I Classici de Il Giallo Mondadori 1369: Le pentole del diavolo
Per Nigel Strangeways, scrittore e detective dilettante, indagare su un delitto è sempre meglio che dover tenere una conferenza. Detto fatto. Invitato suo malgrado presso un circolo letterario di provincia, nel Dorset, viene subito accontentato. Avvisaglia nefasta: pochi giorni prima il cane di un produttore di birra era morto cadendo in un calderone per la bollitura. Dopodiché scompare il suo padrone, tale Bunnett, uno sgradevole individuo circondato dall’avversione generale. È forse suo lo scheletro umano che viene poi rinvenuto dentro un bollitoio della fabbrica? E se lo è, chi nella piccola comunità odiava la vittima al punto di riservarle una fi ne così orribile? Il fratellastro del birraio, un’attivista impegnata contro il consumo di alcol, uno degli impiegati, hanno tutti qualche motivo per rallegrarsi della tragedia. L’unica cosa di cui può semmai rallegrarsi il povero Nigel di fronte a questo rebus indecifrabile è che, alla fi ne, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Nicholas Blake è lo pseudonimo del poeta inglese Cecil Day Lewis (1904-1972). Accademico di chiara fama e nome di spicco nella storia della letteratura, si è conquistato un posto anche nella narrativa di genere grazie a una corposa produzione di mystery dall’impianto classico e dallo stile sofisticato. Protagonista dei suoi romanzi è l’investigatore dilettante Nigel Strangeways, inizialmente modellato sulla figura dell’amico oxfordiano W.H. Auden.
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marzo 28th, 2015 at 08:55
Che brutta copertina!
Senza arrivare a quelle americane che spesso erano talmente troppo allusive da anticipare la soluzione, qui sarebbe bastato mettere invece che un tiro a segno, un boccale di birra. E avrebbe avuto aleno un senso. Invece così, bah…
marzo 28th, 2015 at 08:57
Sarebbe bastato rimettere la copertina de I Capolavori, che era bellissima
marzo 30th, 2015 at 00:19
In un solo mese, il GM ci regala due opere molto ricercate; “Fantasma in mare” ha circolato quasi sempre in una traduzione oscena, e questo Blake (scrittore notevolissimo) era irristampato da decenni, ed era l’unico che ancora mi mancava. Davvero MOLTO BENE.
marzo 30th, 2015 at 10:31
A me pare un’ottima copertina, invece. De gustibus, evidentemente. Certo io non cerco di far credere che io mio parere sia prevalente rispetto a quello degli altri, come fa qualcuno. Secondo me a sproposito.
marzo 30th, 2015 at 14:02
Concordo con Omar, sarebbe bello veder riproposte anche le opere di Daly King, in particolare la prima, In alto mare, comparsa l’ultima volta in uno speciale del 2006, e i racconti con mr. Tarrant (mi sembra siano inediti in italiano, tranne La maledizione dell’arpa, pubblicato da Polillo).
marzo 30th, 2015 at 19:01
Non ho mai letto nulla di questo autore , ma ne sento parlare così bene che penso che dovrei colmare la lacuna partendo proprio da questo romanzo ; a tal proposito , qualcuno me ne sa dire qualcosa in più ?
marzo 30th, 2015 at 20:30
Dici bene notevolissimo, ma come tutti gli scrittori di polizieschi che erano usciti da Oxford, è stato sempre difficilissimo da tradurre, per via di uno stile estremamente raffinato e forbito e per la tendenza già visibile in Innnes e Crispin a immettere nella sua narrativa riferimenti letterari ed artistici (soprattutto nei primi romanzi)che rendono assai difficile leggerlo e soprattutto tradurlo. E siccome nel passato sono stati assai attenti soprattutto a sforbiciare le traduzioni, ne esce che le traduzioni approntate da sue opere, tranne casi determinati, andrebbero rifatte. Almeno quelle degli anni ’50 e ’60
marzo 31st, 2015 at 13:01
Piero; concordo con te, e purtroppo bisogna ammettere che c’è un bello scarto tra i Blake tradotti negli anni cinquanta (La testa di creta, ad esempio, o La mia morte per la tua) e quelli tradotti recentemente come La fossa che inghiotte, Il dilemma di Daisy Bland o L’angelo della morte; non che i romanzi citati per primi siano illeggibili o cosa, però si nota tutta la differenza tra una traduzione “tirata via” e un’altra che invece rispetta e mette in risalto le peculiarità dell’autore; d’altra parte sotto lo pseudonimo di Nicholas Blake si nascondeva l’insigne poeta Cecil Day-Lewis, quindi un letterato di prim’ordine la cui classe si intravede anche nei polizieschi. Discorso, questo, che vale anche per Crispin; la scorsa settimana ho letto “La morte nel villaggio” uno dei pochi tradotti negli anni cinquanta, un romanzo davvero ottimo ma credo molto “semplificato” in alcuni passaggi, che mi fa rammaricare di come non sia stato invece recuperato in anni recenti come per quasi tutti gli altri romanzi dell’autore, fortunatamente giunti in Italia con traduzioni accurate. A proposito, a quando un Crispin nei classici, o in uno speciale? sarebbe uno scrittore davvero da rilanciare.
aprile 1st, 2015 at 08:48
Il mio parere non è prevalente. Ho detto solo che la copertina per me è brutta. Cioè, meglio, non risponde ad uno dei fini della copertina, che è quello di introdurre qualcosa che riguarda il romanzo. Senza arrivare a certe posizioni degli americani – ne parlavo con Mauro privatamente tempo fa a proposito della copertina originale di Arrogant Alibi di Daly King in cui si dava in’informazione davvero troppo anticipatrice di quello che si sarebbe letto nel romanzo. Qui si arriva all’estremo opposto. Ricordo le copertine di Jacono e come Jacono operava: leggeva tutto il romanzo prima e poi, l’immagine che gli si formava nella mente che meglio di altre a lui avrebbe ispirato quel romanzo, la traduceva sotto forma di copertina. Qui, una immagine con il tiro a segno con al centro la morte, cosa ispira secondo te? Potrebbe essere presa e applicata a qualsiasi giallo, non per forza ad uno.
aprile 1st, 2015 at 09:45
Per quanto riguarda Crispin, bisognerebbe sapere se il GM ne detiene ancora i diritti (“La mosca dorata” è stata pubblicata con la stessa traduzione del GM della Dettore nel 2013 per Giano/Neri Pozza)
aprile 1st, 2015 at 09:58
Volevo proporre una idea…se si facesse un gruppo su facebook dedicata al giallo mondadori?
aprile 1st, 2015 at 11:03
Sul mio blog, analisi del romanzo in esame, approntato sulla base della Palmina N.208 del 1939:
http://lamortesaleggere.myblog.it/2015/04/01/nicholas-blake-le-pentole-del-diavolo-theres-trouble-brewing-1937-trad-alfredo-pitta-i-libri-gialli-n208-mondadori-1939/
aprile 2nd, 2015 at 13:08
Arrivato in edicola questa mattina, subito acquistato e pronto a metterlo in lettura nei prossimi giorni, appena finisco il libro che ho già iniziato.
aprile 2nd, 2015 at 18:36
Se non erro, Alessandro, solo due racconti con Mr Tarrant sono stati tradotti in italiano. Tutti gli altri sono inediti. Informo te e gli altri lettori interessati che stiamo seriamente pensando al progetto di una edizione completa dei racconti con Mr Tarrant in italiano per l’anno prossimo. E prenderemo sicuramente in esame l’idea di ristampare i romanzi di King ormai introvabili
aprile 3rd, 2015 at 10:11
Oltre ai due racconti pubblicati da Polillo con Tarrant ci dovrebbe essere anche il pastiche “The Episode of the Sinister Invention” (1946), pubblicato da Garzanti nei Gialli di Ellery Queen (30 giugno 1952), come L’episodio del sinistro inventore.
aprile 3rd, 2015 at 10:36
@Mauro. Grande notizia! I romanzi di King li ho tutti, così come i due racconti, e sono veramente dei capolavori!
aprile 6th, 2015 at 15:43
Partito da un paio di giorni con la lettura. Per ora lo trovo particolare, ma decisamente sopra la media.
aprile 6th, 2015 at 17:44
Ottima anticipazione, mi sembra interessante il non trascurare la produzione più breve degli autori che, in particolare nel genere mystery-suspense, potrebbe celare gioielli superiori ai romanzi. Spero possano uscire altre antologie con inediti di Woolrich, di Stanley Ellin, ma pure gioielli del periodo classico. Sognerei una traduzione della raccolta di racconti di Paul Halter… ma forse sarebbe troppo, già è ottimo se continuano ad uscire i romanzi!
aprile 9th, 2015 at 00:15
I racconti di Paul sono scritti in un francese alla portata di chi lo sappia masticare in maniera elementare. Ancor di più quelli tradoti in inglese.
aprile 9th, 2015 at 00:15
tradotti, pardon
aprile 10th, 2015 at 16:31
Se non sbaglio però son difficili da rintracciare in lingua originale, ci provai qualche tempo fa ma senza risultato…
aprile 10th, 2015 at 21:26
Finito!
Ecco la mia recensione:
Quando mi trovo di fronte a romanzi della “Golden Age” come questo, mi vengono ancor più rimpianti nel vedere come è via via evoluta la narrativa gialla. Perché, con “Le pentole del diavolo” ci troviamo di fronte ad un libro che, confrontato ad altre pietre miliari del giallo ad enigma, è probabilmente un passo più indietro (ad un certo punto, per chi è smaliziato lettore, la soluzione balza agli occhi anche senza basarla sugli indizi che, comunque, non mancano). Ma è chilometri più avanti rispetto a ciò che oggi va per la maggiore.
La scrittura è piacevole, l’ambientazione (la fabbrica di birra) è originale, la trama è convincente (sebbene, come già detto, i personaggi, pur sostanzialmente ben definiti, non siano moltissimi e anche questo aiuta a svelare l’enigma prima delle ultime pagine) e non manca di fair play (ci sono indizi diretti insieme ad altri più sfumati). C’è anche un tocco di eccentricità e di macabro, per altro non fine a se stesso, ma inquadrato nella logica del quadro generale. Insomma: è un libro che va assolutamente letto dagli amanti del genere.
Volendo dare un voto, dargli meno di un otto abbondante sarebbe… un delitto!
maggio 21st, 2015 at 09:01
Il romanzo non è brutto, apprezzabile la verosimiglianza dei fatti raccontati: a mio avviso nelle conclusioni l’autore è pedante, come l’assassino del romanzo che svela falsa una pista moltiplicando gli sforzi per darle risalto.