Vespri (1252)
Padre Michael Birney, amato pastore d’anime e stimato pilastro della comunità. Almeno fino a quando qualcuno non decide di assassinarlo a coltellate nel giardino della sua canonica. Non un caso facile per Steve Carella e l’87° Distretto. Padre Birney chiedeva delle donazioni e alcuni fedeli erano pieni di risentimento. Al punto da uccidere? Carella e i suoi uomini non ne sono affatto convinti. Le indagini portano a un’altra chiesa, non lontana da quella di padre Birney. Chiesa? Meglio dire un’anticamera dell’inferno: riti diabolici, stupri legalizzati, sconsacrazioni blasfeme. L’87° Distretto deve schierarsi: contro Satana.
Ed McBain (1926-2005) è l’unico scrittore americano insignito del Diamond Dagger, il più alto riconoscimento conferito dalla British Crime Writers Association. Ha anche ricevuto l’ambito Grand Master Award dei Mystery Writers of America. I suoi romanzi hannovenduto oltre cento milioni di copie, dal primo, Il seme della violenza (1956), firmato con il suo vero nome, Evan Hunter, fino ai romanzi delle serie più famose, quelle dell’avvocato Matthew Hope e dell’87° Distretto.
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
agosto 2nd, 2010 at 14:26
Non uno dei migliori episodi dell’87° (le parti dedicate ai riti satanici raggiungono notevoli livelli di comicità involontaria…), ma lo smascheramento dell’assassino e la rivelazione finale sono ben costruiti, anche se il movente è un po’ tirato per i capelli.
Comunque è un romanzo che merita la lettura, anche perché fuori circolazione da quasi vent’anni (l’ultima ristampa, se non erro, risaliva al ’93).
agosto 31st, 2010 at 07:47
Non era Prevert a lamentarsi coi Francesi perché non sapevano contare fino a 20, a proposito dei loro Luigi?
Bè, di fronte a 1 solo commento a Ed McBain, scuoto sconsolato il capo.
O tempora o mores.
agosto 31st, 2010 at 18:27
Riferendosi a McBain ci si potrebbe solo lamentare sugli inediti mai comparsi nel Giallo Mondadori.
Purtroppo tutte le volte che parlo della politica del risparmio dell’editore vengo censurato.
E’ successo di nuovo qualche giorno fa in merito all’argomento ‘romanzi che non c’entrano niente con il giallo’ …
agosto 31st, 2010 at 21:14
E’ una cosa che dà da pensare, in effetti. Spero che qualcuno l’abbia letto (non posso credere che lo conoscessero già tutti).
settembre 1st, 2010 at 18:09
Scusa, Marius, quali sarebbero gli inediti di McBain?
settembre 2nd, 2010 at 07:33
O forse McBain non ha bisogno di commenti :-))
settembre 3rd, 2010 at 09:58
Io l’ho letto e mi è piaciuto. Sono d’accordo con Luca sulla “comicità involontaria” che contraddistingue le pagine in cui vengono descritte le messe nere, ma i personaggi escono dalla pagina con forza, un po’ come è riuscito a fare, negli ultimi anni, il Larsson della trilogia Millenium. Sul fatto che si intervenga poco sul blog, con tutto il rispetto e l’affetto per chi lo gestisce e per chi vi partecipa (o non vi partecipa), ci sono effettivamente dei problemi… Speriamo che con la buona volontà di tutti una risorsa preziosa come questa possa divenire il salotto virtuale per gli appassionati della letteratura di genere. Scrivo questa considerazione, non a caso su una pagina poco praticata, senza alcuna intenzione polemica.
settembre 3rd, 2010 at 17:40
Sostanzialmente questo libro – come racconta McBain nell’introduzione a una sua ristampa – era stato concepito come il secondo volume di una trilogia, per così dire, “interna” alle storie dell’87°, e che comprendeva anche “Lullaby” (Ninna nanna per l’87° Distretto) e “Widows” (Vedove).
L’introduzione citata precedeva per l’appunto un volume (del 1996) in cui erano raccolti i tre romanzi, scritti – come dice McBain – per mostrare attraverso l’immagine di Isola la decadenza e la disperazione della New York di fine anni Ottanta e primi anni Novanta.
Era comunque un periodo strano, nell’opera di McBain, che se non erro aveva grossi problemi coniugali con la seconda moglie (divorzierà di lì a poco, per poi risposarsi una terza e ultima volta nel 1997), e questo può forse spiegare l’enorme pessimismo di questi tre libri (“Widows,” in cui viene ucciso il padre di Steve Carella, è ancora più tetro).