Posizione di tiro – Shangai – AnnaMaria Fassio
Intervista a cura di Dario pm Geraci
Innanzitutto la voglio ringraziare per aver accettato l’invito nel rilasciare questa breve intervista e un grosso benvenuto da tutti i lettori del Giallo Mondadori.
DG: Vuole parlarci di Shangai? Cosa l’ha ha spinta a virare così pesantemente sul thriller rispetto al giallo di stampo classico?
Shanghai è nato dall’esigenza di porre uno stacco tra me i i miei personaggi abituali. Credo che capiti un po’ a tutti gli scrittori. perché i personaggi seriali, ancorché molto rassicuranti, talvolta diventano pesanti come certi parenti che ti stanno sempre addosso. Hai bisogno di tirare il fiato e di fare il punto della situazione. C’è anche da dire che mi piace molto cambiare e cimentarmi con storie e situazioni nuove. E poi ero tornata dalla Cina e allora “Shanghai” è stato come prolungare il mio rapporto con una città che ho amato da subito. Una piccola confidenza. I miei antenati erano cinesi, capitati in Italia, precisamente a Venezia, all’inizio dell’Ottocento. Sicché il romanzo è anche un omaggio alle mie antiche, ma mai dimenticate, origini.
DG: Leggiamo dalla Sua biografia che è allieva nientepopòdimenoche di Ed McBain, una leggenda del Giallo. Potrebbe raccontarci brevemente la Sua esperienza o qualche ricordo legato alla Sua figura?
Ho conosciuto Ed McBain in occasione di un corso di scrittura poliziesca. Quattro giorni di full immersion nel mondo del Giallo e della scrittura. Un’esperienza unica…Dopo il corso abbiamo iniziato a scriverci e, senza presunzione, posso dire che siamo diventati amici. Mister Evan era un uomo eccezionale, di una sensibilità ed umanità incredibili. Mi chiamava “Annamaria, Secondo me”, perché i miei interventi iniziavano spesso con “secondo me”. Una cosa che ricordo di lui è la sua generosità e il suo umorismo. Molto anglosassone, direi. Non si risparmiava mai, anche quando era ormai alla fine ha trovato il tempo per inviare un breve messaggio ai bambini della mia classe. Stavamo lavorando sulla sceneggiatura degli “Uccelli” e Mister Evan li esortava a non stare troppo vicino alla finestra, soprattutto se in giro c’erano gabbiani e corvi.
DG: Lei rientrerebbe sicuramente in una ipotetica “Hall of fame” del Giallo Mondadori, avendo pubblicato ormai una decina di romanzi in questa storica collana. Qual è il Suo rapporto con il Giallo e tra tutti i romanzi pubblicati, a quale è rimasta più affezionata?
Il mio rapporto con il Giallo è personalissimo e fa parte da sempre della mia vita. Ho iniziato a leggere mistery intorno ai dieci anni (partendo da zia Agata, ovvio) e da allora non ho mai smesso. Mi piace scrivere Gialli perché ogni volta è una grande sfida. Metto in scena i miei personaggi, tramo e brigo, annodo e riannodo. Mi diverto molto, anche se non sempre sono rose e fiori perché quando scrivo sono davvero esigente con me stessa. Penso che “Tesi di laurea” sia il libro a cui sono più affezionata perché ha una storia forte e importante che mi convince sempre a distanza di anni. Probabilmente lo riscriverei tale e quale. E poi c’è “Gangster” che, ancor prima di “Shanghai”, ha impresso una svolta alla mia scrittura. In “Gangster” l’elemento forte è stata la raccolta della documentazione. E anche per questo aspetto devo ringraziare Mister Evan. Lui diceva sempre: “Sei mesi per documentarmi, tre mesi per scrivere”.
DG: Ora un gioco proposto anche ad alti autori “passati” a fare quattro chiacchiere qui sul blog. Se dovesse scegliere uno dei Suoi romanzi da trasporre per il cinema, quale sceglierebbe e a chi affiderebbe la regia?
Ahi che domanda! Se dovessi essere proprio sincera direi che mi piacerebbe vedere tutti i miei romanzi sul grande schermo, ma dovendo scegliere….Dunque vediamo… Forse “Shanghai” si presta molto per essere trasposto sul grande schermo. C’è molta azione, molta violenza, e un mondo esotico che affascina sempre. Il regista? Ridley Scott, oppure David Cronenberg. E “Tesi di Laurea”, naturalmente, per la regia di Dario Argento. Dal momento che devo pensare in grande, tanto vale non essere avari, no?
DG: Purtroppo siamo già arrivati all’ultima domanda, quindi cercheremo di sfruttarla al meglio per dare ai lettori qualche anticipazione sui Suoi lavori futuri e se vorrà anche un saluto al popolo del Giallo Mondadori.
I miei progetti futuri? Una spy story che dovrebbe uscire nel 2010 su Segretissimo e una ripresa dei miei personaggi seriali, Antonio Maffina ed Erica Franzoni. Poverelli sono lì che aspettano da un anno…
Un grosso abbraccio al popolo del Giallo Mondadori che mi ha seguito in tutti questi anni e al quale va la mia gratitudine.
Grazie per la Sua disponibilità e alla prossima intervista!
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Posted in Extra, Posizione di tiro
agosto 13th, 2009 at 08:39
Già per il fatto che era amica del compianto Mcbain mi sta simpatica.
Ho diversi suoi romanzi pubblicati nelle collane Mondadori ma non ho letto praticamente nulla.
Mi sa che è ora di rimediare…
agosto 16th, 2009 at 09:46
Intervista molto interessante, ed
AnnaMaria è davvero brava.
agosto 20th, 2009 at 16:06
In effetti le origini cinesi aiutano a spiegare la conoscenza della città e dei comportamenti dei cinesi