Classici del Giallo Mondadori 1425: Cornell Woolrich, “Per l’ultima volta, Kathleen”

settembre 28th, 2019 by Redazione
Cornell Woolrich, “Per l’ultima volta, Kathleen”, I Classici del Giallo Mondadori 1425

Cornell Woolrich, “Per l’ultima volta, Kathleen”, I Classici del Giallo Mondadori 1425, ottobre 2019

Cornell Woolrich

“Per l’ultima volta, Kathleen”

I Classici del Giallo Mondadori n. 1425

Ottobre 2019

 
“Ti riporterò a casa, Kathleen”, è questa la traduzione letterale e il titolo del primo racconto che dà il nome a questa raccolta di Cornell Woolrich, in edicola a ottobre sui Classici del Giallo Mondadori, nella traduzione di Mauro Boncompagni. La frase è pronunciata da Denny, un uomo appena uscito di prigione, il cui ultimo desiderio prima di allontanarsi da tutto e da tutti è quello di rivedere Kathleen Leary. La donna però non tornerà a casa. Mai più.


 

Gli altri racconti presenti nella raccolta sono:
– Provino
– Una strana eredità
– La disperata difesa della signora Dellford
– Un problema di balistica
– Il cadavere nel tappeto
– Notte d’incubo.
 

In appendice, la decima puntata dedicata ai 90 anni di storia del Giallo Mondadori, a cura di Mauro Boncompagni e dedicata a “Gli Anni Settanta”.

 

Cornell Woolrich (1903-1968) è uno dei grandissimi del giallo americano. Nei romanzi e racconti scritti nel corso di un’esistenza travagliata, vivendo per anni rinchiuso negli alberghi di Manhattan, ha saputo come nessun altro innestare sui meccanismi del suspense il senso di solitudine dell’individuo in balia di un mondo spietato e incomprensibile, la disperazione per l’amore frustrato, l’angoscia e il puro terrore, che rappresentano la sua cifra inconfondibile. Si è firmato anche con lo pseudonimo di William Irish.

 

Buona lettura!

 

EBOOK DISPONIBILE A OTTOBRE

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Posted in 90 anni, Ebook, I Classici del Giallo

26 Responses

  1. walter

    su tre uscite mensili ci sono due antologie, non si sta esagerando?

  2. Kronos H

    Io gradisco le antologie.
    Aspetto ancora la ristampa di due raccolte di Ellery Queen:
    – Agenzia Investigativa Ellery Queen
    – Full di Queen
    …per avere la collezione completa dei racconti!

  3. guido

    Buonasera, volevo chiedere alla Redazione se Dipartimenti casi bizzarri di Carter Dickson, farà parte della serie dei 90 anni, come a suo tempo preannunciato. Grazie

  4. Redazione

    Ciao @guido, la pubblicazione di “Dipartimento casi bizzarri” di Carter Dickinson è prevista a novembre sui Classici del Giallo Mondadori! 😉

  5. albertspy

    Buonasera, volevo chiedere alla Redazione( vista la cortesia usata nel rispondere a guido) quali sono gli ultimi due autori dell’anno(novembre e dicembre) per il GM. Attendo fiducioso. Grazie

  6. Redazione

    Ciao @albertspy, le uscite previste sono queste:

    Novembre:

    Gialli
    “Usurpation d’identité” di Boileau-Narcejac

    Gialli Classici
    “Dipartimento casi bizzarri” di Carter Dickson

    Dicembre:

    Gialli
    “Lestrade e il circo dei misteri di M.J. Trow” (primo romanzo di una serie ambientata all’epoca di Sherlock Holmes, ma senza essere un apocrifo sherlockiano)

    Gialli Classici
    “L’urlo” di Margaret Millar

    Speciale del Giallo
    “Natale di sangue”, con romanzi e racconti di Augusto De Angelis, Leo Bruce e Edgar Wallace

  7. Alberto Minazzi

    Bello il Dickson, ma lo ho. Curiosa la raccolta di racconti “alla maniera di” di Boileau Narcejac, ma resto incerto (non amo i racconti, preferisco i romanzi). Accettabile lo Speciale, ma se è qualcosa che forse mi può interessare (Bruce, De Angelis), probabilmente già lo ho. Il resto, non incontra i miei gusti: arrivederci al 2020, dopo il buon riscatto estivo di un’annata che nel complesso per me non raggiunge la sufficienza (altro che anniversario!), con la punta massima del ritorno di Halter (ma poco altro).

  8. Gneo

    Finalmente,a novembre e dicembre, qualcosa di nuovo nel Giallo.
    Boileau-Narcejac sono una certezza e la serie di Lestrade di Trow un successo nei paesi anglosassoni.
    Era ora che ci fosse qualcosa di diverso dalle solite Perry, Harris etc intervallate da autori italiani di poco costo e poco talento.

  9. Piero

    Attenzione. I racconti di Boileau Narcejac che prendono a prestito vari detectives, furono per la maggior parte scritti da Narcejac quando ancora non aveva conosciuto Boileau. Del resto anche dei romanzi con Sans-atout, scritti dal solo Boileau, poi furono pubblicati come Boileau Narcejac. Sono mystery puro. Lo Speciale conterrà Diario di un assassino e probabilmente il Do Tragico: il primo è di fonte sicura, il secondo lo azzardo io essendo un De Angelis con De Vincenzi di ambientazione natalizia. La vera chicca, consentitemelo, è la riscoperta della Millar. Negli anni 2000 fu pubblicato “Uno sconosciuto nella mia tomba”, un poliziesco psicologico di altissima tensione rivelava la verità con l’ultima parola del romanzo. Auspico che almeno nel futuro venga ripubblicato “La porta stretta” che vinse l’Edgar e che manca credo dagli anni 70

  10. Francesco

    Caro Piero, sinceramente non credo che il GM abbia bisogno di riproporre il romanzo La porta stretta nella sua discutibile traduzione di decenni fa (perché di sicuro non lo farebbe ritradurre). Nel 2012 Polillo ha ripubblicato il romanzo con una nuova accurata versione e un nuovo titolo (Quando chiama una sconosciuta) nella collana I mastini. Lo si può trovare nel circuito dei remainder a metà prezzo e con facilità. Che ne pensi invece della riproposta di A.E.W. Mason il mese scorso? Quanto alle stroncature di Gneo rivolte agli autori italiani, lasciano il tempo che trovano perché non vanno oltre la facile battuta (”poco costo e poco talento”) senza nessuna argomentazione critica.

  11. albertspy

    Grazie alla Redazione per la risposta. Spero nel 2020 e se serie nuove saranno, che almeno siano ambientate in un contesto storico attuale. Ok Trow, ma sempre ambientazioni datate.

  12. Gneo

    Caro Francesco, prima di tutto un giudizio critico su di un autore è sempre un giudizio personale che non ha nessuna pretesa di dogma.
    Seconda cosa,degli autori italiani che giudico di poco talento conosco più di un romanzo e, se non compero più i loro lavori e perché ritengo che non valgano la spesa.
    Terzo punto, prevengo l’ obiezione che qualcuno senz’altro muoverà: non mi piacciono non perché sono italiani ma perchè li ritengo banali nelle trame e nella scrittura
    Allo stesso modo non mi piacciono parecchi autori stranieri e ritengo che l’Italia dopo De Angelis e Scerbanenco non abbia più prodotto autori di vaglia se non casualmente con romanzi isolati nati da autori che scrivevano in campi diversi dal giallo.
    Ciao e buone letture.

  13. Piero

    Francesco, tu sei davvero sicuro che la versione dei Mastini fosse davvero così accurata? Io ho i miei seri dubbi.
    A proposito sei contattabile a qualche indirizzo email? Oppure stai su anobii o su facebook?

  14. Salvatore

    Salve, chiedo alla Redazione se sono previste altre uscite, magari antologie, di Woolrich. Grazie, cordialità

  15. Francesco

    Caro Piero, sì sono sicuro che sia accurata perché Polillo ha in linea di massima proposto con costanza buone traduzioni di professionisti del settore che non tagliano e deturpano i romanzi affidati loro. Poi comunque ci vuole davvero poco a fare un lavoro migliore rispetto a certe edizioni del passato. Ti lascio questo mio indirizzo email se vuoi contattarmi: pucky@libero.it.
    Caro Gneo, ognuno ha certamente diritto alle proprie opinioni che, come scrivi tu, non assurgono a dogma assoluto. Rimango comunque perplesso e un po’ sconcertato di fronte a una critica così drastica che abbraccia la totalità della produzione nostrana (fatta eccezione per quella dei due autori che citi). Sai, anch’io la pensavo proprio come te quando ero un ragazzo che leggeva i suoi primi gialli ed è curioso come oggi, invece, sia arrivato a opinioni opposte. Non ritengo affatto banale né lo stile né le trame di gran parte dei gialli o dei thriller pubblicati dagli autori italiani di vari editori e, anzi, confesso che sono loro che hanno contribuito a mantenere vivo il mio interesse per questo genere. Comunque, auguro a te e a tutti i blogger che seguono questi nostri scambi di opinioni una buona lettura, di qualunque tipo sia!

  16. Piero

    Caro Francesco, sei un idealista e anche un po’ ingenuo e per questo ti perdono. Io di Polillo ho moltissimo. Rispetto l’uomo, il vecchio Polillo, ma non mi venire a parare quei concetti. Valle a leggere bene le traduzioni, e confrontale con i Mondadori. Parlo di traduzioni di romanzi presentati già in Mondadori, o Garzanti. Non basta un lessico più attuale per fare una traduzione, o una versione integrale. I traduttori Mondadori erano i migliori, e lo sono ancora. Mauro docet. Poi ci sono i traduttori di opere inedite, e qui entriamo in un altro terreno: di solito sono buone, ma di tanto in tanto di trovano degli strafalcioni (a memoria mi ricordo di uno in cui i dollari erano stati tradotti con euro). Sic transit gloria mundi

  17. Piero

    Beh, Gneo, pur essendo uno di quelli che attaccò dieci anni fa l’editoria di Altieri che presentando un sacco di autori italiani anche non molto conosciuti, snaturò la collana e ne provocò il suo affossamento per una serie anche di altre concause (per es. il fallimento della collana Il Giallo Mondadori presenta, che introduceva romanzieri italiani non conosciuti, che poi andarono ad intasare Il Giallo Mondadori), non posso essere del tutto d’accordo con te. De Angelis e Scerbanenco, due nomi storici. Ma allora esistevano molti altri da De Stefani a Tito Spagnol, a Ezio d’Errico, dal Wallenborg/Vailati che recentemente Longo ha tradotto in inglese per LRI di Pugmire a Vasco Mariotti, da Guglielmo Somalvico a Carlo Martinelli, tutti nominatvi di autori italiani degli anni trenta (e non ne cito altri…). E in tempi recenti non puoi dire che non ve ne siano. Giulio Leoni non è un autore italiano tradotto anche in altre lingue? Enrico Luceri, Marcello Simoni non li conosci? Persino Stefano Di Marino, per quanto sia uno scrittore compulsivo quasi, tanto scrive di action, ha scritto di mystery, di giallo classico, almeno due romanzi con Bas Salieri, meritevoli di lettura. Ci sarebbero anche altri nomi, ma ammetto di non averli ancora letti e pertanto non ne parlo (se non altri che ho letto e che non mi sono piaciuti)

  18. Francesco

    Caro Piero, non se sono idealista o ingenuo, sta di fatto che professionalmente mi occupo di traduzioni e so di che cosa parlo. Tu definisci in linea generale ottime le traduzioni mondadoriane e poi mi parli di Mauro Boncompagni che effettivamente è bravissimo, tralasciando però che il caro Mauro non lavorava al tempo in cui molte delle traduzioni ancora oggi circolanti ci vengono propinate senza revisioni. Ebbene, la la loro pecca maggiore (che non riguarda invece quelle delle edizioni Polillo), è che tagliano pezzi a destra e a manca. Senza andare troppo in là nel tempo, prova a prendere qualche romanzo di Elizabeth Peters (la serie di Amelia Peabody) pubblicato dal GM e confrontalo con la successiva edizione Longanesi o TEA: guarda quanta parte del testo viene tolta. Prendi i Perry Mason mondadoriani e confrontali con gli originali: i tagli sono micidiali. Sei ancora del parere che quelle siano traduzioni da difendere? Se poi mi parli di singole parole tradotte in modo opinabile allora stai certo che non esiste traduzione che regga: tradurre significa fare scelte spesso controverse che fanno comunque capo a un’interpretazione individuale del testo. Mi citi i dollari “tradotti” con euro: non si tratta di uno strafalcione perché il traduttore sa benissimo come tradurre “dollars” (altrimenti sarebbe un poveretto) semmai è una sorta di adattamento culturale, alquanto discutibile lo ammetto. È un po’ come quando si sostituisce il nome di un programma televisivo famoso in America ma sconosciuto da noi con un programma a noi noto. Si vuole avvicinare all’opera il lettore della lingua di arrivo. Non si può bollare come di scarsa qualità un lavoro di traduzione di 200-300 pagine basandosi su tre parole trovate qua e là che si ritengono tradotte male. Sapessi quanti orrori ho trovato io leggendomi pile di gialli d’antan Mondadori o Garzanti, per non parlare poi della collana dei Gialli Rizzoli degli anni ‘70. Tutte grandi case editrici…

  19. giuseppe

    A differenza di qualche lettore deluso dagli autori presentati in questo anniversario del G.M. io assegno un otto tondo tondo ai romanzi presentati (voto medio complessivo) e mi aspetto nel prossimo anno autori e romanzi altrettanto validi. Mauro Bonconpagni nella sua storia del G.M. cita un romanzo inedito di Harry Carmichael lodato da John Dickson Carr, una rarità a quanto sembra (mica male se venisse finalmente tradotto). Mi permetto di segnalare a Mauro un’autrice che non viene segnalata nella sue dense ed attente puntate, ovvero Helen Nielsen, di cui ho letto diversi buoni romanzi. Attualmente sto terminando di leggere un suo romanzo apparso nella collana de “I gialli del Mandarino” intitolato “Omicidio a 33 giri” che personalmente trovo molto valido ed interessante. Forse si potrebbe recuperare nei Classici, essendo un titolo che manca da molto tempo nel mercato italiano. La traduzione regge bene, anche se il termine “colazione” che ricorre più volte andrebbe corretto in “pranzo”. Di Margaret Millar segnalo l’inedito “Mermaid” dove compare il personaggio di Tom Aragon , già protagonista del bel romanzo “Cercatemi domani, sarò morto”. Non mancherò di acquistare Boileau- Narcejac e il romanzo di M.J. Trow che m’intriga parecchio per l’ambientazione (mi ricorda “Il pagliaccio è triste” di Stuart Palmer). Saluti a tutti

  20. Gneo

    Caro Piero, ho citato De Angelis e Scerbanenco perché li ritengo i migliori, ma conosco ovviamente gli autori degli anni trenta Spagnol, Cataldo, De Stefani ecc. e anche quelli degli anni cinquanta come Enna, Donati, Ciabattini ecc.
    Conosco anche i contemporanei che tu citi.
    Leoni, che mi piace molto è sparito dal Giallo da anni, come pure l’ottima Comastri Montanari. Simoni non ci è mai arrivato e Luceri non mi piace.
    Gli Italiani pubblicati dal Giallo sono quelli che arrivano dal premio Tedeschi e qui per me vi è la nota dolente.
    Il premio Tedeschi premia sempre ogni anno qualcuno. Dovrebbe invece negli anni in cui non vi sono lavori validi non essere assegnato: si dovrebbe premiare sempre il lavoro migliore e non il meno peggio.
    Se guardo gli ultimi vent’anni di roba buona ne trovo veramente poca e purtroppo poi quegli stessi autori vengono periodicamente ripubblicati.
    Forse nei miei giudizi sono un po’ drastico ma avendo letto centinaia di gialli sono di gusti difficili.
    Un saluto.

  21. Piero

    Purtroppo hai ragione Gneo. Tuttavia Luceri è buono come autore, si è evoluto. È passato da atmosfere prese a prestito da film anni sessanta settanta a trame originali molto ben fatte. Ora come ora è il maggiore scrittore italiano tout court assieme a Giulio Leoni, che oramai fa anche letteratura per ragazzi, avendo scritto due romanzi con dei novelli 3 investigatori. Non so per quale motivo non lo pubblichino nel Giallo: è una cosa che bisognerebbe chiedere a Forte.
    Ti consiglio di procurarti il romanzo di un amico, che si affacciava tanti anni fa qui, quando scrivevo articoli: Il rifugio dell’orco, di Bertrando Cicchetti. Come il mio romanzo inedito, che ho affidato ad un amico per un editing più efficace (che magari può ricalcare il mio), e che partecipò al Tedeschi, anche il suo contiene più Camere Chiuse. Il suo però è stato pubblicato. Te lo consiglio. L’ho anche recensito sul mio blog.

  22. Mattia Conzato

    Esprimo la massima soddisfazione per la pubblicazione di un romanzo di Margaret Millar. In particolare, “Occhi nel buio” (ottobre 2016…) mi era sembrata un’opera semplice e geniale al tempo stesso.

  23. Piero

    Non dico che sei ingenuo Francesco, è solo che talune cose non le sai. E quindi universalizzi i concetti. Dici delle avventure di Amelia Peabody? Verissimo che quelli tradotti da Verri sono più corposi, di quelli tradotti da Igor. Ma non è una pecca del traduttore, ma altro. Non sai evidentemente che per un libro tradotto da una casa editrice si da un contratto, in cui si fissano anche max le pagine cui può arrivare. Questo perchè per una questione di budget, Il giallo Mondadori non può sforare di un certo numero di pagine. nel vecchio formato a volumetto, mi è capitato una o due volte di vedere romanzi di 300 pagine, ma quasi tutti erano nell’ambito dalle 200 alle 300. Per cui di integrali, veramente integrali, di autori contemporanei, forse non ve ne sono mai stati. Io direi anche parecchi di quelli più blasonati, non sono mai integrali nel senso vero della parola. E’ una cosa che so benissimo. Un esempio eclatante? “La morte sa leggere”, di John Dunning, un grande scrittore americano molto simile ad ellery queen per tipo di scrittura, da cui trassi ispirazione per il mio blog italiano. Nella traduzione italiana, nuova, del 1993 , che si supponeva integrale, di Stefano Bortolussi, le pagine erano 255, comprese le note di copertina, sull’autore, il raccontino, etc.. Nella traduzione nuova di Alessandro Rossi, per la Rusconi Libri, pubblicata nel 2011, col titolo “Il detective che ama i libri(titolo fantasioso, il vero era quello del giallo Mondadori)”, le pagine erano 432. Capite quindi perchè venne tagliato? perchè con un tale numero di pagine non si sarebbe potuto presentare sul Giallo Mondadori. Per tale questione romanzi del tipo Gaudy Night della Sayers, non son mai stati pubblicati. E per pubblicare L’Abonné de la ligne U di Aveline, la Mondadori dell’epoca varò un Omnibus apposta, cosa che la Mondadori di oggi, attenta al profitto, non avrebbe mai fatto. Altri tempi! Nei quali la cultura era sempre al primo posto.

  24. Gneo

    Caro Piero, dopo la tua risposta mi sono convinto a dare a Luceri una nuova possibilità e ho acquistato e letto il suo giallo di ottobre.
    Sono pienamente d’accordo con te sulla sua evoluzione. Gli altri suoi romanzi mi sembravano la sceneggiatura di una fiction televisiva a basso costo. Questo invece è un giallo di tutto rispetto nella tradizione della Christie.
    Assolutamente da non perdere. Ciao

  25. Jack

    Voglio esternare la mia soddisfazione alla redazione per la scelta dei romanzi di fine anno : possiedo già sia il Dickson Carr che la Millar (di quest’ultima ho letto praticamente tutto quanto pubblicato da Mondadori). Mi incuriosice la nuova entree M. J. Trow : di questo autore gallese ho appurato che è molto prolifico (circa un centinaio di libri tra romanzi e saggi), con alcune serie al suo attivo : ad esempio mi intrigava maggiormente il personaggio di Christopher Marlowe, che compare appunto in una serie di romanzi e anche il suo romanzo apparso nel 2018″The year of the snake” scritto in collaborazione con la moglie Maryanne Coleman (anche lei scrittrice):si tratta di un romanzo storico ambientato nell’antica Roma
    Spero che anche nel 2020 continuerete a proporci novità e anche autori della Golden Age

  26. Salvatore

    Salve,
    chiedo nuovamente alla Redazione se sono previste altre uscite, magari antologie, di Woolrich. Grazie, cordialità

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