Stephen Gunn, Il Professionista Story: Spionaggio a Teheran – Dossier Yaponchik
Stephen Gunn – Il Professionista Story: Spionaggio a Teheran – Dossier Yaponchik – Segretissimo Special N°24 – aprile 2019
Non è un pesce d’aprile. A soli due mesi da quello di febbraio, ad aprile esce in edicola un nuovo speciale di Segretissimo tutto dedicato a Chance Renard, il Professionista!
Il volume si compone di due titoli.
“Spionaggio a Teheran” vede il Prof proiettato in Iran, in un intreccio mortale di polizia segreta, doppio giochisti, mafia russo-ebraica e fanatici ayatollah, non senza affascinanti alleate…
“Dossier Yaponchik”. Continua la lotta senza quartiere contro l’organizzazione neonazista dei Lupi Mannari. Chance si metterà sulle tracce di un nemico spietato e inafferrabile, che si fa chiamare Yaponchik…
Abbiamo chiesto all’autore un brano per presentare il volume e il personaggio e ci ha risposto che l’incipit di “Spionaggio a Teheran” è un’introduzione perfetta alle avventure del “Prof”, perché dice subito al lettore chi è il Professionista e lo inserisce nella vicenda. Eccolo a voi.
“Chance Renard controllò il suo aspetto allo specchio della camera che occupava allo Sheraton Miramar, una follia costruita su nove isolotti dall’architetto Michael Graves negli anni ’90 come corona per l’esclusiva località balneare a soli venti chilometri dall’urbanizzazione selvaggia di Hurgada. Islamismo e guerre erano lontanissime da quel paradiso. Alla luce soffusa di una lampada sul comodino, Chance vide un uomo maturo, con qualche filo di grigio nei capelli, le spalle larghe e lo sguardo determinato. Quello di un combattente. Perché la sua esistenza era una battaglia senza fine e, a volte, proprio come quella sera, si convinceva che, per quanto si sforzasse, non sarebbe finita mai. Infine le labbra si torsero in una specie di sorriso. Versò un bicchiere di vodka dalla bottiglia presa dal minibar e ingollò d’un colpo il contenuto. Uscì sulla terrazza e assaporò la vista del panorama di luci sul mare. Si accese un sigaraccio tirando qualche boccata. Ma sì, cercò di convincersi. Quella era l’esistenza che aveva scelto tanto tempo prima e starci a rimuginare non sarebbe servito a nulla.”
Stephen Gunn è lo pseudonimo di Stefano Di Marino, uno dei più prolifici scrittori di spionaggio e avventura italiani degli ultimi decenni. Per saperne di più sull’autore, sul Professionista e sul suo mondo, consultate i seguenti link:
– Di Marino Stefano su Facebook,
– la fan page di Chance Renard-Il Professionista
– e il blog hotmag.me/il professionista.
EBOOK DISPONIBILE AD APRILE
Posted in Segretissimo, Segretissimo Extra, Special, Spy - Story
marzo 22nd, 2019 at 14:59
e come al solito uno Schianto di cover
marzo 22nd, 2019 at 15:25
è venerdì, si avvicina il fine settimana e leggo che a breve uscirà un altro Prof. Story. Che volere di più? Questa è davvero una bella notizia.
marzo 23rd, 2019 at 05:49
Già messo in allerta il mio spacciatore di libri di fiducia 😉
marzo 30th, 2019 at 10:23
Mica ci sarà ancora qualcuno che ha bisogno gli venga presentato il Professionista? Comunque prendiamo la presentazione come piccolo assaggio della prossima lettura che ci aspetta. Grazie Stefano che ancora una volta ci diletterai con la piacevolezza delle avventure del nostro Chance, ma digli che non esageri coi sigaracci, che la sua salute ha già abbastanza nemici! Ciao
marzo 31st, 2019 at 10:22
ciao Sergio, Chance, essendo un personaggio di fantasia po’ permettersi qualche stravizio..il suo autore che invece invecchia come tutti ha assunto un tono di vita più morigerato da un po’..;-)
aprile 2nd, 2019 at 08:56
Da oggi in tutte le edicole. a breve il dietro le quinte. buona lettura
aprile 8th, 2019 at 10:01
Prima di tutto una ricorrenza importante. Con questo Profstory 24 di aprile-maggio 2019 il Professionista compie 24 anni di vita editoriale, con ben due collane (Segretissimo normale e questo Special) che consentono una presenza in edicola e una continuità di pubblicazione che sono parte del successo editoriale. In un’epoca di brand, di etichette, di visibilità è importante. Quasi quanto la qualità delle vicende. È un traguardo cui sono orgoglioso di essere arrivato e lo devo, come sempre soprattutto ai lettori che affezionati comprano novità e ristampe in tutti i formati, si fanno sentire, sostengono il mio lavoro. Sarebbe molto più difficile altrimenti, per cui ancora grazie, ragazzi.
Dopo questa piccola introduzione veniamo al ‘dietro le quinte’ di questo volume che si presenta direi in modo piuttosto interessante dopo l’inserimento nel numero scorso della ristampa di Professional Gun. Continua l’avventura contro il mercante d’armi Vulkan che, ancora per un poco manterrà la sua invisibilità. Ma occhio ai prossimi numeri, scopriremo finalmente chi è. Intanto ci spostiamo in Iran per una missione che, pur contenendo un alto tasso di violenza ed erotismo, schiera in campo nuovamente Dominika Larassì che sarà un personaggio importante nelal serie e lo vedrete nei romanzi che sto scrivendo in questi giorni ambientati ai giorni nostri. Per il momento Dominika che già abbiamo visto in due avventure, è diventata un’agente esperta e segue le tracce dei trafficanti di uranio in uno degli ambienti più ostili per una spia, l’Iran. Qui, al momento più che le pallottole conta il tradecraft, la capacità di manipolare e reclutare fonti secondo le regole dello spionaggio classico. Niente paura, il ritmo è sostenuto e ci pensa Chance, impegnato nella prima parte dell’avventura a seguire una differente pista in Egitto a riempire i cattivi di piombo e di cazzotti. Poi le due strade si riuniranno. Ma quel che mi premeva era dare un ritratto coerente dell’Iran con mille sfaccettature e non semplici stereotipi per come poteva essere a metà degli anni Duemila. Mi è stato molto utile un libro che tradussi al tempo sulla situazione e la storia iraniana (Alla ricerca di Hassan, Ponte alle Grazie, 2003) e persino oltre che a una revisione di alcune classiche avventure di spionaggio romanzesco e cinematografico. Poi viene Dossier Yaponchick che è un romanzo con una storia da raccontare oltre a quella narrata tra le pagine. Fu la conclusione di due cicli. Fondamentalmente segnava l’ingresso alla direzione di Segretissimo di Altieri che era uomo ed editor di grandissimo polso e ferree convinzioni, un amico ma questo non esclude diversità di visione. Discutemmo ma come sempre avviene tra professionisti, trovammo un accordo. E forse nacque qualche nuova idea di cui vi parlerò al momento opportuno. Di fatto questo romanzo ha pienamente le caratteristiche classiche, che poi sono quelle anche di oggi. In particolare volevo raccontare un’avventura che andasse al di là del semplice intrigo spionistico, per cui feci delle ricerche e incentrai la vicenda su la storia della Sala d’Ambra che rimane uno degli episodi più interessanti di intreccio tra guerra, storia e arte della Seconda guerra mondiale. Poi c’erano altri elementi. Ovviamente la storia si svolgeva ai nostri giorni e il legame più diretto con gli avvenimenti degli anni ’40 erano i Lupi Mannari, l’organizzazione neonazista che avevo usato con una certa parsimonia in passato e che richiedeva una chiusura gloriosa ed emozionante. Il lettore nuovo si accorgerà che molti degli episodi sui Lupi Mannari appartengono alle vicende inserite nella ristampa. Mi pareva un bel filone che ho deciso di approfondire negli anni, ma in quel momento sentivo di doverlo chiudere. Per questo abbiamo ristampato Vendi cara la pelle che aveva avuto una sua edizione in sordina all’inizio del 2001 in calce a un episodio del Celta e venne riproposto in Professional gun che, tecnicamente, fu stampato dopo Dossier Yaponchik. La vicenda che aveva portato Chance prima in Arabia Saudita poi in papua aveva senso temporalmente in quel momento. Con questo episodio i Lupi Mannari diventano qualcos’altro e scoprirete perché. Inoltre c’era una sfumatura non dico fantastica ma ‘mitica’ che mi piaceva e mi era stata suggerita da fonti differenti. Una era un episodio di Millennium(la serie con Lance Henrcisken) in cui si parlava di questa figura mitica russa che veniva identificata con il diavolo e veniva evocata ogni volta accadevano eventi non spiegati. Stava a pennello con i misteri della Sala D’Ambra, per cui aggiunsi il prologo che collegava tutto inserendo un riferimento a Tunguska e a Rasputin. Poche pagine ma che conferivano alla vicenda che è realistica in ogni dettaglio, un alone di mistero che poi si approfondiva negli stimoli che venivano da Hell Boy. Naturalmente era tutto cucinato in una vicenda che era tipicamente mia e quindi realistica. C’era poi la sfida di portare una parte di azione a Istanbul che è una tappa obbligata per ogni narratore di spionaggio da Fleming, ad Ambler a De Villiers. Io ci ero già stato diverse volte con il Prof e volevo mantenere un tocco classico ma portare anche qualche innovazione. Visto che conoscevo molto bene la città fu un divertimento e credo che tutta la parte del Topkapi ei brani riguardanti la città vecchia siano ben riusciti. Per me lo erano. Mi divertii un sacco anche a inserire nel cast una pornostar (Veronica Zamanova) che è l’interprete di Azera Gulemy. Mi ricordo che scrissi l’intera vicenda nel corso di un mese, durante un periodo di vacanza in montagna lavorando tre quattro ore al giorno per un mese. Avevo strutturato bene la storia e in quelle ore di scrittura concentrata la vicenda scivolava via come se si raccontasse da sola. Il che è sempre la garanzia migliore per la riuscita di un romanzo.