Il Giallo Mondadori Sherlock 74: Daniel D. Victor, “Sherlock Holmes. Le ombre di San Pietroburgo”
Daniel D. Victor, “Sherlock Holmes. Le ombre di San Pietroburgo”, Il Giallo Mondadori Sherlock n. 74, ottobre 2020
Daniel D. Victor, “Sherlock Holmes. Le ombre di San Pietroburgo”,
Il Giallo Mondadori Sherlock 74, ottobre 2020
Un brutale duplice omicidio è avvenuto nell’East End.
Qualcuno ha spaccato a colpi d’ascia la testa di uno strozzino e di sua moglie, in quello che a prima vista sembra un banale tentativo di furto in un quartiere malfamato.
Ma l’occhio attento di Sherlock Holmes cade sui dettagli della scena del crimine: un pezzo di legno coperto di piombo e alcuni rimasugli di spago e di carta da pacchi sembrano indicare una faccenda molto più complessa. E il noto investigatore non immagina neanche quanto…
È il dottor Watson a notare alcune impressionanti analogie con “Delitto e Castigo”, il romanzo di un certo Dostoevskij, da poco tradotto in inglese. Sherlock si mostra scettico al riguardo di una reale connessione fra le due vicende, ma il mistero s’infittisce, e le analogie cominciano a moltiplicarsi…
E se l’autore del romanzo, da poco passato a miglior vita, si fosse ispirato a una vicenda reale? E se i due delitti fossero collegati?
Sherlock decide quindi di viaggiare fino a San Pietroburgo per un’indagine di rara complessità, allo scopo di fermare il Raskolnikov in carne e ossa che si aggira come un fantasma per le vie di Londra.
Dello stesso autore di Sherlock Holmes and the Shadows of St Petersburg, ricordiamo: “Sherlock Holmes – Attentato al Club Diogene” (Il Giallo Mondadori Sherlock 61), “Sherlock Holmes, La misteriosa scomparsa del signor Crane” (Il Giallo Sherlock n. 29), “Sherlock Holmes, Baker Street, il lungo addio” (Il Giallo Mondadori Sherlock n. 38) e “Sherlock Holmes, Il segreto del Thor Bridge” (Il Giallo Mondadori Sherlock n. 56).
All’interno, per la rubrica Sotto la lente di Sherlock, «Una rivisitazione postmoderna di “Delitto e castigo”» di Luigi Pachì, con un approfondimento sull’autore e sulle sue opere.
E per i Racconti di Sherlock, in appendice, la short story intitolata “Il tempo che fu” di Giacomo Mezzabarba.
Buona lettura!
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