Visti con il Professionista/6: Mission Impossible
VISTI CON IL PROFESSIONISTA:I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO
MISSION: IMPOSSIBLE
Un vero fenomeno di longevità e qualità la serie TV Mission Impossibile, ideata da Bruce Geller negli anni ‘60 in piena era Bond. Soprattutto era indimenticabile l’adrenalinico tema musicale di Lalo Schifrin ripreso con vigore in questo film (il primo di tre…per ora) che si propone più come un sequel dello show televisivo che come un remake. Nella vicenda infatti Jim Phelps, capo della sezione della CIA Missione Impossibile passa il testimone all’agente Ethan Hunt, ma in una maniera tutta particolare.
A più di dieci anni dall’uscita del film crediamo di non rivelare nulla di ignoto dicendo che – con una trovata di sceneggiatura abbastanza originale- Phelps esce di scena con il marchio del cattivo. Ethan ( Tom Cruise produttore, interprete in tutti gli episodi della saga cinematografica) diventa protagonista assoluto cambiando anche la formula dei telefilm. Rimane sempre l’idea di una squadra radunata per le particolari capacità dei suoi componenti ma nel corso dei tre film realizzati, le finezze da ladri acrobati tendono sempre più a trasformarsi in muscolari prodezze da agenti spaccatutto, in linea con il moderno cinema d’azione destinato agli adolescenti e fratello de videogiochi.
In questa occasione Brian De Palma dirige- senza forse troppo entusiasmo- una storia di spionaggio che risente della recente massificazione di Internet. Benché le atmosfere di Praga, di Langley alla sede della CIA e la rocambolesca conclusione sul TGV che passa sotto la Manica siano effettivamente ben rese, il difetto riscontrabile oggi è… l’abuso di Internet. Per lunghissimi periodi di tempo i protagonisti stanno di fronte al computer impiegando modalità a volte semplificate o inventate… la tensione indubbiamente cala. Eppure, forse per il coinvolgimento personale dei due protagonisti, Phelps e Hunt, il film risulta il migliore dei tre realizzati e il più soddisfacente sotto il profilo della trama spionistica.
Il fulcro della vicenda è il recupero di una lista che associa nomi veri e di copertura degli agenti NOC (Non Official Cover, senza copertura ufficiale) della sezione CIA denominata Missione Impossibile. Quella che dovrebbe essere un’operazione di routine, quasi demodè a Praga, tra ambasciate e canali, si rivela per la squadra di Hunt un vero massacro. Uno dopo l’altro gli agenti cadono, il famoso dischetto con le informazioni sparisce. Non solo. Hunt viene sospettato di essere una talpa e scopre che il perfido funzionario Kettridge ha montato tutto per smascherare un traditore.
Essendo Hunt l’unico sopravvissuto è ovvio che i sospetti cadano su di lui, come nella migliore tradizione della spy–story. Inaspettatamente rispunta Claire, la moglie di Phelps dato anche lui per morto. Allettato (e chi potrebbe dargli torto?) dallo sguardo intenso di Claire( Emmanule Béart), Ethan Hunt contatta il trafficante che ha commissionato il furto della lista e monta una sofisticata trappola per attirare la vera talpa allo scoperto. Qui entra in scena una strepitosa Vanessa Redgrave nel suolo di Max, indipendente boema che rappresenta uno dei punti di forza della vicenda. E d è proprio lei a proporre a Ethan un piano… impossibile.
Per realizzare la macchinazione Ethan recluta una nuova squadra tra gli agenti allontanati dalla sezione Missione Impossibile e mette a segno un colpo da maestro presso il computer centrale di Langley. La sequenza è degna di capolavori come caccia al ladro e, forse, era proprio questo gioco di rimandi che interessava a de Palma. Il resto del film è corretto ma il suo tocco latita. Hunt procede giocando su più fronti ma scopre che Phelps è ancora vivo e che è lui ad aver manovrato tutto per incolparlo di tradimento. Come in ogni buona storia a meccanismo tutto torna in un finale dove i colpi di scena si accumulano e, finalmente, vediamo un po’ d’azione. La sequenza dell’elicottero nel tunnel del TGV è, come del resto tutto il film, giocata su una vena surrealistica che richiede allo spettatore ben più della semplice sospensione dell’incredulità. Il risultato finale, però, sembra aver pagato gli sforzi della produzione che metteranno in cantiere altri due episodi. Personalmente ritengo che, sotto il profilo dell’azione, il meglio riuscito sia senza dubbio MI:2 diretto dallo specialista dell’azione funambolica John Woo. La trama però sembra essere del tutto secondaria e presenta numerosi buchi.
Il terzo film(diretto da J.J.Abrams, creatore della serie ALIAS) comincia a mostrare stanchezza. Insomma De Palma è riuscito dove i suoi successori hanno fallito. Parte dell’atmosfera e delle emozioni della serie TV rivivono nel primo capitolo che è ancora un gioco di abilità e non una semplice ammucchiata d’azione. All’energia di Cruise va il merito di aver creato un simpatico agente d’assalto, differente da 007 anche se inserito nel medesimo filone. Vicino a lui John Voight recita bene il suo ruolo di doppiogiochista e Jean Reno è convincente nei annidi Kriegler, inaffidabile alleato. Ma è il nero Ving Rhames a conquistarsi un posto di rilievo nei panni di un non troppo prevedibile genio del computer. Grande e grosso, Rhames sembrerebbe più un uomo d’azione che un hacker ma sarà proprio lui a risolvere… da lontano la maggior parte dei problemi informatici di questa missione. Nei panni di Stickler, Rhames tornerà come comprimario anche nei successivi due film ma, com’era forse prevedibile, passerà a un ruolo più attivo negli scontri a fuoco.
A più di dieci anni dall’uscita del primo Mission Impossible è inevitabile che certe lacune del film emergano con maggiore rilievo. In particolare l’incapacità di combinare con maggiore efficacia il genere più avventuroso con quello in cui è prevalente il gioco di spie e controspie. L’operazione, però, ha aperto le porte della spy–story a un pubblico più giovane proponendo Cruise come star d’azione anche per un filone considerato, a torto, legato esclusivamente alla Guerra fredda e a vecchi modelli di eroi.
Oggi il cinema d’azione e di spionaggio sta cambiando, forse a causa di recenti e prolungati conflitti globali. L’azione spettacolare, quasi da cartone animato, è stata sostituita da sequenze di maggior realismo e violenza. Il tono scanzonato che Mission Impossibile propone allo spettatore, alla fine, invecchia rapidamente ma la serie è destinata a rimanere una pietra miliare in ogni videoteca dedicata al genere.
SCHEDA TECNICA.
Genere: Agenti d’assalto.
Mission Impossible(id),di Brian de Palma,1996. Sceneggiatura di David Koepp, Steven Zaikian e Robert Towne, basata sulla serie TV ideata da Bruce Geller. Durata 110’Interpreti: Tom Cruise : Ethan Hunt – John Voight : Jim Phelps- Emmanuelle Bèart: Claire- Vanessa Redgrave: Max, Ving Rhames: Luther Stickler – Jean Reno: Kriegler . Anche di questo film sono disponibili numerose versioni in DVD a disco singolo per chi vuol vedere solo il film e a disco doppio pecchi vuol gustarsi gli extra. Mission Impossible 2 diretto da John Woo è uscito nel 2000 e nel 2005 lo stesso Cruise ha diretto il terzo episodio.
Posted in Visti con il Professionista
aprile 20th, 2009 at 12:29
sinceramente, non è un film che mi ha entusiasmato, neppure quando è uscito. Anche se certo, è sempre una spy-story…quindi, evviva la spy-story.
maggio 9th, 2009 at 17:53
in realtà la serie televivisiva e quella cinematografica sono un po’ dei must anche se capisco che non possano piacere a tutti. Io personalmente mi sono divertito moltisismo al secondo che però aveva una trama praticamente inesistente. Questo, ne gli anni ha recuperato qualcosa.