Mi chiamo Michael Sibley (1295)
John era mio amico, ci conoscevamo dai tempi della scuola. E la notizia della sua morte nell’incendio della villetta che aveva preso in affitto mi ha sconvolto, come potete immaginare. È stato un terribile incidente. Quei due poliziotti, invece, dicono che è stato ucciso, e mi hanno fatto un sacco di domande. Sospettano che io sia implicato in qualche modo, ma si sbagliano di grosso. E tutto per quella mia piccola bugia… D’accordo, il giorno prima ero stato a casa di John, e allora? Ho solo avuto paura che potessero pensare male. Ma è assurdo, mentre io sto qui a giustificarmi c’è un assassino in libertà. Mi chiamo Michael Sibley, e sono innocente. Spero che almeno voi mi crederete.
John Bingham (1908-1988), inglese, esordisce come autore di detective novel nel 1952 con Mi chiamo Michael Sibley. A questo romanzo, narrativamente innovativo e insolitamente crudo per l’epoca nel rappresentare i metodi investigativi della polizia, ha fatto seguire numerosi altri titoli, tra i quali anche thriller e spy story. Durante la Seconda guerra mondiale aveva lavorato nel controspionaggio britannico, e a lui si è ispirato John le Carré per il personaggio di George Smiley.
All’interno, il racconto “Wholesale” di Cinzia Bettineschi.
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aprile 2nd, 2012 at 18:41
Finalmente!
Grazie Mauro e Grazie Mondadori, ovviamente.
John Bingham è un grandissimo autore, stranamente poco conosciuto in Italia. Molti anni fa, negli anni ’50, alcuni suoi romanzi furono pubblicati da I Romanzi del Corriere, una pubblicazione del Corriere della Sera. Parecchi nomi interessanti furono pubblicati in questa serie: da Julian Symmons (Gli ultimi fuochi), a Kenneth Hopkins, da John Bingham a Philip MacDonald, da William Krasner a Herbert Brean.
Ed era ora che venisse rispolverato, questo “Mi chiamo Michael Sibley”!
A dirla tutta..era l’unico Bingham di quella serie che mi mancasse 😉
aprile 3rd, 2012 at 08:23
E’ un romanzo del 1952 ed à considerato il capolavoro di questo autore sconosciuto.
Vedremo…
aprile 4th, 2012 at 14:04
Sconosciuto forse qui da noi, caro Marius, ma non certo in Inghilterra, dove le sue opere continuano a essere ristampate (da ultimo, con prefazioni di John Le Carrè). Bingham è un autore che ha tentato molti generi con esiti non sempre omogenei, e lo dico a ragion veduta perché conosco TUTTA la sua produzione, in gran parte inedita in italiano. Ma nei suoi romanzi migliori, come questo e due o tre altri (che vorrei inserire nei Classici, sempre con la benevola comprensione di Franco Forte), ha raggiunto vertici davvero mirabili. Nel genere del “crime novel”, il Michael Sibley ha pochi rivali, oltre che una modernità che molti romanzi, anche più recenti, si sognano. Insomma, per me Bingham è un maestro, punto.
aprile 6th, 2012 at 13:39
Caro Marius, il fatto che un autore sia presso di noi sconosciuto (o quasi) perchè di Bingham cinquant’anni fa son stati pubblicati parecchi romanzi, non significa necessariamente che sia dappoco. Per es. William Krasner lo hai mai sentito nominare? Eppure ti posso assicurare che si tratta di uno dei più grandi scrittori hard-boiled, sponsorizzato per la pubblicazione dei romanzi in patria, da Raymond Chandler in persona. Il che, come puoi immaginare, significa parecchio.
Oppure gli sconosciuti autori pubblicati ultimamente da Polillo o Shake. Sapevi tu dell’esistenza di Chambers prima che venisse pubblicato il suo romanzo da Polillo? o di Parke, stranamente somigliante a La poltrona n.30 di Ellery Queen? Io sì, ma perchè era stato già pubblicato in Italia in edizione tagliata, circa sessant’anni fa o qualcosa di più; e perchè di Chambers avevo letto delle cose in blog stranieri.
O avevi mai sentito parlare dell’opera vandiniana “The Death in the Dark”, di George Antheil, una leggenda in America, che ci invidiano perchè pubblicata in Italia qualche anno fa e da loro invece non pubblicata da eoni? Eppure sono autori validissimi, alcuni oserei dire interessantissimi. Eppure non li pubblicava nessuno, e non li conosceva nessuno, prima che delle persone – di buon cuore 😉 – li proponessero.
Bingham è un autore importantissimo e questo romanzo è uno dei suoi migliori. Io quindi auspico che altri ne vengano pubblicati. Magari…quelli che già io non posseggo
aprile 7th, 2012 at 12:52
Un plauso alla Mondadori, che comunque ha fatto per il giallo più di qualsiasi altra casa editrice in Italia. Nel giallo classico c’è ancora tanto da scoprire (o riscoprire), per cui ben vengano queste pubblicazioni anche di autori sconosciuti al grande pubblico(io, ad esempio, non ho letto niente di Bingham), o la riproposizione dei grandissimi come Carr.
aprile 8th, 2012 at 18:01
Caro Piero, se rileggi quello che ho scritto vedrai che non ho affatto detto che Bingham è un autore dappoco.
Ho solo detto che è sconosciuto e appunto per questo ho comperato il romanzo e mi riservo di dare un giudizio post lettura.
aprile 8th, 2012 at 18:06
Caro Piero, se rileggi quello che ho scritto vedrai che non ho affatto detto che Bingham è un autore dappoco.
Ho solo detto che è sconosciuto e appunto per questo ho comperato il romanzo e mi riservo di dare un giudizio post lettura.
Conosco invece benissimo ‘The death in the dark’ e lo giudico effettivamente un grande romanzo anche questo di un autore sconosciuto.
ciao
aprile 10th, 2012 at 08:55
The Death in the Dark è un bel romanzo, ma è uno di quei romanzi supervandiniani, che possono piacere o no. A me piacciono molto, e ora so anche a te. A taluni non piacciono invece perchè si guarda in quel caso non al riferimento relativo del periodo, ma a quello assoluto, come se quelle opere fossero scritte oggi. Se ciò accadesse, chi ne prende le distanze ne avrebbe ben donde, ma quelle, furono scritte ottant’anni fa e allora i procedimenti stilistici e anche le trovate, che oggi giudicheremmo vecchie come il mondo, erano nuove, e quindi elettrizzanti.
aprile 11th, 2012 at 18:59
veramente un ottimo romanzo, attualissimo, scrittura scorrevole,plot piacevole con personaggi ben definiti psicologicamente, speriamo in altre uscite di questo autore.
aprile 13th, 2012 at 14:29
Altre uscite di questo autore? Speriamo proprio di poterti accontentare. Io ho buone speranze.
giugno 23rd, 2012 at 16:09
Anche qui, dato che spesso i racconti in appendice vengono un po’ trascurati, io spezzo una piccola lancia a favore del racconto “Wholesale” di Cinzia Bettineschi, autrice che ho avuto la fortuna di incrociare sul forum della WMI. Davvero un bel racconto. Per certi versi “cattivo”, diciamo un noir d’azione e colpi di scena che mi piace molto. Braba Cinzia 😉