Visti con il Professionista/16

febbraio 3rd, 2010 by Alessio Lazzati

VISTI CON IL PROFESSIONISTA: I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

GIOCHI DI POTERE

A cura di Stephen Gunn

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Tom Clancy è indiscutibilmente uno dei grandi nomi di quella narrativa che si è sviluppata partendo come ‘tecno-thriller’ per approdare in seguito allo spionaggio e alla fantapolitica più estrema, generando spin-off, serie parallele, saggi tecnici su forze militari regolari e speciali. Tra tutte le sue creazioni John Patrick “Jack” Ryan è forse il personaggio più noto e riuscito. Al cinema è stato interpretato nell’ambito di un’unica serie da ben quattro interpreti. Alec Baldwin( Caccia a Ottobre Rosso), Harrison Ford in due occasioni(Giochi di potere e Sotto il segno del pericolo) e Ben Affleck (Al vertice della tensione). Realizzato da Philip Noyce, Giochi di potere (1992) si ispira a Attentato alla corte d’Inghilterra ed è, a mio giudizio, forse il più significativo tra i film realizzati nell’ambito di una rassegna dedicata allo spionaggio. Per comprendere appieno la storia, che mescola spionaggio e motivazioni personali, è necessario focalizzarsi sulla situazione politica che sta alla base della vicenda. Siamo nell’epoca che segue il crollo dell’Unione Sovietica. Il terrorismo internazionale più o meno segretamente fomentato dal KGB sta vivendo i suoi ultimi sussulti e quei legami con organizzazioni irredentiste un tempo favoriti da una logica di rivoluzione internazionale stanno sciogliendosi. I gruppi come Sinn Fein e la stessa IRA, nei decenni precedenti legati a oscure trame anti britanniche finanziate dal’Est, devono venire a patti. La guerriglia nelle strade dell’Irlanda del Nord deve arrivare a una fine. I finanziatori americani irlandesi preferiscono cercare una soluzione diplomatica. Ma l’odio, il rancore dei combattenti irriducibili resta. Così come il senso di appartenenza a un gruppo ristretto a una famiglia. Questa è la vera molla che spinge i principali antagonisti del film. Da una parte troviamo Jack Ryan, non più marine o agente CIA, ma insegnante all’accademia navale di Annapolis. Jack è un patriota ma legato alla famiglia (la moglie-chirurgo Kathy, la figlioletta Sally e il nascituro bimbetto (che vedremo nel successivo episodio) che occupa tutti i suoi pensieri. In una drammatica sequenza il direttore della CIA gli domanda se conosca qualcosa di certo nella vita e la risposta di Ryan è:“L’amore per mia figlia”, sapendo che, con quelle parole scatenerà una strage. Perché, durante una giro di conferenze in Inghilterra, Ryan si trova coinvolto in un fatto di sangue con conseguenze micidiali. Salvare il cugino del principe, lord Holmes, da un tentativo di rapimento da parte di un gruppo di fuoco dell’IRA riporta Jack sulla linea di tiro. Guidato più dal vecchio istinto del guerriero che dalla ragione Ryan interviene, sventa il rapimento. Ci guadagnerà il titolo di baronetto, una pallottola nella spalla e un morto sulla coscienza: Paddy Miller. In una delle molte riuscite sequenze d’azione del film Ryan, ferito, vede gli agenti inglesi intervenuti sollevare i cappucci dei terroristi. Il giovane che ha ucciso per difesa ha appena diciassette anni. Bloccato sul terreno, Ryan lo guarda con angoscia e incontralo sguardo feroce del fratello di questi,Sean Miller ( Sean Bean quanto mai in parte) condannato poi grazie alla testimonianza di Jack. L’odio feroce , “personale” tra i due uomini è , ancor più del piano per rapire lord Holmes delegato alla riappacificazione in Irlanda, il centro rovente della storia. Miller fa parte assieme a Kevin O’Donnel, alla sexy e micidiale Annette, al libraio Cooley e all’infiltrato nell’entourage reale Watkins, di una fazione ultraviolenta dell’IRA che non esita a eliminare i moderati o a buttarli in pasto alle forze inglesi. Sean viene fatto evadere e si rifugia in Libia per addestrarsi nei campi di Gheddafi in attesa dell’occasione per ripetere il sequestro di lord Holmes. Ma l’odio personale per l’assassino del fratello lo divora al punto da costringerei compagni ad assecondarlo in una ‘vendetta privata’ che raggiunge Ryan in America. Questi, per amore della famiglia, ha più volte rifiutato l’offerta di tornare a collaborare con la CIA contro i terroristi. Sfugge di misura a un attentato alla scuola navale ma non può far nulla per evitare che Kathy e sua figlia vengano coinvolte in un gravissimo incidente. Non moriranno, ma la piccola Sally trascorrerà diversi giorni tra la vita e la morte perdendo la milza in seguito alla folle vendetta di Miller. A questo punto Ryan vuole tornare sul campo e chiudere la partita. Fa il diavolo a quattro e, benché sia un semplice analista, ottiene di potersi concentrare sulla caccia al gruppo dei terroristi. Grazie a un’analisi dei suoi ricordi degli attentati e alle sue capacità di osservazione, stabilisce l’esistenza della cellula ribelle nell’IRA e, soprattutto, il legame tra il fanatico Kevin e Annette. Non riuscirebbe ad andare più in là se non forzasse la mano a Paddy O’Neal , portavoce dei moderati irlandesi d’America dai cui fondi dipende la sopravvivenza del movimento Sinn Fein. O’Nea l (un grandissimo Richard Harris ormai anziano ma ancora vigoroso) sulle prime resiste, non vuol tradire nessuno della sua fazione anche se si tratta di individui pericolosi come Sean Miller e i suoi compagni. Alla fine fornisce una traccia che permette, assieme a un’indagine degli inglesi che hanno scoperto il libraio Cooley, di rintracciare i terroristi in un campo in Nord Africa. Si apre qui una delle sequenze più drammatiche e innovative del film. Dalla sede della CIA Ryan e i suoi colleghi seguono via satellite un’incursione del SAS inglese al campo dei terroristi. L’annientamento del nemico come un orribile videogioco che allontana la violenza, cristallizzandola nelle immagini a infrarosso ma rende tutto più disumano, meccanico. Lo stesso Ryan che pure ha dato il via libera all’incursione nella speranza di liberarsi del nemico, ne resta sconvolto. Disgraziatamente Kevin, Sean Miller e Annette sono già partiti e ,grazie al traditore Watkins, si trovano già negli Usa. Il caso gioca a favore del vendicativo Sean offrendogli la possibilità di un attacco a lord Holmes ospite proprio a casa di Ryan. Nell’occasione Jack festeggia il ritorno a casa della piccola Sally e la consegna dell’onorificenza britannica. Malgrado le misure di sicurezza, la casa dei Ryan resta isolata in una notte di tempesta. Ancora una volta, smascherato Watkins tocca a Ryan vestirei panni dell’uomo d’azione. Aiutato dal fedele collega di colore interpretato da Samuel Jackson, affronta i terroristi. Lord Holmes e la famiglia di Ryan sono in salvo. Ryan attira su di sé Kevin, Annette e Sean, fuggendo su un motoscafo. Resisi conto che sulla barca non c’è il loro obiettivo Kevin e Annette si ritirerebbero dalla partita ma l’odio di Sean ha preso il sopravvento. Li uccide e ingaggia un duello sul mare con Ryan che,alla fine, lo uccide. Questa ultima sequenza spettacolare è, a mio avviso, forse la parte più debole della storia. Ryan è stato il perfetto anti-Bond, l’uomo di famiglia, l’analista acuto che solo in casi estremi torna a essere un uomo d’azione. Il duello finale, per quanto drammatico ha qualcosa del cinema superoistico che stona con il resto della vicenda giocata per altro con grande abilità, sull’equilibrio tra l’azione anche ben coreografata ma realistica e l’intrigo personale e politico.

SCHEDA TECNICA

Genere:Guerra al terrorismo

Giochi di potere (Patriot Games) –USA,1992- Durata 112’ – Regia di Philip Noyce- sceneggiatura di Peter Iliff e Donald Stuart dal romanzo Attentato alla corte d’Inghilterra di Tom Clancy- – Interpreti: Harrison Ford: Jack Ryan- Sean Bean: Sean Miller- Patrick Bergin: Kevin O’Donnell- Polly Walker:Annette- Richard Harris: Paddy O’neal- Anne Archer:Kathy Ryan- Realizzato dalla Paramount è disponibile in varie collane DVD

 

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2 Responses

  1. Beppe

    Una delle poche trasposizioni libro>film riuscite a mio avviso.
    Spettacolare la scena in cui il commando dell’ IRA con i visori notturni fanno irruzione nella casa.

  2. Casval Som daikun

    film che rivedo sempre volentieri,e assieme a Caccia a Ottobre Rosso resta il più bello dei 4

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