Gérard de Villiers – SAS: Embargo – N°36 – Dicembre 2010
dicembre 10th, 2010 by Alessio Lazzati
Gérard de Villiers – SAS: Embargo – N°36 – Dicembre 2010
Ristrutturare un castello è al tempo stesso un magnifico sogno architettonico e una monumentale sfida finanziaria. Se poi il castello è quello di Liezen, palazzo avito di Malko Linge, Principe delle Spie, il tutto può facilmente diventare un vero e proprio campo di fuoco. Soprattutto quando una falange di libanesi, armati come se andassero a combattere la Quarta guerra mondiale, si lancia all’assalto del castello proprio la sera della sontuosa festa inaugurale, allestita nientemeno che dalla splendida Alexandra.
D’accordo, in ballo ci sono Medio Oriente, petrolio e terrorismo, ma per Malko Lingequesta volta è una questione personale.
Posted in Segretissimo SAS
dicembre 10th, 2010 at 16:22
Proprio le copertine che piacciono a me!!! 😛
dicembre 13th, 2010 at 12:00
Ha qualcosa di vampiresco… sembra un’immagine della Transilvania. Suggestiva.
dicembre 14th, 2010 at 11:45
tra l’altro un romanzo molto bello e poco ristampato
dicembre 15th, 2010 at 23:30
Lo stesso si può dire di VENDETTA ROMANA: un ottimo SAS eppure mi risulta che è stato pubblicato solo nel Supersegretissimo Estate Spia 1994… Mi sbaglio, Prof?
dicembre 17th, 2010 at 12:46
ma è la ristampa, perchè mi sembrava di avere già letto una storia simile che però non aveva lo stesso titolo!
SPOILER
non è quella dove lui si salva perchè passa dal passaggio segreto mentre brucia il castello?
dicembre 17th, 2010 at 13:13
@Hitman..sì Vendetta romana ebbe solo una tardiva pubblicazione per ragioni politicheche riguardavano il diretore della collana ai tempi in cui il romanzo uscì in Francia…
dicembre 28th, 2010 at 11:36
La bionda nella foto è Alexandra o un’immagine del tutto astratta?
dicembre 28th, 2010 at 11:52
Ho complatato la lettura de “L’abito non fa la monaca”, e devo fare i complimenti a De Villiers:
una storia mozzafiato…!
Una sceneggiatura per film (di successo) bella e pronta!
C’è tensione, passione, spessore, umanità.
I tre personaggi femminili sono tutti interessanti e ben caratterizzati: vivi, reali, concreti.
De Villiers inventa, quasi ex novo, perfino un nuovo tipo di sentimento: lo chiamerei “romanticismo morale”, quello che si realizza con Flor, la tupamara illusa dai suoi ideali giovanili, ma ormai matura abbastanza per liberarsene.
Quindi De Villiers non è – come pure ho letto in giro – né misogino, né machista, né fascista, né sessista.
E’ un autore invece che conosce il Femminino, e lo penetra, lasciando credere ai profani di penetrarlo sul serio.
Dunque i ragazzi del 714 avevano un metodo quando mi hanno consigliato quella lettura, anche se “Pirati” vale molto poco rispetto a “L’abito non fa la monaca” (forse il primo è scritto da un ghost).
Anche “Truffa a Brunei”, ed in particolare Mandy Brown, la Piovra, si stanno rivelando sapientemente tentacolari…
E’ una vera novità letteraria inquadrare una Piovra, una sgualdrina, in una maniera così originale e tagliente, a doppia lama.
Malko ha un cervello con le priorità a posto.
Bravo De Villiers, organizza meglio le tue copertine però!
Ed elimina i tuoi ghost, o perlomeno impara a sceglierli meglio…
dicembre 28th, 2010 at 11:55
E se non sai a chi rivolgerti, puoi sempre rivolgerti al soprascritto…
dicembre 29th, 2010 at 14:45
@Mario Rossi
Il fatto che la bionda nella copertina sia Alexandra o meno ha una qualche importanza decisiva?
Comunque ti consiglio di recuperare quattro SAS dei primi anni Settanta che ti renderanno felice:
Supersegretissimo n.29 SAS: SUA ALTEZZA LA SPIA – SAS: AGENTE DI VENTURA
e Supersegretissimo n. 34 SAS: A PROPOSITO DI SUA ALTEZZA SERENISSIMA – SAS: MORIRE PER ZANZIBAR
Buona lettura, matadòr, e buone feste
dicembre 29th, 2010 at 16:06
@Hitman77
La risposta è “sì”:
chi non associa un’immagine femminile ad una precisa identità di donna, è misogino, ovvero è un uomo sottosviluppato, appartenente ad un grado inferiore dell’evoluzione naturale.
Apprezzo i consigli per le prossime letture, ma ti pregherei soltanto di fornirmi un leggero indizio
sul perché pensi che.
La mia parte femminile è curiosa…
Intanto ho ordinato tutti i titoli disponibili su ebay con protagonista Mandy Brown, la Piovra, con la quale mi sono fidanzato, senza sperare né volerne l’esclusività, e dalla quale mi sono lasciato avvinghiare senza opporre resistenza.
Guarda caso uno di questi è proprio “el matador”…
Ma io che c’entro con un matador?
Buone feste anche a te.
dicembre 30th, 2010 at 01:32
@Mario Rossi
Ti ho chiamato scherzosamente matador nel senso di rubacuori, visto che sei così interessato all’universo femminile… spero non ti abbia dato fastidio.
In SUA ALTEZZA LA SPIA c’è un carismatico e sibillino colonnello del KGB che mette in seria difficoltà il principe Malko, anche sul piano amoroso…
In AGENTE DI VENTURA un avvincente intrigo da risolvere e una figura femminile, Swani, che è un mix di dolce erotismo, impenetrabilità e freddezza aristocratica…
In A PROPOSITO DI SUA ALTEZZA SERENISSIMA c’è la Berlino divisa dal Muro e oppressa dalla Stasi che sorveglia tutto e tutti, e ritroviamo la spregiudicata e stupenda Samantha Adler (già presente in SUA ALTEZZA LA SPIA)…
In MORIRE PER ZANZIBAR un bel cocktail di ambientazioni esotiche e brutalità, ovviamente senza dimenticare le femmine…
dicembre 30th, 2010 at 11:36
@Hitman
Nessun fastidio, volevo solo capire.
Ma è più facile matare un toro che un cuore femminile…
A) in difficoltà, perché gli insidia una donna (la Adler), o perché insidia lui stesso…? (in tal caso, PERSONALMENTE, secondo i MIEI gusti, lo troverei disgustoso);
B) grazie per il consiglio;
C) la Adler merita un controllo…, grazie;
D) grazie per il consiglio.
dicembre 30th, 2010 at 12:51
Nel frattempo ho terminato la lettura di Truffa a Brunei.
D’altronde, la seconda parte si legge di UN fiato.
De Villiers stupisce ancora.
Stupisce la sua aristocratica conoscenza del Femminino.
Brillantemente mascherata da evoluzioni sessuali apparentemente rivolte ad un pubblico di “camionisti”, che lui stesso (quale narratore) cita – come categoria astratta – nel corso della storia.
Ma dietro ogni orgasmo c’è un metodo.
Non per nulla Mandy Brown, la Piovra, cede alla richiesta d’aiuto di Malko, non per denaro, ma perché lui le ricorda di averle donato il suo primo orgasmo (il camionista legge alla lettera, ma De Villiers afferma un concetto cosmico: Malko ha fatto evolvere una donna con grandi potenzialità nascoste come la Brown, che lui ha saputo intravedere nonostante il suo brutto carattere e la sua attività di puttana).
Uno dei concetti più brillanti, sviluppati da De Villiers in questa storia, è il destino parallelo di Mandy Brown e di Angelina Fraser, una sua connazionale americana, moglie di un diplomatico USA.
Le due donne sono in tutto simili: avvenenti, disinvolte, scaltre, puttane.
Ma la Fraser è succube del suo (influente) amante bruneiano e non coglie gli avvertimenti di Malko, ed infine paga con la vita, perché l’amante la strozza. Malko ha tentato fino all’ultimo di farle capire che strada doveva prendere.
La Brown invece si fida ciecamente di Malko e soprattutto non ha alcuna forma di sudditanza psicologica verso gli uomini: lei rimane una donna libera, selvaggia, nella testa della quale si accendono – quando è il caso – “tante piccole lampadine rosse”…
Il loro atteggiamento (interiore) verso gli uomini segna il loro destino; il loro atteggiamento esteriore è il medesimo: sono entrambe delle sgualdrine di lusso, ma De Villiers ci mostra l’importanza di ciò che sta dentro la testa del corpo femminile.
L’autore si spreca in una miriade di occulti complimenti al suo personaggio, Mandy Brown, e arriva a definirla – tramite Malko – una creatura con le stesse capacità di sopravvivenza del famoso Alien cinematografico: una bellissima metafora dell’intelligenza femminile, quando selvaggia e libera come nel caso di Mandy Brown.
De Villiers dimostra di essersi innamorato del suo personaggio Mandy Brown, di averle trasferito un concentrato di qualità e ammirazione, ed infatti la sua scomparsa dalla serie dal 1993, dopo ben sette storie da protagonista, dimostra che l’autore non ha concesso ai suoi ghost l’uso del personaggio, in quanto non sarebbero sicuramente stati in grado di maneggiarlo (il doppio senso è d’obbligo).
Se ci ripensa, scrivo io l’ottava storia.
dicembre 30th, 2010 at 13:06
E attendo ancora cortesemente una risposta sull’identità della bionda in copertina:
non acquisterò questo numero fino a quando non mi verrà spiegata, e solo nel caso che appartenga ad un personaggio, ben individuabile, della storia.
dicembre 30th, 2010 at 23:34
@Mario Rossi
tranquillo con i cuori femminili: leggere Segretissimo ti aiuterà a potenziare il potere seduttivo della tua personalità e anche del tuo aspetto esteriore.
Qualcosa mi dice che non hai più di 23 anni… se ho visto giusto, ti auguro un magnifico viaggio nel mondo delle conquiste amorose. Se invece ho sbagliato sulla tua età… beh, il mio augurio resta lo stesso.
La Adler merita un controllo, sì: è una giovane contessa tedesca, ma anche una disinvolta avventuriera che traffica armi ed altri affari avventati (il titolo originale francese di SUA ALTEZZA LA SPIA è IL BALLO DELLA CONTESSA ADLER).
Il colonnello Boris Okolov mette in ginocchio Malko sia sul piano spionistico/professionale sia perché gli insidia Alexandra, la quale non rimane del tutto impassibile di fronte al russo. Il romanzo si conclude con Malko che arde di gelosia… alcune cose dell’atteggiamento di Alexandra non lo convincono affatto e lo tormenteranno a lungo!
La bionda sulla copertina di EMBARGO non posso dirti chi sia: ho comprato il romanzo ma non credo che lo leggerò prima di metà Gennaio-inizio Febbraio. Alexandra effettivamente è bionda ed è presente in quest’avventura, dunque potrebbe anche essere lei…
dicembre 31st, 2010 at 00:57
Il romanzo non lo ricordo benissimo,lo lessi all’uscita ma non ricordo di aver mai visto Alexandra impugnare un’arma. Era però una storia di grande attualità in quel momento e, in qualche modo,lo è anche oggi.
A chi di voi interessa esiste un volume in Francia con tutte le cover realizzate da Thierry Vasseur. Lo schema è rimasto il medesimo sin dal 1965 Modella+gioielli+ arma..l’identificazione tra la ragazza e qualche personaggio è lasciata all’immaginazione del lettore. C’è anche una bella foto di qualche anno fa (gli anni passano per tutti) di De Villiers circondato dalle modelle.
gennaio 1st, 2011 at 15:27
@Professionista
Prof, buon 2011. Parlando di copertine, ti dico che quella di VLADIVOSTOK HIT mi ha deluso: Antonia Lake ha un’espressione spenta e le sue labbra sono molto meno floride di quanto dovrebbero (oltretutto sullo sfondo io avrei messo la schiena tatuata e muscolosa dell’Oyabun… ma questo è un altro discorso).
E mi ha deluso anche la copertina di TIRO ALL’ITALIANA: bello lo sfondo giallo/arancione e le ombre cupe, ma la donna ritratta manca della tradizionale avvenenza-sex appeal delle cover di Segretissimo.
In ogni caso sono ben felice di aver comprato e letto quei due romanzi. E’ per quello che sta scritto sulle pagine che spendo i soldi, ovviamente.
Se poi la copertina mi piace, tanto meglio. E’ un valore aggiunto.
E complimenti anche per aver trasferito la “base” del professionista in Italia (Milano), e per aver messo un italiano (Bruno Genovese) a capo della DSE: tanto per non dimenticare che gli italiani sanno essere grandi protagonisti assieme agli americani, i giapponesi, i tedeschi e tutti gli altri.
gennaio 1st, 2011 at 21:14
@Hitman. Prima di tutto auguri a te e a tutti gli estimatori non solo di SAS ma anche di Segretissimo.
Le cover che citi…Quella di Vladivostock secondo me è venuta abbastanza bene. Victor ha fatto un lavoro egretio nell’atmosfera ‘ rugginosa’ che circonda la figura femminile. Ora, per non far scoppiare una guerra mondiale, ti dico che Antonia(come forse saprai avendo letto altre mie cose e magari qualche intervista) io l’ho sempre immaginata con le caratteristiche di una nota pornostar mantovana che conobbi ormai quasi dieci anni fa(quando creai il personaggio). All’epoca di Vladivostock la modella in questione è una riconoscibilissima amica nonchè autrice di racconti thriller milanese(che se hai accesso al mio profilo FB riconoscerai sicuramente)Il viso è molto photoshoppato. Alla fine credo che il risultato sia accettabile,no? Io sono fermamente convinto che la copertina(e i personaggi che vi sono raffigurati) servano più che altro a dare un’idea della storia. Così come il personaggio raffigurato da Jacono per’ Guerre segrete’ era in origine Nick Carter ma con le caratteristiche dei classici guerrieri meduiovali di Carlo.Se pensi che SAS per alcuni anni fu raffigurato con la faccia di Mel Gibson su Segretissimo e una volta su Super segretissimo addirittura van Damme…
Su Tiro all’italiana…è una foto di Marcarini che è un altro grande professionista. Ti confermo che non raffigura nessun personaggio della vicenda. Così come la bella fanciulla che vedrai sul prossimo Prof. Ripeto, non sono io che scelgo le copertine o la linea grafica, a volte mi limito a dare qualche suggerimento. Nella passata gestione ho avuto alcune delle copertine più orride della mia carriera. nell’attuale fase di Segretissimo quando posso cerco di rubare Victor a SAS ma non posso pretendere che con la mole di lavoro che ha ,lavori solo per me…. Quanto all’Italia e agli italiani come protagonisti e autori di spy story magari ne parliamo in qualche post riguardante i miei libri per non andare fuori tema. Chiudo quindi tornando in topic:A me le cover di questa collana SAS piacciono molto. Se si confrontano con le originali o anche quelle di Segretisismo dei tempi non hanno nulla da invidiare.Quella originale di Embargo mostrava un SAS che sparava con il kalashinikov ma che era chiaramente copiato da una foto di…Clint Eastwood. Questo senza togliere naturalmente nulla a Carlo Jacono che ricordo sempre con grandissima stima e affetto.
gennaio 2nd, 2011 at 16:27
@Professionista
Una delle copertine più orrendamente realizzate di SAS per me è quella di L’OSTAGGIO DELLE FILIPPINE (2001)… e dire che il romanzo è uno dei SAS più avvincenti che ho letto finora, compreso il finale erotico con Ling Sima che regala a Malko la preziosa stampa erotica cinese.
Invece sulla copertina di UCCIDI IL PROSSIMO TUO (1997) l’uomo biondo massiccio con giubbotto e occhiali neri dovrebbe essere Malko ma a me sembra proprio Dolph Lundgren, tu non credi?
E suelle copertine di L’ORO DI MOSCA e VENDETTA A BEIRUT Malko ha i capelli castano scuro anziché biondi.
Un’altra copertina impalpabile di SAS è quella di SALVATAGGIO IN COLOMBIA: belle gambe e bel sedere color caffellatte, d’accordo, ma è comunque una copertina scadente, anonima.
Invece mi piacciono tanto le copertine di IL TESORO DI SADDAM – PARTE PRIMA (LUGLIO 2007) e SUPERSEGRETISSIMO SAS n.34 (DICEMBRE 2007): sono quelle che mi hanno convinto ad avvicinarmi ai romanzi di SAS.
Mi piacerebbe che nella nuova collana quando ristamperanno A PROPOSITO DI SUA ALTEZZA SERENISSIMA ci mettano la stessa copertina di Supersegretissimo 34.
Del PROFESSIONISTA mi piacciono abbastanza le copertine di MISSIONI NON AUTORIZZATE, FUOCO SULLA PELLE e COLORI DI GUERRA.
Anche quella di CAMPI DI MORTE, che sto finendo di leggere ora. Il personaggio di Shingo Raven Ravengic l’hai caratterizzato stupendamente, anche se non so che fine faccia visto che è intenzionato a eliminare il Professionista… Se dovesse salvarsi spero di ritrovarlo in altri romanzi successivi, magari alleato di Chance.
gennaio 2nd, 2011 at 16:49
@Hitman, avevo scritto una dettagliata risposta alla tua ma è saltata la connessione. vediamo di riassumere. Sulle cover di SSAS in questo caso hai la mia totale adesione. Purtroppo quelle del periodo che citi eranoveramente orribili. ne citi due dell ostesso periodo del prof che non erano neanche male. Missioni non autorizzate aveva un difetto di photoshop nella scala della manoche reggeva il mitramessa a Imam però ci stava. L’altra eracarina. Colori di guerra è una delle mie preferite di Victor e il personaggio dovrebbe essere quello di Roberta. Campi di morte vede Antonia con lo stesso viso che aveva nelal serie di Vlad(tempesta nelal città dei morti) e il prof…sono io…adeguatamente …muscolato. Quanto a ravenè un mio vecchio personaggio che è già comparso in L’ombra del Corvo e in Sole di fuoco. ma lo vedremo tornare a confrontarsi con il Prof. Molto presto.
gennaio 2nd, 2011 at 16:50
scusami gli errori di digitazione ma con l’idea che possa di colpo saltarti di nuovo la connessione ho postato senza rileggere.
gennaio 2nd, 2011 at 23:35
@Professionista
Nessun problema, anche a me in passato è capitato di scrivere post dettagliati e poi mi sono saltati.
Se Raven è su SOLE DI FUOCO allora voglio comprare quel romanzo, grazie. Raven appartiene a quel genere di personaggi che non è possibile trovare in SAS, o comunque se ci sono non vengono trattati come vorrei. I romanzi del PROFESSIONISTA (ma anche VLAD e altri tuoi lavori) sono complementari a SAS: in essi trovo ciò che nei romanzi di SAS non trovo.
Leggendo entrambe le serie si ha un certo senso di completezza.
Comunque le copertine di MISSIONI NON AUTORIZZATE e COLORI DI GUERRA mi stimolano molto, e anche i titoli stessi: devo recuperare quei due romanzi…
gennaio 3rd, 2011 at 01:31
@Hitman…Il prof nasce da un’idea di creare una serie italiana alternativa a SAS.proprio come nel 65 SAS trovò la strada del successo in alternativa a 007. Il trucco, come forse ho già scritto,èavere la coscienza della validità del lavoro degli altri ma saperlo variare in modo da renderlo personale. De Villiers fece un lavoro grandissimo in un’epoca in cui i canoni del genere erano molto rigidi. hai notato che al contrario di ogni altro agente agisce pochissimo(nel senso che non spara e non lotta se non in casi eccezionali)? Questa è stata la sua stradache si è dimostrata vincente. la mia…be’ avremo modo di parlarne magari in qualche post dedicato al Prof…pochi mesi ancora…
gennaio 5th, 2011 at 00:47
@Professionista
Proprio perché non spara e non lotta se non in casi eccezionali -e quando lo fa non è comunque un maestro- SAS non potrà mai piacermi tantissimo.
Apprezzo il suo potere seduttivo con le donne migliori del mondo, e le ambientazioni e gli intrighi.
Non gradisco molto il fatto che egli non si senta mai in piena sintonia con la sua avita di agente: si sente troppo a disagio per il sangue versato e il dolore inflitto invece che accettarli come naturali consueguenze di determinate attività. Una parte di lui è certamente attratta dall’avventura, dal pericolo e dalla possibilità di trovare sempre nuove donne da sedurre e godere, ma un’altra parte desidera solo la vita degli ambienti nobiliari viennesi, e il matrimonio con Alexandra.
SAS non è uno stone killer, non è un praticante di arti marziali ed è un’avventuriero solo a metà: non ha lo spirito di Chance Renard e del mitico Mister No (personaggio dei fumetti che senz’altro conoscerai). Non avrà mai la piena armonia con cui Chance e Antonia Lake accettano e amano la vita che si sono scelti -e per loro non potrebbe essercene un’altra.
In definitiva sono ben felice della strada che hai scelto con i tuoi personaggi e le tue storie. E’ la linea più classica e intramontabile, a prescindere dalle alternative che possono anch’esse avere successo. E’ la linea dei personaggi che troviamo nei film di Steven Seagal e Wesley Snipes, e personaggi come SAS possono aver successo solo perché prima di loro e attorno a loro ci sono sempre Steven Seagal e Wesley Snipes.
gennaio 5th, 2011 at 13:46
@Hitman sono d’accordo con te. SAS nasceva con l’idea di distaccarsi dai veri modelli di agenti sin troppo simili a Bond. Non credo che de Villiers prevedesse di proseguire per cinquant’annicon 4-5 episodi all’anno. certe caratteristiche che inizialmente eranopositive erano forse concepite per un serial di minore durata. A mio parere c’è tutta una infratruttura caratteriale nel personaggio dal castello, all’essere in qualche modo ‘ costretto’ a farelo sporco mesitere di spia e persino a certi comprimariche all’epoca erano riuscitissimi e adesso sono poco più che figurini chenegli anni hanno perso di mordente. Come ho più volte scritto in vari saggi la forza di SAS fu di attingere alla cronaca con maggiore aderenza dei suoi colleghi e, dagli anni 80 in avanti, attingere a piene mani dal cinema X che(ricordiamolo9 in Francia ha sempre avuto una maggior visibilità come fenomeno rispetto che nel nostro paese. detto questostrutturando il professionista ho cercato di cogliere alcunielementi di novitàdi SAS senza dimenticare che la tradizione dell’agente segreto era qeulla che imponeva all’eroe di ‘fare’ materialmente le cose. Poi c’è stata l’evoluzione italianache mi permette una originalità considerevole e ritengo il mio personale apporto al genere. In passato più che oggi l’azione dei romanzi di SAS stava nell’inanellarsi dlle scene, nel mosaico di contatti dispiegato al principio della vicenda che poi finiva per tornare perfettamente nel suo svolgimento.Anche io sono convinto cheil sentimento di repulsione per l’ambiente in cui lavora adesso sia soltanto di maniera.Dopotuttose in tanti ann idi carriera quel mondo un po’ non ti paice ci sono mille altri lavori. Concludendo devo dire che leggendo SAS dai primi anni 70 oggi noto di più mani estranee nelal stesura degli inediti.mani diverse perchè alcuni episodi comela lista hariri che leggerete penso nei prossimi mesi è ottimo. Pirates e altri sembrano quasi dei soggetti per racconti allungati con sequenzein cuisonoinscena8e trombano!) spesso più i comprimari che l’eroe. però questaè un’opinione personale è ovviamente può non essere condivisibile. giusto per restare nella pagina di questo blog, leggetevi anche il romanzo di Torrent( Cappi9Nightshade, un altro modo di scrivere ottime spy stories..italiane.
gennaio 6th, 2011 at 16:18
@Professionista
Il primo inedito di SAS in cui ho avvertito la presenza di mani estranee, come dici tu, è stato LIBANO ROSSO SANGUE (2008). Ma quello è un romanzo grandioso, ineccepibile, lo metto nella mia Top 20 di SAS.
Ad essere più precisi mi è sembrato che alcune parti fossero state scritte da De Villiers e altre da collaboratori.
Un altro ottimo inedito, quesi sullo stesso livello, è L’OSTAGGIO DEI TALEBANI (2009): anche in questo ho avvertito mani eastranee.
Entrambi questi due inediti hanno un magnifico finale a sorpresa nell’ultima pagina.
Decisamente validi sono per me anche TRAPPOLA UCRAINA (2005) e A MORTE LA BESTIA (2007), sebbene in certi siti letterari ho trovato recensioni che hanno liquidato questi due romanzi con giudizi di sufficienza… secondo me assai ingiustamente.
Comunque, se i collaboratori di De Villiers producono sempre dei SAS come i quattro che ho appena citato, allora possiamo stare tranquilli.
Invece sono d’accordo con te sul mezzo scivolone di PIRATI! (sebbene le avventure amorose di Malko con Anna Lintz e con Hawo sono molto godibili come nella tradizione).
Anche RITORNO A SHANGRI-LA (altro probabile lavoro di mani estranee) è riuscito solo a metà: la trama di fondo è affascinante, con la giovane moglie del vecchio generale laotiano che si rivela essere un’agente della CIA e la missione di Malko in Laos-Thailandia che si rivela essere una farsa architettata fin dal principio. Peccato che le prime 150-160 pagine hanno un ritmo e una consistenza un pò così e così, sottotono rispetto ai SAS ai quali siamo abituati. Peccato davvero.
Ovviamente nessuno di voi è obbligato a condividere questi miei giudizi.
gennaio 6th, 2011 at 16:29
@Professionista
A proposito di Carlo cappi “Torrent”, ho visto che ha pubblicato un saggio intitolato LE GRANDI SPIE: tu l’hai letto?
gennaio 6th, 2011 at 20:21
@Hitman. Cominciamo dall’ultima domanda. le grandi spie è un testo interessantissimo e anche uno dei pochi in lingua italiana che riassumela storia dello spionaggio in maniera accattivante ma approfondita inquesto secolo. te lo consiglio caldamente.
per quel che riguarda SAS, tieni conto che de Villiers è del 1930 e, oltre a SASdirige una casa editrice che pubblica almeno dieci serie diverse alcune di grande successo. a me risulta che gli interventi dei Ghostsiano cominciato all’inizio degli anni 90. Se per caso ti capita di leggere Voglio la testa del Coyote ti potrai rendere conto abbastanza facilmente che c’è una mano diversa nel senso chea una trama relativamente esile fa contrappunto un maggior numero di scene d’azionein stile Rodriguez.So che per un certo periodo tra i ghost di SAS c’è stato anche Robert Morcet che poi fu ‘ promosso’ con una serie sua Le Celteche aveva una impostazione grafica molto simile a SAS(Donna con pistola)e che è stato pubblicato anche da Segretissimo. Treo quattro anni fa canal plus(una delle principali reti televisive francesi) ha trasmesso una intervista con de Villierche affermava di supervisionare tutti gli episodi ma di scriverne realmente solo uno per anno. Secondo meil doppio episodio estivoè quello doc. però non possiamo esserne realmente sicuri. Così come abbiamo pensato per decenni che Tex fosse scritto sempre e solo da Bonelli padre….