ha sempre colpito gli scrittori action?

F.F. – In realtà non si sa granché di questi misteriosi reparti delle forze speciali russe, e tutto quello che è sconosciuto esercita un grande fascino sul sottoscritto. Io poi ho lavorato a ritroso: ho prima creato Stal come un personaggio di provenienza moldava e poi, per dargli un background professionale che lo rendesse plausibile come mercenario d’acciaio, l’ho collocato all’interno di un’esperienza fra gli spetsnatz, che certo ritengo debba essere in grado di forgiare più che bene uomini come il mio Redka Starnelov. Infatti credo che i risultati si vedano…

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A.L. – Parlaci un po’ anche de «La Compagnia della Morte» la tua ultima fatica per il mercato della libreria. Dicci qualcosa che possa invogliare il pubblico di Segretissimo a sperimentare un genere differente.

F.F. – Azione, scene di battaglia ricostruite con cura meticolosa, ardimento e senso del dovere, che nello scenario del 1170 si sono espressi con uno degli scontri più duri e al contempo più importanti per l’Italia che il nostro Paese ricordi, anche se se ne è sempre scritto molto poco. Una pagina di storia da conoscere, e un mondo medievale da esplorare nei suoi anfratti, non solo nelle tecniche di battaglia e nelle armi usate a quel tempo, che naturalmente non manco di raccontare nei minimi dettagli. I moderni eroi dell’action story nascono da quei modelli di soldati e combattenti, che bisognerebbe conoscere e studiare più a fondo.

A.L. – Come sta andando il libro, sei soddisfatto, qual è stato il feedback del pubblico dopo un po’ di presentazioni?

F.F. – Il libro sta andando molto bene, e soprattutto il rapporto con i lettori è stato incredibile, durante questi mesi dalla sua uscita in libreria. Non dimenticherò mai le presentazioni che ho fatto a Legnano e in altre località d’Italia, piene all’inverosimile di pubblico, un pubblico competente e pronto a innescare un dibattito con il sottoscritto, per sviscerare ancora più a fondo delle tematiche che, evidentemente, un solo romanzo di 450 pagine non poteva approfondire in maniera esaustiva.

A.L. – Torniamo a Stal, dal punto di vista dell’ambientazione hai scelto la Transnistria, una terra ricca di mistero e di «angoli bui» che si sta affermando come scenario privilegiato per storie di spionaggio moderne. Quali sono le motivazioni della tua scelta?

F.F. – Per la piccola casa editrice di cui sono direttore editoriale, Delos Books, ho tradotto un breve ma intenso romanzo di Walter Jon Williams, autore a me molto caro (ho tradotto io, per Mondadori, i suoi romanzi “Aristoi” e “Metropolitan”, dei piccoli capolavori per gli amanti della fantascienza), che si intitolava “L’era del flagello”, e che si ambientava in questa oscura autoproclamatasi repubblica della Transinistria. Sono rimasto affascinato da quel paese e dai suoi problemi, dalla povertà diffusa, dalla criminalità che agisce come uno stato sovrano, e con il tempo ho approfondito l’argomento, rifacendomi anche a un amico che, per combinazione, è andato a vivere da quelle parti, in Moldavia. Quando è arrivato il momento di “raccogliere le carte” per scrivere “Operazione Copernico”, mi è venuto naturale ambientare parte della storia in Transinistria. E credo che ci tornerò ancora…

A.L. – So che sei sempre impegnato su innumerevoli fronti, sceneggiature, editoria, accanto alla scrittura: perché non ci aggiorni un po’ su questi progetti presenti e futuri e facciamo un po’ il punto della situazione?

F.F. – A fine giugno consegnerò alla redazione Omnibus di Mondadori la mia ultima fatica, il romanzo “Carthago”, secondo volume di una storia in 8 libri di Roma antica che appartiene a un progetto internazionale di Mondadori, ambientato durante la seconda guerra punica, con lo scontro fra Annibale e Scipione l’Africano. Ma con Mondadori ho già siglato altri contratti, uno per il romanzo “I bastioni del coraggio”, che si svolge a Milano nel 1500, all’epoca di Carlo Borromeo, e che dovrà uscire nel 2010, e poi per un altro progetto storico di rilievo, ma per cui forse è un po’ prematuro parlarne adesso. Oltre a questo, faccio probabilmente troppe cose per poterle segnalare tutte: il giornalista, lo sceneggiatore televisivo, il traduttore, l’editore e via dicendo. Troppo noioso approfondire.

A.L. – Vista la tua attività e le tue precedenti pubblicazioni, sono quasi obbligato a chiederti un consiglio per gli aspiranti scrittori.

F.F. – Ne ho dati troppi, in tanti anni di attività, quasi tutti inascoltati (gli aspiranti autori fanno come pare a loro, e forse hanno ragione). Uno però resta sempre valido, e non mancherò mai di ripeterlo all’infinito: leggete. Non solo romanzi tradotti, ma anche italiani. Perché è questo il modo migliore per imparare a scrivere.

A.L. – Per concludere, ci possiamo aspettare una seconda avventura di Stal?

F.F. – Inizierò a scriverla dopo aver consegnato “Carthago”. Ho già firmato il contratto. E prometto emozioni ancora più forti…

Ringrazio Franco e concludo segnalandovi un’intervista all’autore sul sito ThrillerMagazine. Franco Forte vs. Fabio Novel, Foreign Legion al meglio!

 

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8 Responses

  1. Andrea Franco

    Ecco che tra le righe spunta un altro progetto che mi sembra molto interessante: Carthago. mmh, allora aspettiamo nuove informazioni, eh! Grande

  2. Paolo Veroni

    Non avevo mai pensato di leggere un racconto della collana Segretissimo, un genere che non si sposa molto con i miei gusti. L’intervista però, mi ha fatto venire voglia di liberarmi da queste inibizioni.

  3. f.t. denard

    L’ho appena letto. Buon Action thriller, più che spy story. Senza sorprese, ma anche senza sbavature. Si legge con piacere e rapidità. Cosa chiedere di più?

  4. f.t. denard

    Per Paolo Veroni. Da lettore a lettore: il bello di Segretissimo è proprio questo…che si trova un po’ di tutto, la perla rara come la storia di serie B che va gustata in ogni caso proprio perché non pretende di essere nulla di più. Attento, perché è una collana ipnotica come l’immobilità di un cobra che sta per attaccare…:) e si diventa presto assueffati! Quando esce il nuovo numero, mi accade di girare come un ‘tossico’ in cerca di dose attorno alle edicole. Non mi abbono anche per questo, l’emozione di trovarlo non trovarlo è fortissima.

  5. il professionista

    continuando il discordo di denard mi sembra che ormai Segretissimo si sia adeguato ai tempi pur mantenendo il nome storico della collana. storie di spionaggio puro, di lotta trai blocchi e i servizi sono ancora gradevoli ma… vintage…mi sembra che Segretissimo stia diventando un contenitore per storie “altre” d’azione e di ritmo ma più adeguate ai tempi che mescolano le carte. di questo come lettore… ma anche ocme autore non posso che felicitarmi.

  6. f.t. denard

    ci vorrebbe forse una storia di spionaggio industriale o finanziario. Mi pare che anni fa, qualcosa è uscito, ma non ricordo di chi. Ricordo solo vagamente la trama, ovvero di uno protagonista che vendeva il suo nome per lavare denaro sporco, poi si trova nei guai…o forse l’ho letta nel GialloM.?

  7. Kurt Dehn

    O forse è semplicemente la realtà

  8. RileyBertha18

    Houses are quite expensive and not every person can buy it. But, loans was invented to aid people in such kind of situations.

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