La fiamma e la morte (1310)
Indagare personalmente su un delitto del passato: un sogno per qualsiasi detective. O forse un incubo? Succede al sovrintendente di Scotland Yard John Cheviot, che sta viaggiando a bordo di un taxi, ma che pochi minuti dopo si ritrova a scendere da una carrozza… e il calendario ha fatto un balzo indietro di un secolo e più. È il 1829, e lui non ha la minima idea di come sia potuto accadere. Il suo primo incarico non sembra di quelli da fama eterna: smascherare il responsabile di un furto di becchime per uccelli esotici nella dimora di una nobildonna londinese. Ma forse il ladro cercava dell’altro, forse gioielli nascosti. E quando a una festa da ballo il caso di furto si trasforma in un caso di omicidio, un investigatore di razza come ohn Cheviot è nel suo elemento naturale. Perché un omicidio è un omicidio, a dispetto del calendario. E prima di tutto Cheviot deve scoprire l’assassino. Poi penserà al resto.
John Dickson Carr nasce a Uniontown, Pennsylvania, nel 1906. Nel 1930 scrive il primo giallo, Il mostro del plenilunio. Tre anni dopo dà il via alla serie delle inchieste del dottor Gideon Fell, e quasi contemporaneamente, con lo pseudonimo di Carter Dickson, fa debuttare l’altro suo grande personaggio, sir Henry Merrivale, detto “il Vecchio”. L’autore resta soprattutto l’insuperato specialista dei misteri di camera chiusa. Scompare nel 1977.
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ottobre 30th, 2012 at 18:47
Il più bel giallo storico di Carr, secondo me, ovviamente. Un vero capolavoro, che ha resistito benissimo al tempo, ed è molto meglio di tanti romanzi d’oggi spacciati quali capolavori senza esserlo.
Carr è Carr. E nessuno potrà nemmeno eguagliarlo.
Insomma..”The Number One”.
ottobre 30th, 2012 at 22:21
Il solito Carr molto bello,un libro libero e arioso a metà tra il giallo e il fantastico,visto che si salta da un secolo all’altro con tranquilla nonchalance…salti nele tempo come nella precedente ristampa Carriana “ma il terrore rimane”;con questo criterio il prossimo Carr ristampato sarà il diavolo vestito di velluto?
In ogni caso ogni Carr merita,e questo credo fosse irristampato da 30 anni,ma purtroppo si torna sempre su una questione;che ci sono romanzi di Carr che urgono di ristampa molto più di questo,magari in edizione integrale.Si lo so,è stato detto e ridetto che attualmente alla Mondadori non si ritraducono i classici già tradotti,ma per quei pochi romanzi ancora che mancano di questo grande autore(forse il più grande per certi versi)si potrebbe fare uno sforzo;noi giallofili ce lo meriteremmo se non altro per la pluriennale dedizione alla collana.In ogni caso un poco ci spero,perchè ultimamente vedo ristampati solo testi già passati nelle amorevoli mani di Anna Maria Francavilla(che in passato tradusse integralmente molti testi Carriani),per cui incrocio le dita per un mostro del plenilunio o un piazza pulita in una nuova traduzione integrale.
ottobre 31st, 2012 at 09:55
Allora incrocia le dita. E prega che le cose vadano come devono andare, e… qualcosa giungerà. Chissà…
Forse come Regalo di Natale? 😉
ottobre 31st, 2012 at 11:44
Scherzi della memoria!
Quando ho visto che il prossimo Classico sarebbe stato La Fiamma e la Morte il mio primo impulso è stato di dire: ancora! Poi riguardando il mio elenco di Carr mi accorgo, come detto giustamente da Omar, che non veniva ristampato nei classici da 30 anni e che vi era stata un’apparizione negli oscar nel lontano 1987, eppure mi sembrava di averlo letto da poco!
Allora delle due l’una: o mi sto rimbecillendo sempre più oppure esiste un’altra ragione. E mi sono detto che c’è effettivamente un’altra ragione: questo libro è un capolavoro! La sua lettura è rimasta impressa in maniera indelebile nella mia povera memoria perchè è davvero un grande romanzo. La ricostruzione storica è appassionante, il mix fra giallo e avventura perfetto, la soluzione del caso da manuale, una delle migliori di Carr: semplice ma geniale. Che dire di più correte a comprarlo.
Una curiosità: nel 1979 la RAI ne trasse uno sceneggiato TV, uno dei pochissimi basati su racconti di Carr: è possibile trovarlo in DVD edto da Fabbri. Se vi capita prendetelo non è niente male.
Saluti.
Guido
ottobre 31st, 2012 at 16:22
Personalmente ritengo ‘Fire, burn’ al livello di ‘…ma il terrore rimane’ e solo un pelino inferiore a ‘The devil in velvet’.
Una lettura assolutamente da non perdere per i fortunati che non l’hanno ancora letto.
ottobre 31st, 2012 at 18:38
Sbaglio, o c’è in questo romanzo qualcosa di fantascientifico? Non me lo perdo sicuramente.
novembre 1st, 2012 at 00:51
Uhm’ mi intriga, poi i vostri commenti me lo fanno diventare probabile acquito.
novembre 1st, 2012 at 09:12
Lo sceneggiato è “Morte a passo di Walzer”, con Gianni Garko, ma è esaurito. A meno che Fabbri non decida di rimettere in vendita le copie non vendute..
In quell’iniziativa editoriale di tre anni fa, furono pubblicati i più bei sceneggiati del mistero, della RAI, ma con alcune eccezioni, direi tanto più strane quanto proprio tratte da Carr. Fu pubblicato anche “La Dama dei Veleni” un celebre riadattamento televisivo, da The Bourning Court, con Pagliai (poteva non esserci?) e Bentivegna, ma non i due mini-sceneggiati tratti da romanzi di Carter Dickson, “Tre colpi di fucile” (da “un colpo di fucile”) con Albertini, Lupo, Rigillo; e “L’Occhio di Giuda” con Celi,Poggi, Garko.
novembre 1st, 2012 at 12:42
Piero, Omar, Guido e Marius: c’è poco da aggiungere a quello che avete detto su Carr in generale e su questo romanzo in particolare, sicuramente una delle vette espressive del maestro della camera chiusa. John Cooper, che anni fa scrisse un eccellente volume sul collezionismo giallo, considera questo “Fire, Burn!” il miglior Carr in assoluto, in questo d’accordo con Piero. Certo, ci sono altri romanzi dell’autore americano almeno comparabili a questo e, direbbe qualcuno, forse anche un filo superiori, ma “La fiamma e la morte” è una lettura che nessun amante del giallo tout-court dovrebbe lasciarsi sfuggire. Non solo: quelli che trovano il Carr degli anni Trenta anche troppo complesso e ingegnoso, qui avranno il piacere di gustarsi una storia molto più lineare, anche se a suo modo diabolicamente astuta. E il “twist” finale, affidato all’ultima riga (attenzione a chi legge il libro per la prima volta!) è di quelli che non si dimenticano.
novembre 1st, 2012 at 19:00
Il Carr degli anni ’30 era quello che era perchè era figlio di un periodo in cui tutti o quasi i mystery erano ingegnosi, e complessi, vedi per esempio The Greek Coffin Mystery di Ellery Queen che è uno dei romanzi spaccacervelli, più spaccacervelli che siano mai stati concepiti, con le sue varie ipotesi (secondo l’autorevole parere di Nevins)una diversa dall’altra (così a mente mi ricordo quella che si basava sul carattere della macchina da scrivere che aveva una particolarità nella battuta.
Così Carr.
Io adoro il romanzo in edicola questo mese, ma anche i romanzi stracomplessi degli anni ’30, per es. L’Occhio di Giuda o La Sfinge Dormiente o Le tre Bare o Il mostro del plenilunio.
novembre 1st, 2012 at 21:10
Ringrazio Piero per la simpatica risposta,terrò le dita incrociate (ma da qui fino a Natale sarà dura,dovrò districarle per lavorare..)scherzi a parte se è possibile sperare in questo senso è soprattutto perchè sono persone competenti come il signor Boncompagni a occuparsi della testata.Il livello medio delle uscite è molto alto,con qualche punta di diamante come questa uscita (anche se per me il Biggers è altrettanto importante,perlomeno dal punto di vista collezionistico se non nel contenuto)e se piano piano le traduzioni integrali Carriane vedessero la luce sarebbe veramente una cosa meravigliosa.Nel frattempo mi rileggo questo splendido la fiamma e la morte,che per me nn è proprio il miglore di Carr (per me l’automa resta imbattibile,e continuo a preferirgli anche Le tre bare,il terrore che mormora,il diavolo vestito di velluto e altri)ma è comunque un cinquestelle di lusso.Davvero,beato chi non lo ha ancora letto.
Parlando di sceneggiati tratti da Carr,ho visto recentemente “la dama dei veleni”,sceneggiato in 3 puntate con ugo Pagliai tratto dal capolavoro “la corte delle streghe” piuttosto ben realizzato;peraltro è comodamente disponibile per intero su Youtube,assieme ad altri ottimi sceneggiati “giallo-gotici” del periodo come Ritratto di donna velata o I compagni di baal,che nulla c’entrano con Carr ma sono asssai meritevole di visione per noi appassionati del genere.
novembre 2nd, 2012 at 08:55
Ho visto che in un’intervista Carr cita come i suoi romanzi preferiti Crooked Hinge, Below Suspicion e soprattutto He Who Whispers. I primi due li ho letti, il terzo non lo conosco. Da noi è uscito come “Il terrore che mormora”, qualcuno sa darmi qualche notizia?
novembre 2nd, 2012 at 18:37
Max, la notizia è semplicemente questa: “Il terrore che mormora” è un capolavoro assoluto che devi trovare e leggere a tutti i costi. Carr ha cambiato spesso la lista delle sue opere migliori nel corso degli anni. Nel 1963, per esempio, in risposta a Jan Broberg (un autore e critico svedese che ha trattato più volte nei suoi libri il tema della camera chiusa), Carr sceglieva questi titoli: “Un colpo di fucile”, “Il terrore che mormora” (vedi, Max?), “La lampada di bronzo” e, guarda un po’!, proprio “La fiamma e la morte”, in edicola questo mese.
novembre 2nd, 2012 at 19:21
Max, dove l’hai letta l’intervista? Su “Il Mostro del Plenilunio” – Classici Oro, N°196 del 1974?
Cosa vuoi sapere? E’ un capolavoro.
Non lo possiedi? Cercalo! Uscì anche in libreria anni fa negli Oscar. Probabilmente in qualche Remainder’s si trova ancora.
Non sono del tutto d’accordo con te, Omar, sul versante delle traduzioni: sì è vero, le traduzioni integrali conferiscono al lettore la facoltà di decidere se leggere integralmente il romanzo, oppure decidere di saltare una descrizione che magari non c’entra nulla con la tram. Mentre ovviamente in quelle tagliate, ha scelto il traduttore, ha tolto al lettore la facoltà di scegliere. In base a ciò, ovviamente, la traduzione integrale è da preferire. Ma, se vedi il resto, cioè la qualità della traduzione, molto spesso quelle vecchie di trenta-quarant’anni, anche cinquanta, sono molto meglio di quelle attuali (e sotto la resa grammaticale e dei costrutti, della traduzione in italiano; e sotto quella della ricerca di un frasario che renda la traduzione italiana il più vicino possibile alla versione originale in lingua madre).
Per esempio, la traduzione de L’ultima carta o de L’arte di uccidere, erano molto buone ed evocavano atmosfere molto intense.
Qui ovviamente non si pone il discorso, perchè la traduzione di Fire, Burn! è di Antonietta Maria Francavilla, e quindi è integrale ed abbastanza nuova. Ed è anche di qualità alta.
Poi, che l’affidamento a Mauro della collana sia di per sè sufficiente garanzia di una qualità alta e costante nel tempo, questo è fuori di ogni ragionevole dubbio. Potrei aggiungere altro, ma non lo faccio: tanto..l’ho già fatto in passato!
novembre 2nd, 2012 at 19:22
il terrore che mormora è effettivamente un capolavoro,con uno splendido delitto ipossibile e un’interessante inizio in un club dei lettori di gialli,una cosa molto singolare.In edizione integrale è uscito in varie edizioni,anche in un recente oscar targato 2005 (e nel 2004 sui classici del giallo).Insomma,abbastanza faciel da reperire e merita davvero.
novembre 2nd, 2012 at 19:43
La maggior qualità che possiede Fire, Burn! risiede oltre che nella capacità di meravigliare il lettore con una soluzione che è lontanamente quella che ci si sarebbe aspettata (e che finale!), soprattutto nella capacità evocativa del testo, nell’atmosfera (ed in questo come ho già accennato nell’intervento precedente, Francavilla fu molto brava a tradurre e a non tradire la qualità letteraria di Carr, altissima), che poi è una delle caratteristiche salienti della produzione carriana.
Leggete il libro e raffrontate poi il modo di Carr di immergere il lettore in un tempo che non è il suo, estraniandolo dal suo contesto, con quello di altri autori, e solo allora comprenderete la grandezza di Carr, oggi copiata da tanti autori!
Ma non eguagliata.
Perchè derivata in egual grado, dalla qualità della scrittura (che non è solo tecnica ma anche naturale propensione alla scrittura evocativa) e dalla qualità dello studio delle fonti storiche.
Per di più, qualità che hanno portato al successo e alla fama un autore, in un tempo in cui il battage pubblicitario era assai più ridotto di oggi, e soprattutto non esisteva ancora internet.
novembre 4th, 2012 at 09:54
In risposta a Piero riguardo alle traduzioni;sono d’accordissimo sul fascino delle vecchie traduzioni anhce se imcomplete,io ho tutta la collezione completa di Carr dei testi sia tradotti integralmente(queli fatti finora,ovviamente) che parzialmente…perchè al fascino di un vecchio giallo anni 50-60 non so veramente resistere,vuoi per le splendide copertine di Jacono,vuoi per i racconti supplementari o le ancora divertenti rubriche (mi diverto come un matto a cercare di risolvere un gioco chiamato “tirasegno”sempre presente nei gialli di mezzo secolo fa)fatto sta che molti romanzi Carriani li ho letti in entrambe le versioni e li ho amati sempre e comunque;però dovessi scegliere sotto la minaccia di una pistola di sbarazzarmi di uno dei 2 tipi terrei le traduzioni integrali,perchè in esse risaltano anche quelle componenti diciamo Chestertoniane della scrittura di Carr;grandi sequenze di ubriacature e sproloqui momenti comici e scanzonati venivano infatti mitigati e filtrati nelle vecchie tradizioni,”appiattendo” un poco lo stile dell’autore che invero era da grande scrittore tout court.
novembre 5th, 2012 at 09:53
A quello mi riferivo parlando di “descrizioni”, e a “descrizioni” descritte in modo particolareggiato. Esempio, la Conferenza che Fell tiene sugli orologi, in Death-Watch, che nella versione originale di Sole non c’è, e in quella integrata da Longo, c’è.
novembre 5th, 2012 at 14:15
Grazie a tutti per le info sul Terrore che mormora. L’intervista a Carr l’ho letta nel volume I delitti del diavolo che ho recuperato perché oltre a The Devil in Velvet contiene due racconti (The Gentleman from Paris e The Black Cabinet) che inseguivo da un po’. Da amante del giallo Mondadori devo dire che mi mancano molto le raccolte Estate gialla e Inverno giallo, ci trovavo sempre ottimi racconti. Oggi la collana non prevede uno spazio fisso per i racconti o romanzi brevi e sinceramente mi pare una mancanza. Si potrà fare qualcosa in futuro? Gli altri appassionati che ne pensano?
novembre 6th, 2012 at 18:45
Beh,io penso che la produzione breve dei grandi autori sia per troppo tempo trascurata;per restare a Carr abbiamo avuto la magnifica antologia di racconti brevi “la porta sull’abisso” poi riproposta nei gialli mondadori come “la porta sul delitto”,un volume di radiodrammi e un volume che raccoglie i casi del pipartimento casi bizzarri,ma ci sono ancora racconti IMMENSI come la casa a goblin wood e l’uomo che spiegava i miracoli reperibil solo in omnibus o raccolte;sarebbe stupendo averli tutti in un solo volume,odio avere quei racconti nello scaffale delle antologie e non nella mia sezione dedicata a Carr.Negli ultimi 20 anni è stato antologizzato gran parte del Woolrich breve,un’impresa certo più impegnativa che quella di antologizzare i non molti racconti del maestro.
In ogni caso il giallo Mondadori ha sempre puntato poco suille raccolte di racconti;ricordo i 2 volumi della Eberhart,un vecchio classico con racconti di Gardner,il già citato Woolrich,una sola raccolta di Wallace la cui produzione breve ho dovuto recuperare tramite la Garden editoriale…insomma,nulla togliendo a una grande collana come questa qualche inutile ristampa in meno (vedi la Christie disponibile in tutte le librerie,perchè ristamparla?) e qualche antologia di materiale breve già tradotto e disponibile in archivio non la vedrei per nulla male.
novembre 6th, 2012 at 19:58
Le osservazioni che fai sulla qualità della scrittura di Carr e sulla sua potenza evocativa, Piero, sono assolutamente corrette. È proprio questo che dà una marcia in più alle sue opere (e non solo l’ingegnosità dei plot, come si è spesso sostenuto), e ci spiega perché tra i critici e gli appassionati un nome come quello di Carr si sia conservato nel tempo molto meglio, tanto per dire, di un suo pur grandissimo rivale come Ellery Queen.
novembre 7th, 2012 at 17:14
Mi associo all’appello di un’antologia con i racconti di Carr!
novembre 7th, 2012 at 22:13
Il discorso, caro Mauro, è anche che Carr era uno mentre i Queen erano due (o più dagli anni sessanta in poi); che Queen è cambiato (ne abbiamo parlato più volte in privato sulla tendenza di Lee a voler essere considerato al pari di Faulkner, per esempio) più volte stilisticamente mentre Carr è rimasto lo stesso; che Carr ha cercato sempre il massimo nei plot creando sempre (anche quando malato non riusciva più ad ideare Camere geniali) delle atmosfere “da sogno”, mentre i Queen sono andati a corrente alternata da Colpo di Grazia in poi; infine che mentre i Queen rinnegarono ad un certo punto la loro capacità straordinaria di confezionare plot al massimo grado, cominciando la fase di Hollywood, Carr non rinnegò mai quello che aveva fatto cercando sempre di creare nuove sfide da superare, anche quando era vecchio e malandato, rimanendo sempre fedele alle sue idee e a se stesso.
Penso spesso che, se Dannay fosse riuscito a scrivere bene come dannatamente pensava bene, avremmo uno cento mille Khalkis, Halfway House, Roman Hat Mystery, Twin Siamese Mystery, non credi?
novembre 7th, 2012 at 23:18
E mi associo anch’io alla richiesta di antologie. Perché non Carr? E perché non Rawson, per esempio? E, giacché ci siamo e Mauro ci assiste, riusciremo mai a vedere sui Classici un autore come Vindry?
novembre 7th, 2012 at 23:24
Sinceramente io giudico l’opera di Queen,pur grandissima,sensibilmente inferiore a quella di Carr.
Credo sinceramente che l’unica opera dei 2 cugini degna di stare al pari con Carr per atmosfera e per ingegnosità sia “la lampada di Dio”,poi per il resto abbiamo opere notevolissime ma sempre con meno atmosfera o un poco meno geniali di quelle di Carr;perchè credo che un genio da solo valga più di 2 geni assieme,che sono sempre 2 cervelli che per quanto concordanti non possono essere all’unisono e produrre opere di tale perfezione stilistica e formale.
Paragonando l’opera di Carr a quella di Queen abbiamo 2 inizi formidabili,e nella seconda metà degli anni trenta la lotta tra titani si fa durissima;per me la vince Carr ma di un’incollatura.Ma dagli anni quaranta in poi la distanza si fa sempre maggiore,fino a diventare un distacco netto e definitivo dal 1960 in poi.Per me Carr in definitiva non è mai calato di qualità;dove mancavano i grandi plot c’era sempre una fantastica atmosfera,e per me Carr è stato un grande fino all’ultima riga;”Il mistero di Muriel” infatti è per me uno squisito gioiello di atmosfera e suspence,forse un poco appesantito proprio da una camera chiusa messa nel finale in modo un po artificioso.Il finale dell’operazione Ellery Queen,tra la morte di Lee e i vari apocrifi,è caotico e non eccelso.
novembre 8th, 2012 at 16:03
Domanda non peregrina. Adoro Carr ma (mea culpa) non ho mai letto i suoi romanzi “storici”. D’altro canto mi infastidiscono molto le contaminazioni fantastiche quando leggo un giallo classico. In questo caso le trovate disturbanti?
novembre 8th, 2012 at 17:55
Bernardo, pensi ai racconti con Merlini quando parli di Rawson? Perché lì la vedo molto più facile che non, per esempio, rispetto alle storie con Don Diavolo. Quanto a Vindry, il problema in quel caso è il reperimento di talune delle sue opere, assenti anche nel mercato francese del collezionismo (e non parliamo poi delle ristampe, del tutto inesistenti anche in Francia, a parte una recente antologia curata da Roland Lacourbe che includeva un’opera di Vindry).
novembre 8th, 2012 at 18:07
Prima di aggiungere un’altra cosa, mi vorrei complimentare con i lettori per i loro interventi nel Blog di questo mese, così puntuali e penetranti. Questo è un segnale che fa ben sperare per la qualità del nostro Blog.
Quanto alla diatriba Carr/Queen, devo dire che Piero ha toccato un punto importante accennando alle ambizioni letterarie di Manfred Lee (che, com’è noto, scriveva in prima persona tutte le storie). I lettori che hanno una certa dimestichezza con l’inglese non dovrebbero assolutamente perdere l’epistolario Lee/Dannay pubblicato di recente in America col titolo (quanto mai azzeccato) di “Bloody Relations”. Lì emerge con tutta evidenza che la partnership Lee/Dannay si basava su continue recriminazioni, nelle quali è spesso facile capire come ognuno dei due andasse spesso nella direzione opposta rispetto all’altro. Questo, sicuramente, ha pregiudicato l’unità letteraria di alcuni dei romanzi di Queen, che a volte soffrono di una ipertrofia stilistica che fa storcere un po’ il naso. Sono peccati veniali, intendiamoci, ma a volte si sentono. Queen ha cominciato con polso più sicuro rispetto a Carr (e il sottoscritto considera quasi tutti i romanzi dei primi anni Trenta della coppia americana dei capolavori assoluti, in testa “The French Powder Mystery”), ma a partire dal 1934 Carr ha preso le bene le misure (senz’altro imparando qualcosa anche dai Queen) e da allora non si è fatto più raggiungere. O almeno, io la vedo così.
novembre 8th, 2012 at 18:09
Ah, dimenticavo, i racconti di Carr. Pubblicare un’antologia di tutti i racconti nei Classici mi parrebbe un’impresa ardua, ma, per esempio, ristampare la collezione completa delle storie con il colonnello March, tanto per dare un inizio all’impresa, è sicuramente più fattibile.
novembre 8th, 2012 at 20:20
Sì, ma L’Ellery Queen della fine degli anni sessanta inizio settanta, sembra l’Ellery Queen dell’inizio, con un ritorno al plot al massimo grado. Omar, The Last Woman in His Life — 1970 e A Fine and Private Place — 1971, sono bellissimi romanzi!
Io l’ho già detto e non mi ripeto: Il più grande è stato Carr. Ma..bisogna anche vedere perchè i Queen non continuarono a sfornare eccelsi prodotti come negli anni trenta. Carr era solo a Londra, con la moglie Clarice, a cercare di scrivere stupendi romanzi, radiodrammi di pari qualità e a cercare di rimanere vivo allo stesso tempo (la sua casa rimase distrutta durante un bombardamento). Ma le sue energie erano rivolte almeno tutte alla sua inventiva letteraria.
I due Queen innanzitutto cominciarono a non andare d’accordo, poi cominciarono a nutrire dubbi, e a spostarsi di genere. E nel frattempo avevano riscosso pari successo con l’attività editoriale del E.Q.M.M. E quindi non riuscivano più a sfornare romanzi su romanzi di grande qualità, con regolarità, perchè dovevano stare dietro alla rivista. Per di più Lee aspirava ad essere riconosciuto come grande scrittore e quindi spostò le mire romanzesche sul thriller e sul psicologico anni ’50: ecco Il gatto a nove code, lodatissimo (ma che a me piace poco, perchè non sembra Ellery Queen ma quasi un Julian Symons) e altre cose.
Il grande livello anni ’30 lo ritroviamo in quell’opera visionaria che è Colpo di Grazia (che è molto vicino anche a Carr secondo me), un’opera sublime e meritevole di una trattazione più attenta (ci sto lavorando).
Ma..Carr è Carr.
Non sono del tutto d’accordo con le classifiche stilate da Carr: il fatto che cambiassero nel tempo, sta a significare anche un cambiamento di prospettiva di Carr. Io comunque alcune cose che lui stimava eccellenti suoi romanzi, non mi piacciono poi molto, mentre ce ne sono alcuni che da lui non erano menzionati ma che invece sono lodatissimi ,anche dalla critica.
Così per esempio, mentre ho sempre detto (anche privatamente e prima di qui, e Mauro lo può confermare) che Fire, Burn! è il miglior giallo storico a mio dire, devo dire che in tutta sincerità che, se è vero che The Curse of the Bronze Lamp è straordinario, lo stesso si può dire di altri romanzi: per esempio di un’opera non menzionata da Carr, She Died A Lady. Ed anche The Judas Window, la più sensazioale Camera Chiusa di Carr, superiore anche a The Hollow Man (per me). Non altrettanto He Who Whispers , a cui, pur essendo un capolavoro assoluto (come dice Mauro), io preferirei The Sleeping Sphinx o The Red Widow Murders: la ragione è insita nella spiegazione della Camera, che risente in certa misura di un evento talmente tanto raro da essere quasi ritenuto un’arrampicata sugli specchi. Del resto la spiegazione era stata quasi preceduta da un’altra quasi simile in Death-Watch. Anche se l’atmosfera ed il grado di visonarietà è assoluto ( ma anche The Red Widow Murders è così visionario e delirante, da aver influito pesantemente sul Paul Halter de La Quatrieme Porte).
novembre 9th, 2012 at 13:58
Che posso dire dopo quanto è già stato detto? Solo che invidio chi non ha ancora letto questo giallo. Ancora una volta mi rallegro per il nuovo corso intrapreso dai Gialli Mondadori con l’avvento di Mauro Boncompagni.
novembre 9th, 2012 at 20:30
Continuo l’interessantissima questione della qualità letteraria dei grandi giallisti,visto che si parlava di Lee e delle sue grandi ambizioni.
Se devo scegliere quale giallista scrisse meglio,dico una risposta forse ovvia e forse no;la Christie.Come dice John Curran nei “quaderni segreti di Agatha Chrsitie” saggio a lei dedicato e anche analizzato da Piero nel suo blog,era una scrittrice di estrema leggibilità,da non intendersi come sciatteria,al contrario.Ritengo i romanzi della Christie scritti tra il 1926 e il 1944 i più godibili in assoluto,il più alto risultato del binomio grande plot+grande penna.Carr era pure lui un grande scrittore,ma era un autore iperbolico e funambolico,mai troppo riconducibile alla vita vera (tranne in alcuni sorprendenti capolavori come Saper morire)mentre invece considero l’opera della Christie la più grande testimonianza storica dell’Inghilterra del tempo,di immenso valore storico e sociologico.
Un altro che scriveva meravigliosamente era Stout,anche se i suoi plot il più delle volte non mi sono sembrati molto interessanti.
In ogni caso se dovessi stilare una personale e opinabile classifica dei giallisti preferiti,al primo posto metto Dame Agatha,poi al secondo Carr,al terzo Chesterton e i suoi folgoranti racconti,poi Conan Doyle e una pletora di autrici femminili tra cui Daphne du Maurier(non giallista in senso stretto ma autrice di grandi intrecci),Helen McCloy,Helen Reilly e Ethel lina white.SUll’hard boiled non mi pronuncio perchè ancora poco addottorato in materia.
novembre 9th, 2012 at 23:15
Ah, Vindry, Vindry…
Mi ha fatto venire la Vindrynite Igor anni fa, e da allora non riesco più a curarla. Ho persino sguinzagliato un amico mio che mi ha tempo fa reperito una cosetta in francese del grande Noel, un’opera della Gallimard, originale. Ma è in francese. La sto leggendo poco alla volta. Poi mi ha regalato l’unico Vindry Mondadori. Peccato che non si trovi più l’unico altro Vindry italiano, una traduzione de La maison qui tue, fatta da una casa editrice piccolissima, tantissimi anni fa!
Il fatto è che quello che dice Mauro è dannatamente vero: i romanzi di Vindry sono rari e costano molto. E per di più poi bisognerebbe vedere chi fosse in possesso dei diritti, e quanto vorrebbe. Ho il sospetto che chiederebbe parecchio.
A me francamente al di là di Vindry, piacerebbe leggere Boileau. Ho qualcosa (R.I.E.N.), ma mi piacerebbe leggere Le Repos de Bacchus e Six Crimes sans Assassin di Boileau. Questi, si!
novembre 10th, 2012 at 09:07
Anch’io mi associo alla richiesta di Bernardo, non mi dispiacerebbe che venisse pubblicata la raccolta di Rawson “The Great Merlini”. D’altronde 4 o 5 racconti su 12 sono già stati tradotti in vari Omnibus o stagioni gialle…
Nel frattempo non posso che complimentarmi con la redazione e con Mauro Boncompagni per l’ottima scelta delle uscite degli ultimi tempi.
novembre 10th, 2012 at 10:01
Comunque i racconti di Carr a che so sono solo 35,quindi secondo me in 2-3 antologie (spalmate negli anni,certo non tutto in una volta sola) si potrebbero ripubblicare.L’impresa dei racconti di Woolrich mi parve più ardua (anche perchè molti erano ancora da tradurre)mentre i racconti Carriani basterebbe recuperarli dalle antologie.
Poi mi ricordo uno splendido speciale natalizio del 2004 dove erano ristampati in un colpo una ventina di racconti di Queen,e per me fu un grande natale visto che non li avevo.
Resta da intendersi che sono un semplice appassionato e non mi intendo della cura editoriale di una testata,quindi non mi permetto di dare “direttive” a una persona di estrema competenza come il signo Boncompagni,esprimo solo un mero desiderio.
novembre 10th, 2012 at 12:23
Scusate ma sono io l’unico a pensare che Simenon sia nettamente superiore a tutti per qualità di scrittura, forza descrittiva, analisi sociale e capacità di creare personaggi indimenticabili? Su Vindry concordo pienamente, sarebbe ora che in Italia venisse scoperto. Sono un lettore della Série Noire, ottima collana ma prezzi molto alti (fra i 15 e i 25 euro), quindi grazie al Giallo per la sua politica di prezzi davvero contenuti. Comunque in questi anni ho letto molti francesi che meriterebbero la traduzione, ogni tanto il Giallo Mondadori un’occhiatina Oltralpe potrebbe anche gettarla…
novembre 12th, 2012 at 09:41
Nel mio piccolo io sono legato al mio primo Carr letto “I fantasmi della casa maledetta”, che non è un capolavoro, ma avrei piacere fosse riproposto…. sono passati una trentina d’anni … chissà…
novembre 12th, 2012 at 21:48
Per Max;Simenon era certo un grandissimo autore ma i suoi romanzi non si possono certo considerare gialli canonici;erano “tranches de vie” mascherati da detective story,e infatti dal punto di vista dell’intreccio narrativo sono davvero poco rilevanti (a parte un’ombra su maigret,con quella soluzione spiazzante e geniale che avrebbe fatto epoca)Infatti Simenon non è mai stato proposto nei giallo Mondadori,e questo credo spieghi l’estraneità dell’autore al mondo del giallo classico caratteristico della collana.
In ogni caso oltralpe la collana ci guarda eccome,visto che proprio il mese scorso è stato riproposto Japrisot.
novembre 13th, 2012 at 05:09
Salve a tutti.
Volevo sapere se l’esperienza e-book è già defunta o se continuerà, in particolare se potrò vedere questo libro di Carr in versione digitale visto che su Amazon i libri di questo mese non ci sono ancora.
Leggo molto su ipad anche perchè sono per molto tempo lontano da casa e quindi immaginate la mia gioia quando ho scoperto che la mia collana preferita era finalmente disponibile in formato ebook e ho potuto recuperare alcuni numeri dei mesi scorsi che avevo perso, anche perchè nelle edicole del mio paese alcune non tengono nemmeno i gialli mondadori e altre ne ordinano talmente pochi che se non arrivi il giorno che escono non li trovi più.
Grazie per l’attenzione.
P.S. Ho visto che l’app “Abbonamenti.it ” sullo store Apple non comprende le collane del giallo e nemmeno Urania.Avete intenzione di aggiungerli? Sarebbe veramente fantastico. Anche perchè credo che sarebbero molti quelli interessati ( sicuramente più di quelli che acquistano “Barche” o “Interni” ).
novembre 14th, 2012 at 11:21
Mi associo alla richiesta di lostinside: perché non vengono annunciati nel blog i titoli che usciranno sicuramente in digitale nel corso del mese? Ciò consentirebbe a tutti i lettori interessati di acquistare in edicola i titoli che non saranno rilasciati, prima che siano esauriti.
novembre 16th, 2012 at 05:17
Caro Joe qui non ci risponde nessuno.
Almeno sapere se il progetto digitale è ancora vivo oppure è stato abbandonato, così da potersi regolare con le uscite in edicola.
Quasi quasi faccio una provocazione.Lo so che probabilmente l’editore mi manderà a quel paese ma stavo pensando oggi a una uscita mai avverata che aspettavo con molta ansia.
Il famoso libro “Il dizionario delle letterature poliziesche” tradotto dall’ ottimo Luca Conti e dato in uscita nel novembre 2008, già tradotto e consegnato, credo da allora abbandonato in qualche cassetto, visto il carico di oneri tra diritti, traduzione e quant’altro, perchè Mondadori non pensa ad una uscita in ebook, risparmiando sui costi della versione cartacea? Mondadori credo ne detenga ancora i diritti o sbaglio? Perchè non fare un bel regalo Natalizio ai vostri lettori affezionati?
novembre 16th, 2012 at 18:41
Carissimi lettori,
permettetemi di contraddirvi. Non è affatto vero che la Redazione non ha risposto in merito alle uscite digitali. In numerosi thread (la domanda è giustamente frequente), è stato risposto che la situazione è in continua evoluzione, si sta mirando ad una regolarità speriamo non troppo lontana. Nel frattempo,le uscite disponibili in ebook vengono segnalate e distribuite attraverso i più inmportanti canali distributivi di ebook.
Grszie per la passione con la quale ci seguite.
novembre 17th, 2012 at 16:12
Grazie per le spiegazioni del moderatore, ma la richiesta era differente. E’ comprensibile che gli ebook escano in ritardo rispetto all’edicola, e la pazienza non ci manca (di cose da leggere ce ne sono sempre tante…). Ciò che sarebbe necessario sapere (dal momento che non tutti i titoli escono in ebook) è quali titoli saranno disponibili, prima o poi, per sapere cosa è necessario acquistare in edicola a inizio mese, prima che sia esaurito. Ad esempio, lo scorso mese ho perso Japrisot, che non è uscito con gli altri ebook (attorno al 17 del mese, se non ricordo male) e nelle edicole della mia zona a quel punto non si trovava più… Sinceramente, non riesco a capire perché non si sia potuto comunicare ad inizio mese che il romanzo di Japrisot non sarebbe uscito in formato digitale! Grazie comunque alla redazione per le bellissime uscite degli ultimi mesi.
novembre 18th, 2012 at 23:10
Concordo pienamente con gli altri lettori che chiedono, se possibile, di sapere in anticipo quali ebook usciranno: tra l’altro nel vostro blog dedicato ai romanzi rosa (http://blog.librimondadori.it/blogs/iromanzi/ ) questa indicazione viene puntualmente fornita ogni mese, ed è ovviamente molto gradita ed utile.
Grazie della vostra attenzione e del vostro lavoro
Chiara
novembre 20th, 2012 at 12:02
Acquistato, divorato e apprezzato! Carr è sempre Carr: una sicurezza. Mi resta solo il dubbio che l’escamotage del viaggio nel tempo sia un po’ inutile (il romanzo avrebbe funzionato lo stesso senza inserire questo elemento), ma alla fine non disturba. Viva Carr inventore di generi!
novembre 21st, 2012 at 09:41
Molto riuscito lo scioglimento dell’ enigma! Bella anche l’ atmosfera d’ altri tempi. A quando il prossimo giallo storico di Carr?
novembre 22nd, 2012 at 14:46
una domanda a Boncompagni: cosa c’è in programma di Carr nel 2013? grazie
novembre 22nd, 2012 at 21:37
@Walter: per il momento “Fantasma in mare”, uno dei più celebrati Carter Dickson, poi vedremo.
novembre 24th, 2012 at 13:03
Approfitto della disponibilità di Boncompagni per chiedere se è prevista qualche uscita di Doherty.
novembre 24th, 2012 at 23:39
Visto che si parlava di antologie, io propongo i racconti gialli di Brown…
aprile 16th, 2013 at 18:43
anche per me Carr è il piu’ grande scrittore di gialli.
luglio 26th, 2013 at 02:06
Questa del viaggio nel passato era un po’ una fissazione di Carr ; probabilmente lo trovava un elemento straniante che avrebbe dovuto affascinare il lettore, in aggiunta alla vicenda gialla.
A me sinceramente sembra una trovata superflua, che nulla aggiunge e nulla toglie alla validità dei suoi romanzi. In questo concordo con Lorenzo Trenti.