Non era una colomba (1317)
Il tonfo sordo di un corpo precipitato dal quattordicesimo piano è uno di quei rumori che non si dimenticano. E non se lo dimenticherà il poliziotto che, passeggiando in servizio per le strade di
Manhattan, alza casualmente gli occhi e vede quella figura bianca cadere ondeggiando nel vuoto. La vittima è Barbara Baron: stava partecipando a una sfilata in abito da sposa, poi quell’ultimo volo mortale. Incidente, suicidio o omicidio? All’ispettore McKee, titolare delle indagini, non occorre molto tempo per capire che si tratta di un delitto. Tutt’altro che facile sarà invece dare un volto all’assassino. La bella Barbara si è lasciata dietro una scia di cuori infranti, di rancore e di odio. E la lista delle persone che ora non piangono la sua tragica fine potrebbe essere molto lunga.
Helen Reilly (1891-1962), nata a New York, è stata autrice di gialli e madre di due gialliste, Ursula Curtiss e Mary McMullen. Caratteristica dei suoi abili intrecci polizieschi è l’ambientazione nel mondo della media e alta borghesia. Il suo personaggio più noto è l’ispettore di polizia Christopher McKee. Si è firmata anche con lo pseudonimo di Kieran Abbey ed è stata nel 1953 presidente di Mystery Writers of America, l’associazione che assegna il premio Edgar
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
febbraio 3rd, 2013 at 15:25
Questo è il solo romanzo che non avessi di Helen Reilly, tra quelli usciti in Italia, per cui..mi fa molto piacere.
Altri Reilly editi da Mondadori:
Pierà per la sposa, La maschera dell’odio, Mano di velluto, Opere di male, Il segreto del milionario, Il giorno in cui veronica morì, Morte-express.
Jon L. Breen in “The Fine Art of Murder”, la pone come una seguace di Van Dine, e mette in stretta relazione con il Tatcher Colt di Anthony Abbot, il suo ispettore scozzese Christopher McKee. Si potrebbe dire che Helen Reilly nei romanzi con l’Ispettore confezioni dei Police Procedural, e per di più ella utilizza per l’investigazione poliziesca la scienza applicata, così da poter esser confrontata con altri due grandi romanzieri, Crofts e Freeman.
febbraio 5th, 2013 at 13:08
Quindi non mi sembra tanto “vandiniana”.
febbraio 5th, 2013 at 19:13
Lo è, lo è.
Hai letto Abbot? Abbot è un vandiniano per eccellenza: il suo Thatcher Colt è Capo della polizia, quindi i romanzi di Abbot sono dei Procedurals, e Thatcher Colt utilizza applicati all’epoca all’avamgiardia per l’investigazione. Del resto come avevano fatto altri come Crofts e Freeman. Vuoi dire che Abbot non sia stato un vandiniano?
Beh, per la Reilly dei primi romanzi il procedimento è simile.
febbraio 6th, 2013 at 22:04
So che qualcuno si arrabbierà, perché stiamo andando fuori tema… A suo tempo, l’unico Abbot che non comprai fu ‘Killer 3′, perché mi sembrava ben diverso dal resto dell’opera dell’autore, quasi una sorta di hard boiled… Di certo, Piero saprà dirmi qualcosa a riguardo (eventualmente sulla mia mail – la ha -), anche perché, pentito ex post della mia scelta di allora (ammetto che non conoscevo l’autore), non sono ancora riuscito a trovarlo nei mercatini dell’usato
febbraio 7th, 2013 at 18:44
No, Alberto è un argomento OT : quando scriverò il pezzo ne parlerò più diffusamente.
Comunque..è un Abbot molto diverso per es. da About the Murder of Geraldine Foster.
Alcuni hanno eccepito che non sembra neanche Abbot.
aprile 19th, 2013 at 13:39
romanzo confuso non so se per colpa della traduzione; peccato, l’idea era ottima