Visti con il Professionista/21 – L’Incarico

ottobre 18th, 2010 by Alessio Lazzati

VISTI CON IL PROFESSIONISTA:I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

L’INCARICO

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A cura di Stephen Gunn

Questo film è solo uno dei tantissimi esempi di narrativa ( cinematografica e letteraria) che trattano una delle figure più controverse della storia del terrorismo tra gli anni ‘70 e ‘80. Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos lo Sciacallo è stato la bestia nera dei dipartimenti antiterrorismo occidentali per quasi due decenni. Particolarmente attivo tra il ‘74 e l’87, fu catturato in Sudan nel ‘94 ed è detenuto in un carcere di massima sicurezza a Parigi. La realtà – obiettivamente non limpidissima – ci ha rivelato un uomo attempato, grassoccio, privo di reale fascino e tutt’altro che la belva pericolosa che la leggenda ha alimentato. Carlos è una reliquia del terrorismo del secolo precedente, in qualche modo legato a certe trame del KGB ma anche figura indipendente, ispiratrice di molti ‘ terroristi professionali’ che abbiamo visto al cinema. Un modello che, sebbene coincidente in alcuni aspetti, si allontana moltissimo dal terrorista islamico post 11 settembre. Nondimeno la sua leggenda è affascinante e anche il film di Christian Duguay ( talento di altalenante qualità, autore però anche di un altro spy-film d’azione degno di nota L’arte della guerra con Wesley Snipes) appartiene al filone celebrativo. Carlos, qui , è il genio del male. Il nemico pubblico da distruggere a ogni costo, dotato di capacità e istinti fuori dl comune e, probabilmente anche dalla realtà. La storia ricostruisce un tentativo congiunto dei servizi americani e israeliani di screditarlo agli occhi del KGB durante gli anni ‘80 e convincere i russi ad eliminarlo.
Il meccanismo- creare una replica di Carlos stesso in modo da confondere i suoi committenti- ricorda per più di una ragione i romanzi della serie Jason Bourne di Ludlum nei quali il cattivo era appunto un super killer chiamato Carlos lo Sciacallo, benché tutto il risvolto politico fosse attenuato rispetto al puro intrigo criminale. Rivedendo il film (girato nel ‘97) oggi si notano ancor di più le somiglianze con la saga di Ludlum. Il condizionamento dell’eroe che diventa il doppio del terrorista assorbendone anche i lati peggiori è evidentissimo nella fase dell’addestramento e anticipa alcuni elementi dell’elaborazione che Bourne ha subito nella serie interpretata da Matt Damon in cui Carlos scompare per lasciar spazio ad altri più attuali nemici.

La chiave di lettura del film sta nella prima sequenza che c’introduce con lentezza a una Parigi degli anni ‘70. La sagoma della torre Eiffel, i ragazzini che corrono sull’acciottolato, le brasserie. Un uomo e una donna si amano carnalmente,sudati e gementi in una camera d’albergo. Lui si alza e allontana la ragazza dicendo di ‘ avere delle cose da fare’. Ha il completo controllo della situazione. Lo vediamo dal sadico gioco della sigaretta che brucia il ragno al centro della sua tela, simbolismo che, nella vicenda, assumerà una valenza importante. L’uomo è Carlos che, truccato d hippy, si fa beffe di Harry Fields, capo sezione della CIA a Parigi, avvicinandolo e chiedendogli un fiammifero poco prima di far saltare una granata in un bar provocando una strage. Un anno dopo Carlos (barba e capelli lunghi, basco nero, occhiali specchiati secondo l’iconografia del terrorista dell’epoca) irrompe in una conferenza dell’OPEC a Vienna. Fields, non si rassegna al cedimento delle autorità austriache e cerca di uccidere lo Sciacallo, fermato all’ultimo istante dal suo capo. Sono gli anni in cui la CIA, è fuori ‘ dal business degli omicidi’. Fields che ha il viso e il sorriso inquietanti di un Donald Sutherland della maturità, non la pensa così. Lentamente la storia prende corpo introducendoci a un sosia di Carlos. Si tratta del comandate della US Navy, Hannibal Ramirez interpretato con convinzione da Aidan Quinn. Hannibal vorrebbe essere un buon padre di famiglia, un leale ufficiale e gentiluomo ma le origini cubane non lo aiutano a far carriera.
Protagonista di uno scambio di persona , viene arrestato in Israele da Amos (Ben Kinsley) che, sulle prime, lo scambia proprio per Carlos. Il meccanismo si mette in moto e Ramirez viene più volte avvicinato da Fields – che adesso si presenta con il nome Shaw – che fa di tutto per convincerlo ad accettare la più pericolosa delle missioni. Diventare Carlos e convincere i russi che il super terrorista sta per vendersi agli americani. Dopo qualche riluttanza Ramirez accetta e per lui comincia un inferno. Addestrato in un vecchio carcere in Canada, Ramirez diventa la cavia da esperimento di Shaw-Fields e dello stesso Amos pronti a sottoporlo a qualsiasi angheria per trasformarlo nel super terrorista favoleggiato dalle scarse notizie che circolano nell’intelligence occidentale. Tutto per salvargli la vita, ovviamente, ma Ramirez acquisisce insieme a un’abilità diabolica di battersi e di intuire i potenziali tranelli anche la coscienza del suo lato oscuro.

Forse è colpa dell’ossessione di Fields-Shaw che farebbe qualsiasi cosa per stanare il nemico che lo ha umiliato dieci anni prima. Lentamente Ramirez diventa Carlos e la trappola comincia a muovere gli ingranaggi. Gli americani creano un conto fantasma in Svizzera allertando i russi che di Carlos già non si fidano molto. Viene coinvolta un’ex amante del terrorista che dalla Francia va a incontrare Ramirez in Libia credendolo lo Sciacallo. I russi sorvegliano, ma le cose s’ingarbugliano perché la ragazza è stata reclutata dal DST francese che interviene convinta di aver messo le mani sul vero Carlos. Ramirez è costretto a una rocambolesca e ben filmata fuga per i vicoli di Tripoli e riesce a salvarsi solo uccidendo, tra gli altri ,un agente francese. Per lui tutto comincia a prendere le caratteristiche di un incubo. Shaw, invece, non dà importanza alle perdite tra gli alleati e vuol continuare. A questo punto il vero Carlos comincia a sospettare qualcosa ma ancora non capisce. Elimina brutalmente uno dei suoi sospettandolo di connivenza con i francesi e invia il suo sicario giapponese (probabilmente introdotto per rammentare i legami con i movimenti rivoluzionari del Renko Sekigun, l’armata rossa giapponese). Il caso vuole che, dopo il brutale omicidio della ragazza, le piste del sicario orientale e del finto Carlos si incrocino all’aeroporto di Londra. Ramirez si tradisce e ci lascerebbe la pelle in un ben coreografato scontro nei bagni se non intervenisse Amos che muore eliminando il giapponese. L’operazione sembra definitivamente saltata.
Ramirez cerca di tornare alla sua vita normale ma ormai è ossessionato anche lui. Tanto da suscitare la repulsione della mogliettina e farsi coinvolgere in risse senza ragione. Non gli resta che giocare l’ultima mano con Fields, infestato quanto lui dal desiderio di vendetta. A Berlino est i due tendono l’ennesima trappola ai russi che si convincono che Carlos stia per passare con tutti i suoi segreti all’ Occidente. Inviano una squadra di sicari per ucciderlo ma lo Sciacallo, fedele al suo personaggio di killer invincibile, li elimina e cerca di fuggire. Qui Ramirez affronta la sua nemesi. Entrambi finiscono a lottare selvaggiamente in un laghetto. Fields interviene ferendo quello che crede il vero terrorista, poi ha un ripensamento. Salva Ramirez mentre Carlos scompare. Da quel momento siamo informati che non si registrarono più atti di terrorismo firmati dallo Sciacallo, la sua epoca volgeva al termine come l’Unione sovietica. Ramirez con la famiglia viene dato per morto in un misterioso incidente e si ritira a vivere in un’isoletta dei Caraibi. E qui la sceneggiatura ha un ultimo colpo di coda annunciato dalla non chiarissima sequenza del duello a Berlino. L’uomo che vediamo con la famiglia di Ramirez potrebbe non essere il nostro eroe ma Carlos che ne ha preso il posto. Il film termina con una sequenza che ricalca quella iniziale ma ci lascia nel dubbio. Seduto in riva al mare Ramirez avvicina la brace della sigaretta a un ragno al centro della sua tela. Un gesto inconscio? Un indizio rivelatore? Non lo sapremo mai perché la storia si interrompe su questo stop frame e l’annuncio che Carlos fu catturato nel ’94, in Sudan. Davvero un ottimo film di spionaggio diretto da un autore di mestiere qui forse alla sua prova migliore con un ottimo cast e una sceneggiatura compatta cui l’accuratezza delle scenografie e il ritmo serrato dell’azione conferiscono credibilità e fascino. Di tutta la storia le sequenze dell’addestramento, però, restano le migliori, da inserire in un’antologia sul genere.

SCHEDA TECNICA. Genere: Guerra al terrorismo

L’incarico (The Assignement) USA,1997. Regia di Christian Duguay sceneggiatura originale di Dan Gordon e Shabi H. Shabtai. Durata 115’. Interpreti: Aidan Quinn: Ramirez/Carlos. Donald Sutherland: Harry Fields/ Jack Shaw. Ben Kinsley: Amos. Realizzato da Columbia disponibile dal 2002 in DVD.

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6 Responses

  1. tortellino

    Alè, sarò il primo a lasciare un post… Grande Prof.!
    Ciao
    Andrea

  2. il professionista

    grazie Tortellino…il film è comunque da rivedere…

  3. tortellino

    Prof., mi sto adoperando per recuperare i volumi mancanti… ancora pochi e la collezione farà bella mostra in libreria!!

  4. Ruvido

    Ottimo film e ottimo commento, grande prof!!!

  5. Langley

    Lo avevo visto tanti anni fa. Un bel film!

  6. il professionista

    :-)

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