L’Operativo

aprile 23rd, 2015 by Alessio Lazzati

Chi è l’Operativo?

L’Operativo sbuca dagli ultimi recessi della prima Guerra Fredda, per affrontare la seconda, in pieno corso. Non è anziano, ma ha un’età che gli ha permesso di esordire nel periodo immediatamente a ridosso della caduta del Muro. Sperimentandosi in qualità di ragazzo di bottega nel sottobosco delle covert operations. Di fatto, sembra tagliato apposta per il mondo frammentato dei nuovi conflitti, mai decifrabili fino in fondo. La sua identità non è segreta, bensì mimetica. Non deve mostrare una personalità troppo marcata che lascerebbe all’opposizione tracce per individuarlo, quale che sia, di volta in volta. Un autentico professionista del settore, infatti, si guarderebbe bene dall’assumere una fisionomia ben definita agli occhi del nemico. Viene in mente l’adagio di Dusko Popov, la spia britannica di origini jugoslave che durante la seconda guerra mondiale s’infiltrò nell’Abwehr dell’Ammiraglio Canaris: «Dubito che un Bond in carne ed ossa sarebbe sopravvissuto più di quarantotto ore come agente dello spionaggio». Popov, con la sua passione del gioco d’azzardo, delle auto veloci e delle belle donne aveva contribuito con altre figure a ispirare il personaggio di 007 quando Ian Fleming decise di mettersi a scrivere. Pure, nella vita reale, un agente segreto è sempre insospettabile.operativo

L’Operativo sa dunque mimetizzarsi, malgrado nel fisico abbia risorse non proprio comuni. Al suo primo apparire, in Sandblast, del 2008, viene descritto così: «Ancora dal lato giusto dei quaranta, snello, alto e rossic­cio, con un profilo dal taglio perfetto che qualsiasi donna avrebbe preferito a quello del marito. Le sue ampie spalle pare­vano fatte per reggere il peso del mondo». Successivamente si raperà a zero e ne emergerà una certa somiglianza con Jason Statham, che sarebbe l’ideale per incarnarlo sul grande schermo, se si considerano i protagonisti di solito interpretati dall’attore inglese. Perché, nonostante l’Operativo assuma nuove generalità per ogni missione, questo non cancella i tratti indispensabili del carattere di chi ha scelto di combattere nell’ombra. L’intelligenza, innanzi tutto, le capacità analitiche, una cultura nutrita di esperienze, luoghi e persone di ogni latitudine, e l’etica brutale del guerriero: si uccide solo per necessità, per sopravvivenza o per caso.

Gli ascendenti dell’Operativo non sono letterari, quanto piuttosto mediatici. La sua presenza narrativa scaturisce dal bisogno di approfondire la geopolitica del presente, confusa dai media, funzionali all’economia e ai centri di potere. Il Grande Gioco di Kipling si è spostato dalle frontiere reali a quelle finanziarie. Il sangue che scorre sui teatri delle nuove battaglie, scoperte o occulte, serve agli interessi dei potentati.

Esemplare Sandblast, dove si tratta di impedire il fallimento di un trattato di pace tra israeliani e palestinesi, che nuocerebbe ai maneggi di una multinazionale. Anche nel romanzo successivo, Sturmvogel, il tentativo di destabilizzare la Cina mediante un piano elaborato con l’ausilio dell’algebra ha risvolti fortemente legati al denaro. Ancora di più Targeting, dove una coppia di fratelli mina l’andamento dei mercati eliminando i migliori cervelli occidentali, puntando a creare un super-rublo fortissimo. E qui s’innesca il problema della seconda Guerra Fredda. La crisi ucraina e lo stillicidio di incidenti aerei sul fianco est della NATO sono la riprova del fatto che la Russia vive male la perdita dell’impero sovietico. D’altro canto, l’Europa e gli Stati Uniti compiono mosse ambigue e spesso deliberatamente provocatorie. Dimentichi o incuranti del ruolo costruttivo che Mosca potrebbe avere nella lotta a un terrorismo diffuso e capillare che colpisce nel cuore delle città, si vedano Parigi, Bruxelles, Copenhagen e Istanbul, per citare gli episodi più recenti.

Watchdog

Questo porta a Watchdog, finora l’intreccio più estenuante per l’Operativo. Dal secondo romanzo, Sturmvogel, la serie acquisisce una maggiore densità con l’entrata in scena di Carlton Slocombe, un funzionario di età avanzata che dirige la Divisione G, dove la G sta per “geopolitica”. La nuova sezione di riferimento per l’Operativo ha competenze molto ampie, garantite dall’autonomia. Slocombe, per il quale ricorre il termine “grigiore”, è il mentore dell’Operativo. Gli fornisce direttive, dati, rivelazioni. Per giunta, lo affianca e persino lo precede sul campo. La squadra, da Targeting, si è arricchita di Jessica Thorney, soprannominata Thor, come il personaggio a fumetti, per la sua prestanza fisica. Non è una virago, tutt’altro, però non serve a far virare i romanzi sul registro del sesso. A quello ci pensa Yelena Levenkova, ex accompagnatrice ucraina, amante di un ceceno che l’Operativo ha ucciso nella missione di Sturmvogel.

Watchdog mette assieme questo microuniverso spionistico per la caccia a un traffico internazionale di merce più preziosa dell’oro e della droga, che permette di influire sull’andamento delle prossime guerre. Lo si scoprirà solo nell’ultimo capitolo.

 

Enzo Verrengia

Posted in Black Ops, Segretissimo, Segretissimo - ebook

2 Responses

  1. Shinobi

    Ottima esposizione, davvero.
    Ho apprezzato -tra le varie cose- le osservazioni sui rapporti tra Russia e Europa/Stati Uniti e il ruolo positivo che Mosca potrebbe avere.

    Per concludere, Segretissimo resta un gioiello e faccio i complimenti a tutti quelli che continuano a farlo risplendere. Go on this way.

  2. Valentino

    Ottima spy story, ben costruita e solidamente documentata; Verrengia è come sempre una garanzia!

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