Gérard de Villiers – SAS: Follia a Bengasi
Gérard de Villiers – SAS: Follia a Bengasi – N° 65 Maggio 2013
Bel guaio, il sesso. Da quando ha conosciuto quella donna, il principe Ibrahim al-Senussi ne è ossessionato. Gli basta vedere un centimetro della sua pelle di seta per sentirsi ribollire il sangue. Ma uno come lui, che aspira al trono di Libia in quanto nipote del deposto re e gode di appoggi in Occidente, farebbe bene a dimenticare per un attimo la sensualità di Cynthia tenendo a mente un semplice concetto: per quanti sostenitori possa avere, ci sono almeno altrettanti nemici che lo vogliono morto. A questo dovrebbe pensare mentre è in volo con la sua amante diretto in Egitto, al Cairo. Dove un uomo sul tettuccio di un furgone sta accarezzando il grilletto di un lanciarazzi, puntato contro l’aereo in fase di atterraggio. Di questo e molto altro dovrà occuparsi Malko Linge, in missione nel Nordafrica per conto della CIA. Quando si tratta di guai, e di sesso, il Principe delle Spie non si tira mai indietro.
EBOOK PROSSIMAMENTE DISPONIBILE
Posted in Segretissimo SAS
maggio 2nd, 2013 at 15:22
Copertina sorprendente con quel rosa sparato della maglietta e i pantaloncini corti.
Mi piace.
maggio 2nd, 2013 at 17:11
sì anche a me..finalmente(ma anche nelle altre cover) dei colori chiari che contrastano con il fondo nero….
maggio 2nd, 2013 at 19:28
Speriamo che sia meglio dell’ultimo, dove il ghost ha preso degli scivoloni non da poco, ad esempio pag.53 “…erano una quarantina, molti caduti in Sudamerica, ma nessuno in Messico” riferito ai caduti della DEA. Grave errore perché nel 1985 ci fu il famosissimo caso di Enrique Camarena ucciso dopo essere stato orrendamente torturato, cosa che diede il via all’impegno militare USA con truppe in missione clandestina anti narcos in centroamerica. Ignorare una cosa simile non è da De Villiers. Nello stesso romanzo ci sono poi alcuni salti logici (errori di traduzione?) ad esempio una fondina cavigliera in cordura si trasforma due righe dopo in pelle. Speriamo che questo titolo sia all’altezza, come sempre.
maggio 3rd, 2013 at 09:59
io l’ho letto lo scorso anno. l’argomento è sicuramente di interesse. 😉
maggio 6th, 2013 at 11:43
E sì, i lettori di Segretissimo sono talmente attenti che non si può sgarrare neanche una volta senza essere subito beccati :))
maggio 13th, 2013 at 08:38
Pignoli
maggio 13th, 2013 at 19:19
Non è tanto questione di essere pignoli quanto di rimanere delusi. Ho iniziato a leggere SAS quando avevo 16anni, i casi della vita 30anni dopo mi hanno portato nei luoghi di SAS ed ho potuto verificare l’esattezza di quanto scritto nei tempi d’oro (alberghi, ristoranti, luoghi, topografia) In un paio caso ho persino incontrato persone che ho riconosciuto essere state citate da De Villiers. Quindi…si tratta solo di delusione e della triste consapevolezza che il Maestro oramai si avvia a lasciarci.
maggio 14th, 2013 at 08:47
Mi complimento per la memoria di GLOCK22C, io, pur avendoli letti tutti, a malapena mi ricordo i titoli. Comunque volevo solo considerare che non so quanto De Villiers scriva direttamente dei suoi libri, visti gli 87 anni suonati ed il ritmo sicuramente non diminuito delle pubblicazioni.
Immagino che altri scrivano per lui e che si limiti a fornire gli spunti.
maggio 16th, 2013 at 16:42
@Direzione
Mi piacerebbe fosse ristampato il romanzo ‘SAS Salvataggio in Colombia’.
Il libro è uscito nell’agosto 2004 e per problemi di distribuzione e di ferie nella mia zona (Torino e dintorni) praticamente non si è visto.
E’ l’unico SAS che mi manca.
Grazie
maggio 17th, 2013 at 11:26
Marius, forse fai prima a comprarlo su http://www.comprovendolibri.it/cercatitolo200.asp dove ci sono più copie in vendita. Oppure su e-Bay.
Hai l’imbarazzo della scelta, io ho completato raccolte acquistando on-line, specie libri che non riuscivo più a trovare, che spesso sono anche del tutto nuovi.
maggio 19th, 2013 at 19:23
@Marius, Sergio ti ha dato un ottimo consiglio, a questo link troverai Salvataggio in Colombia:
http://www.comprovendolibri.it/ordina.asp?id=7941771&db=utenti
Oggi ho iniziato a leggere Follia a Bengasi, i primi capitoli non sembrano malaccio…
maggio 22nd, 2013 at 08:11
Lancio uno spunto di discussione che spero il professionista (ed altri raccolga. Ho letto le prime 10pagine dell’ultima uscita di SAS e mi sono posto il problema. Un’autore quanto deve o può essere realista o veritiero in quello che scrive? All’inzio del libro un aereo della British viene abbattuto da un MANPAD SA16 “con un missile Strela3″ ad una quota di 30mt in atterraggio, di notte. Dove’è il problema? I problemi sono: 1)l’SA16 utilizza missili Igla che sostituirono gli Strela e quindi un SA16 non potrà mai usare uno Strela (è come se dicessi: utilizzò una Beretta calibro 9 con colpi calibro 357magnum) 2)lo SA16 può ingaggiare bersagli ad una quota minima di 100mt e non 30 3)dato che il tempo di ingaggio della testata è di 5 secondi dal momento in cui tiro il grilletto è probabile che il missile passi sopra l’aereo e vada perso. Voi vi domanderete: ma queste sono considerazioni da esperti coperte da segreto, si e no nel senso che con la query giusta ci volgiono meno di tre minuti per trovare i dati. Ed allora? Allora, l’autore a seguito della query avrebbe potuto descrivere una scena molto più realistica ambientandola di giorno ed ad una distanza diversa citando il giusto sistema d’arma. Quindi mi chiedo quanto deve essere realistico e credibile un romanzo di genere spy?
maggio 22nd, 2013 at 08:13
Ovviamente mi riferivo ad una banale ricerca su google
maggio 22nd, 2013 at 12:27
ciao Glock22c, rispondo solo ora perchè solo ora leggo.
il tuo quesito è interessante.
io ti rispondo secondo la mia esperienza non solo di autore ma distudioso e appassionati di narrativa d’evasione in ogni sua forma8cinema, fumetti, romanzi).
la mia è un’opinione personale e discutibile. consideara la mia esperienza nel campo forse ha un picoclo peso ma non è oro colato.
maggio 22nd, 2013 at 12:31
la verosimiglianza e la credibilità di un romanzo di spionggaio(o di avventura o un Thriller) è, secondo me, sempre subordinata alla capcità dell’autore di creare civende appassionanti e ben raccontate.
se escludiamo dei paradossi come il celebre legionario romano con l’orologio..il realismo e il dettaglio tecnico sono secondari. l’annotazione tecnica precisa viene utilizzata per rendere verosimile una situazione impossibile ma spesso è proprio il dettaglio che importa di per sè, non la sua effettiva realtà. mi spiego, quando ero ragazzo vendendo i film western americani degli anni 50 credevo che nel west tutti avessero solo colt 45 e wunchester che poi sono armi minimo degli anni 70 e anche costose. in seguito ho capito che circolavano una grandissima varietà di armi per tuttele tasche. un po’ come pensareche in una spy story tutti abbiano lawalther ppk o sparino con l’M16…
maggio 22nd, 2013 at 12:32
tutto viene utilizzato per l’effetto che produce sullo spettatore8o lettore medio) che ama sentir citare un dettaglio ma non vuole realmente approfondire a meno che non abbia una passione per un singolo argomento. io per esempio sono un appassionato di arti marziali. se dovessi contare gli errori che ho visto anche in ottimi film e libri che hovisto non finirei più.l’effetto dell’inserimento di un dettaglio deve essere funzionale alla storia, se non lo è è sprecato.
maggio 22nd, 2013 at 12:35
concludo sempre con il mio padere. il mondo dove si muovono i nostri eroiè simile a quello reale, deve rispondere a certe regole fisiche e dicoerena ma non è esattamente quello reale. guardate il mondo di 007 che sembra il nostro ma in realtà è come se fosse leggermente fuori registro. ora come lettore posso accettare o meno questa premessa, ma se l’accetto posso anche perdonare qualche imprecisione all’autore. non posso perdonargli di essere noioso. questa, come sempre solo ed esclusivamente la mia opinione
maggio 22nd, 2013 at 16:52
Trovo lodevole la precisione di Glock22c (a quanto pare nome non proprio casuale) e stimolante l’argomento proposto.
Come lettore non solo di libri di spionaggio, convengo con Stefano che certi dettagli, se uno non è proprio esperto, nemmeno vengono notati e diventano secondari, quindi solo modi per esprimere e dettagliare situazioni.
Che sia uno strumento o l’altro, il dato importante è se ha prodotto o meno l’effetto per il successivo svolgimento della trama.
Ma capisco il senso di “fastidio” del nostro amico, è capitato pure a me, da informatico, leggere certe corbellerie, anche ben condite.
Concludo la mia osservazione dicendo che a me su certi libri, gialli in particolare, disturba l’anacronismo di strumenti e mezzi, tale da rendermi poco allettanti gialli scritti parecchi anni, magari da fior di scrittori (esempio James Hadley Chase)
maggio 22nd, 2013 at 19:38
Si trovo giuste le obiezioni del professionista, tuttavia tenderei, dal punto di vista cronologico, a dividere il modo di scrivere i romanzi di spy story/thriller in due periodi. Quello classico e, come giustamente citato, rappresentato Fleming e la comparsa negli anni ’80 del “techno thriller” (Larry Bond, Tom Clancy etc.) Io credo che il genere techno thriller abbia portato una spazzolata di veridicità che non guasta (a volte leggendo i primi Marchinko ho trovato cose che veramente erano a conoscenza di pochi) sia nel citare sistemi d’arma che reparti ed “atmosfere” (memorabile un segretissimo n.1446 di tale Osman F.Trecca titolo “Trappola esplosiva” che più insider di così non si poteva). Comunque a parte i punti di vista in effetti la “godibilità” è l’unica cosa che conta.
maggio 22nd, 2013 at 21:19
E comunque rimango perplesso, arrivo a pag.24 e scopro che il missile, ancora erroneamente denominato SA16 Strela (il vero nome sarebbe SA16 Igla-1)è stato recuperato intatto perché la spoletta di autodistruzione non “si è innescata dopo i 14-18 secondi”. Questa del tempo di autodistruzione si che è una informazione che non si trova mica facile sulla rete, anzi! E quindi ecco che l’autore mi casca sul nome e tipo dell’arma, sulle prestazioni (tutto verificabile in rete) e poi lascia cadere con grazia distratta un’informazione da veri addetti ai lavori. Mistero! che tra l’altro ben si addice ad una spy story
maggio 23rd, 2013 at 09:03
glock22c ti rignrazio per aver dato inizio a una discussione che certamenteè interessante e più stimolante del semplice mi piace e non mi piace. io credo che ci sia una giusta misura. magari poche informazioni inserite con il giusto timing posson oessere interessanti per tutti. io credosia sempre evitabile l’infodump. a proposito diIgla una curiosità. in Campi di morte ne veniva usata una variante che avevo trovato in un romanzo di Thor. il revisore dell’epoca evidentementenon la conosceva e l’aveva sostituita con una cosa più banale… mah…
maggio 23rd, 2013 at 09:04
negli anni 90 scrivevo pezzi ‘di colore’ sulle armi nei film per Armi e tiro. rimasi molto sopreso quando un redattore mi fece notareche una pistola citata da Fleming in dalla Russia con amore…non esisteva…
maggio 23rd, 2013 at 15:33
bella discussione, personalmente mi disturbano situazioni come quella descritta quando:
1) creano una non-verosimiglianza nella narrazione o un buco nella conseguenza dei fatti
2) l’imprecisione ,se cosi vogliamo chiamarla, è tale che la si potrebbe evitare o ridurre con una ricerca su su internet di 5 minuti, intendendo veramente 300 secondi o con l’applicazione di 30 secondi di concentrazione e risoluzione di un problemino di matematica delle elementari..i clascci “il pistolero veloce come fulmine estrasse la Colt e sparò fulmineamente in meno di 5 secondi”…in 5 secondi credo ci stia anche un caffè…
maggio 24th, 2013 at 16:40
Glock22c, io non sono un esperto di armi da fuoco e missili come dimostri di essere tu, ma ti faccio i complimenti per le tue osservazioni maniacali. Sei grande.
Per quanto riguarda il Professionista, mi associo con la sua nota sui film di arti marziali: anche io ho visto tanti combattimenti cinematografici che personalmente trovo assurdi. Per esempio molte sequenze di Dolf Lundgren, e anche i celebri calci a giro di Van Damme che per quanto possano sembrarvi efficaci e veloci, in realtà sono manovre macchinose e rallentate: se provate a sferrare quei calci contro un vero esperto che combatte a certi livelli, state certi che lui vi ridurrà in poltiglia oppure -se vorrà essere clemente- bloccherà i vostri colpi in maniera così disarmante da mettervi in imbarazzo.
Lo stesso vale per tante altre sequenze di cui non voglio dilungarmi a menzionare gli attori e i titoli dei film.
Tuttavia esse fanno scena e sono funzionali al godimento da parte del pubblico (perlomeno la maggioranza del pubblico).
maggio 24th, 2013 at 18:13
Ringrazio tutti x l’apprezzamento delle mie argomentazioni ma non è questione di maniacalità solo che x me a volte il “lavoro” si riflette nelle letture
maggio 26th, 2013 at 09:50
Dico la mia sull’argomento: certi dettagli, anche se errati, nulla cambiano nel godimento complessivo dell’opera. Però oggi, nell’era di Internet dove bastano pochi secondi (al limite, minuti) a reperire tutte le informazioni sull’argomento, allora certi particolari “stonano”. Per esempio, in un romanzo ho visto citare le quattro porte di un’auto che notoriamente per chi lo sa, o con una piccola ricerca su Internet, ne ha due… Insomma o l’autore cita genericamente “una berlina” o, se descrive un modello specifico (auto o missile terra-aria), un po’ di sforzo per documentarsi deve pur farlo…
giugno 17th, 2013 at 11:48
Condividete con me che c’è molto molto molto meno sesso? ma li censurano gli ultimi sas?
un buon sas per misurare le conoscenze del maestro è quello ambientato a Roma, con le spie bulgare in vaticano.. malko va sempre all’eau vive ris
giugno 17th, 2013 at 11:49
ristorante di gran moda negli anni 80, roba andreottiana, e si porta a letto anche una suora (è gestito da suore laiche).
sublime
luglio 10th, 2013 at 10:05
Ciao a tutti,
qualche imprecisione l’ho notata
anch’io, non ai livelli di
Glock22c non sono cosi pratico
di armi.
Avevo notato in un SAS
di parecchi mesi fa che quando
venivano descritti i due baby
sitter di Malko si diceva che
uno dei due teneva nascosti
sotto la giacca due revolver
cal. 357 Magnum con canna da 6 pollici.
Secondo me è una cosa impossibile,
io possiedo un revolver di quelle
dimensioni, e assolutamente non
si può nascondere sotto i vestiti
è troppo grosso e pesante,
figuriamoci 2!!!
Comunque ho finito ieri questo SAS
mi è piaciuto molto, l’unica cosa
che mi ha lasciato perplesso è il
finale, non dico niente per non
rovinarlo a chi deve ancora
leggerlo, però il piano finale di
Malko mi sembra lasciato un po’
troppo al caso …