Un delitto di troppo (1247)
Ruth Gabriel, moglie di uno stimato medico, viene strangolata a Central Park. Un anno dopo la polizia non ha ancora un colpevole: il marito o un misterioso amante della donna mai identificato? Dopo una simile esperienza, il dottor Gabriel si è gettato la brillante carriera alle spalle per imbarcarsi come medico di bordo su un moderno piroscafo da crociera, l’Atures. Ma quando una passeggera viene strangolata, le coincidenze con il primo delitto appaiono fin da subito troppo sinistre.
Edwin Lanham (1904-1979), texano, studiò arte a New York e Parigi. Si dedicò poi al giornalismo per una quindicina d’anni e alla narrativa fin dal 1929, scrivendo numerosi racconti e romanzi. Al poliziesco approdò nel dopoguerra con una dozzina di gialli.
All’interno, l’articolo “Delitto nel quarto mondo” di Andrea Franco.
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
giugno 3rd, 2010 at 16:09
Questo è un bel romanzo che consiglierei di non perdere. Lanham, eccellente scrittore texano che negli anni Trenta sembrava avviato a una folgorante carriera letteraria (il suo “The Wind Blew West” del 1937 è ancora oggi un romanzo coi fiocchi), è stato intimo amico nonché compagno di bagordi di Ernest Hemingway e Gertrude Stein all’epoca della cosiddetta “generazione perduta”. Credo anzi – dovrei controllare – che sia citato, col suo vero nome o, più probabilmente con un nome fittizio – in “Festa mobile” del suo ben più famoso collega.
giugno 5th, 2010 at 13:52
L’ho preso stamattina. Stavolta, son stato preso alla sprovvista: devo riconoscere che non sapevo che Lanham fosse stato amico di Hemingway, appartenendo alla cosiddetta “generazione perduta”, quella degli espatriati americani a Parigi, negli anni ’20 -’30. @Luca : ..ma i bagordi erano gli stessi dell’ Henry Miller di Opus Pistorum ? 😉
giugno 7th, 2010 at 07:47
Preso, innanzitutto perché sto facendo la collezione di tutti gli articoli-saggi sul giallo e in secondo luogo per fiducia sui giudizi di Luca! :)))
giugno 7th, 2010 at 16:50
Oh, allora speriamo che anche questo articolo-saggio sia di tuo gradimento! un saluto.
giugno 19th, 2010 at 15:34
E’ un romanzetto che si lascia leggere, niente di più.
Il finale non ha sussulti.