Visti con il Professionista/24: Codice Swordsfish

febbraio 20th, 2011 by Alessio Lazzati

VISTI CON IL PROFESSIONISTA:I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

CODICE SWORDFISH

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A cura di Stephen Gunn

Sin dalle classiche immagini del logo Warner Bros, la proiezione appare disturbata, come soggetta a un’interferenza. All’interno di quello che si rivelerà poi un doppione di un locale della catena Starbucks, John Travolta fuma il sigaro e discetta sulla mancanza di realismo del cinema americano. Un dialogo lungo, volutamente ripreso come attraverso una digitale mal utilizzata . Si parla di film ma ci sono indizi che lasciano intuire una tensione nascosta. ‘Il depistaggio è l’anima dello spionaggio. Ciò che l’occhio vede e l’orecchio sente , la mente crede’ dirà più avanti Travolta spiegando l’essenza del suo lavoro. E in effetti questa è la chiave di lettura del film e, a ben guardare, di tutto il genere. Un continuo gioco d’inganni di false informazioni che i non addetti ai lavori faticano a recepire. Sarà per questo o per la raggelante ma veritiera filosofia di fondo casualmente espressa nei terribili giorni dell’attacco alle Torri Gemelle che il solito paludato critico italiano si accanisce contro il film di Dominique Sena (autore anche di Fuori in 60 secondi) senza riuscire a ricostruirne la trama? Questa, spogliata di ogni orpello e ricostruita dal montaggio che gioca con i tempi sempre per ingannare lo spettatore, non è poi così difficile da capire. Negli anni ’80 i servizi segreti americani crearono un fondo segreto alimentato con i soldi sequestrati durante alcune operazioni nere. Denaro che, disseminato accuratamente in banche fidate, ha fruttato la bellezza di 400 milioni di dollari, tutti controllati via internet da un server in una filiale di Los Angeles della World Bank. Lo stesso governo americano, dai tempi di Hoover ha creato una cellula segreta nota come Black Sea per combattere con ogni mezzo e con ferocia qualsiasi nemico dello stile di vita americano. Una missione folle, oggi coordinata dal senatore Kirman e posta in essere da un ex agente israeliano, Gabriel Ushir, Travolta appunto. Questo tipo di guerra al terrorismo basata su una serie di vendette e azioni preventive così raccapriccianti da rendere impensabile un attacco all’America costa. E i 400 milioni di dollari vanno recuperati. Gabriel ha quindi il compito, assieme a una squadra di agenti ‘fuori quadro’, di mettere a segno il colpo perfetto. Unico problema: l’hacker finlandese che dovrebbe mettere a punto il worm (diciamo il ‘grimaldello’ informatico necessario per trasferire i conti in modo che siano irrintracciabili e pronti all’uso) viene fermato all’aeroporto. Roberts, nero capo della squadra anti hacker dell’FBI, si precipita a interrogarlo annusando il bruciato ma viene beffato. Il finlandese nomina un misterioso personaggio che l’avrebbe ingaggiato ma viene ucciso subito dopo. A quel punto entra in scena una fascinosa ragazza di colore con le gonne cortissime, un’abilità sorprendente nel provocare gli uomini , nel giocare a golf e un quoziente intellettivo oltre la media. Il suo compito è attirare nella rete Stanley Jobson, uomo dell’anno della rivista Wired nel 1997, poi incarcerato per aver violato il programma Carnivore che, per chi non lo sapesse, è quello che permette all’FBI di controllare ogni singolo messaggio di posta elettronica degli USA. Uomo di saldi principi anarchico- liberal, Stan è uscito di prigione e si guadagna – male- da vivere come operaio in Texas. Il suo punto debole è la figlioletta Holly che l’ex moglie (ora sposata con un produttore di film porno) gli sottrae per pura perfidia, visto che non se ne cura minimamente. Ma Gabriel può offrire a Stan, per un unico lavoro, i soldi necessari per riprendersi sua figlia. Stan , infatti deve, sostituire l’hacker morto. La prova d’ammissione non è facile. Entrare nei files informatici del Dipartimento di Stato mentre una bionda gli pratica un piacevole ma piuttosto sconvolgente servizio sessuale e Marko (un cattivissimo Winnie Jones) gli punta una pistola alla testa. Tempo concesso:60 secondi. Con la medesima precisione geometrica con cui dirigeva furti d’auto, Sena allaccia lo spettatore con questa sequenza proiettandoci in un’avventura dove l’extralusso in stile Bond si fonde con il film di rapina e lo spionaggio. Insomma ce n’è per tutti i gusti. Stan, seguito a distanza da Roberts, capisce che sotto ci deve essere qualcosa di molto losco ma accetta di programmare il worm necessario alla rapina per amore della figlia. Intanto di fronte a lui la scena s’ingarbuglia e l’impressione netta è che sia proprio Gabriel a tirare le fila. Gabriel , di cui Stan scopre un sosia morto tenuto in una ghiacciai. Gabriel, che sembra diffidare della stessa Ginger che, scoperta da Stan in ridottissimo bikini con un microfono addosso, asserisce di essere un’agente della DIA. Non tutto va secondo i piani di Gabriel, però. La squadra di Roberts, seguendo Stan, fotografa la villa dove è radunata la squadra di Gabriel . Le foto finiscono in mano al senatore Kirman che, preso dal timore che si possa risalire a lui, ordina l’annullamento dell’operazione. Ma Gabriel è talmente fanatico da voler continuare. Sfuggito assieme allo sbalordito Stan a una squadra di sicari mandati d Kirman, arriva a cancellare fisicamente il senatore e il suo aiutante. Procederà da solo nella sua guerra. Apparentemente senza motivo spiega i suoi piani a Stan che crea una diversione e fugge verso la figlioletta Holly. Peccato che madre e patrigno siano stati massacrati e la bimba sia nelle mani di Gabriel. Questi ha bisogno che Stan sia fisicamente presente al furto informatico e sia stimolato a eseguire le operazioni nel modo corretto. Così torniamo al punto di partenza quando la storia si era interrotta con una terrificante esplosione intimidatoria destina a sbloccare lo stallo tra gli uomini di Gabriel asserragliati nella banca e le forze dell’FBI.

Stan gioca sul filo del rasoio inserendo il codice con una sequenza di cancellazione e riesce a mettere in salvo sua figlia. Ma resta nelle mani di Gabriel che questa volta lo costringe a collaborare minacciando Ginger, la cui identità di agente infiltrata è stata scoperta. Il nostro eroe, che per la bella agente di colore ha un debole, obbedisce ma Ginger si becca due pallottole a distanza ravvicinata. Niente sangue, però…

Gli avvenimenti precipitano. L’estrazione della banca vira sulla spettacolarità più esasperata con una sequenza in cui l’autobus su cui viaggiano rapinatori e ostaggi viene sollevato da un elicottero e trasportato su un tetto. Qui un elicottero aspetta Gabriel e i suoi. Con un sussulto di rabbia Stan s’impadronisce di un RPG7 che gli era stato appositamente mostrato e distrugge i terroristi in fuga. Lieto fine che richiama la discussione sul cinema dei primi minuti del film? Sembrerebbe di sì, ma di fronte al cadavere semicarbonizzato di Gabriel, Stanley ricuce tutti i falsi indizi che gli sono stati mostrati appositamente. Il depistaggio ancora una volta ha confuso le carte determinando il risultato della partita. Ginger, infatti, non è mai stata un’agente della DIA, ma un comodo ‘ cavallo di Troia’ per controllare Stanley. La ritroviamo a Montecarlo , con una nuova pettinatura . Qui recupera i soldi e li divide tra decine di banche, poi raggiunge Gabriel tutt’altro che morto anche se con un nuovo look e insieme si allontanano su un motoscafo mentre un noto terrorista il cui nome suona molto simile a quello di Bin Laden esplode a bordo di un panfilo. Nel dvd è mostrato anche un finale alternativo in cui Stanley e la figlia riuscivano a impadronirsi loro di tutto il malloppo. Il film era pronto per l’uscita quando venne l’11 settembre. Non solo la filosofia di fondo basata sulla vendetta contro gli stati canaglia ma anche alcune sequenze della fuga finale(in cui in effetti un grattacielo veniva distrutto) consigliarono una dilazione dell’uscita nelle sale, almeno negli USA. Io vidi il film in Italia pochi giorni dopo l’inizio delle operazioni di Enduring freedom in Afghanistan. Rivisto oggi Codice Swordfish resta, un piccolo gioiello di azione e intrigo, ottimamente servito da attori in parte. Proferito e agghiacciante sula lotta al terrorismo e sicuramente degno di entrare in una cineteca ideale del filone.

SCHEDA TECNICA. Genere: Guerra al terrorismo

Codice Swordfish (Swordfish)USA 2001.Durata 98’circa- regia di Dominique Sena. Sceneggiatura originale di Skip Woods. Interpreti: John Travolta:Gabriel Urish- Hugh Jackman: Stanley Jobson- Halle Berry: Ginger Knowles- Don Cheadle: Agente Roberts- Sam Shepard: senatore Jim Kirman- Realizzato dalla Warner Bros è disponibile in dvd in diverse collezioni dal 2002.

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3 Responses

  1. tortellino

    Ottimo film, pieno di azione, un Travolta che entra perfettamente nel ruolo, un prodotto molto buono, durante la visione bisonga essere sempre attenti a seguire ogni dialogo e scena, fino a farsi portare al bel finale che il Prof. ci ha illustrato. Il film l’ho visto due o tre volte, tra cinema e tv, e non mi ha mai deluso.

  2. il professionista

    anche io l’ho visto più volte..inalcuni casi Halle Berry ha polarizzato la mia attenzione e nonriuscivo a seguire la trama :-)

  3. f.denard

    trama mirabilmente raccontata… Non ricordo di averlo visto, ma me lo dovrò procurare.

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