Doppia morte (1241)
Una bottiglia di latte aperta, un camino pieno di ceneri fredde, un mazzo di fiori freschi che dovrebbero essere appassiti e un mazzo di fiori appassiti che dovrebbero essere freschi. Margot Dalziel, giornalista forse troppo intraprendente, sembrerebbeaver fatto ritorno al proprio cottage. Invece né l’amico Paul Hardwicke né il nipote Roderick hanno la minima idea di dove sia finita. Fuga? Rapimento? O delitto? Finché, quando un primo cadavere viene ritrovato, l’ispettore Creed della polizia locale comincia a sospettare che nemmeno ilcadavere di Margot sia troppo lontano…
Elizabeth Ferrars è nata nel 1907 a Rangoon, in Birmania, da genitori britannici. Trasferitasi in Inghilterra, dal 1940 comincia a dedicarsi al mystery. Autrice di più di settanta romanzi, nel 1981 ha vinto il Red Herring Award. Considerata una temibile rivale della Christie, è scomparsa nel 1995.
All’interno, l’articolo “Il segreto di Ross Macdonald” di Massimo Pietroselli.
(vai alla visualizzazione completa del volume)
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
marzo 3rd, 2010 at 12:01
Torniamo a parlare di libri.
Non ho mai letto nulla della Ferrars. E’ veramente da considerare una rivale della Christie ?
Al di là del fatto che mi tolgo la curiosità comprando il libro, volevo sentire qualche parere.
Gianni Tedeschi
marzo 3rd, 2010 at 12:25
Ho letto un paio di romanzi pubblicati dai GM negli anni 80 ma mi hanno lasciato abbastanza freddino a dire il vero
marzo 4th, 2010 at 12:11
Solitamente la Ferrars è noiosa come un giorno di pioggia…
marzo 7th, 2010 at 14:22
Comprato. la trama m’intriga. Copertina stupefacente di Jacono. Mi chiedo se esista qualche volume che le raccolga, le sue cover…
marzo 10th, 2010 at 13:40
L’ho comprato anch’io, se non altro per l’articolo di Pietroselli…
marzo 12th, 2010 at 08:37
Grazie Valentino, spero allora che ti piaccia.
marzo 13th, 2010 at 11:46
Beccato. L’articolo di Massimo è bello ma troppo breve! Non era possibile lasciargli più spazio o non c’era altro da dire?
marzo 13th, 2010 at 13:41
Le cose belle durano poco, no?
marzo 13th, 2010 at 15:07
Guarda Massimo che se ti hanno lasciato solo quello spazio hanno fatto uno sbaglio madornale.
marzo 14th, 2010 at 10:04
Come proposta al dibattito, ecco la voce sull’autrice che ho scritto per il “Dizionario delle letterature poliziesche” (e no, non mi chiedete quando uscirà perché ne so meno di Luca Conti, che però forse non se sa più di me ma almeno dovrebbe, dato che, insieme a Giovanni Zucca, è il curatore dell’edizione italiana):
FERRARS, ELIZABETH [Pseudonimo di Morna Doris MacTaggart Brown. 6 settembre 1907 – 30 marzo 1995]. Inglese. Nome tra i più venerati del giallo classico, spesso associato a quello di Agatha Christie, di cui, a torto o a ragione, la Ferrars fu considerata l’erede. Studiò all’University College di Londra dove si laureò in giornalismo. Dopo due romanzi non polizieschi pubblicati nei primi anni Trenta, e subito stroncati dalla critica, la Ferrars trovò la sua vera strada nel 1940, quando apparve il suo primo giallo, Give a Corpse a Bad Name, imperniato su un’autrice che investe accidentalmente un ubriaco per strada e scopre in seguito che si tratta di suo marito. A questo seguirono altri settanta romanzi (gli ultimi due apparvero nello stesso anno della sua morte), tutti esempi godibili ed estremamente civilizzati della migliore scuola anglosassone, anche se la Ferrars non prediligeva in modo particolare i delitti in canonica o quelli nelle biblioteche. E nemmeno le storie con personaggio fisso, va detto, anche se ci sono delle notevoli eccezioni. I primi cinque romanzi dati alle stampe dall’autrice, infatti, vedono protagonista il giovane Toby Dyke, “una specie di giornalista”, come lo definisce la stessa Ferrars, che poi si stancò del suo investigatore e smise di narrarne le gesta. Dei suoi primissimi romanzi, i migliori probabilmente sono Your Neck in a Noose (La corda al collo, 1942, l’ultima vicenda della saga di Toby Dyke) e I, Said the Fly (Io, disse la mosca, 1945). La Ferrars non mancò di compiere sperimentazioni con i suoi libri degli anni Quaranta, tentando il giallo psicanalitico o la storia di aberrazione mentale come testimoniano rispettivamente With Murder in Mind (1948) e The March Hare Murders (1949), anche se in questi due casi i risultati non possono dirsi del tutto soddisfacenti.
Insieme a luminari del calibro di Julian Symons, Michael Gilbert e Cyril Hare, la Ferrars fondò nel 1953 la Crime Writers’ Association (CWA), la società che riunisce gli scrittori inglesi di gialli, assumendone la presidenza nel 1977. Negli anni Settanta e Ottanta, l’autrice tornò alle serie investigative dando vita rispettivamente alla figura di Felix e Virginia Freer (due coniugi che si sono separati da diversi anni ma che continuano a vedersi, spesso per risolvere delitti) e a quella di Andrew Basnett, un professore di botanica in pensione. I Freer appaiono per la prima volta in Last Will and Testament (Il testamento incredibile, 1978), mentre Andrew Basnett esordisce in Something Wicked (Male ne verrà, 1983), uno dei romanzi più incisivi della Ferrars. Negli ultimi vent’anni della sua vita l’autrice incrementò straordinariamente la propria produzione, scrivendo spesso due romanzi all’anno tra i quali sarebbe difficile individuare un fallimento totale. E se si pensa al triste declino di stelle come Agatha Christie e Mignon G. Eberhart, i cui ultimi libri sono così goffi e male strutturati da risultare quasi illeggibili, è sorprendente che la Ferrars abbia continuato a scrivere storie interessanti e ottimamente congegnate fino al termine. I suoi ultimi due romanzi, A Choice of Evils e A Thief in the Night, apparsi entrambi nel 1995, quando l’autrice aveva ottantotto anni, sono entrambi di accattivante lettura e del tutto simili in qualità a quelli più famosi pubblicati trenta o quarant’anni prima.
marzo 15th, 2010 at 08:34
@ Fabio: nessuno spazio “lasciato”, la lunghezza (o brevità) dell’articolo è solo colpa mia.
marzo 15th, 2010 at 10:04
Inizia bene, ma presto diventa noisoso. La costruzione del profilo psicologico dei personaggi è carente, e di conseguenza tutto la vicenda risulta debole, finale compreso. Ma almeno risulta leggibile, e lo stesso non si può dire di altre proposte di questo mese (che pure ho acquistato). Gialletto onesto, nulla di più.
marzo 15th, 2010 at 11:10
Grazie al sig. Boncompagni per il contributo:non è in argomento, ma può anticipare qualcosa sul prossimo “speciale”? Grazie.
marzo 15th, 2010 at 12:14
Fra poco inizierò a leggerlo anche io. Sto finendo, sempre della Mondadori, “Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli” e la parola stessa “cetrioli” vi fa capire che siamo nel “campo” (appunto) dell’umorismo.
marzo 16th, 2010 at 07:33
Ringrazio Mauro per aver pubblicato qui la sua bella voce su Elizabeth Ferrars. Secondo me (è un modesto consiglio) una biografia dell’autrice o dell’autore andrebbe sempre inserita nei Classici come nel Giallo e quindi condivisa sul blog. Potendo, anche una bibliografia. Spazio alle opinioni va bene, ma anche ai fatti e all’informazione! Saluti a tutti.
marzo 17th, 2010 at 12:13
Sono completamente d’accordo con il Sig. Lippi. Qualche informazione e cenno bibliografico mi sembra doveroso.
Insomma un po’ come avveniva una volta
marzo 18th, 2010 at 12:33
Bellissimo il saggio di Massimo.
@Massimo: ce l’hai La CITTà DEL DIAVOLO DI KENNETH MILLAR? CASOMAI NON L’AVESSI, DIMMELO, COSì TE LO MANDO AL TUO INDIRIZZO DI ROMA.
marzo 18th, 2010 at 23:27
Sono d’accordo con Campanella. Discreto l’inizio e poi fila via con una prosa splendidamente piatta.
marzo 19th, 2010 at 08:31
Grazie Piero. Il libro di cui parli non lo conosco, mi pare che tu lo consigli.
You know the name, you know the address!
marzo 19th, 2010 at 22:20
@Massimo: è uno dei tre romanzi, il terzo (Il Tunnel,1944; Sempre nei guai, 1946; La città del diavolo, 1947), di prima che adottasse lo pseudonimo di Ross Macdonald per distinguerlo da quello della moglie.
Sarò felicissimo di inviartelo.
Ciao Massimo : I know the name, the surname and the address !
marzo 23rd, 2010 at 12:43
Terminata la lettura, è davvero uggioso come una giornata di pioggia, con uno scioglimento che nulla ha a che fare con i geniali plot di zia Agatha, la quale può dormire sonni tranquilli nell’ empireo dei giallisti. Se proprio vogliamo trovarle una degna rivale, io punterei su Elizabeth Daly o Helen Mccloy.