Il Giallo Mondadori 3111: Morte al Parlamento

agosto 2nd, 2014 by Moderatore

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Alla Camera dei Comuni i deputati in seduta trattengono il respiro. Lord Wellacombe sta tenendo il suo discorso a favore di un provvedimento speciale per l’India: una volta approvato, autorizzerà il pugno di ferro contro i disordini scoppiati nella colonia inglese. Per un momento il tono sicuro del politico vacilla, poi l’oratore crolla a terra di schianto. Sui suoi abiti si troverà una spina intinta nel curaro. Del resto, tre lettere anonime avevano minacciato l’eliminazione di chiunque si fosse schierato per l’approvazione della legge. Sembravano farneticazioni come tante. Ora suonano come l’annuncio del peggiore degli incubi.

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8 Responses

  1. Mariano del Preite

    Un bel regalo per Ferragosto…

  2. jacopo

    Ottimo. Un altro Berkeley. Proprio un bel regalo per ferragosto.
    Ma volevo chiedere. É dal 2004 che non compare uno degli autori di gialli più inventivi della storia. Parlo di Charles Daly King. Nel 2004 è stato pubblicato Vacanze Alle Bermuda. Un buon romanzo, ma gli altri? Ne ha scritti solo 6, oltre alla raccolta di Mr Tarrant. La Polillo Editore ha pubblicato il capolavoro di King, ma poi più niente. Non c’è possibilità di leggere nei prossimi numeri un graditissimo ritorno di King, almeno per riportarlo in auge dopo le censure degli anni 40?

  3. Matteo

    Dopo due “speciali” uno più deprimente dell’ altro e le mediocri uscite di giugno-luglio, ci voleva un bel Berkeley inedito per ravvivare un po’ questa estate uggiosa, in tutti i sensi…

  4. Ezio G.

    Anch’io ho un elenco di “illustri scomparsi” da riproporre.Aspetto il
    mese di dicembre per vedere se qualcuno
    degli autori”dimenticati” ricompare.

  5. Lorenzo Trenti

    Visto che non esce nei classici deduco che è un inedito… esatto?

  6. Alberto Minazzi

    Preso anche questo (oltre a Asimov)! E già messo in lettura.
    @Jacopo. A parte la raccolta di Mr Tarrant (questa sì che sarebbe un colpaccio! Ho letto un racconto, nei Bassotti, e ne ho un altro – sempre in Polillo – prossimo alla lettura: ottime cose!), tutti i romanzi sono stati pubblicati, anche abbastanza di recente, nei Classici del Giallo. Io li ho, e li ho letti, tutti: a parte l’ultimo, Vacanze alle Bermuda, li ho comprati usati e non credo che sia impossibile trovarli così.

  7. Alberto Minazzi

    Ancora una volta, un grande regalo agostano del Giallo Mondadori: libro splendido, che ho letto e finito con grande piacere e soddisfazione e di cui mi permetto di inserire qui la mia recensione, segnalando un ampio spoiler in coda, da evitare per chi deve ancora leggere il romanzo.

    Non avrei mai pensato di dare il massimo dei voti a un romanzo basato su vicende di politica internazionale: anche in un quotidiano, sono le uniche pagine che salto a piè pari. Ma in questo caso quella parlamentare e governativa è solo l’ambientazione di un perfetto giallo ad enigma (scritto ottimamente, con uno stile fluente e sempre piacevole) in cui Berkeley si conferma un big della Golden Age, con tanto di prevedibile (ma comunque sempre piacevole) codino “rosa” tipico di quegli anni. La collaborazione di Berkeley ai radiodrammi di Ellery Queen emerge in quella che è, a tutti gli effetti, una “sfida al lettore”: a una ventina di pagine dalla fine, l’autore propone tre enigmi che il lettore è chiamato a risolvere. Il primo, l’identità dell’omicida, l’ho perfettamente centrato; nel secondo, la modalità di esecuzione degli omicidi, ho toppato (ipotizzando però, praticamente fin dall’inizio, la stessa soluzione di Lord Arthur, il protagonista e, se vogliamo, l’investigatore non ufficiale); la terza domanda (Quali fatti si nascondono dietro gli omicidi?) sinceramente non l’ho capita… Posso dire comunque che sono riuscito a svelare gran parte degli enigmi secondari e il chiaro indizio derivante dalla spiegazione del messaggio recapitato in maniera “impossibile”. Dirò di più: avendolo individuato subito, in corso di lettura, ed essendo stato così immediatamente indirizzato sulla pista giusta, secondo me ce n’è anche un altro, di indizio univoco, solo qualche pagina prima. Per non rovinare la lettura a nessuno, ne parlo però in coda, in uno spoiler separato in cui, a questo punto, analizzo in maniera più approfondita anche altri aspetti.

    SPOILER

    Mi riferisco al fatto che, anche se dovrei rileggere il primo centinaio di pagine, mi sembra che non si fosse parlato ufficialmente di “portapillole” con le spine all’interno prima che ne accennasse Lacy. Ed è questo, se è effettivamente così, il secondo indizio (meglio: il primo, in ordine di tempo) a cui mi riferisco, in aggiunta al fatto che solo qualcuno in casa poteva aver messo la lettera sul tappeto sotto la porta sorvegliata (e, sulla base di tale considerazione, balza subito all’occhio il fatto che Lacy si fosse allontanato per andare a prendere un giornale).
    Forse perché ormai sono un esperto lettore, mi è balzato subito all’occhio (sviandomi riguardo al “come”) l’insistere sui tic; però devo ammettere, come Lord Arthur, che più volte è stato detto che il veleno delle spine non era sufficiente ad uccidere. Non so, invece, se dipenda dalla traduzione, o dal fatto che è un libro del 1939, ma ho capito solo poco prima della “sfida al lettore” che il “bottone” mancante di cui si parla riguardo al posto occupato dai morti fosse nel rivestimento della sedia (io inizialmente, frequentando per lavoro diverse sedi amministrative, pensavo che si trattasse di un bottone sul banco per prendere la parola…) ed anche questo mi ha sviato.
    Tra le cose che ho intuito, annovero tra i miei successi la sostituzione di persona nell’incidente ferroviario e il fatto che Lacy fosse indiano e non inglese; devo ammettere, al contrario, che non sono arrivato all’indizio correlato dello smalto per unghie (non sapevo delle lunette) e, in toto, non ho nemmeno preso in considerazione il ruolo di Mansel (anche se mi ero chiesto, nel corso della spiegazione, come le spine fossero arrivate sui cadaveri – al riguardo, l’unica, sia pur marginale, pecca del romanzo: è assai improbabile che quel che è stato descritto sia potuto avvenire anche nel secondo omicidio).

  8. Luigi F.

    Un libro interessante, divertente e di grande stile.

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