Intervista ad Arno Baker – Seconda Parte

gennaio 16th, 2009 by Alessio Lazzati

 Continua l’intervista con Arno Baker, l’autore di “Operazione Nettuno”.

 5- A.L.- Come mai hai scelto di approfondire questo particolare evento, Mussolini e la Decima MAS in connessione con l’FBI e la storia americana?

Dopo l’11 settembre, che ho visto con i miei occhi dal momento che mi trovavo a circa un chilometro di distanza dalle Torri Gemelle, mi sono reso conto che questa città, come molte altre, era scoperta e estremamente vulnerabile. Sapevo che durante la Seconda Guerra Mondiale la situazione era la stessa e che New York era rimasta scoperta e praticamente indifesa. Gli americani si sono sempre sentiti relativamente al sicuro nel loro isolamento dal resto del mondo e non erano mai stati “attaccati” prima sul loro suolo.

Il periodo che va dal 1940 al 1942 resta un periodo molto misterioso, precedente alla guerra vera e propria: l’FBI era molto preoccupato di avere a che fare con una vasta rete di potenziali spie e sabotatori, per cui cominciò a stilare liste di stranieri potenzialmente pericolosi. I Giapponesi erano così tanto temuti in California che, anche se erano cittadini americani, vennero ugualmente internati in campi di prigionia perché il governo si aspettava che fossero leali alla loro madre patria.

Anche gli italiani vennero arrestati in gran numero, specie quelli con note simpatie per il fascismo, ma di questi episodi si sa molto meno. Tra di loro ve ne erano anche parecchi, se non di più, su posizioni anti-fasciste, specie a New York, e che speravano di vedere la caduta della dittatura. L’FBI tenne i fascisti italiani sotto stretta sorveglianza, così come fece con la grande e ben organizzata comunità di filo-nazisti nel quartiere della città di New York chiamato Yorkville. Fino a che l’Italia e la Germania non ebbero dichiarato guerra però, quattro giorni prima di Pearl Harbor, tutte queste persone erano libere di muoversi a piacimento in un America libera e democratica. L’azione nel romanzo si svolge nel 1941, nel periodo di lenta transizione tra la pace e la guerra, mano a mano che l’America si identificava sempre più con la causa Britannica e successivamente con la lotta per la sopravvivenza dei sovietici. Nella primavera del 1941 gli eventi erano sul punto di precipitare. Bisogna tener presente che durante la guerra Mussolini ebbe davvero l’intenzione di bombardare New York dall’alto con quattro bombardieri e portare un attacco sottomarino usando un super sommergibile transatlantico capace di ospitare un mini sommergibile al suo interno. Questi piani vennero discussi nel corso del 1942 ma furono presi in considerazione troppo tardi, poiché dopo la battaglia di Stalingrado, l’Asse appariva ormai chiaramente destinata alla sconfitta. L’attacco a New York non divenne mai realtà, ma i piani esistevano.

Anche i tedeschi avevano idee simili e i loro progetti sono custoditi negli archivi. New York era un bersaglio privilegiato, ieri come oggi purtroppo.

6 – A.L. – Cosa si devono aspettare i lettori dal tuo romanzo?

Per prima cosa, situazioni reali e tanti fatti storici. Alcuni dei miei lettori si sono messi in contatto con me dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti e mi hanno detto che una volta preso in mano il mio libro non si riesce a metterlo giù! Un lettore mi ha riferito di averlo addirittura terminato in una notte! Questo mi fa molto piacere perché è proprio come mi sentivo mentre lo scrivevo, anche se non è stato certo facile e ho dovuto revisionarlo più volte. Ogni volta però mi esaltavo perché scoprivo una nuova ramificazione della storia e volevo raccontare anche quella. Credo che se leggerete il libro attentamente vi accorgerete che ci sono molte altre potenziali storie all’interno di ogni capitolo e questo è un modo per dare maggior spessore all’azione. Nel libro troverete lo spionaggio delle riunioni segrete, i documenti riservati che cambiano mano, le case sicure, gli inganni e gli sbarchi clandestini, ma anche guerra sottomarina e omicidi.

7 – A.L. – Quali sono le tue influenze principali come autore? Che cosa ti piace leggere?

Principalmente leggo, per ragioni di lavoro, libri scritti da storici professionisti. Nel campo della fiction la mia influenza più grande è tuttora “Guerra e Pace” di Tolstoji che ho letto e che rileggo appena posso. La rilettura è un’attività che pratico spesso, ogni volta che trovo un libro che emerge tra gli altri. Tra gli storici italiani apprezzo lo storico militare Giorgio Rochat ma anche Renzo De Felice che si distingue per l’altissimo livello delle sue ricerche. Devo citare anche le memorie di Churchill sulla Seconda Guerra Mondiale, un capolavoro che ho letto quando ero solo un ragazzo. Fu proprio quel libro che mi spinse a saperne di più sulla guerra; tra le fonti ci sono anche Denis MacSmith e MacGregor Knox in Inghilterra e alcuni altri autori americani che hanno scritto lavori molto buoni sull’argomento. Mi sono interessato parecchio anche alle memorie dei comandanti di sottomarini nella Seconda Guerra Mondiale e del Comandante Borghese in particolare, specialmente per le sue descrizioni delle azioni nel Mediterraneo. Altri libri sulla guerra sottomarina hanno rivestito notevole importanza. Devo aggiungere che, proprio mentre stavo per ultimare il libro, ho avuto l’opportunità di recarmi all’Imperial War Museum di Londra dove ho visto un “Maiale” originale per la prima volta, l’SLC del romanzo. Si è trattato di un’esperienza eccezionale e proprio grazie a quella visita sono stato capace di descrivere il mio “Maiale” in maniera più realistica.

8 – A.L. – Cosa ci puoi anticipare riguardo ai tuoi progetti futuri? Scriverai ancora sulla Seconda Guerra Mondiale o cambierai scenario?

Il mio prossimo romanzo è praticamente ultimato e si intitola “Code Name: Kalistrat”. Una storia di spionaggio ambientata durante Guerra Fredda, sui segreti della bomba atomica e le spie Rosenberg, operative a New York. “Kalistrat” era il nome in codice dell’ufficiale del servizio segreto sovietico che teneva i contatti con Julius Rosenberg. Dopo di questo sono in arrivo altri due libri, di cui uno relativo all’Italia del 1944. Per adesso però è ancora tutto segreto!

9 – A.L. -Grazie per la conversazione Arno, sono sicuro che i lettori di Segretissimo saranno ansiosi di cominciare il tuo libro e che non vedranno l’ora di leggere i successivi. C’è qualcos’altro che vuoi aggiungere?

Mi piacerebbe conoscere le opinioni dei lettori sul Blog, ogni critica sarà ben accetta! Grazie!

A.L. Grazie a te, alla prossima intervista!

Posted in Black Ops, Interviste, Segretissimo

2 Responses

  1. Daniele Cambiaso

    Interessanti anche le idee per i romanzi successivi. Spero che Segretissimo li porterà in Italia!

  2. f.t.denard

    sto leggendo con molto interesse il romanzo di Arno Baker. al momento mi piace molto. Un solo dubbio, mi ha un po’ colpito quando Rossi muore e lo fanno sparire portandolo lontano e rischiando poi di venire scoperti e poi i cadaveri vengono scoperti. Se lo lasciavano o lo seppellivano, dove nascondevano il ‘maiale’ (mi pare si chiamassero così i siluri usati dagli incursori di quel tempo, anche se non ho ben capito se fosse proprio un ‘maiale’), secondo me non sarebbe cambiato poi molto…o sbaglio?

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