Gli Speciali de Il Giallo Mondadori 73: Le Signorine omicidi
MIGNON G. EBERHART,
Divorzio provvisorio L’infermiera Sarah Keate e la collega Drue sono state richieste in una lontana magione per assistere un paziente ferito da un colpo di pisto- la. Poi un uomo viene ucciso e i sospetti puntano su Drue, che non gli era estranea. Toccherà a Sarah cercare di discolparla e smascherare l’assassino, addentrandosi nei velenosi segreti di una famiglia.
JAMES YAFFE,
Mammina e il suo creatore Dave, investigatore dell’ufficio del pubblico difensore di Mesa Grande, segue il caso di un cliente accusato dell’omicidio di un reverendo. Caso complicato dall’enigmatico messaggio lasciato dalla vittima in punto di morte. Per fortuna c’è la cara e insostituibile mammina a dargli una mano nelle indagini, dispensando saggi consigli e scaltre intuizioni.
AGATHA CHRISTIE,
Diritto d’asilo La moglie del parroco trova nella chiesa di Chipping Cleghorn un uomo in fin di vita. Dalle labbra del morente coglie un’ultima pa- rola: “asilo”. Non credendo alle apparenze di un suicidio, decide di chiedere aiuto a qualcuno. A una dolce e acutissima vecchietta che di nome fa Miss Marple.
EBOOK NON DISPONIBILE
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Posted in Gli speciali, Le collane del Giallo
luglio 2nd, 2014 at 12:47
Innanzitutto, una volta tanto, c’è da dirlo; copertina bellissima. Il racconto della Christie è arcinoto (non era meglio un qualcosa di più raro?) è comunque molto buono.
“Divorzio provvisorio” (wolf in man’s clothing, 1941) è uno degli Eberhart meno ristampati e ha il pregio di appartenere alla serie con Sarah Keate; per la precisione, è cronologicamente il penultimo dei titoli della bella serie (scritti quando l’autrice era giovane, e come si sa la Eberhart ha dato il meglio nei primi anni di carriera)che consta di 7 romanzi; l’arcinoto “Stanza n.18″ ristampato da Polillo, “La trappola” ristampato sui classici appena lo scorso Maggio, poi nell’ordine “L’elefante di Giada”, “Enigma nella clinica”, “Uno di noi” questo Divorzio provvisorio e infine “Tre galloni d’oro”, scritto molti anni dopo, nel 1954.
Non conosco nemmeno per sentito dire James Yaffe; che tipo di autore è? è valido? potreste consigliarmelo?
luglio 3rd, 2014 at 09:24
Quale romanzo hanno pubblicato di James Yaffe? Purtroppo da questo annuncio non si capisce il contenuto della raccolta…
Lo scrittore è un queeniano doc, il GM aveva pubblicato 4 romanzi della serie con “mammina” tra l’88 ed il ’92.
luglio 3rd, 2014 at 09:27
Mi correggo: i titoli ci sono tutti e tre!
luglio 3rd, 2014 at 11:10
Visto in edicola stamattina, comprato subito (proprio per la Eberhart) e pronto a essere messo in lettura!
P.S. (@Omar): nella consueta impeccabile introduzione, Mauro Boncompagni parla di Yaffe come di un pupillo di Dannay (cioè una metà di Ellery Queen). Siamo di fronte a un messaggio in punto di morte (per cui puro pane queeniano) e spero di trovare anche in questa lettura adeguata soddisfazione.
P.S./2: effettivamente, al posto di una Christie (che tutti o quasi hanno…) sarebbe stato più gradito un racconto magari di qualche autore misconosciuto della Golden Age
luglio 3rd, 2014 at 22:30
Yaffe ha avuto una carriera divisa in due parti: una prima parte in cui si è dedicato ai racconti, partendoin tenera età La raccolta completa dei racconti di Mammina è uscita per la Crippen and Landru, non tradotta in italiano e mi coscostò parecchio (adesso credo il prezzo sia ulteriormente aumentato). Per gli amanti del pure puzzle e in particolare del filone armchair detective è di culto, un po’ alla Harry Kemelman per dare un’idea. La seconda parte è composta dai romanzi sempre con protagonista Mammina in cui Yaffe, parole sue, cerca di mixare il giallo classico con l’hard boiled raffinato e profondo alla Ross Macdonald. In realtà siamo in presenza di romanzi gialli classici “puri” decisamente nella tradizione queeniana. Secondo me un autore da leggere assolutamente
luglio 4th, 2014 at 18:08
Alcuni dei racconti scritti da Yaffe quando era quindicenne sono tra i più bei racconti di tipo deduttivo mai scritti, tant’è vero che furono pubblicati in EQMM. Il suo primo fu “Department of Impossible Crimes” (1943), l’inizio di una serie di delitti impossibili con protagonista Paul Dawn. Al 1952 risale l’inizio di una nuova serie di racconti con Mammina, poi riuniti assieme in una raccolta dal titolo “My Mother, the Detective”.
luglio 5th, 2014 at 09:50
Finito ‘Divorzio provvisorio’, inserisco qui la mia recensione (voto: 6-).
Giallo classico tutt’altro che trascendentale (anche se ho l’impressione che risenta almeno in parte di una traduzione abbastanza tagliata rispetto all’originale). Discreta l’ambientazione in una grande casa padronale ai margini tra città e campagna (ma con ampi spazi dedicati a giardini e prati), chiara l’individuazione dei personaggi, abbastanza lineare l’evoluzione del racconto (almeno fino al finale, dove si perde un po’). Tra le note negative, il fatto che, anche nei momenti teoricamente a più alta tensione, riesce a coinvolgere poco e, quanto all’“enigma deduttivo formale” (per dirla alla Queen), pur stando in piedi la soluzione, si perdono nei toni annacquati anche gli indizi, che presentano spesso un’alta componente psicologica. Diciamo che la Eberhart ha scritto di peggio, ma anche di molto meglio (questo ‘Divorzio provvisorio’ non è nemmeno paragonabile al livello dei primi tre romanzi con Sarah Keate!).
luglio 7th, 2014 at 10:19
Alberto, se vuoi leggere raccomti in gran parte inediti della golden age, devi procurarti le antologie natalizie dei bassotti Polillo, ne sono uscite circa una decina ormai: li sì che c’ è da leccarsi i baffi!
luglio 7th, 2014 at 18:56
Ottimo il romanzo di Yaffe, autore che finora – confesso l’ignoranza – mi era sconosciuto. Poiché di solito le ‘riscoperte’ degli speciali estivi hanno fatto da apripista ad altre uscite degli stessi autori nei Classici (come per Earl Derr Biggers un paio d’anni fa) spero che almeno un altro titolo di Yaffe possa essere ristampato in futuro.
luglio 7th, 2014 at 18:58
Domanda per la redazione: il mese prossimo uscirà nei Classici un bellissimo romanzo di Ellery Queen, “L’assassino è tra noi”, che consiglio a chiunque non l’abbia già letto. Viene però riproposto per la terza volta nei Classici (la prima negli anni ’70, la seconda nei ’90): sempre nella stessa traduzione, o si è pensato a un restyling così da rendere appetibile il titolo anche per chi possiede già la vecchia versione?
luglio 8th, 2014 at 12:34
@Matteo. Ho preso (e apprezzato) la prima natalizia e ho preso anche le due antologie sulla camera chiusa e sui delitti impossibili… è proprio per questo che auspicavo che anche Mondadori andasse a ripescare qualche “novità” di una ottantina di anni fa!
luglio 11th, 2014 at 00:14
Lo ammetto: partivo prevenuto, forse perché trovo “Mammina” un’orribile traduzione per il nome di un personaggio. E non mi ispirava particolarmente anche il fatto che lei e suo figlio (così come l’autore) siano ebrei e che – in maniera particolare in questo giallo, imperniato sul tema religioso – ciò venisse spesso rimarcato nel confronto con le altre credenze, più o meno ufficiali. Ma devo ricredermi ed ammettere che si tratta di un vero e proprio capolavoro e che Mammina (una sorta di Nero Wolfe, ma non odioso) è un personaggio geniale e al tempo stesso simpaticissimo.
Baso la mia valutazione non tanto sulla narrazione (incentrata, in prima persona, sulla figura dell’investigatore dell’ufficio del difensore pubblico), fluente ma ben distante dai binari classici e quindi personalmente meno ricca di attrattive rispetto ad altri autori più vicini al canone della golden age; né su come sono tratteggiati i personaggi, la maggior parte dei quali tutto sommato poco profondi, anche se ben identificabili.
Il vero punto di forza del romanzo deriva dall’assoluto fair play dell’autore nel dare al lettore non uno, ma molteplici indizi, tutti ricondotti ad unum nella spiegazione, e dal fatto che tutto ciò non pregiudica dalla produzione di un finale assolutamente pirotecnico ed inatteso, in cui il messaggio in punto di morte (Oro, incenso e mirra) viene continuamente ribaltato in una direzione e subito dopo in quella opposta, non senza una sorpresa anche nella coda finale.
E, come nelle migliori magie, pur avendo tutti gli elementi in mano, non sono stato in grado nemmeno di abbozzare una soluzione nel momento in cui Mammina la rivela al figlio. Ripeto: alla fine, sta realmente tutto perfettamente in piedi (anche se, personalmente, avrei preferito la prima soluzione, sebbene non spiegasse tutto).
Mi permetto solo due critiche, una all’autore e una al traduttore: la prima riguarda il non aver spiegato come Mammina sia stata illuminata dal balletto dallo “Schiaccianoci” (l’autore glissa e il dubbio, personalmente, mi resta); la seconda, un “né” al posto di un “ma”, nella coda del romanzo, che costringe a più riletture di un passaggio di pagina 344, che, così com’è scritto, rende a prima vista incomprensibile il ragionamento di Mammina.
luglio 12th, 2014 at 16:43
Mi fa piacere che ti sia piaciuto Alberto e mi spingo a dire che i racconti sono anche superiori
luglio 13th, 2014 at 21:59
@Andrea. Dove si possono trovare, i racconti?
luglio 16th, 2014 at 14:27
Io direi che Yaffe quando era un ragazzo ha confezionato delle storie
su delitti impossibili che da adulto non è riuscito più a replicare. Ecco perchè i racconti sono superiori ai romanzi.
luglio 16th, 2014 at 19:02
I racconti con protagonista Mammina, sono stati pubblicati integralmente nella raccolta “my mother, the detective”, edita da crippen and landru e mai tradotta in italiano. Per chi mastichi un po’ l’inglese comunque non presentano particolari difficoltà di comprensione. In italiano ne sono stati pubblicati alcuni nella vecchia rivista “i gialli di ellery queen” della quale qualche numero è tuttora reperibile su alcuni siti di libri usati. Ti allego l’elenco dei numeri, credo, completo http://www.genovalibri.it/giallequeen/lista.htm
Spero di esserti stato di aiuto
luglio 21st, 2014 at 23:43
Grazie a tutti per le indicazioni sui racconti!
luglio 22nd, 2014 at 19:00
“Reparto casi impossibili” di Yaffe è anche contenuto nel volume “Inverno giallo 83-84″ di Mondadori più accessibile sicuramente dei fascicoli Garzanti, piuttosto rari.