Il Giallo Mondadori 3105: Vittime rituali
Una figura velata da una tunica bianca che leva un coltello contro una donna inerme. È la visione spettrale che, oltre la finestra di un castello rischiarato dalla luna, scorge dal treno uno scioccato Roderick Alleyn. L’ispettore capo di Scotland Yard è ufficialmente in vacanza con moglie e figlio nel Sud della Francia, ma in realtà si trova sul posto per indagare su un giro di trafficanti, che potrebbe avere la sua base proprio nella fortezza teatro della sconvolgente scena. Là risiede l’enigmatico Oberon, leader di una confraternita dedita a pratiche esoteriche. Solo innocue messinscene o riti macabri di un culto che uccide? Toccherà ad Alleyn, muovendosi in incognito, scoprire se dietro le antiche mura si celi qualcosa che trascende la ragione o se invece operi un ben più prosaico racket della droga. E dovrà agire in fretta. Prima che qualcuno scelga la sua prossima vittima molto vicino a lui.
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Posted in Giallo (serie regolare)
maggio 5th, 2014 at 10:09
Vediamo se la Marsh, che non mi ha mai convinto fino in fondo, riesce a farmi cambiare idea…
maggio 5th, 2014 at 11:31
Di quale romanzo di Marsh si tratta?
maggio 5th, 2014 at 17:56
Lo consiglio a tutti, insieme ad altre due uscite di questo mese: Allingham ed Eberhart. E complimenti al Giallo per il menu complessivo di maggio.
maggio 12th, 2014 at 13:33
Partito ieri con la lettura. Alla fine vi dirò…
maggio 13th, 2014 at 15:16
C’è qualche possibilità di vedere ripubblicato “Rito macabro” sempre della Marsh?
maggio 14th, 2014 at 16:06
Salvatorangelo, nei prossimi mesi sono previsti altri due inediti della Marsh. Il titolo che tu citi (“Off With His Head” in originale) andrebbe completamente ritradotto, e non è escluso che questo sia possibile (dato che è un gran bel romanzo) se il volume appena uscito e gli altri due previsti fossero accolti bene dal pubblico.
maggio 15th, 2014 at 12:20
Grande notizia, due inediti della Marsh. Incrociamo le dita per quanto riguarda Rito macabro.
maggio 15th, 2014 at 17:30
Finita la lettura, che merita delle precisazioni per spiegare le contraddittorie sensazioni che mi ha lasciato.
Se si chiarisce bene il genere (romanzo d’avventura – quasi di controspionaggio – con venature gialle), il voto si alza. Come romanzo giallo tout court, tanto più di matrice classica, è invece deludente. L’avventura di Roderick Alleyn in Francia, con moglie e figlio, per collaborare a debellare un’associazione a delinquere/setta finalizzata allo spaccio di stupefacenti è decisamente più simile a un libro di Wallace (o, ancor meglio, a molti titoli della serie con Diamond di Lovesey) piuttosto che a un giallo ad enigma, fosse scritto anche da un autore di non primissimo piano.
Ngaio Marsh scrive bene, anche se è un po’ prolissa, e qualche colpo di scena non manca. Ma il lettore che voglia cimentarsi con l’investigatore ‘di carta’ nella gara per trovare la soluzione, può farlo solo per aspetti secondari, piuttosto che sulla vicenda centrale, che si risolve esclusivamente nel vedere come Alleyn riesce a portare a compimento la propria missione.
maggio 16th, 2014 at 15:48
Il romanzo è effettivamente un thriller, Alberto, e va letto come tale per poterlo gustare appieno. È comunque un titolo rappresentativo nell’opera omnia di Ngaio Marsh, autrice molto più eclettica e disposta a sperimentalismi e contaminazioni di quanto comunemente non si creda.
Per dirtene una: quando Julian Symons dovette scegliere dieci ristampe (solo dieci) per festeggiare i cinquant’anni del Collins Crime Club nel 1980, insieme a capolavori come La serie infernale della Christie, Il labirinto di Philip MacDonald e Un pomeriggio da ammazzare di Shelley Smith, della Marsh scelse proprio questo romanzo.
Quanto a Lovesey, non direi proprio che la sua serie con Peter Diamond non appartenga al giallo enigma, anzi… Alcuni degli enigmi più intelligenti e originali che il giallo classico abbia prodotto in questi ultimi trent’anni si trovano proprio nei suoi romanzi.
maggio 17th, 2014 at 18:24
Giustamente, Mauro, dovevo precisare che mi riferivo ai titoli più recenti della serie di Diamond (ma anche, ad esempio, alla Bambina senza nome, tanto per citare uno dei titoli su cui ho basato il giudizio). So bene che Lovesey è anche molto altro, ma l’ho citato come esempio (sia pure, lo ammetto, in modo incompleto) per rendere più utile la mia recensione.
PS.: essendo io un amante molto settoriale del giallo della Golden Age, i prossimi inediti della Marsh come li inquadreresti?
maggio 18th, 2014 at 21:52
I prossimi inediti della Marsh (ma ovviamente attendiamo che siano acquistati e messi in programma – uno all’anno, credo) appartengono più al genere detection classica, Alberto.
maggio 20th, 2014 at 13:26
Ottimo, Piero! Del resto, mi fido del tuo giudizio praticamente a scatola chiusa.
P.S.: ho iniziato in queste ore ‘Colpo di scena’ di Lovesey, che hai tradotto tu… Vediamo come lo trovo!
maggio 21st, 2014 at 13:46
A proposito di Lovesey ho letto in una sua recente intervista che sta finendo
l’ultimo romanzo della serie P.Diamond,
se non sbaglio gli inediti ora sono quattro:uno all’anno e siamo a posto sino al 2018(!).
maggio 21st, 2014 at 19:31
Il titolo di Lovesey che hai scelto dovrebbe rientrare nelle tue corde, Alberto, ma non mi pareva che lo avesse tradotto un certo Piero. Se non li conosci, comunque, ti consiglio altri due Lovesey difficilmente superabili: Il signore degli enigmi (Bloodhounds, 1996, uno dei migliori gialli di camera chiusa dell’ultimo mezzo secolo) e Marea (The House Sitter, 2003, un poliziesco geniale su come commettere un omicidio in pubblico e farla franca… o quasi).
maggio 23rd, 2014 at 17:21
Lapsus: ho scritto Piero (pensando a De Palma…) ma intendevo Mauro! Ho letto Il signore degli enigmi e mi è piaciuto, Marea lo leggerò a questo punto quanto prima.
maggio 24th, 2014 at 11:07
Per chiudere il discorso sul mio lapsus, ho ben chiaro da dove nasce: con appena dietro Alberto Cottini (che stimo, pur conoscendolo meno e da meno tempo), senza nulla voler togliere agli altri le tre “autorità” del giallo in Italia sono, secondo me, in un elenco che non è assolutamente una classifica, Pietro De Palma (con il quale, pur non conoscendolo di persona, mi è capitato più volte di avere il piacere di confrontarmi, anche su questo blog), Mauro Boncompagni (che onore aver ricevuto qui una risposta personalizzata da quello che ritengo veramente un mito! E che bello è stato, qualche tempo fa, scoprire tra le lettere di un vecchio Giallo Mondadori che anche lui, all’inizio, era un semplice, sia pur ferratissimo, lettore…) e Igor Longo (approfitto per chiedere: a quando il prossimo Halter?).
A proposito di questi ultimi due, perché non approfittate della stima che non solo il sottoscritto vi tributa per rilanciare in Mondadori l’ottimo esperimento, purtroppo finito troppo presto, che avete portato avanti qualche anno fa in Shake, con la collana nNoir Selavy? Autori come Keeler o, visto che siamo tra i commenti di una neozelandese, del suo conterraneo Berrow (e voi, avendo molte più conoscenze del sottoscritto, ne avrete in mente anche altri) sono stati una bellissima scoperta, che ho fatto, come dicevo nella risposta precedente, “a occhi chiusi”, contando sulla stima che ripongo in coloro che li proponevano. Venendo ripagato peraltro appieno.
Non è una questione di prezzo di copertina (ovvio: se venissero inseriti nel Giallo o nei Classici, sarebbe la soluzione migliore anche per il portafoglio!), quanto una considerazione legata al fatto che, a parte qualche titolo qua e là nelle collane da edicola della Mondadori (penso, nel 2014, alla Marsh o a Berkeley, oltre ai già citati contemporanei Halter e Lovesey), l’unico editore che sostiene attualmente il giallo inedito in stile Golden Age è Polillo, ma non tutti gli ultimi Bassotti sono ai livelli di alcuni titoli precedenti. Credo, invece, che il materiale per soddisfare noi appassionati non mancherebbe!
P.S.: chiudo tornando a Lovesey. Personalmente, i gialli di questo autore che preferisco non sono quelli con Diamond o Bertie, ma la serie di Cribb (mi vengono in mente “Un fantasma per Cribb” o “La statua di cera”). E poi non posso dimenticare il primo che ho letto di questo autore: “Il falso ispettore”, davvero bello e ben scritto!
maggio 26th, 2014 at 11:35
Finito “Colpo di scena”: inserisco la mia recensione nella discussione sul libro in questione.
agosto 19th, 2014 at 04:54
Pienamente d’accordo con Alberto Minazzi. Io sono un appassionato di gialli e dal titolo e la trama mi sarei aspettato un giallo un po’ horror. Invece mi è sembrato piuttosto un romanzo di spionaggio e di avventura un po’ anche poliziesco ma no giallo.