Il Giallo Mondadori 3175: Dove abita il diavolo

dicembre 22nd, 2018 by Redazione
Marzia Musneci, "Dove abita il diavolo"

Marzia Musneci, “Dove abita il diavolo”, Il Giallo Mondadori n. 3175, gennaio 2019.

Marzia Musneci

Dove abita il diavolo

Il Giallo Mondadori n. 3175

Gennaio 2019

 

Inaugura i festeggiamenti del novantesimo del Giallo Mondadori sul numero 3175 (TREMILACENTOSETTANTACINQUE!) della collana principale un’autrice italiana, Marzia Musmeci, già vincitrice del Premio Alberto Tedeschi 2011 con il romanzo “Doppia indagine” (n. 3045), nonché autrice di “Lune di sangue” (n. 3076).

In occasione della pubblicazione del nuovo caso di Matteo Montesi, intitolato “Dove abita il diavolo”, abbiamo colto l’occasione per incontrare Marzia e porgerle qualche domanda.

 
 
 
 
 

Intervista a Marzia Musneci

 

Ciao Marzia, e ben ritrovata sul blog del Giallo Mondadori. È passato un po’ di tempo dalla tua vittoria del Premio Tedeschi nel 2011. Che cosa è cambiato da allora nella tua vita?

Ciao, Redazione. Dal 2011 ho aggiunto un posto fisso a tavola per Matteo Montesi. A volte il tipo crea qualche problema perché parla solo con me, e non la smette finché qualcuno non mi invita a tornare in questo multiverso, per favore. Insomma, la scrittura è diventata un lavoro cui dedico ogni momento libero e che a volte invade anche quelli occupati. Non mi dispiace affatto, perché è entusiasmante. Certo, ogni tanto lo tradisco, Montesi, e mi dedico ad altre storie, altri personaggi, altre ambientazioni. Ma lui è un tipo tollerante, sa che torno sempre.

È stato un grande piacere che anche “Lune di sangue” si sia aggiudicato un premio (Premio Letterario Città di Ciampino 2013). In quell’occasione ho dovuto riportare Montesi con i piedi per terra. Non te la tirare, gli ho detto. Giù la testa e pedalare, che la prossima volta non sai che guai ti apparecchio e sarà dura salvare la ghirba (ecco, vedete, finisce che parlo come lui).

 

Che cosa si prova a essere la prima autrice a venire pubblicata nel novantesimo anniversario del Giallo Mondadori?

Il Giallo Mondadori ha accompagnato la mia vita da quando avevo nove anni e rubavo i romanzi a mia madre, da sempre e per sempre appassionata del genere, per leggerli di nascosto. Quando ho visto la bozza di copertina di “Dove abita il diavolo”, con quel “90” stampato in rosso a sinistra, mi sono emozionata. Sul serio. (Se ci pensate, quel bollino somiglia a quello del Premio Tedeschi). Mi sono sentita onorata e baciata dalla fortuna. Fatemelo dire: mille di questo giorni, GM. E grazie per avermi prima accompagnata per tanti anni e poi ospitata.

 

Puoi farci qualche anticipazione (senza spoiler!) sull’ultima avventura di Matteo Montesi?

Stavolta la morte arriva molto vicino a Matteo. A morire è una giovane donna che lui conosceva, che ammirava, che stava diventando un’amica. E l’amicizia è in cima alla sua scala di valori. Accusa il colpo, ma, testardo com’è, parte a testa bassa contro l’opinione di tutti, anche contro l’evidenza. Chi lo conosce sa che non mollerà finché non avrà fatto luce sulla faccenda. E mentre è impegnato a giostrare con i mulini a vento, la sorte gli prepara una sorpresa che proprio non si aspetta. Come dice Emily Dickinson: “le cose che ignoriamo sono in cammino”.

 

Propositi per l’anno nuovo e progetti per il futuro?

Da molto tempo, i propositi per l’anno nuovo sono facilissimi da annotare sull’agenda, al primo gennaio: scrivere, scrivere, scrivere. Non mi manca nulla: appunti per racconti nel cassetto, gli haiku che scrivo quando mi fermo a guardare il mondo, un programma di letture da far impennare la classifica nazionale. La fase di preparazione della nuova avventura di Montesi è completata, ormai i personaggi mi impediscono il sonno perché stanno lì a chiacchierarmi nell’orecchio, accomodati sul cuscino. Un segnale che conosco: è ora di scriverli. C’è anche un’idea folle per la storia successiva, e mi sto ancora chiedendo se possa funzionare e se davvero mi voglia impelagare in un progetto del genere. Il che significa che lo farò. Testarda, eh? Peggio di Montesi.

 

Grazie, Marzia! E buona lettura!

 

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3 Responses

  1. giuseppe

    Un tempo ero molto diffidente nei confronti del giallo italiano e non li leggevo, ma anche gli editori ne pubblicavano pochissimi (parlo degli anni settanta ed ottanta, per restare ad anni recenti). Poi, grazie anche al premio Tedeschi, ho cominciato a leggerli ed a apprezzarli. Ricordo con piacere,ad esempio, i romanzi polizieschi di Claudia Salvatori che avevo conosciuto a Cattolica in occasione dei Mystfest e che ora però tace, almeno nel campo del giallo, e quelli di Danila Comastri Montanari, che mi risulta essere tradotta anche in Francia. Poi senz’altro Carlo Lucarelli con “Indagine non autorizzata” e diversi altri, tra cui Alberto Oddone con il superbo “La meccanica del delitto” e il grande Diego Lama, di cui ho apprezzato sia “La collera di Napoli” sia “La settima notte di Veneruso”. Davvero bravissimi entrambi e spero di vederli riproposti sulle pagine del Giallo: Non conosco invece l’autrice che inaugura il 2019, ma vedo che anche lei ha vinto il premio Tedeschi e la trama del suo romanzo più recente mi sembra promettente e non mancherè di acquistarlo e di leggerlo. Buon anno a tutti

  2. Redazione

    RETTIFICA – Prima puntata della Storia del Giallo Mondadori

    Chi si fosse avventurato a leggere la prima puntata della storia del Giallo pubblicate nei fascicoli in edicola del Giallo Mondadori, avrà visto citare il nome di Edwin Austin Abbey. In realtà, nel testo originale Mauro Boncompagni parlava solo dell’“inglese Abbey”. Edwin Austin Abbey NON ha mai illustrato niente per Mondadori, semplicemente perché era morto da tempo quando i “Libri Gialli” cominciarono a essere diffusi. La vera identità dell’Abbey mondadoriano sarà svelata in una prossima puntata della breve storia del giallo curata da Mauro Boncompagni, col quale ci scusiamo per l’errore.

    La Redazione

  3. Alberto O.

    A leggere Marzia Musneci non solo ci si emoziona, ma si impara molto: La consiglio non solo a chi ama leggere il giallo ben scritto, ma anche chi si diletta a scriverne. Se letta con attenzione è meglio di un manuale di scrittura creativa.

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