Le ceneri non parlano (1237)

dicembre 30th, 2009 by Moderatore

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Degli amorosi, o presunti tali, ritorni di fiamma è sempre meglio diffidare. Massima di cui Ben Helm è più che convinto. Invece, razzolando malissimo, quando Elaine Coyle Lennan gli chiede di rivederlo dopo tanti anni, Ben accetta di incontrarla. Scopre così che Elaine è diventata sì una scrittrice di successo, ma anche un personaggio ingombrante, amato da pochi e odiato da troppi. Ora Elaine sta preparando un nuovo romanzo e ritiene che Ben possa fornirle lo snodo narrativo chiave: la formula del delitto perfetto. Il risultato? Un manoscritto che gronda perfidia, rancori, minacce. Un manoscritto per il quale si può arrivare a uccidere. E senza il benché minimo rimorso.

Bruno Fischer (1908-1995), americano di origine tedesca, inizia a scrivere come cronista di nera. Si dedica poi con grande prolificità al giallo, pubblicando venticinque romanzi, incentrati sui personaggi di Ben Helm e Rick Train, e centinaia di racconti.

All’interno, l’articolo “La sorpresa nel giallo” di Massimo Mongai.

(Vai alla visualizzazione completa del volume)

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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo

50 Responses

  1. Mario

    Conosco Bruno Fischer per due notevoli romanzi ‘La valigia di cinghiale’ e ‘Quei sette maledetti giorni': spero che anche questo sia loro altezza.

  2. Quiller

    Potrebbe essere “The silent dust” del 1950?

  3. Luca Conti

    Quiller:

    sì, è proprio “The Silent Dust”.

  4. Quiller

    Grazie Luca, di questo Fischer si parla bene, come di una colonna dei “paperback originals”, anche se Ben Helm mi pare un pò “blando” per i miei gusti abituali.

  5. Andrea Franco

    E non dimentichiamo l’articolo del sempre ottimo Mongai! :)

  6. Bernardo Cicchetti

    Ottima la riproposta di Fischer. E anche qui ci sarebbe qualcosa da recuperare. Sto parlando di quell’House of Flesh uscito un paio di volte da noi (due edizioni non proprio prestigiose di cui una si chiamava l’Ora del delitto) che è un romanzo assolutamente nero e disturbante. Luca?

  7. Luca Conti

    “House of Flesh” è davvero un notevolissimo romanzo, che la Mondadori non ha mai pubblicato e che sarebbe l’ora di ripresentare in un’edizione decente.

    A me piacerebbe moltissimo vedere anche una traduzione finalmente integrale dell’ultimo romanzo di Fischer, “Quei sette maledetti giorni” di cui parlava Mario nel primo post e che è forse il suo capolavoro.

  8. Henry Merrivale

    I Classici del Noir…

  9. Dario Geraci

    I classici del Giallo, che, da sempre ha proposto degli ottimi noir.
    Basta con queste allusioni che non portano a nulla se non allo scontro.

  10. Luca Conti

    Parlare di Fischer come di un autore di noir, poi, non corrisponde affatto alla realtà. I suoi legami col giallo classico erano molto forti, così come dimostra, tra i tanti, proprio il “Quei sette maledetti giorni” che ho citato prima, dove la soluzione è legata – molto alla Ellery Queen – a una serie di acrostici che devono essere decifrati e di poesie in cui sono celati gli indizi risolutivi.

    Tra l’altro, Fischer era molto apprezzato, ai suoi tempi, da un critico non certo di bocca buona come Anthony Boucher, la cui competenza credo nessuno voglia mettere in dubbio.

  11. Henry Merrivale

    A strong Fischer enthusiast, Bill Pronzini has written that “one of his [Fischer’s] recurring themes is the morality play: ordinary people thrust into extraordinary situations in which their moral standards are tested and sometimes corrupted.” The New York Times Book Review critic Anthony Boucher once wrote Fischer had “a fine sense of the impinging of crime and violence on ordinary life, a biting handling of the economic factors in human motivation”.

  12. Henry Merrivale

    Caro Dario,
    non ho alcuna intenzione di scontro, anzi, il mio proposito è costruttivo: spero solo in un repentino cambio di rotta, prima che sia troppo tardi: negli ultimi due anni ho comprato più Bassotti che Classici, e non credo di esser il solo.
    Un cordiale saluto,
    Luca

  13. Fabio Lotti

    Beccato!

  14. Fabio Lotti

    Letto “La sorpresa nel giallo” di Massimo Mungai. Interessante. Potrebbe averlo scritto, almeno in parte, il nostro Luca. E indovinate perché…

  15. esnaider

    grazie, grazie, grazie per la riproposizione di questo capolavoro di bruno fischer. classico? noir? fischer era abbastanza trasversale ai generi, ma certo con queen e dickson carr c’entra poco. l’autore che più gli somigliava per l’eccentricità dei temi, l’abilità nella costruzione di atmosfere e personaggi era patrick quentin. sono i personaggi, i loro drammi, al centro dei romanzi di fischer, non la brillante logica soluzione. Romanzi che sarebbero molto piaciuti ad hitchcock poiché spesso prevedevano un uomo innocente accusato di un delitto, in fuga, in compagnia di una ambigua dark lady, da criminali e polizia che per salvarsi doveva prendere tra le mani il proprio destino.
    quei sette maledetti giorni è un romanzo straordinario (ancora una volta presenza femminile celatamente ambigua …), ma il capolavoro anche letterario è I sei indiziati la cui vicenda è narrata da diversi punti di vista. Insomma uno stilema della letteratura colta in quella popolare. Grande fischer, è una gioia rileggerlo (tanto chi se la ricorda più la trama…) anche se in questa vetusta traduzione, meglio così che niente!

  16. esnaider

    per classici del giallo intendo i romanzi BELLI del giallo mondadori e del poliziesco in genere, non una collana dedicata SOLO a dickson carr, futrelle, queen, rawson. Oltre questi grandi autori voglio leggere chase macdonald quentin, woolrich, halliday, keene, kane e altri 500. ricordo che polillo ha pubblicato nella sua classicissima collana Niente orchidee per miss blandish…

  17. Luca Conti

    Esnaider, ottima analisi, davvero.

    Faccio anche notare che il determinismo di Fischer – che, si badi bene, era profondamente europeo, nato a Berlino da famiglia tedesca e arrivato negli USA da giovane – è molto legato alla concezione marxista del capitalismo. Fischer è stato per tutta la vita uno dei più attivi esponenti del socialismo americano, tanto da aver curato per decenni riviste e libri sull’argomento ed essere stato per lungo tempo il direttore responsabile di “Socialist Call”, il periodico ufficiale del partito socialista americano. Nel 1970, andato in pensione dal suo lavoro di editor alla Collier Books, si era addirittura ritirato in una vecchia comune socialista nello Stato di New York, dove è scomparso nel 1995.

  18. Piero

    Perchè Patrick Quentin è hardboiled? Oh, questa sì che è bella!
    Potrai dire che non è Carr e Rawson, ma non puoi dire che non sia Giallo Classico. Sugli altri posso essere d’accordo (Woolrich…mmhh) beninteso.
    E’ un giallo classico un po’ particolare, questo sì possiamo dirlo: si differenzia dal whodunit esemplare, in quanto è parecchio più movimentato di un Carr, che di solito, anzi quasi sempre fa romanzi con una definizione dell’azione statica, concentrata in sun solo ambiente, al massimo in due. I Patrick Quentin invece più rocamboleschi, anche cazzotti, corse in auto. Ma bisognerebbe anche, nel caso di P.Quentin, per quello che dici tu, osservare che non si tratta di unico autore ma di una cooperativa di autori che hanno usato lo pseudonimo nel tempo: lo stile quindi cambia notevolmente. Per me si tratta di autore ancora profondamente classico, anche se di tipo più psicologico, almeno fino all’inizio della seconda guerra mondiale; e sono romanzi che iniziano tutti o quasi con “Puzzle” a designare la natura ancora deduttiva della soluzione.
    Poi lo stile cambia. Ma se vedi questo accade in molti autori, per es. Ellery Queen. E anche i Carr diventano meno virtuosistici, e più attenti alle vicende dei personaggi.
    Son cose da tenere presente.

  19. Piero

    Poi concordo con te che un bel Patrick Quentin ci vorrebbe: Lo specchio Stregato, o Le Rose volanti.
    Quando intendo fino alla seconda guerra Mondiale, intendo fino alla fine della stessa (1945 ma anche 1946-47).
    E’ da tener presente poi che non c’è solo Patrick Quentin, ma anche Quentin Patrick e come se non bastasse Jonathan Stagge: la produzione di Jonathan Stagge termina col secondo conflitto mondiale, quello di Patrick Quentin prosiegue alla grande, mentre Quentin Patrick è un po’ come J. Stagge.
    A me piace ovviamente la prima fase, quella di Q.Patrick (sciarada di Pat(sy):Martha Motts Kelly, + Richard Wilson Webb conosciuto come Rick= Pat + Rich = Patrick; poi nel ’36 i due si divisero e la premiata ditta continuò con Webb e Wheeler: il secondo era un grande scenenggiatore cinematografico, anche partner di Bernstein. Dal 1950 in poi rimase solo Wheeler che si alternò anche ad altri.
    Il periodo classico è il primo e anche in parte il secondo. :-)

  20. Quiller

    A me piacerebbe leggere Gil Brewer di cui ho letto un gran bene ma che non conosco per nulla.

  21. esnaider

    ciao piero (sono gianni di anobii), e quando ho scritto che patrick quentin è hard boiled? di sicuro lo specchio stregato è sulla scia dei queen e dickosn carr, ma omicidio di gala, dà una spinta al destino, controcorrente, il segreto della grande clara, mio figlio l’ assassino, il limite del furore, sono drammi polizieschi più vicini a quelli di fischer. una zona grigia tra gli estremi hard boiled e scientifico (antica definizione della terza di copertina dei capolavori che riprenderei visto che è classico è tutto ciò che resiste al tempo, non solo i romanzi con l’enigma della porta chiusa). ho chiarissime le idee per ciò che riguarda l’hard boiled: lo sono chandler, hammet, macdonald, kane, halliday, howard, martin ecc. fischer non lo è, per la profondità dei suoi personaggi, per la mancanza di personaggio fisso. ben helm con mickey shane non c’entra niente.

    caro luca conti, sono lieto di sapere che il marxismo almeno per quanto riguarda i romanzi di bruno fischer abbia prodotto qualcosa di buono…
    scherzi a parte ringraziandoti per le tante notizie interessantissime, spiegami meglio cosa intendi per determinsimo di fischer.

    ciao.

  22. Piero

    L’ho detto perchè avevi operato una distinzione netta parlando dei classici (carr, rawson, queen, futrelle) e di altro, dicendo che per te Classici dovrebbero essere i Romanzi Belli e quindi non solo i 4 citati prima: è chiaro quindi che tu prendi le distanze da Classici come riferimento al Giallo Classico e altresì non ponendo P.Quentin tra i 4 tu è come se avessi detto che non lo metti nell’alveo del Giallo Classico.
    Però sono soddisfatto dalla tua risposta: ti consiglio, se non li hai letti, i romanzi firmati Q.Patrick. E anche i Jonathan Stagge sono affascinanti.
    Mi permetto, se non ne hai mai letti romanzi, di consigliarti di leggere qualcosa di Ed Lacy, un romanziere americano, quasi del tutto dimenticato, di cui in Mondadori sono uscite delle belle cose: per es. “Morirete in pace”, oppure “Svanito nel nulla”. :-)

  23. Piero

    Non l’avevo letto tutto il tuo intervento Esnaider: allora tu sei Gianni Sol… ?
    Beh, almeno si sa chi stia dietro un altro nickname! Non ho capito ancora chi stia dietro Quiller (pensavo qualcuno che conoscevo, ma poi mi sono ricreduto) e Kurt Dehn: per il secondo, così, fantasticando, giacchè Stephen Gunn è il nickname dell’autore che l’ha creato, avevo fantasticato che anche Kurt Dehn, essendo un personaggio di Altieri, fosse lo stesso Editor che avesse assunto identità di un suo personaggio. Ma sono fantasticazioni, che possono essere verità ma possono anche non esserlo. Beh però sono contento che tu sia quella persona: molto preparata sull’hard-boiled e molto simpatica.
    Quindi il consiglio su Ed Lacy a te è inutile dato che proprio con te se ne era parlato. Perchè non mi scrivi più spesso su Anobii? E’ sempre un piacere Gianni, colloquiare con te. :-)

  24. Dario Geraci

    Preciso che Dehn non è ASSOLUTAMENTE Atieri. Il nickname, cela l’identità di una persona che conosco, del quale sono peraltro anche amico 😉
    Magari più avanti si rivelerà autonomamente ma il nickname serve proprio a non usare le proprie generalità :)

  25. Piero

    Ahaha, ho capito chi è..ma non lo dico; anche perchè poi non si dica “non è ASSOLUTAMENTE ..pingo pallino”.
    Facciamo così, Dario : te lo chiedo privatamente, dicendoti quello che penso e tu mi dici se sia o meno quella persona; ed io mi tengo assolutamente per me l’informazione. Ti va? Del resto dovrebbe essere una persona legata da amicizia a Stefano, perchè queando parlano appaiono spesso assieme, e parlano e si rimandano le cose come se si conoscessero da luuungo tempo, insomma due persone legate da una certa frequentazione che si conoscono bene.

    Tzk Tzk Tzk
    Tanto ho capito chi è… :-)

  26. Fabio Lotti

    Iniziato a legere.
    Un incontro con una ex fiamma. Uomo Ben Helm, investigatore privato, donna Elaine Coyle Lennan, scrittrice di gialli diventata nel frattempo “molto, troppo grassa”. Incontro con richiesta: vuole sapere il modo migliore per far fuori una persona. Insomma il delitto perfetto. Moglie Greta Murdoch, attrice. Entrambi invitati in casa di Elaine. Qui solita famiglia e amici con soliti misteri e i soliti contrasti: l’amante, la signorina cacciasghey, l’autista ex carcerato, un manoscritto che getta scompiglio, ci sono anche gli scacchi e il nostro Ben, per non perdere la partita con il marito di Elaine, si alza e se ne va (magari lo potessi fare io!).
    Scrittura scorrevole, venata di umorismo, piacevole senza entusiasmare…

  27. Fabio Lotti

    Ma che fine ha fatto Danilo Campanella?

  28. GianniT

    Anch’io ho iniziato a leggerlo, per il momento trovo che sia scorrevole senza entusiasmare….

  29. esnaider

    mia moglie ha divorato il libro in due ore.

  30. Fabio Lotti

    Terminato di leggere. Confermo: piacevole senza entusiasmare. Niente a che fare con il librio di Miles Burton.

  31. GianniT

    Come vi invidio. Io se non passano 5 o 6 giorni non riesco a finire un giallo.

  32. Fabio Lotti

    E’ un pò una abitudine come con il caffé ed il giornale. La mattina me ne parto per la solita strada con due o tre libri in macchina e il tempo scorre via veloce. L’unico pericolo è l’omino zoppo della seconda guerra mondiale di cui ho già parlato più volte…

  33. Fabio Lotti

    Che bella famiglia!

    – Allora lo dico chiaramente a tutti. Questo è un blog maschilista, non sapete altro che rapportarvi con le donne che hanno tette e culo! Grazie e arrivederci.
    – Oggi l’omino zoppo della seconda guerra mondiale mi stava aspettando dietro un cespuglio…
    – Ma che c’entra l’omino zoppo in questo spazio?
    – E’ un vecchietto un po’ strano, lascia perdere.
    – Le traduzioni sono tutte tagliate, sono vecchie, sorpassate, ci vorrebbe una bella rinfrescata…
    – Altieri, Altieri fuori dai sentieri!, Altieri, Altieri era meglio ieri!
    – Oggi con Altieri è meglio di ieri! Oggi con Altieri è meglio di ieri!
    – Ma chi sono questi che gridano così forte?
    – Sono i due gruppi che difendono o attaccano Altieri per la sua nuova linea editoriale.
    – Sembrano assatanati.
    – Ormai niente libertà di critica, di pensiero, peggio che durante il Ventennio. Questo è il mio ultimo intervento. Arrivederci e grazie.
    – Gentile Signora, la prego di mantenere un linguaggio adeguato e rispettoso verso tutti. Buon proseguimento.
    – Oggi mio nipote ha messo su due dentini…
    – Ma che ce ne importa, dico io di suo nipote…
    – Lascia perdere, ti ho detto.
    – E’ chiaro che ci vuole una nuova traduzione…
    – Beh, anche questo…
    – Trovarne uno normale…
    – Allora è lampante che lei mi stia offendendo rivolgendosi a me con un termine generico. Io sono una professoressa e dunque mi spetta il giusto riconoscimento. Grazie e arrivederci.
    – Ma non ha detto che non sarebbe ritornata?
    – Questa traduzione è vecchia, il libro è stato tagliato.
    – Se è tagliato non lo compro.
    – Il torneo di scacchi è andato magnificamente…
    – E che cavolo c’entra il torneo di scacchi?
    – E’ un fissato di questo gioco. Parla piano che se ci sente ci convince a fare una partita anche se non si conoscono le regole.
    – Ecco, ora sarete contenti. Devo farmi una operazione allo stomaco. Mi hanno trovato un’ulcera. Tutta colpa vostra. Grazie e arrivederci.
    – Proseguendo su questa linea sono costretto a cancellare i suoi interventi, gentile Signora.
    – Prof, prego.
    – Signora.
    – Prof.
    – Signora.
    – Halter, dov’è Halter? Avete visto Halter? Era qui un momento fa…
    – Oggi l’omino zoppo…
    – Un sorriso per tutti! Chi vuole un sorriso?
    – Prof.
    – Signora.
    – Mamma mia come è cresciuto! Otto mesi nove chili…
    – Non volete un sorriso?
    – Fermi tutti, in guardia!
    – Questo mi fa paura.
    – Ma no, è buono. Fa solo un po’ di versi.
    – Prof.
    – Signora.
    – Se volete trovarmi sono anche qui. Basta cliccare su…
    – E’ dappertutto.
    – Peggio del prezzemolo.
    – Halter, dov’è Halter? Eppure mi sembrava di averlo visto.
    – Poveraccio, lo cerca da anni e non riesce a trovarlo.
    – A questo punto mi trovo costretto, contro la mia volontà, ad interrompere tutti gli interventi. Buon proseguimento.
    Che bella famiglia!

    P.S.
    Ho scritto questo pezzo, così per divertimento. E’ chiaro che Dario ha tutto il diritto di toglierlo se lo ritiene opportuno.

  34. Marco Piva

    Dio mio Fabio sei matto come un cavallo :-)

    P.S. quasi quasi ti regalerei il libro di Jahier ma ti voglio troppo bene per infliggerti una simile punizione….

  35. Fabio Lotti

    Jahier l’hai conciato per le feste…

  36. Danilo Campanella

    @Fabio: ci sono… ci sono… purtroppo un tomo di storia romana mi ha momentaneamente allontanato dai gialli, ho da recuperarne almeno una decina. E poi il treno per Roma in questo periodo è davvero troppo pieno, leggere è diventato impossibile :-)

  37. Fabio Lotti

    Finalmente! Un pò mi/ci mancavi…

  38. Kurt Dehn

    Evocato m’appaleso!

    Chiedo innanzi tutto venia per l’intervento fuori tema.
    Mr.Lotti mi ha fatto sganasciare con il suo commento che riassume alcune delle più simpatiche e stimolanti frasi apparse su questo blog, quindi sopporterete anche questo mio intervento.
    Non vi racconterò però dei miei malanni o degli esami clinici, ma intendo togliere qualche dubbio al Sig. Piero (sempre che non preferisca con altro titolo essere definito)
    Leggo con una certa frequenza quasi tutto ciò che appare sul questo blog, ma doveri professionali, e il piacere di avere anche altri interessi, non mi consentono l’assiduità e la prontezza di rispondere quando si parla di me. E’ però necessario togliere al Sig.Piero il dubbio su cui fantasticava: il sottoscritto non soltanto non è l’Editor, ma nemmeno ha avuto mai a che fare con l’editoria nella sua vita. Come scrissi un annetto fa, il mio mestiere è tutt’altro, ciò che mi porta in questo luogo è la passione per la lettura.
    Come Dario ha precisato, ci conosciamo e siamo amici, a lui riconosco un gran talento ma non ho il piacere di annoverarlo tra le persone con cui condivido il mio lavoro.

    Sebbene le doti deduttive del Sig. Piero abbiano quindi fatto cilecca, in qualcos’altro ci ha preso: confesso di essere un fanatico lettore di Stefano Di Marino, di aver avuto la possibilità di conoscerlo (ma solo qualche anno fa) e di essere onorato della sua amicizia.
    Il fatto di essere coetanei e di aver scoperto, frequentandoci, di avere vissuto momenti simili nel passato, ci permette una certa confidenza e la sintonia per capire al volo (si direbbe con uno sguardo) dove l’altro va a parare… questo (chiamiamolo, anche se la parola non mi piace, cameratismo) è quello che traspare dai botta e risposta che Piero ha colto.
    Pensi, Piero, che ho scoperto Altieri perchè ero in caccia di libri con uno stile che richiamasse quello di Stefano, di cui non mi bastavano i due pubblicati ogni anno :)
    Mi lasci, per favore, la possibilità di continuare a usare un nickname per presentarmi in questo blog… ho le mie ragioni per farlo.
    Comunque credo che non possa in alcun modo aver capito chi sono… sicuramente non colui a cui lei pensa!
    Stavolta il metodo deduttivo non ha funzionato! :)

  39. Fabio Lotti

    Ah, ma allora qualcuno lo ha letto il pezzo e si è pure divertito. E avvisatemi, no!

  40. Silvia

    Il nome di Fabio Lotti dovrebbe comparire accanto a quello di Wodehouse e Jerome :) : ‘Che bella famiglia!’ è un ‘collage’ spassosissimo :)

  41. Fabio Lotti

    Come avrai visto ho inserito anche te con i tuoi sorrisi! Per quanto riguarda l’accostamento ai due scrittori vale in quanto mi sto accostando sempre di più al loro nuovo mondo extraterreno…

  42. Piero

    Lo sapevo che non eri tu, era troppo semplice: no devo dire che solo per un istante ho pensato che fossi Altieri, ma poi c’erano delle cose che non quadravano. No, il bello è che pensavo che fossi un’altra persona, quello sì che lo pensavo: ma poi Dario in separata sede mi ha detto che non eri quella persona, e allora…mi sono arreso.
    Comunque, non era questione di deduzione (mio caro dovresti saperlo che la deduzione si basa su prove certe, o almeno dovrebbe esserlo) ma di ipotesi.
    E come vedi la deduzione non ha fatto cilecca; l’ha fatto l’ipotesi! :-)
    Ciao Kurt, ben tornato.
    Sabato ho incontrato Valentino Colapinto, un altro di questo blog e altro fanatico di Stefano: nel posto dove l’ho portato ha fatto incetta di romanzi di Stefano Di Marino. Per cui, almeno Stefano una preghierina per me dovrebbe farla.. :-)

  43. Danilo Campanella

    Un gialletto modesto modesto, questo Fischer. La storia è scontata e ferraginosa: c’è un ex poliziotto che, se si è messo a fare l’investigatore privato, non è di certo per guadagnare di più. Deve vivere di rendita, infatti, considerato che fugge a gambe levate ogni volta che qualcuno manfesta l’intenzione di pagarlo. Ha anche una bella moglie, un’attrice con la personalità di una cipolla, e la capacità di citare poesie come nemmeno Nero Wolfe le varietà di orchidee. Poi ci sono un paio di vittime antipatiche, un’indagine che non riesce ad appassionare (che brutto, quando in un giallo non te ne frega niente di chi possa rivelarsi il colpevole), un gioco di specchi e parole che gira intorno alla solita ossessione del delitto perfetto. Per fortuna la mano dell’autore, che evidentemente in quel periodo aveva di meglio da fare, ricostruisce con indubbia maestria un microcosmo che, se non riesce a fare di questo The silent dust un giallo di qualità, almeno ci lascia con un ritratto di un’epoca lontana per la quale è facile provare nostalgia. Un gialletto da dimenticare alla svelta, buono per una lunga permanenza in una sala d’aspetto, senza lode e con poca infamia, in attesa di leggere qualcosa di migliore

  44. Silvia

    Caro Fabio,
    ho notato che i sorrisi sono diventati piuttosto frequenti nel blog (v. Piero, ad esempio) e voglio ringraziarti per il riconoscimento ufficiale (che dovrebbe prevedere un :) vicino alla frase a me dedicata).

    Per quel che riguarda gli umoristi, è un vero peccato che molti appartengano ad un’altra dimensione, quindi applicati e fai di tutto per restare in questa.
    Grazie ancora per tutti i momenti di buonumore che ci regali.
    A presto :)

  45. Piero

    Io metto sorrisi perchè mi piace fare battute e reagire ad una depressione tremenda che sto vivendo da un anno a questa parte: non è una sensazione piacevole sapere che prima o poi si possa finire all’USP o all’ USR invece che continuare ad avere la propria classe. :-(

  46. Alessandro B.

    E bravo Piero. Ho visto che sei sull’ultimo Sherlock Magazine, e con un inedito. Complimenti.

  47. Piero

    Non sapevo nulla.
    Sapevo che sarebbe stato pubblicato nel 2010 ma non che lo fosse stato già: Luigi Pachì non mi ha detto niente.
    E bravo: Luigi mi ha fatto pure la sorpresa!
    Ma me l’hai fatta anche tu, devo dire: grazie.

  48. Fabio Lotti

    Per chi non lo sapesse “Che bella famiglia!” ha avuto una definitiva stesura sempre nel solito posto. Ringrazio tutti per non essersela presa.

  49. Paolo Botti

    Lettura assolutamente poco avvincente. Personaggi delle cui vicende poco importa che si trascinano verso un prevedibile finale. Ho letto a fatica ben 150 pagine ma senza riuscire ad appassionarmi a quanto narrato. Ho quindi occhieggiato il finale per trovare conferma delle previsioni. Complessivamente dal mio punto di vista una lettura da dimenticare.

  50. Marius

    Ho letto il libro solo ora.
    Non concordo con Paolo Botti che sia una lettura da dimenticare; certamente non è una pietra miliare nella storia del giallo ma ultimamente ho letto di peggio in questa collana ad es. Lindsay, Nasaw, Baraldi ecc.

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