Visti con il Professionista/17

febbraio 15th, 2010 by Alessio Lazzati

VISTI CON IL PROFESSIONISTA: I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

SCORPIO

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A cura di Stephen Gunn

 

Michael Winner, solido professionista del cinema d’azione americano (Io sono Valdez, Professione assassino, L’assassino di pietra e un paio di episodi del Giustiziere della notte forniscono una panoramica del suo lavoro) firma con questo film una delle sue più riuscite produzioni. Forse anche una tra le più anomale. È una spy-story della prima metà degli anni ’70 ma riesce a seguire una strada che allude a vari elementi del filone creandone uno suo, del tutto originale. Siamo in piena Guerra fredda eppure, nella dinamica degli avvenimenti, cogliamo fremiti provenienti dal cinema gangsteristico francese, il ritmo dell’hard boiled abbinati con l’atmosfera dei romanzi di Deighton e Le Carré. Merito di una sceneggiatura originale di Rintel e Wilson ricca di sfaccettature e senso dello spettacolo dalla quale fu tratta anche una novelization pubblicata da Segretissimo a firma di Mike Roote.

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Jean Lorrier ( Delon) è il killer Scorpio, assassino a contratto perché, come dice il suo controllore Cross (Lancaster), “La CIA non ama uccidere in proprio”. Ex ufficiale dei paracadutisti in Algeria, bello e dannato, Scorpio uccide senza scrupoli morali ma ama i gatti randagi e ha una fidanzata, Susan, di cui è innamoratissimo. Facciamo la sua conoscenza sul volo di ritorno da Parigi durante il quale, in una sequenza flashback che alterna frammenti in bianco e nero come un notiziario a ricordi a colori in tempo reale, scopriamo che Scorpio ha ucciso un dittatore eritreo filo americano, più utile morto che vivo. Il ‘tiro’ glielo ha commissionato proprio Cross, amico e maestro, vecchia volpe dello spionaggio americano sin dalla Seconda guerra mondiale. Cross non sa che Scorpio è stato incaricato dal burocrate di Langley, McLoud, di eliminare proprio Cross. Simili giochetti non sono nuovi nella dinamica del potere della CIA, in seguito sapremo che McLoud aveva impartito l’ordine di eliminazione per Scorpio già due volte.

Questa volta Jean “Scorpio” non ha eseguito il contratto per eliminare il suo mentore a Parigi, apparentemente perché già impegnato con Cross. In verità i due uomini si stimano, sentono di appartenere a un mondo a sé, rispetto ai burocrati che popolano il loro universo. Probabilmente hanno ragione ed è proprio la sensazione di sentirsi estranei e prigionieri a questo mondo di intrighi dal quale è impossibile scappare che accomuna tutti i personaggi positivi del film. “Siamo pedine di un gioco di cui non ci frega nulla. E, tra pedine, ci si mangia tra noi”, dice amaro Cross. Lui, Scorpio, persino la riuscitissima figura dell’agente russo Zharkov, combattente antifascista, amico e avversario al tempo stesso di Cross, si sentono dinosauri, schiacciati dai nuovi burocrati dello spionaggio con il mito dell’efficienza ma privi di ideali politici. Tutti loro vorrebbero sparire ma il meccanismo di cui sono diventati ruote lo impedisce. Cross ha deciso di mollare tutto e ritirarsi. Ha capito di essere bruciato. In verità non sapremo mai se, come lo accusa McLoud, si è venduto al nemico oppure è diventato d’impaccio per le ambizioni di altri all’Agenzia. Si accorge di essere pedinato mentre sta andando a rassegnare le dimissioni e reagisce con prontezza. In questo si distacca dagli stanchi e depressi funzionari inglesi della spy-story letteraria dell’epoca. Cross è un uomo anziano ma ancora ruggisce. Liquida i due incompetenti inseguitori e mette in atto un piano già evidentemente preparato. Grazie alla complicità di un nero che gestisce un ambiguo centro sportivo, si dilegua disseminando la sua pista di falsi indizi che lasciano letteralmente in una palude i suoi avversari. Questi non trovano di meglio che reclutare con il ricatto (una falsa accusa di traffico di droga) proprio Scorpio. Gli promettono denaro, l’ingresso ufficiale nella CIA e, soprattutto, gli assicurano che Cross è marcio. Per amore o per forza Scorpio accetta non senza ritrosie. Riesce però dove gli altri falliscono. Rintraccia cross a Vienna dove ha temporaneamente trovato appoggio presso Zharkov, un vecchio avversario del KGB con il quale ha condiviso però la guerra di Spagna e molti anni di Guerra fredda. Qui il film sembra cambiare registro. L’ambientazione europea non rallenta il ritmo, ma fornisce una cornice ideale all’intrigo spionistico. Stretti vicoli lastricati, giardini asburgici, interni curatissimi di case mitteleuropee ammantano l’azione di una patina di credibilità. I disillusi dialoghi tra Cross e Zharkov, vecchi leoni che riconoscono l’identità dei poteri corrotti da cui si sono lasciati manovrare, hanno qualcosa di letterario che completa una vicenda giocata sul ritmo e sull’azione. Mentre Scorpio si trova a collaborare con una squadra di incompetenti macellai, Cross sa di avere poco tempo a disposizione. Zharkov lo ammonisce, prima o poi Malkin, il suo freddo controllore sovietico, pretenderà qualcosa in cambio dell’aiuto che gli fornisce nella capitale austriaca. Il principale problema di Cross è far uscire la moglie Sarah da Washington. Tra gli altri si serve come corriere di Max Lang un vecchio violinista ebreo salvato dai lager nel ‘45. Proprio attraverso Lang, Scorpio quasi riesce a incastrare Cross. Ne segue una delle sequenze d’azione meglio coreografate del regista. Tra spari, scazzottate e botti, Cross sfugge alla trappola. Sembra quasi che, malgrado i suoi sforzi, Scorpio proprio non lo voglia prendere. Nel frattempo in America l’incompetenza degli agenti della CIA provoca un’altra tragedia. Durante quella che doveva essere una perquisizione, Sarah viene accidentalmente uccisa . Cross, appresa la notizia, perde ogni desiderio di fuggire. Zharkov, alla fine, lo aiuta non solo a sottrarsi a Malkin ma anche a simulare per gli americani un suo passaggio all’Est. Invece, come immagina Scorpio che lo conosce intimamente, Cross torna in America per vendicarsi di McLoud, ritenuto responsabile della morte di Sarah. Scorpio, però, non ne vuole più sapere. Progetta di lasciare l’America e tornare in Francia, persino vorrebbe sposare Susan. Micidiale, Cross sorprende McLoud con un trucco e lo uccide. Il suo successore torna a reclutare di forza Scorpio cercando di convincerlo che Cross ha tradito. Le prove mostrate rivelano sicuramente che Cross, negli anni, si è coperto le spalle, ha creato una propria rete di contatti e amicizie, di certo ha accumulato soldi. Ma non c’è nulla di conclusivo. “Nel nostro mestiere le prove sono necessariamente indiziarie” , ammette il funzionario CIA. Ma, esaminando le registrazione degli spostamenti di Sarah, Scorpio ha notato un particolare sfuggito ad altri. La sua Susan ha brevemente incrociato la moglie di Cross al museo della biblioteca del Congresso. Per lui è la prova di essere stato manovrato da Cross anche nella vita privata. E, in effetti, attraverso Susan (un corriere cecoslovacco molto abile usata per trasferire soldi ma, forse, realmente innamorata di Jean) Scorpio arriva a cross. Accecato dalla rabbia fredda la ragazza senza lasciarla spiegare. E Cross, ormai stanco e disgustato, si lascia uccidere. Il meccanismo in atto è sin troppo complesso e non può essere fermato. All’uscita dal garage dove si è consumato l’ultimo confronto, Scorpio si ferma per accarezzare un gatto randagio. E lì, senza difesa, lo raggiunge il proiettile di un ignoto sicario che chiude il caso senza testimoni scomodi.

SCHEDA TECNICA.

Genere: Guerra fredda.

Scorpio (Scorpio) Usa, 1973- Durata 114- ’regia di Michael Winner- sceneggiatura di David W. Rintel e Gerald Wilson dalla quale fu tratta una novelization di Mike Roote. – interpreti: Burt Lancaster: Cross. Alain Delon : Jean Lorrier- Scorpio. Paul Schofield: Zharkov. John Colicos: Mc Loud. Gayle Hunnicut: Susan. Realizzato dalla MGM, è stato ristampato nel 2004 in DVD nella collana MGM- home video.

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4 Responses

  1. il professionista

    questo me lo sono goduto veramente nel rifare la scheda…e anche il romanzo ha un suo valore.

  2. Dario Geraci

    Film strepitoso e scheda eccellente. Poi c’è il mio mito..Delon. Complimenti, come sempre a Stefano.

  3. il professionista

    e poi la scena dell’inseguimento nel cantiere a Vienna con Burt che(pancetta ed età congiurano) ansima, rotola e corre…altro che CGI

  4. f.denard

    diamine… trama avvincentissima

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