Virgil Tibbs: Cinque giade preziose (1266)
Virgil Tibbs, ispettore della polizia di Pasadena, non sa nulla di giade. Almeno fino a quando Francis Wang Fu-sen, importatore cinese che ha fatto fortuna in America, non viene trovato morto nel suo studio: assassinato con un pugnale di giada nel cuore, quattro pezzi di giada rossa disposti intorno al corpo. Un omicidio rituale? Un macabro avvertimento?Unica erede è la giovane, sensuale Yumeko, originaria del paese del Sol Levante. Ma la giada è davvero il movente dell’omicidio? Ci vuole ben altro per convincere un segugio come Tibbs…
John Ball (1911-1988), frequentò il Carroll College nel Wisconsin, poi la University of California. Si arruolò in aviazione nella Seconda guerra mondiale, e continuò a volare anche successivamente. Nel 1958 diventò scrittore a tempo pieno. Ha vinto l’Edgar nel 1965 e il Gold Dagger nel 1966.
All’interno, l’articolo “Il nuovo detective nel giallo”di Sabina Marchesi.
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
marzo 2nd, 2011 at 10:49
Figata!
E’ prevista la pubblicazione di altri titoli di Ball?
–LP
marzo 2nd, 2011 at 13:12
azz (ehm..scusa l’entusiasmo) lo voglio….
marzo 3rd, 2011 at 10:22
Beccato!
marzo 3rd, 2011 at 17:44
grandissimo Ball !!! grandissimo Tbbs , grandissimo Poitier
marzo 3rd, 2011 at 21:18
Direi di sì, Lorenzo, ma vediamo com’è la risposta del pubblico su questo.
marzo 4th, 2011 at 12:05
Grazie, Mauro.
Speriamo nella risposta positiva: terrò le orecchie aperte.
–LP
marzo 4th, 2011 at 13:28
Scusate ma ho spesso problemi di collegamento solo con questo blog. Problema solo mio?
Un saluto al grande Mauro.
marzo 4th, 2011 at 17:34
Grazie, caro Fabio, contraccambio volentieri. Sei una specie di fiume in piena, in questi ultimi tempi, e si fa fatica a starti dietro. Ma un grosso grazie per le tue ottime analisi e per la passione intelligente con cui segui il genere che tutti amiamo.
marzo 4th, 2011 at 22:09
Questa me la segno. Prima di schiantare fra qualche minuto (solita iperbole lottiana, penso che lo schianto avvenga fra qualche giorno) mi piacerebbe scrivere qualcosa, almeno per una volta, su “I segreti del giallo”, non so sulle detective lady, sui rapporti fra giallo e scacchi, per esempio. Insomma io lo dico, poi si starà a vedere.
marzo 5th, 2011 at 17:29
La mia risposta è negativa… ma la risposta dei vecchi amanti del classico, ormai tesi verso altri lidi, pare superflua di questi tempi!
marzo 5th, 2011 at 17:34
Guarda guarda chi si rivede, il grande Boncompagni ! Felice di rivederti, professore! Chissà perchè compari sempre a marzo – aprile, con la primavera e non in altri periodi..
Proprio martedì sera alle 23 circa, ho fatto qualche chiacchiera al telefono con Luca e anche della tua assenza sul Blog, tra l’altro, si è parlato. E da quello, si è poi parlato di altro.
Colgo l’occasione del saluto, anche per ringraziarti del regalo che mi/ci hai fatto: non tutti si ricorderanno di una cosetta che scrissi non mi ricordo a proposito di cosa l’anno scorso, riguardante una celebre Camera Chiusa di Pentecost, un unicum nella sua produzione (o quasi) e Mauro in quell’occasione intervenne e annunciò che quanto prima proprio quella cosa di Pentecost sarebbe stata ripubblicata. Ecco, proprio il mese prossimo è annunciata.
Grazie, Mauro.
Ti ringrazierei di più, se riuscissi a regalarci anche qualche bell’inedito, riuscendolo a pubblicare prima che altri lo facciano. A parte il Berkeley assodato: un Philip MacDonald, un Clifford Orr o un Virgil Markham o un Alan Thomas, per esempio. Non sarebbe male 😉
marzo 5th, 2011 at 18:03
Che altri pubblichino delle cose prima che ci pensi Mondadori, tu ovviamente non hai alcun demerito,Mauro. Ci mancherebbe altro. Francamente mi son compenetrato molto in te anche per quello che si disse tempo fa: fa una certa sensazione il vedere che un grosso editore non riesce ad arrivare laddove ci riesce uno piccolo. Sempre ovviamente che il grande avesse effettivamente la voglia di fare quello che ha fatto il più piccolo, cosa di cui col tempo ho cominciato a dubitare. Ma tu sei solo un consulente, seppure di alto livello. Purtroppo lo sei solo. Se fossi stato altro, quel titolo, sono sicuro, lo avremmo visto da lungo tempo, in Mondadori.
Ciao Mauro.
marzo 6th, 2011 at 09:04
Attenzione, caro amico che porti il pen-name di quello che, per i miei gusti, è l’investigatore più geniale di tutti i tempi! Prima di ascrivere ipso facto John Ball alla Scuola dei Duri, bisognerebbe averlo letto. Allora si capirebbe che, Pasadena e conflitti razziali a parte, una delle sue grandi fonti di ispirazione è Conan Doyle, e molto spesso Tibbs (anche in questo romanzo) assume pose e fa ragionamenti che si ispirano volutamente al grande segugio di Baker Street. E allora torno a dire: cos’è classico? Cos’è moderno? No facciamoci ricattare dalla nostra pigrizia e siamo un po’ più liberi delle etichette che spesso usiamo per semplificarci (inutilmente) la vita.
marzo 6th, 2011 at 09:12
Caro Piero, come sempre, grazie delle tue buone parole. Ogni tanto qualche mia proposta va a segno e ogni tanto no. Pazienza. Ci sono a volte dei problemi che non c’entrano nulla con la linea editoriale di Sergio e che nessuno – pare – è in grado di risolvere. Philip MacDonald, dici? E’ uno degli autori a cui tengo di più e saranno almeno tre anni che tento di far ristampare “The Nursemaid Who Disappeared” (“Mandato di cattura”), uno dei Classici veramente indispensabili nel nostro genere. Risultato: non si sa ancora chi gestisca attualmente i diritti dell’autore e, neanche a farlo apposta, l’uscita del libro viene bloccata tutte le volte (l’ultima era già in bozze, mi hanno detto da Segrate, e credo che lo si possa tranquillamente riferire). Stando così le cose, non tento nemmeno di proporre qualche inedito che anche a me piacerebbe fare, su tutti “Rope to Spare”. Consoliamoci con Carr. Mi sto occupando or ora della traduzione delle commedie inedite (“13 to the Gallows”) per le quali Sergio vorrà trovare, spero, una corsia preferenziale. Saluti a tutti.
marzo 6th, 2011 at 09:23
Io non dico i titoli, ma solo i nominativi degli autori, così nessun’altro, all’infuori di pochi, lo sappia, e meno si dice in giro, meno sorprese si hanno poi, ma…hai capito bene, Mauro, a quali cose io intenda riferirmi. 😉
marzo 7th, 2011 at 10:36
Caro Piero, il peoblema è sempre e solo economico.
Il piccolo editore si accontenta di un buon guadagno e invece il grande editore vuole grandi guadagni per cui è essenziale mantenere i costi bassi.
Così si spiega la ristampa di autori già in catalogo che non necessitano di traduzioni costose.
Nella fattispecie, John Ball è un autore mediocre diventato famoso grazie al film (La calda notte dell’ispettore Tibbs): sull’onda del successo di quel romanzo, ne ha pubblicati altri quattro che ovviamente non valgono il primo.
E’ una lettura adatta ad un viaggetto in treno e niente più.
marzo 7th, 2011 at 15:47
Mi sembra un giudizio assai ingiusto nei confronti di Ball, che non sarà stato un genio del poliziesco ma era comunque un autore di buona qualità, come dimostrano svariate sue opere. Nella fattispecie, “Cinque giade preziose” era entrato nel 1973 nella cinquina dell’Edgar e, a mio avviso, avrebbe meritato di vincere al posto del dimenticato Warren Kiefer.
Segnalo, per la precisione, che i romanzi della serie di Virgil Tibbs sono sette e non cinque.
marzo 7th, 2011 at 16:50
Già, Marius, è proprio così. Purtroppo è proprio così. Sono i piccoli editori, o le piccole case discografiche, che fanno cultura, proponendo proposte succulente e allettanti. Io però attendo di sapere quante edizioni farà quel titolo, che tu hai capito benissimo quale sia. Lo sto leggendo in questi giorni: è veramente fenomenale! Vorrei capire quali possano essere stati questi problemi insormontabili per il più grande editore italiano e sormontabilissimi per uno minore: booh ? Oddio, un’ideuzza posso anche essermela fatta, ma non la dico. Mi piacerebbe confrontarla in privato con Mauro (al suo indirizzo elettronico, se riuscissi ad averlo), se lui acconsentisse. E’ un po’ così così, ma può essere andata im quel modo. Ovviamente solo se la linea editoriale di Altieri veramente non c’entrasse, cosa su cui qualche dubbio ce l’ho.
Fatto sta, però, che al di là dei diritti di “Mandato di cattura”, troppi bei Mondadori dei tempi andati, giacciono in attesa di essere riportati sugli scaffali.
Anche se “13 to the Gallows” ci ripagherebbe di qualcosa andato perso (diciamo..parecchio!!!). Il fatto è che – Mauro non lo dice – la raccolta in esame, pubblicata per la prima volta dal suo conoscente Douglas Greene (Crippen & Landru è una casa editrice che è – si può dire – un’azienda di famiglia!), propone solo due veri lavori originali di Carr, mentre gli altri due sono scritti in collaborazione con Van Gielgud della BBC.
Comunque è sempre qualcosa di nuovo. Io mi aspettavo qualcos’altro, per es. Speak of the Devil, uscito nel lontano 1994. Insomma…
Scherzo, Mauro.
In parte. 😉
marzo 8th, 2011 at 09:40
Scusate L’OT ma per chi vuole sapere quali compiti saranno affidati a Dario, Luca, Massimo, Piero ecc…durante l’anno sabbatico qui http://www.sherlockmagazine.it/rubriche/4266
marzo 8th, 2011 at 21:14
A me i carciofi piacciono da matti, non so a Luca le barbabietole.
marzo 9th, 2011 at 19:39
Non mi hai messo nell’elenco Fabio. Sono molto offeso
marzo 9th, 2011 at 21:41
Grazie Piero per averla presa nel modo che speravo.
marzo 9th, 2011 at 23:11
Scusate l’errore.
marzo 10th, 2011 at 13:20
Scusa Marco ma tu eri insieme ad altri a mungere le mucche…:-)
marzo 20th, 2011 at 11:52
Beata ignoranza! E io che pensavo che l’Ispettore Tibbs fosse solo il personaggio del film con S. Poitier! Ho apprezzato molto questo libro, in particolare le descrizioni dei personaggi, insieme esteriori ed interiori, sono magnifiche! Anch’io spero che il Giallo ne pubblichi altri!