Delitti dall’aldilà (60)
Clayton Rawson, Le impronte sul soffitto
Il grande Merlini è stato invitato a Skelton Island dove si terrà una seduta spiritica. Dai trapassati, i convenuti vogliono farsi rivelare il punto esatto in cui è affondata una nave piena di ghinee d’oro. Ma l’unica cosa che ottengono è un cadavere.
Helen McCloy, La stanza del silenzio
L’unica camera disponibile nella casa dello scrittore Francis Swayne è quella legata a una sinistra leggenda. Una camera in cui tre persone hanno trovato la morte, senza che sui loro corpi venisse rinvenuto alcun segno. Ora qualcuno è deciso a sfatare la maledizione.A qualsiasi prezzo…
Ellery Queen, La lampada di Dio
“Queen ha inventato trame troppo sorprendenti. Non si tratta più di trovare, lungo il cammino, la soluzione del problema. Il gioco ha cambiato carattere. Ciò che importa, ora, è abbandonarsi alla seduzione del racconto e passare dall’altra parte dello specchio.” Thomas Narcejac
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Posted in Gli speciali, Le collane del Giallo
aprile 6th, 2010 at 10:51
Non va perso. C’è la solita chicca introduttiva di Mauro Boncompagni e pure la sua traduzione del primo dei due romanzi. Scelta felice, a mio parere, questa degli “Speciali” che va incontro ad un momento di grande attualità del misterioso e del diabolico dove la fanno da padrone fantasmi, maghi, streghe, diavoli, vampiri ecc…(Cfr. http://www.sugarpulp.it/critica/lora-del-vampiro ). Della Helen McCloy segnalo pure “Panico” uscito uora uora per la Bassotti. A risentirci.
aprile 8th, 2010 at 11:07
Stamattina sono stato fermato dalla polizia mentre passeggiavo tranquillo lungo la solita strada che va verso l’aeroporto di Ampugnano proprio con “Delitti dall’aldilà” che avevo in mano. O vediamo che cosa ho combinato ancora una volta senza accorgermene, mi sono detto. Per fortuna non avevo combinato nulla e anche nel bagagliaio della macchina non c’era il morto. Semplice precauzione per l’arrivo di un pezzo grosso a quanto ho capito. Ho continuato a leggere, o meglio a rileggere questi capolavori. Con “Le impronte sul soffitto” (ci sono davvero!) siamo su una piccola isola davanti a Manhattam insieme al famoso mago Merlini e all’amico Ross per cercare di capire e magari smascherare i “prodigi” di una medium. Subito una morta stecchita con l’arsenico, impronte sul soffitto, un incendio, un’ombra nel buio svanita nel nulla, fili del telefono tagliati, barche affondate. insomma isolamento completo e c’è pure di mezzo un tesoro dei pirati. Da leggersi con calma che c’è da perderci la testa.
aprile 9th, 2010 at 08:47
Bello anche “La stanza del silenzio” di Helen McCloy che è una regina nell’arte di suscitare tensione e paura. Qui si tratta di una stanza che porta sfiga. Chi ci entra per riposare il giorno dopo viene trovato morto stecchito. E così accade ancora. Il classico mistero della “camera chiusa” più strani rumori che sembrano opera del diavolo, nascondigli segreti, passi nel buio, un pappagallo che ha visto tutto…la neve che cade e il dott. Basil Willing costretto a fermarsi proprio nella funesta casa. E sarà lui a risolvere l’intricato problema.
aprile 12th, 2010 at 08:09
Ciao Fabio
questo è il mio secondo tentativo di inviare un commento.
Ho comprato questo speciale del giallo perché la componente ‘fantasmatica’ è sempre affascinante.
Secondo le regole del giallo classico, se non erro, la trama può contenere elementi ultraterrenti, ma la soluzione deve essere riconducibile ad una componente terrena.
Di Helen McCloy ho letto ‘Come in uno specchio’, da te citato nella ‘Semplicissima arte del delitto II':
http://blog.librimondadori.it/blogs/ilgiallomondadori/2009/07/12/la-semplicissima-arte-del-delitto-ii/
Il suo stile mi è piaciuto e ho notato che la soluzione del caso lascia aperto uno spiraglio al superamento della regola classica.
Sono un po’ indietro con la lettura dei Classici del Giallo, Nero Wolfe dagli Oscar Mondadori mi ha distratta, ma conto di inziare presto la lettura.
E poi, il saggio introduttivo di Mauro Boncompagni mi ha già tentata parecchio.
Saluti e auguri a Jonathan per il suo primo compleanno
aprile 12th, 2010 at 08:17
Questo l’ho preso anch’io!
aprile 12th, 2010 at 09:03
Questo lo prendo indipendentemente dalla completezza delle traduzioni. E’ materia che mi seduce.
aprile 12th, 2010 at 10:45
Finalmente il sorriso di Silvia! Ci voleva proprio. Da non trascurare, sempre per chi non l’abbia letto, “La lampada di Dio” del nostro Ellerone che, tanto per gradire, fa sparire addirittura un’intera casa…(li mortacci!)
Jonathan compirà un anno il 20 di questo mese, pesa dodici chili, gattona, si alza e…mi rompe la schiena.
aprile 12th, 2010 at 11:44
L’ho preso pure io perchè c’era l’unico romanzo di Rawson che non riuscivo a reperire. Quello della Mccloy ce l’ho già invece nella versione G.M.
E poi la nota introduttiva di Boncompagni è la ciliegina…
aprile 12th, 2010 at 14:39
Io l’ho preso subito, se non altro per la vecchia passione per Rawson di cui si è già parlato nel forum. Certo sarebbe bello se Altieri ripubblicasse in un giallone l’opera omnia, racconti compresi: in fondo non è sterminata. Gli altri due titoli non li conosco, ma mi sembrano interessanti.
aprile 16th, 2010 at 13:08
Comprato solo per l’introduzione di Boncompagni e per il giallo della McCloy. Nel senso che sia il Rawson che il racconto di Ellery Queen li avevo già. Comunque ottima selezione.
aprile 18th, 2010 at 09:50
Be’, indubbiamente chi l’acquista si fa un bel regalo, a cominciare dalla splendida introduzione di Boncompagni (ma perchè non si accompagnano con schede tipo questa, magari a firma di Dario, tutti i Classici?), per passare al primo romanzo, bell’esempio di come anche un giallo classico possa essere un thriller ricco di colpi di scena e mai statico. Tutti i testi presentati sono molto validi, avendo alla fine una soluzione logica e, inevitabilmente sorprendente…
aprile 20th, 2010 at 12:31
Idem come sopra: il racconto di Ellery era uscito un 6-7 anni fa nella raccolta “Delitti sotto l’ albero”. Comunque l’ introduzione, al solito, brilla di luce propria e speriamo che molti dei titoli ed autori ricordati siano presto pubblicati.
aprile 21st, 2010 at 21:56
Sempre a disposizione per tutto 😉 grazie per il pensiero.
Lieto che questa uscita Vi abbia soddisfatti.
Nei prossimi giorni vi preannuncio:
– Piccola nota su Latimer
– Articolo di Fabio Lotti
– Nuova iniziativa da me ideate (spero vi piaccia)
A presto.
aprile 22nd, 2010 at 07:33
Bravo Dario.
Curiosissimi siamo
aprile 24th, 2010 at 11:34
Le orme sul soffitto, è stato il primo e l’unico romanzo di Rawson ad essere stato pubblicato fino a che lo fu anche Morte dal cappello a cilindro, in Mondadori: fu pubblicato ne I Libri Gialli (le Palmine) nel 1941, due anni dopo la pubblicazione dell’originale di Rawson. Ovviamente questa versione non è quella presente nello Speciale (che non ho comprato però: avevo già tutto!): Boncompagni sarebbe dovuto essere ultra-centenario. Possiede dei motivi di contatto con un racconto in particolare di Carr: The Footprint In The Sky (nei commenti dopo la pubblicazione del mio articolo su Carr, in questo blog, ne parlammo io e Luca). Però a mio modo di vedere è molto meno spettacolare di CILINDRO, anche se qui c’è parecchia atmosfera mentre quello è uno dei migliori whodunnit che abbia letto; ed un lettore smaliziato, riesce ad arrivare alla soluzione (almeno ad una parte considerevole) prima che venga rivelata da Merlini.
Il romanzo della McCloy è un ottimo romanzo, ma niente in confronto a Through a Glass, Darkly.
Come accade molte volte, il titolo originale è stato cambiato: era “Mr. Splitfoot” quello originale. Interessante è il fatto che conoscendolo, il lettore avrebbe già potuto capire che nel romanzo c’erano accenni a qualcosa di maledetto: Mr. Splitfoot in americano significa Signor “piede biforcuto” (split è fessurazione, spaccatura) ed è il sinonimo usato spesso ad indicare Satana.
aprile 24th, 2010 at 11:58
Inoltre, secondo me, il giudizio di Basil Willing, secondo cui, tolte tutta una serie di circostanze, un delitto in una camera chiusa si riduce a due eventualità (ma è molto riduttivo questo giudizio), fa riferimento a tutta una serie di opere poliziesche precedenti ed acquisite alla letteratura di genere in quanto capisaldi. A parer mio potrebbe essere una citazione inconscia di un racconto di Chesterton, “La forma errata” (The wrong shape): lì Padre Brown investiga su un apparente suicidio, testimoniato da una lettera di addio, che in realtà non lo è: quando rivela che è una mistificazione il suicidio diventa omicidio e allora si verifica la situazione impossibile da Camera Chiusa. In quel caso abbiamo la situazione opposta a quella descritta nel romanzo della McCloy; e quindi l’altra eventualità rispetto a quella descritta nella soluzione di Mr. Splitfoot.
aprile 24th, 2010 at 22:41
Un bentornayo anche a Piero che sta scrivendo un sacco di racconti su “Sherlock Magazine”. Dateci un’occhiata.
aprile 25th, 2010 at 19:15
@Matteo: La lampada di Dio, che fa parte della raccolta “Le nuove avventure di Ellery Queen”, prima che venisse ripubblicato nel Supergiallo n.28 cui fai riferimento tu, lo era stato singolarmente nell’Omnibus “5 Misteri per Ellery Queen” a cura di Marco Polillo (1977), e poi nella raccolta omonima succitata, nell’ambito della serie”I Racconti di Ellery Queen n.2″ a cura di Gian Franco Orsi (maggio 1984).
aprile 27th, 2010 at 17:23
Grazie a Piero per la precisazione: sarebbe interessante un supergiallo o uno speciale che raccolga i racconti e i romanzi brevi di Queen non compresi nel super del 2004 ed anche una selezione dei racconti contenuti nelle riviste “Ellery Queen presenta”: io ne ho trovato qualche esemplare nelle bancarelle dell’ usato anni fa, ma ormai temo sia come cercare un ago nel pagliaio
aprile 27th, 2010 at 19:59
Dario consentimi per la mia passione questo annuncio per gli eventuali giallisti-scacchisti. E’ iniziato il campionato del mondo di scacchi tra il detentore indiano Anand e lo sfidante bulgaro Topalov. Potete seguirlo qui http://www.scacchierando.net/dblog/
Grazie.
aprile 28th, 2010 at 01:13
volevo segnalare due refusi ne Le impronte sul soffitto:
1) a pagina 131 c’è un “Lei dice di aver visto per l’ultima in vita la signorina Skelton[..]”
2) a pagina 200 ce n’è uno proprio buffo: “Nella collezione privata del pronipote héatredel tizio che l’aveva recuperata” (nella pagina successiva c’è il “coup de thèatre” troppo invadente..)
come è già stato detto il racconto di Queen è veramente divertente, dalla prima all’ultima riga, ma in complesso mi sono proprio divertito con questo numero speciale
aprile 28th, 2010 at 08:46
Matteo, un supergiallo o uno speciale non basterebbero certo per raccogliere i raccconti e i romanzi brevi di Queen: l’edizione del 1984 comprendeva la bellezza di 7 volumi (più altri 8 dedicati, per l’appunto, ai primi romanzi – ne mancava uno, Il caso dei fratelli siamesi).
Per quanto riguarda i volumetti dei “Gialli di Ellery Queen”, la Garzanti ne pubblicò ben 74, dal 1950 al 1956, prima di cedere la testata alla Mondadori, che ne fece uscire altri 22 volumi (1956-1957) prima di destinarla all’appendice del Giallo. Ripubblicarne una selezione non ha senso perché ormai i diritti italiani dei singoli racconti sono tornati ai rispettivi detentori, il che richiederebbe oggi lo stesso lavoro e lo stesso impegno economico di concepire una qualunque antologia ex novo.
aprile 28th, 2010 at 08:48
PS. Errata corrige: i volumi dedicati ai primi romanzi di Queen erano 9, non 8.
aprile 29th, 2010 at 12:12
Gulp, mi hai dato una brutta notizia, caro Luca; speriamo che qualche briciola venga comunque elargita ai Queenofili.
aprile 29th, 2010 at 12:33
@ PIERO, ma allora siamo colleghi. Parteciperai allo sherlock Award?
aprile 29th, 2010 at 20:15
@Diego: NO, non partecipo.
@Matteo: fai prima a metterti a caccia di ciò che ancora si trova in giro
Ah, che belli i racconti di Ellery Queen!
maggio 5th, 2010 at 20:49
In questa raccolta si nota evidentissima la differenza tra due buoni autori (Rawson e McCloy) e un fuoriclasse (Dannay-Lee).
Avevo trovato prolisso il romanzo di Rawson quando l’ho letto nei Classici del 1998 e questa rilettura me l’ha riconfermato.
‘La stanza del silenzio’ non è il meglio della McCloy.
Ho letto ‘La lampada di Dio’ per la prima volta negli anni 70 nella raccolta di Feltrinelli ‘Ellery Queen l’eretico avventuroso’ e mi aveva affascinato.
L’ho riletto nel 1984 in ‘Le nuove avventure di Ellery Queen’ e mi aveva confermato la fascinazione.
Fascino che mi è stato riconfermato da questa terza lettura.
Grande Ellery!
maggio 5th, 2010 at 23:37
Marius, d’altra parte stai parlando del più bel racconto in assoluto (o, meglio, romanzo breve) nella storia del giallo. E che, malgrado tutto, sembra una meraviglia anche in una traduzione archeologica e che mostra ormai la corda. Pensa all’effetto che farebbe in una nuova versione.
maggio 6th, 2010 at 10:07
Marius.. sei troppo critico!
Siamo d’accordo che Ellery Queen è stato un marchio di fabbrica straordinario nella storia del genere poliziesco, ma abbattere così Rawson e McCloy mi sembra un po’ troppo.
Io direi che nell’ambito dello Speciale, si impone il racconto sui due romanzi, ma..tieni conto che Le orme sul soffitto non è male: è solo che dal punto di vista stilistico Rawson non era Carr: lui era interessato più alla spettacolarizzazione del trucco, in quanto illusionista, e non tanto invece alla materia letteraria.
L’opera della McCloy invece è uno dei suoi utlimi romanzi, mi pare della fine degli anni ’60. La McCloy è ricordata come la più grande scrittrice di gialli americana, e ci sarà pure una ragione..
Intendiamoci, quando uno scrive un capolavoro assoluto, tutto il resto è maledettamente difficile che abbia la stessa qualità. Ma.. per es. Omicidio a scena aperta è un notevole McCloy : lo hai letto?
maggio 6th, 2010 at 18:20
Bellissimo: scrivo un post, e non mi appare che abbia già scritto Luca, poi quando vado a riaprire il sito, trovo prima del mio immancabilmente quello di Luca quasi che andassimo a ruota: incredibile!