Cinque strade per il delitto (1320)
Io sono sempre stato migliore di Philip Bartels, in tutto. Incidentalmente, sono un assassino. O meglio, sono uno che ha commesso impunemente il suo delitto sotto gli occhi di un funzionario di polizia. Ma questo nulla toglie al valore della mia testimonianza. Philip Bartels era un enigma per tutti, tranne che per me. Io sono l’unico in grado di ricostruire fin nei minimi dettagli i fatti in cui è stato coinvolto, perché conoscevo bene tutti i protagonisti della vicenda. E poi ventotto anni sono un tempo sufficiente per riuscire quasi a leggere nella mente di una persona. Io ci sono riuscito, con lui. So come e cosa pensava. C’è un solo mistero che mi ha sempre sconcertato: per quale motivo Philip Bartels abbia fatto quello che ha fatto. Finché non l’ho scoperto. John Bingham (1908-1988), inglese, esordisce come autore di detective novels nel 1952 con Mi chiamo Michael Sibley. A questo romanzo, narrativamente innovativo e insolitamente crudo per l’epoca nel rappresentare i metodi investigativi della polizia, ha fatto seguire numerosi altri titoli, tra i quali anche thriller e spy story. Durante la Seconda guerra mondiale ha lavorato nel controspionaggio britannico, e a lui si è ispirato John le Carré per il personaggio di George Smiley.
All’interno, il racconto “L’imbrattatele di Pietrasanta” di Marco Phillip Massai.
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aprile 4th, 2013 at 18:54
Un altro Bingham che non ho!
Peccato che sia ingiustamente autore poco conosciuto, Bingham, perchè lo meriterebbe.
Fu tradotto in Italia, non dico molto ma neanche poco, una cinquantina di anni fa, forse sessanta. Poi è stato dimenticato.
L’operazione di Mauro fa onore ad entrambi.
aprile 5th, 2013 at 12:57
Io ho comprato anche questo
aprile 5th, 2013 at 13:26
Fa onore soprattutto a Bingham, Piero, un autore che andrebbe davvero riscoperto. Questo è uno dei suoi migliori romanzi, una storia degna del più graffiante Francis Iles, e va letta assolutamente, se non la conoscete. Per chi legge in inglese, consiglio una biografia appena uscita sulla figura di Bingham (e sui suoi contrastati rapporti con le Carré): “The Man Who Was George Smiley” di Michael Jago. Io la sto compulsando or ora, ed è una lettura appassionante, che fa capire anche molte cose del mondo editoriale inglese subito dopo la Seconda guerra mondiale.
aprile 7th, 2013 at 11:51
Non conoscevo Bingham, è stato una piacevolissima scoperta. Trama avvincente e stile introspettivo, tra Simenon e la Rendell. Ottima proposta.
aprile 8th, 2013 at 11:20
Il primo, ripubblicato esattamente un anno fa, “My Name Is Michael Sibley”, Mi chiamo Michael Sibley, CGM 1295, è uscito sotto silenzio: ho paura che sia stato sottostimato dai lettori.
Un peccato perchè è un capolavoro autentico!
Prossimamente uscirà sul mio blog la recensione.
aprile 9th, 2013 at 16:31
Semplicemente anche i classici del giallo di questo mese sono semplicemente straordinari e vanno presi assolutamente,senza se e senza ma.Un 2013 di elevatissimo livello,per quanto mi riguarda.
aprile 9th, 2013 at 16:33
In effetti ‘My name is Michael Sibley’ è un gran giallo.
Questo ‘Cinque strade per il delitto’ è nettamente inferiore soprattutto nella prima parte gravata da lungaggini e staticità.
aprile 15th, 2013 at 21:35
Sono qui non per l’ottimo romanzo di John Bingham, ma per il racconto “L’imbrattatele di Pietrasanta” di Marco Phillip Massai. Una storia rapida e frizzante. Ricca di ironia. Giaco e un personaggio che ti entra subito dentro; l’autore ha ricreato un’atmosfera d’epoca credibile e viva.
Voi, che avete già commentato, ma anche a quelli che lo faranno, che ne pensate?
grazie
aprile 19th, 2013 at 18:27
Il racconto di Marco Phillip Massai
mi è piaciuto.Avremo il piacere
di leggerne altri?
aprile 19th, 2013 at 22:14
Confermo quanto detto da Miller. Il racconto del Massai “L’imbrattatele di Pietrasanta” è un giallo godibilissimo e davvero ben scritto. Mi ha ricordato l’Arsenio Lupin di Leblanc e quello dei telefilm di una volta.
aprile 20th, 2013 at 12:42
Prima di leggere il romanzo di Bingham, mi sono deliziata col racconto italiano pubblicato nelle ultime pagine.
Artista da strapazzo, ladro, donnaiolo e acuto osservatore, “L’imbrattatele di Pietrasanta” ha tutte le carte in regola per suscitare la simpatia dei lettori grazie all’abile scrittura di Marco Philip Massai (un autore che sembra soffrire delle imposizioni sul numero di caratteri e sarebbe pronto a misurarsi su più lunghe distanze).
Oltre al protagonista ben tratteggiato, Massai ben dipinge anche i personaggi di contorno e l’ambientazione, trascinandoci in una trama gustosa e rocambolesca che non mancherà di divertirci e incuriosirci fino alla fine.
Lettura più che mai consigliata.
aprile 21st, 2013 at 18:35
Come Mariano non conoscevo Bingham, ma dopo aver letto “Cinque strade per il delitto” credo proprio di dover colmare questa lacuna! Un signor giallo, davvero, e vedervi abbinato un mio racconto è insieme una grande fortuna e una grande soddisfazione.
Ringrazio di cuore Miller, EzioG, Maria Rosaria e CatiaP: leggere i vostri commenti è stata una vera emozione! Grazie, grazie, grazie.
@Ezio: sto scrivendo e scriverò di certo altre storie su Giaco da Pietrasanta… vederle pubblicate, o meno, dipenderà unicamente dalla qualità che ne verrà fuori. Per ora incrocio le dita e lavoro sulla tastiera, ancora più carico dopo i vostri commenti!
aprile 23rd, 2013 at 07:52
Pubblicato ieri, sul mio Blog, un articolo di analisi su
“Il mio nome è Michael Sibley” di John Bingham. Il link è :
http://lamortesaleggere.myblog.it/archive/2013/04/22/john-bingham-mi-chiamo-michael-sibley-i-classici-del-giallo.html
maggio 25th, 2013 at 11:57
Seguire le vicende di Giaco da Pietrasanta mi ha regalato lo stesso brivido di piacere che provavo da bambina, guardando le avventure di Zorro e di Arsenio Lupin. Racconto ben scritto e divertente, in cui la ricostruzione storica è affidata ai piccoli particolari, con un’impeccabile trama gialla e un grande gusto dell’avventura.