Visti con Il Professionista/19
VISTI CON IL PROFESSIONISTA: I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO
SHOOTER
A cura di Stephen Gunn
Shooter si presenta come una riuscitissima miscela di intrigo e azione, quasi un cult per gli appassionati di storie in cui l’intreccio spionistico si fonde con precise nozioni di balistica e sequenze belliche che il regista Antoine Fuqua – specializzato in film d’azione sin dall’esordio wooiano Costretto a uccidere a Training Day e King Arthur – dirige con sicurezza grazie anche a un cast di specialisti del filone come Mark Wahlberg e Danny Glover. Ma è anche l’occasione per ricordare un autore di grandissimo valore pubblicato a singhiozzo in Italia ma che avrebbe meritato un successo maggiore, almeno pari a quello estero. Stiamo parlando di Stephen Hunter che i lettori di segretissimo ricorderanno esordire proprio in un numero ‘serie oro’ (il 1042) intitolato Target Scuola Omicidi. Era una novelization basata su una sceneggiatura originale scritta per l’omonimo film di Arthur Penn. Nella lunga bibliografia di Hunter il titolo non è accreditato, si trattava di una prova generale di Hunter che, critico cinematografico del Baltimore Sun stava per iniziare una sua carriera di scrittore a oggi ricca di titoli. Un ottimo esempio di come una sceneggiatura possa arricchirsi di sfumature e dettagli nella versione romanzata. Shooter fa parte di un complesso progetto editoriale che Hunter persegue da molti anni, la storia della famiglia Swagger raccontata prima nelle avventure di Earl veterano della guerra del pacifico e in seguito sceriffo nel Sud degli USA ( Hot Spings-Giocarsi la pelle, Pale Horse Coming- Il cavaliere pallido, Havana inedito in Italia) per proseguire con le vicissitudini del figlio Bob Lee, eroe del Vietnam e costruito sulla figura di Charles Hathckok, il leggendario cecchino che ha ispirato numerosi altri mastersniper del cinema e della letteratura. Shooter arriva nel 2006 ma è ispirato a un romanzo del 1993, Point of Impact che i lettori di Segretissimo ricorderanno con il titolo Una pallottola per il presidente (1258). Sono passati più di dieci anni e non solo i tempi ma l’intera situazione politica mondiale è mutata. Il romanzo originale raggiungeva una complessità difficilmente riproducibile in un film ma, succintamente, raccontava di Bob Lee veterano dell’Indocina che, per patriottismo accetta di collaborare con un gruppo della Sicurezza nazionale per evitare un attentato al presidente Bush (padre) e finisce incolpato per l’omicidio di un eminente personaggio sudamericano. Ne scaturiva un complotto con contractor, agenzie parallele e sporche manovre della CIA in un paese sudamericano. Il film prende lo spunto iniziale e il personaggio, perfettamente interpretato da Wahlberg ma che, in altri anni, personalmente ho sempre immaginato con il viso di Clint Eastwood. In effetti i personaggi di Hunter sono figli del cinema anni 70, quello di Siegel e di Peckinpah( Dirty White Boys pubblicato da Sperling, è quasi un western moderno) e propongono un’immagine virile solitaria, anarcoide anche se a suo modo patriottica. Fuqua riesce a rendere le introversioni del personaggio con poche inquadrature di Bob Lee che dopo una fallita missione in Etiopia dove ha perso il suo spotter(il compagno del cecchino che individua i bersagli e calcola variabili come distanza e direzione del vento) si è ritirato a vivere nelle Montagne rocciose con il suo cane. Si allena nel tiro di precisione come a una disciplina zen, si disinteressa della politica e cerca di venire a patti con i suoi demoni. Ma quando il colonnello Isaac Johnson viene a cercarlo per affidargli una missione per salvare il presidente, Swagger non si tira indietro. “Non è che mi piaccia molto il nuovo presidente, ma neanche quello vecchio, ma sono fatto così quando mi si parla di patriottismo chiedo: Dove devo andare?”. In queste battute è riassunta tutta l’amara consapevolezza del personaggio di essere un uomo a parte, fuori dal suo tempo. Non tanto, però, da non immaginare che qualcosa di strano in quella richiesta di aiuto c’è. Lo vediamo prendere misteriose precauzioni prima di lasciare il suo rifugio, ancora non sappiamo che rappresenteranno la sua salvezza. Bob Swagger si immerge nel nuovo incarico. Secondo lo spionaggio un micidiale cecchino minaccia la vita del presidente con un ‘ tiro impossibile’ da più di un miglio e mezzo. Swagger esegue perlustrazioni e rilievi in tutte le città dove sono previsti eventi pubblici e individua in Filadelfia il luogo ideale per il ‘tiro’. Qui il presidente riceverà pubblicamente l’arcivescovo dell’Etiopia in una cerimonia che promette scottanti rivelazioni. Già lo spettatore ha immaginato che ci sia un complotto dietro. Prima di tutto perché il legame con l’iniziale sequenza in Etiopia non può essere casuale e poi per la presenza di un misterioso personaggio relegato su una sedia a rotelle che tratta con Johnson all’insaputa di tutti. Viene il grande giorno e le squadre sono pronte per un’operazione di contro-cecchino per salvare il presidente. Improvvisamente Bob Swagger si trova sulla linea di tiro di un agente di polizia. Viene sparato un colpo che manca di pochi centimetri il presidente ma uccide l’arcivescovo. Bob è in fuga, ferito. Ruba un’auto a Nick Memphis, novellino dell’FBI, e fugge inseguito per tutto il paese. Qui il protagonista si esibisce in una serie di manovre di evasive e tecniche di sopravvivenza da far sembrare Rambo una recluta e passa al contrattacco convinto di esser stato incastrato. Dal momento in cui contatta Sarah, la moglie del suo spotter morto in Etiopia il film prende veramente il volo. Non che la prima parte non sia ben riuscita ma, purtroppo, negli anni la storia del cecchino incastrato nel’omicidio del presidente l’abbiamo vista molte volte. Originale e serrata è invece la seconda parte in cui Bob si costruisce il suo esercito personale. Sarah lo aiuta anche per vendicare il marito morto. Nick Memphis,ostracizzato dai suoi, s’intestardisce a proseguire un’indagine che tutti vorrebbero chiudere. Invece arriva alla conclusione del’esistenza di un secondo abilissimo cecchino che ha approfittato del diversivo per colpire il vero bersaglio. L’arcivescovo. È solo questione di tempo. Bob e Nick entrano in contatto e risalendo al cecchino(l’uomo sulla sedia a rotelle, che spara con un comando a distanza) scoprono l’esistenza di una misteriosa organizzazione privata che fa il lavoro sporco per un senatore nei paesi dove si combatte per il petrolio. L’assassinio del’arcivescovo era volto a coprire la rivelazione di un massacro avvenuto anni prima in Etiopia. Una squadra di contractor massacrò un intero villaggio per pacificare la regione, lo stesso incidente in cui fu a sua insaputa coinvolto Bob . A questo punto inizia una partita di astuzia e azione con trappole, contro trappole e continui rivolgimenti di fronte in cui Bob sembra prevalere ma all’ultimo moneto Johnson e il senatore Mitchum ribaltano sempre le prove. Tutto condito con sequenze d’azione perfettamente coreografate(l’assalto alla fattoria e la sparatoria nella neve sono le migliori) sino a un confronto diretto di fronte alla corte di giustizia. Qui Swagger dimostra la sua innocenza rivelando il trucco iniziale. Contro di lui Johnson ha raccolto il suo fucile indicato come arma del delitto. Ma Bob ne ha sostituito il percussore e l’arma- fino a ora custodita dall’FBI- non è materialmente in grado di sparare. Per cui emerge la spinosa verità sui contractor che, però, la giustizia americana non può ufficialmente perseguire. Ma nelle sibilline parole del procuratore Bob ottiene un implicito permesso a farsi giustizia. Sorprende il senatore e Johnson in una baita e li uccide dando fuoco a tutto per poi andarsene con Sarah, ormai innamorata di lui. Una semplificazione del romanzo, se vogliamo, ma anche un ottimo esempio di action-thriller dove le scene d’azione non sono mai gratuite e l’intreccio malgrado i molti contorcimenti resiste bene anche a visioni successive del film. I fanatici della balistica troveranno ampia soddisfazione nelle nozioni centellinate ma precise che affiorano per tutta la durata del film.
SCHEDA TECNICA. Genere: agenti d’assalto
Shooter(Id) USA, 2006- durata 121’-regia di Antoine Fuquà- sceneggiatura di Johnathan Lemkin dal romanzo Point of Impact di Stephen Hunter. Interpreti: Mark Wahlberg: Bob Lee Swagger- Danny Glover: Isaac Johnson- Kate Mara:Sarah- Michael Pena:Nick Memphis – Ned Beatty: il senatore Mitchum- – realizzato da Paramount disponibile in DVD dal 2007
Posted in Visti con il Professionista
maggio 20th, 2010 at 17:35
Non l’ho visto, anche se è vero, odora di molti dejà vu. Però l’abilità del Professionista nel raccontare salva il tutto e secondo me rende la vicenda ancora più intrigante 😉
maggio 21st, 2010 at 09:30
in realtàio l’ho apprezzato di più nelle visioni successive a quelal cinematografica e poi è stato lo spunto per rileggere Hunter che è sempre un grande
maggio 21st, 2010 at 09:41
Spettacolare la sparatoria in cima alla montagna innevata!
maggio 21st, 2010 at 11:17
È un peccato che il Dvd di “Target: scuola omicidi” sia fuori catalogo (lo è anche in UK). Meriterebbe una ristampa, in effetti.
maggio 21st, 2010 at 22:16
chissà che non lo ristampino; magari sul web, da qualche parte di troverà
maggio 22nd, 2010 at 09:49
io lo avevo visto a un prezzo esorbitante diversi anni fa ed era un riversamento delal cassetta in 4/3, speriamo che ne esca uan edizine decente
maggio 22nd, 2010 at 21:38
ho letto che sta uscendo Cani arrabbiati… quello di mario bava.
luglio 5th, 2010 at 21:46
Uno dei miei film preferiti.
Visto una mezza dozzina di volte