Editoriale
Gentili Lettrici, Cari lettori:
Anzitutto i miei più calorosi e sentiti auguri per delle serene feste natalizie e per un un grande 2010.
È con il medesimo calore che desidero anche ringraziare ognuno di voi per la consistenza con cui continuate a seguire il Giallo Mondadori e per la passione dei vostri interventi su Gialloblog. Ogni singolo lettore e’ importante, ogni singolo commento merita attenzione. E’ infatti solo attraverso il dialogo con tutti voi che noi della squadra del Giallo possiamo mettere costantemente alla prova sia le nostre scelte che le nostre prospettive.
Come sapete, questo anno 2009 che sta per chiudersi ha segnato i ben ottant’anni di esistenza del Giallo Mondadori. Un simile traguardo rende il Giallo Mondadori se non il marchio periodico più longevo in assoluto, di certo uno dei più longevi in senso lato della editoria non solamente italiana.
Il 2010 segnerà il mio quinto anno quale Direttore Editoriale del Giallo Mondadori. Da responsabile di tali e tante scelte editoriali, non posso che ritenermi onorato e lusingato di poter continuare la tradizione iniziata dal grande Alberto Tedeschi e continuata da straordinari uomini e donne di editoria quali Oreste del Buono, Laura Grimaldi, Gianfranco Orsi, Lia Volpatti.
Ecco quindi alcune anticipazioni sull’anno che sta per iniziare.
Tutte le nostre testate — Giallo, Classici del Giallo, Giallo Oro, Supergiallo — continueranno a essere distribuite secondo la ormai collaudata periodicità.
Mentre i Classici del Giallo non cesseranno di presentare le opere dei grandi Maestri — Christie, Stout, Gardner, McBain, Woolrich, solo per citare gli autori-pietre miliari — nel Giallo appariranno sia solidi talenti stranieri che inaspettati fuoriclasse italiani.
Un traguardo d’eccezione che verra’ raggiunto nel marzo 2010 e’ quello del Giallo Mondadori numero 3000. Occasione per la quale offriremo un vero e proprio piece de resistance: “Hannibal Lecter, Le Origini del Male”, il testo a firma Thomas Harris che apre cronologicamente la saga di uno dei piu’ affascinanti e diabolici serial-killer della letteratura a suspense.
Sempre sul fronte della narrativa di lingua anglosassone, con “Dexter l’Oscuro” presenteremo il quarto volume inedito della corrosiva saga di Jeff Lindsay diventata culto tv.
Passando agli autori italiani, tutti in folgorante crescita tematica e stilistica, con “Bambole Pericolose”, seguito de “La Bambola di Cristallo”, vedremo l’atteso ritorno di Barbara Baraldi, autrice rivelazione del gothic-thriller Italian-style.
A Baraldi andranno ad affiancarsi Andrea Novelli & Gianpaolo Zarini con il loro monumentale forensic thriller “Per Esclusione”, e lo straordinario Patrick Fogli con “L’Innocenza Sepolta”.
Nel Supergiallo, sulla scia del consenso che a tutt’oggi continua a riscuotere l’antologia “Il mio vizio e’ una stanza chiusa”, proporremo di nuove, trasgressive opere antologiche tutte italiane. Da “Sul filo del rasoio”, micidiale cocktail thriller-futuribile a cura di Gianfranco De Turris, a “Eros & Thanatos”, folgorante vortice di sole signore sulla tematica amore/morte.
Mi fermerei qui per non guastare… la suspense, appunto.
L’avventura nelle caleidoscopiche dimensioni dell’intrigo non si ferma. Di nuovo, a tutti voi che ci seguite, porgo i miei più sentiti auguri e la mia più profonda riconoscenza per permettere a noi della squadra del Giallo di vivere quell’avventura assieme a voi.
Con la massima cordialità,
Sergio “Alan D.” Altieri
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dicembre 26th, 2009 at 11:54
Ok. Ma oltre tutte queste primizie, ci saranno o no Gialli Classici inediti presentati nel 2009?
Boncompagni aveva timidamente detto qualcosa, ma siccome ha fatto capire che l’ultima parola in ordine alle “uscite” l’ha solo l’Editor, ci aspettiamo che sia lui, oltre a far pregustare ai fan di Dexter, Harris, Baraldi delle belle ciliegie, anche faccia gustare a noi delle belle cosette, che non siano ristrette solo al versante “Classici del Giallo”.
Al di là di questo, siccome siamo a Natale, nonostante li avessi fatti gli Auguri nell’ambito dello spazio che il Blog ha riservato al mio ultimo articolo, li rifaccio ora espressamente all’Editor ALTIERI.
Altieri non dimentichi che i Gialli Mondadori non son solo patrimonio dei nuovi autori, ma anche delle primizie mai qui gustate, dei grandi del passato.
Ricordo, tanto più perchè l’ha citato Mauro Boncompagni, che il capolavoro di Winslow & Quirck non è stato ancora pubblicato per intoppi in merito ai diritti di autore; e speriamo che tutti i “nodi” relativi alla pubblicazione di Gialli Classici inediti siano risolti se non.. tagliati.
Auguri a Sergio Altieri, detto “Alan D.”.
dicembre 26th, 2009 at 13:25
Gentile Sig. Altieri,
La ringrazio per gli auguri graditi che contraccambio prontamente.
Ottime le anticipazioni soprattutto tra la produzione Italiana, un po’ meno soddisfatto di uscite importanti relativamente al mystery classico (che negli ultimi 5 anni guarda un po’ sta attraversando un periodo non certo dei migliori).
Mi auguro che la sua sia solo una amnesia….dato che, come dice lei, noi lettori siamo tutti UGUALMENTE importanti.
dicembre 26th, 2009 at 16:12
Sarà un 2010 ricco come al solito. Se già le anticipazioni sono buone, adesso non rimane da scoprire quanto di buono non ci è stato svelato! 😉 Un caro saluto a Sergio e a tutto lo staff del Giallo. ciao!
dicembre 26th, 2009 at 21:43
Egregio dott Altieri,
grazie per gli auguri e grazie a Lei e a tutto lo staff del Giallo Mondadori, la collana del nostro cuore. Sarò felice di leggere Barbara Baraldi di cui sono un’estimatrice convinta. Eccellente è la scelta di pubblicare autori italiani, ma La pregherei vivamente di riportare nella collana i giallisti francesi ed europei. Questa vera mania per gli autori americani di serie C è incomprensibile(se non a livello economico)a 60 anni e più dal secondo conflitto mondiale. Il mondo è profondamente cambiato da allora e noi siamo costretti ancora a leggere solo i misfatti made in USA.
Con stima
Giuseppina La Ciura
dicembre 26th, 2009 at 21:49
ma il vero giallo classico ed il vero mystery ci saranno o saranno del tutto dispersi a favore di autori che di classico non c’hanno nemmeno un capello?
dicembre 26th, 2009 at 22:13
Era questo che io mi sarei aspettato da un Editoriale chiarificatore. Ma l’uscita di Sergio Altieri non chiarisce e non porta alcunchè di nuovo a quanto già si sapeva, tranne che sull’altra riva del Piave si festeggerà alla grande.
Pensavo prima di questa uscita che si potesse di nuovo fare un discorso comune, ma qua pare che la Caporetto del Giallo Classico anche per il 2010 non debba considerarsi finita : non ci resta che resistere, visto che si parla di radici comuni, del fatto che tutti amiamo la testata (ed è vero), ma poi si annunciano cose nuove solo sul fronte alteriano.
A meno che, qualcun altro del gruppo di comando, faccia una sortita qui, e non parli anche di quello che interessa a noi, cioè di ciò che di nuovo il 2010 prepara per il Giallo Classico. Ovviamente nel caso in cui DAVVERO NEL 2010 CI SIA QUALCOSA DI NUOVO ANCHE PER IL GIALLO CLASSICO.
Au Revoir.
dicembre 26th, 2009 at 22:26
Auguri, di cuore, a Voi tutti.
Grazie per le belle parole e per gli auguri che ricambio con sincero affetto. Purtroppo non mi è dato ancora sapere cosa ci riserveranno i Classici del Giallo nel 2010, spero di potervelo dire il più presto possibile, cercherò di farmi dare qualche anticipazione 😉
dicembre 27th, 2009 at 00:34
Mi aspettavo anche io qualche delucidazione in più sul giallo classico che mi pare ormai(spero in una smentita nei fatti) nelle mani della Polillo…
dicembre 27th, 2009 at 11:15
mi sembra importante che il thriller italiano continui a far sentire Forte la sua voce anche se con temi e tonalità differenti. personalmente aspetto con grandissimo piacere ‘ Bambole pericolose’.
dicembre 27th, 2009 at 11:55
Questa continua proposizione di materiale che viene dall’Italia, non nasconderà, sotto toni bombastici per una vena creativa italiana bla bla, la penuria di soldi messi a disposizione dalla proprietà, e quindi anche la penuria di possibili traduzioni? Poi ovviamente, con gli intendimenti sotto gli occhi di tutti, se traduzioni vi devono essere, è meglio che siano per Dexter magari, anzichè per.. “SPEAK OF THE DEVIL” , di Carr ?
Io posso essere anche d’accordo con te sul fatto che se c’è quello che chiami tu “thriller italiano” lo si proponga.
A patto di proporre però anche dell’altro…DI NUOVO, e non solo cose vecchie, nel 2010.
dicembre 27th, 2009 at 12:01
Quiller, tu non dici nulla a proposito?
dicembre 27th, 2009 at 12:25
Piero, non mi piace quest’espressione sui toni ‘bombastici’ riguardo alla produzione italiana. Io rispetto tutto il giallo classico e se vedo riproporre qualche titolo che non ho lo acquisto con piacere. Mi sembra logico che si riservi un po’ di attenzione per le cose nuove sia straniere che italiane, che poi sono il futuro della narrativa thriller. Con questo lungi da me suscitare le solite liti o polemiche però, da appassionato del prodotto francese(che qui in Italia non va molto devo dire)i nostri ‘ cugini’ coltivano i testianglosassoni del passato ma sorreggono massicciamente la produzione autoctona. Adombrare che si pubblichino degli italiani per mancanza di soldi è sinceramente offensivo per gli autori italiani. Per suggerire simili ipotesi magari bisognerebbe sapenre veramente un po’ di più di certe meccaniche editoriali che, ti assicuro sono molto complesse…
dicembre 27th, 2009 at 13:13
Aridaje!!
Si torna sempre lì.
Per come la vedo io, i cultori del Giallo Classico (che, va detto, sono tra i più fedeli di questo blog) hanno già tanto pane per i loro denti, ma non sono mai contenti!
Io rimpiango la chiusura (o il ridimensionamento) di una collana come IGMP, che tante belle opere di autori italiani ci ha portato in un passato recente, che sarebbe stata la naturale collocazione del nuvo libro della Baraldi e di altre opere.
Certo è difficile accontentare tutti.
Il thriller italiano ha presentato quanto di meglio si è visto negli ultimi anni e (sempre a mio parere) meriterebbe ancora maggior spazio. Non credo si tratti di una mera questione economica (non mi sembra che i traduttori siano dei nababbi) quanto di una scelta editoriale che condivido e che mi auguro ci porterà ancora qualche opera di pregio.
Invocare che qualcuno della redazione smentisca o integri quanto riportato nell’editoriale lo vedo come una mancanza di rispetto nei confronti dell’Editor
Mi fermo qui, per evitare di cadere nelle solite polemiche…
Tanti auguri a Sergio e a tutti gli altri
dicembre 27th, 2009 at 13:45
Forse è il caso di ricondurre la polemica sul giusto binario. Nessuno, credo, contesta l’inserimento di autori italiani nel Giallo, ma qui si parla del Giallo Classico. E sentire Altieri che snocciola i soliti nomi, Christie, Stout, Gardner, McBain, Woolrich, non è che tranquillizzi molto…
dicembre 27th, 2009 at 14:42
leggi bene il post sulla proposta degli italiani.
D’accordo con Kurt su IMGP. E, visto che poi i classici piacciono anche a me, mi piacerebbe, ma è solo un desiderio(tra l’altro esaudito andandomi a prendere gli originali) rileggere i romanzi originali di Sax Romher su Fu Manchu…. i romanzi con Dexter (prima dei telefilm che non ho mai visto) sono ottimi e…moderni…
dicembre 27th, 2009 at 17:29
Piero, mi chiami in causa e dico la mia, spero di non fartene pentire.
Anch’io ritengo che l’editoriale del Direttore sia un pò troppo a senso unico sulle proposte delle opere nuove e italiane…ma poi ragionandoci sopra, in effetti devono essere proprio queste le opere che danno più soddisfazione a chi ricopre il ruolo di Altieri: lanciare in prima persona nomi nuovi, mettere insieme una squadra di autori sempre più esperta e affidabile, dare un’impronta alla collana. Probabilmente le altre tessere del mosaico delle uscite non vengono seguite da Direttore così da vicino, anche per inclinazioni personali, ma tu sei il primo a riconoscere il valore degli altri collaboratori della redazione e dunque occorre fidarsi. Andrebbe fatto un conto a fine anno, anche con pignoleria, sulle diverse uscite (quante ristampe, quanti “classici” inediti, quanti “serial killer”, etc.) per individuare trend e tendenze con obiettività. Chi se ne vuole fare carico?
Aggiungo poi una cosa che mi ronza in testa da un pò: mi sembra che molti commentatori di questo blog reputino la pubblicazione di un volume nei GM come l’ingresso in un catalogo che garantisca a queste opere una imperitura longevità, quando invece è il contrario: la diffusione è capillare, ma dura un mese e poi se si è perso il treno non li si trova più. Non bisogna insomma scambiare le collane da edicola (a cui peraltro va il mio eterno ringraziamento) coi Meridiani: se si professa l’amore incondizionato e puro per un genere, l’appassionato DEVE sempre preferire la pubblicazione in libreria a quella da edicola, altrimento non si vuole davvero far riscoprire il “verbo” alle nuove generazioni, etc., ma più modestamente arricchire le proprie collezioni senza svenarsi. Desiderio sacrosanto che sottoscrivo in pieno, ma che va dichiarato per quello che è.
Rientrando in argomento, delle uscite annunciate attendo con curiosità il volume di Patrick Fogli e l’antologia curata da De Turris, un professionista da rivalutare assolutamente.
dicembre 27th, 2009 at 18:19
Io sono perfettamente d’accordo con il dare voce alla narrativa autoctona, ancora meglio se inedita, motivata ed esordiente. In fondo, è vero, parlo da diretto interessato, dal momento che per il 2010 parteciperò sia al “Gran Giallo città di cattolica”, sia a “Carabinieri in giallo” che al concorso “Alberto Tedeschi”. Il mio giudizio e il mio auspicio, pertanto, non sono ‘disinteressati’, ma non per questo sono scorretti. “Il mio vizio è una stanza chiusa” mi è piaciuto moltissimo, e ricordo che alcuni degli autori presenti erano, se non esordienti, quanto meno emergenti o non ancora proriamente affermati. Non per questo meno bravi di altri. Quindi auguri a tutti i lettori/scrittori un bel 2010, ricco di novità e soddisfazioni con il Giallo Mondadori (sia in un senso che nell’altro) sperando, un giorno, di poter essere presente sulle copertine gialle della serie. Complimenti e auguri a Sergio Altieri, di cui condivido tutto, tranne una ‘piccolissima’ scelta: “Hannibal Lecter”, per come la vedo io, non è un gran thriller. Anzi, delude molto le aspettative, a tal punto che il film è di gran lunga meglio del romanzo. Ma è solo una questione di gusti personali, in fondo.
Buon anno a tutti!
dicembre 27th, 2009 at 18:48
Cari Amici,
la scelta di pubblicare e quindi scoprire e far conoscere autori italiani è un’opera meritoria, far riferimento alla Francia che farebbe lo stesso non è serio. Gli autori francesi non sono solo francesi doc, ma vi sono i francofoni:tunisini, algerini, marocchini, senegalesi, vietnamiti, cambogiani, libanesi. Da qui un polar e/o noir vasto, interessante, ricco di sfumature e colori. In Italia, è noto che gli immigrati
sono paria e nessuno di loro si sognerebbe o avrebbe il tempo di scrivere un libro. Quindi, abbiamo autori di pura razza italica, che scrivono gialli “regionali” e soprattutto noir sui soliti temi arcinoti.
Nel frattempo, i cugini d’oltralpe sono sbarcati in Cina. Noi siamo ancora qui alle prese con le spie pro III Reich (vedere Highes e Ngaio Marsh nella lana).
Questa è l’Italietta del Duce!
Giuseppina La Ciura
dicembre 27th, 2009 at 19:54
Premetto che amo la cinematografia noir francese e grazie al fatto che conosco la lingua apprezzo spesso i suoi prodotti in originale.
Ciò detto non capisco il parallelo noir italiano=scrittura autarchica fascista.
Ma le chiedo, gentile sig.a La Ciura, ha mai letto uno, dico uno, dei romanzi degli autori italiani quali quelli pubblicati nella collana IGMP? O forse l’ultimo che ha letto è stato proprio nel ventennio?
Opere come “Montecristo” di Stefano di Marino (o tante altre) sono esattamente agli antipodi di quanto viene affermato nel post precedente… rappresentano un’Italia come è realmente oggi, con tutti i suoi problemi sociali e politici.
Forse il limite alla diffusione di queste opere viene proprio da questa rappresentazione della realta, considerata troppo cruda, talvolta, per poter essere accettata come reale da chi crede di vivere in quello che ormai ha poco senso definire il Belpaese!
dicembre 27th, 2009 at 20:39
Egregio dott Dehn,
la Sua maleducazione nei miei confronti-io avrei letto l’ultimo libro nel Ventennio! -è tale che io non Le rispondo.
Io inoltre non dialogo con persone che si nascondono dietro pseudonimi.
Giuseppina La Ciura
dicembre 27th, 2009 at 20:41
Prima di tutto il premio per l’onestà a Diego che ha espresso le sue opinioni e posizioni in maniera educata e chiara. Si può essere o meno d’accordo ma questa è appunto una discussione.
Con Quiller siamo vecchi amici e concordo pienamente…a proposito, chissà se mai riuscirò scartabellando nelle bancarelle a trovare TUTTI i Quiller?
Di sicuro, e lo dico come autore, i Gialli e Segretissimo o Urania non sono i Mediriani. Compagni di ore di viaggio,di lettura, forse a volte sottovalutati. Alcuni buoni e altri meno buoni. Romanzi, appunto.
Ringrazio Kurt per la citazione e, non per la prima volta concordo con lui. L’osservazione della signora La Ciura non mi sembra accettabile. Però,questo mi sembra di essere in diritto di dirlo, non mi va che il tipo di narrativa che proponiamo io e i miei colleghi sia catalogata con etichette politiche. Di qualsiasi genere. Personalmente sentirmi accomunare a chi scrive gialli regionali su temi arcinoti ( categoria contro la quale mi schiero ‘creativamente’ anche se con rispetto verso chi ne fa parte) non mi va. E’ una forzatura e non sta in piedi logicamente.
dicembre 27th, 2009 at 20:49
Cari Signori, se io parlo di toni bombastici per la produzione italiana non è per denigrarla, ma invece per dire che taluni si riempiono la bocca di ciò per non parlare del resto.
Io non ho fatto altro che leggere l’editoriale dell’Editor. L’avete letto voi bene ? Guardate è più sopra : del Giallo Classico non parla proprio se non citando alcuni nomi, come a dire che il Giallo Classico va bene solo per i Classici del G.M. mentre tra gli inediti devono essere proposti altri nomi (Bernardo mi pare su questa tesi).
Io questo leggo. NON HA PARLATO PER NIENTE DI GIALLO CLASSICO TRA GLI INEDITI DEL GIALLO : ha fatto solo i nomi di Harris, Hughes, ha parlato della Baraldi (che comprerò beninteso, proprio per leggere un suo romanzo) e di altri autori italiani. Ha forse parlato di proposte per il Giallo Classico ? Nada de Nada.
Io non devo arrivare a fine anno come dice Quiller per vedere cosa sia uscito e cosa no; io ho fatto l’appunto sull’Editoriale di Altieri, su espressioni che ha usato lui non noi.
Non si può fare del buonismo natalizio rivolgendosi a tutti, dicendo che tutti abbiamo un’importanza, che bisogna sentire tutti, e poi sciorinare solo cose che INTERESSANO SOLO UNA PARTE, MENTRE l’ALTRA RIMANE A BOCCA ASCIUTTA. Avesse fatto qualche accenno sul nostro versante..
Niente !
Cosa mai dobbiamo pensare? Ditemelo voi, che avete capito tutto.
A me interessa quanto voi (a voi di più) la letteratura poliziesca italiana; ma a patto che le scelte siano diversificate e abbraccino più generi.
E pur rispettando Di Marino come autore, non vedo proprio come opere come Montecristo siano opere da collocare nel Giallo: sono opere da Segretissimo.
Qui si sta facendo un’enorme confusione: si parla di Noir e invece poi sono Neri, si mettono titoli che andrebbero meglio in Segretissimo (e lo stiamo dicendo da tanto tempo) nel Giallo anzichè altri che ci andrebbero benissimo ed invece non vengono neanche più presi in considerazione.
E chi ci fa le spese?
NOI CI FACCIAMO LE SPESE, SIGNORI: perchè come ha detto Fabio, la PROPOSIZIONE DI GIALLI CLASSICI IN ITALIA, superando la differenza tra Edicola e Libreria, E’ oramai APPANNAGGIO DI POLILLO.
Basta solo che il vecchio Marco tenti la strada dei Gialli da edicola, e la frittata sarà completa.
Io mi aspettavo un Editoriale di tenore ben diverso: lo stavamo aspettando tutti. Speravamo che Altieri desse anche a noi delle buone notizie per il nuovo anno: nessuno pensa più che le uscite siano da riportare a sei, e di Gialli Classici si vedano almeno 3 inediti al mese. Ma uno, almeno uno al mese, anche ogni due mesi, accanto a delle cose di altri generi, si potrebbe fare.
Ma invece NADA DE NADA, ma proprio DE NADA !
dicembre 27th, 2009 at 20:59
caro Piero, capisco il tuo sfogo anche se non lo condivido. Che ti devo dire? Una sola cosa, forse. Di Gialli me ne intendo abbastanza, di vecchi e di nuovi, di noir e di neri. Su Segretissimo scrivo da 20 anni, lavorando bene con editor differenti e con visioni diverse. Montecristo è stato pubblicato su IMGP ed è un nero italiano, con uno sfondo politico. Così come nero italiano era il mio primo romanzo ‘per il sangue versato’. Se, con l’editor, avessimo ritenuto che andava pubblicato in Segretissimo credo che lo avremmo fatto. Invece è stato pensato per IMGP. Un nero italiano non provinciale e con qualche spunto di sentita originalità. Un libro di cui vado fiero,anche per la sua collocazione, se non ti dispiace.
dicembre 27th, 2009 at 21:04
ovviamente scusere se ho scritto IMGP invece di IGMP,il succo l’avete capito. nerissimamente vostro…Montecristo
dicembre 27th, 2009 at 21:08
Piero, mi hai compreso benissimo. Qui mi pare che non si voglia sottolineare un dato di fatto: nelle novità proposte da Altieri il Giallo Classico è praticamente assente. E questa non è una constatazione polemica. E’ solo una constatazione.
dicembre 27th, 2009 at 21:27
Già, Bernardo. E’ proprio così.
Mi credi, se su Anobii, che raccoglie molta gente che legge anche Polizieschi (c’è un gruppo molto nutrito che riguarda solo Il Giallo Mondadori), molte volte ho dovuto lenire i contrasti, molte volte ho parlato in difesa del Giallo Mondadori? Parecchie volte ho ribadito anche l’ quello che dico qui, intendiamoci: ma quelli che sono incazzati, sono molti di più di quelli che non appaiano qui.
Quello che mi spaventa oramai è il disincanto: sì da per scontato che la china sia irrefrenabile e che oramai l’unico che difenda il Giallo in Italia, sia Polillo. Non tenendo conto che almeno il 50% delle proposte del catalogo Polillo sono di titoli già Mondadori.
Quello che dice Quiller è anche vero. Ma..la Mondadori se avesse voluto, a fronte di un catalogo ENORME di titoli, avrebbe potuto riproporli in libreria. Non l’ha fatto? Son cavoli di tutti, non solo loro.
E ora ci toglie anche gli inediti.
Bernardo, la pensiamo proprio alla stessa maniera !
dicembre 27th, 2009 at 21:31
Cerchiamo di mantenerci nei binari del reciproco rispetto. Come rappresentante del Giallo ci tengo a preservare il parco autori italiano che va rispettato e incoraggiato, d’altro canto, capisco la delusione di chi avrebbe voluto qualche anticipazione in più sui titoli 2010 dei classici. Mi muoverò in tal senso, nel frattempo, Vi prego, di non ridurre tutta la discussione all’ennesima, mera, contrapposizione tra le due ipotetiche fazioni del Giallo.
Buon proseguimento di serata.
dicembre 27th, 2009 at 21:39
hai ragione , Dario se ho ecceduto in un senso me ne scuso con i lettori. Non sono disposto ad accettare etichette, è vero. Ma come sempre dico, se anche scrivo dei neri ‘moderni'(non è una parolaccia!) sono un appassionato anche di gialli classici. buon lavoro e buone letture a tutti
dicembre 27th, 2009 at 21:47
Come dicevo in un mio intervento precedente è difficile accontentare tutti… mi iscrivo perciò nella lista degli scontenti, a causa della cessazione della pubblicazione di IGMP, ma non ne faccio una malattia!
Sono assolutamente in linea con il Sig. Piero quando afferma che “Montecristo” e altre opere apparse su IGMP fossero al limite della tradizionale configurazione del GM. IGMP nasceva proprio con l’intento di occupare una terra di nessuno, intermedia tra il GM e Segretissimo, dove i romanzi che sono usciti in quella veste trovavano una collocazione ideale.
Ma forse, e ripeto forse, bisogna accettare che l’evoluzione faccia il suo percorso, come ci insegna Darwin.
Sulla distinzione tra noir francese e nero italiano non credo di essere qualificato ad intervenire: a me sembrano questioni di lana caprina!
Infine vorrei far presente alla gentile Sig.a La Ciura che in quest’agorà ognuno è libero di esprimere la propria opinione, senza offendere gli altri interlocutori. Quindi, se si lancia il sasso nascondendo poi la mano, ci si deve aspettare una replica!
Si senta tranquillamente libera di non rispondermi.
dicembre 27th, 2009 at 22:57
Mi modero anch’io in risposta a Dario: se ho ecceduto chiedo venia. Tuttavia rimane l’Editoriale, e il fatto che Il GIALLO CLASSICO DALLE NOVITA’ E’ PRATICAMENTE ASSENTE.
Ovviamente Stefano è orgoglioso del suo lavoro, e lo capisco benissimo: anch’io quando pubblico qualche racconto o qualche articolo e piacciono, son orgoglioso.
Francamente se devo dirla proprio, sull’articolo di D’Errico, mi hanno colpito i due post di Quiller (perchè mi ricorda dannatamente per come scrive, per il suo humour e per certe allusioni, una certa persona che ho conosciuto tanti anni fa) e di Pigozzi.
Quindi..capisco benissimo se dice di essere orgoglioso; poi al di là di questo, ci possono essere delle cose sue che possono non piacermi, ma scrive dannatamente bene. Quindi lo rispetto sia come persona che come scrittore. Però, consentimelo Stefano, IGMP non è GM: questo è un dato di fatto.
dicembre 27th, 2009 at 23:08
La cosa migliore da fare sarebbe una, Dario : che Sergio, giacchè siamo in periodo natalizio, leggendo che nuovo vespaio si è levato, rileggendo il suo editoriale, come è stato impostato, e di quali notizie si sia fatto portatore, nei confronti di una parte, NEL CASO IN CUI, come paventava QUILLER, ci possano essere in cantiere delle novità anche sul versante del Giallo Classico, invece che saperle ad anno finito, le annunci ora, in una sorta di appendice a completamento del suo Editoriale, senza stravolgere ciò che ha detto.
Non perchè tu DARIO non ti possa far carico di far da ambasciatore, ma perchè, come ha sottolineato Mauro Boncompagni giorni fa, Sergio Altieri è quello che ha l’ultima parola in fatto di uscite. Così se lui, per es. dicesse che un giorno uscirebbe per es. “L’énigme du Monte Verità” di Jean-Paul Torok, io dovrei credergli. Chiunque dovrebbe farlo: perchè almeno una cosa si è capita di Altieri: è una persona seria: dice una cosa e la fa, anche se a noi non va a genio.
dicembre 27th, 2009 at 23:10
Quando parlavo del catalogo Polillo, mi riferivo a I Bassotti, naturalmente.
dicembre 27th, 2009 at 23:41
@giuseppina la ciura: non vorrei aver capito male, ma leggendo il suo intervento sembra quasi che Lei voglia ignorare che il prezzo di quella grande varietà di voci francofone è rappresentato da un esteso e duraturo impero coloniale. Rimproverare all’Italia di non averne avuto uno analogo non mi sembra di buon gusto
dicembre 28th, 2009 at 00:40
Caro Quiller,
Lei mi attribuisce affermazioni e sogni imperiali inesistenti. Però Lei dimentica volutamente che anche noi abbiamo avuto delle colonie: faccio l’esempio della Libia. Solo che gli Algerini che si sono liberati dai Francesi grazie ad una terribile guerra NON hanno ripudiato il francese e gli scrittori algerini sono numerosi. I Libici invece NON solo non parlano più l’italiano ma si permettono nella persona del loro dittatore di venire in Italia, riunire 200 escort e dare loro lezioni di Corano in Arabo.
Quanto alla collana che cita il Dehn,in Sicilia NON è arrivata.Non me ne rammarico affatto.
Constato ancora una volta che questo è un sito per maschi disabituati a ragionare serenamente con le donne, specie non giovani e tutte tette e culo.
Grazie
Giuseppina La Ciura
dicembre 28th, 2009 at 00:42
Ribadisco la mia opinione che il giallo classico non abbia avuto dall’intervento di Altieri il peso che si merita. Sottolineo anche, tuttavia, come ci sia ancora una certa diffidenza verso gli autori italiani che si prodigano su altri fronti. Vedi, per esempio, la bella antologia “Il mio vizio è una stanza chiusa” curata da Stefano. Praticamente sono rimasto solo, o quasi, ad occuparmene in questo blog…
dicembre 28th, 2009 at 00:49
Scusami Giuseppina, sai quanto mi sei simpatica (e non prendo in giro) per il tuo modo simpaticamente secco di esprimerti ma come fa Quiller (che non conosco) a sapere se tu non sei giovane e tutta tette e culo?
dicembre 28th, 2009 at 01:25
Direi che certi interventi si commentano da soli…
Dalle accuse di essere soldatini del duce si è passati alle nostalgie dell’impero e della monarchia…
Dai giudizi sulle opere di alcuni autori si passa con disinvoltura ad ammettere di non averne mai visto una copia…
Dall’accusa di essere maschi (dove è la colpa?) si giunge a parlare di attributi fisici che non sono argomento di questa discussione.
Se si vuole rispetto bisogna innanzi tutto essere disposti a rispettare gli altri…
dicembre 28th, 2009 at 01:26
Giuseppina mi perdoni ma io mi baso nei miei interventi solo sulle opinioni espresse dai partecipanti, senza scendere in distinguo anagrafici, glandolari o altro, che mi sarebbe difficile peraltro fare, come nota giustamente Fabio. E sono sereno quando dico che se Lei mi mette sullo stesso piano la trentina d’anni dell’Italia in Libia e i cento e passa (vado a -scarsa- memoria) della Francia in Algeria, non fa un buon servizio alla discussione.
Comunque, per alleggerire, ricordo che Urania già negli anni ’50 pubblicò ben 2 romanzi di fantascienza scritti in italiano dal libanese Sami Fayad.
dicembre 28th, 2009 at 01:26
Credevo che qui si parlasse di letteratura e scopro che invece è in discussione la politica italiana del secolo scorso… sono io che ho sbagliato argomento?!?
dicembre 28th, 2009 at 01:55
Vi dico solamente che si sta facendo, tutti, una magrissima figura.
Riportiamo la discussione nei canoni della decenza o, domattina, la prima cosa che farò sarà lucchettare la discussione.
dicembre 28th, 2009 at 09:54
Fabio, auguri…mi fa piacereche ‘il mio vizio’ ti abbia almeno sconfinferato…e apprezzo che tu te ne sia interessato.
Le altre argomentazioni di tipo diciamo ‘ sociologico’ della signoraLla Ciura si commentano da sole…
Di fatto volevo aggiungere un mio pensiero sulla lettera di anticipazioni che è appunto un discorso generale sull’anno che verrà…che gusto ci sarebbe se sapessimo già tutto in anticipo?
Magari sono in programma un Torok o un Halter…e neanche lo sappiamo…godiamoci l’incertezza e riscopriamo anche il piacere di spalancare gli occhioni con animo trepidante a ogni nuova uscita.
E, Piero, per usare la tua espressione ‘ mi consenta’IGMP e il GM sono collane della destta linea, arrivate anche in Sicilia giusto per mettere tutti i puntini sulle i.
buona ripresa del lavoro a tutti.
dicembre 28th, 2009 at 10:41
Penso che sarebbe interessante promuovere un sondaggio (online o meglio ancora cartaceo) per capire cosa ne pensano davvero i lettori della politica editoriale del Giallo Mondadori.
Mi piacerebbe capire cosa pensa la maggioranza silenziosa, quella che non interviene più o meno animatamente su questo blog.
Personalmente, ritengo che il giallo classico deduttivo sia un genere morto e sepolto (non me ne voglia il mio compaesano Piero e gli altri dottissimi appassionati).
Il presente e il futuro appartengono ad altri sotto-generi della crime fiction, come il noir o il thriller, in tutte le loro sfumature.
Perchè scandalizzarsi di questo dato di fatto? Può piacere o meno, ma credo che si debba accettarlo.
E credo anche che gli editor debbano essere bravi ad rilevare e assecondare questi mutamenti del gusto (peraltro ormai pluridecennali), altrimenti farebbero male il loro lavoro.
A quanti lettori ‘silenziosi’ piacerebbe davvero vedere pubblicati gialli classici inediti di autori più o meno caduti nel dimenticatoio da decenni?
Qual è oggi la leggibilità e la godibilità di un whodunit, esclusi gli indiscussi capolavori?
Gli appassionati del giallo classico leggono anche qualcosa di quello che esce in libreria, grazie a scrittori bravissimi come Don Winslow, Josh Bazell, Dennis Lehane, David Peace, ecc.?
Gli anni passano e la letteratura si evolve.
Io come lettore mi aspetto dal Giallo Mondadori romanzi gialli al passo con i tempi, che siano noir, mystery, legal thriller, police procedural, ecc.
Certo non potrò pretendere i grandi autori come i suddetti in una collana da edicola, ma vanno benissimo anche bravi artigiani come, per fare qualche esempio concreto, il Dexter di Jeff Lindsay, il Finale al nero di Peter Abrahams o Mafiya di Charlie Stella, che non saranno certo capolavori, ma sono letture di evasione godibili ed economiche, scritte in maniera moderna.
Ritengo invece giustissimo pretendere per le ripubblicazioni dei Classici del Giallo la stessa cura che viene adottata normalmente per gli Urania Collezione, ritraducendo e integrando laddove è necessario.
Approfitto dell’occasione per porgere a tutti quanti i miei auguri di buone feste.
Valentino Colapinto
dicembre 28th, 2009 at 10:57
bravo, Valentino
dicembre 28th, 2009 at 11:14
Un’ultima precisazione a proposito della diatribra pro/contro gli scrittori italiani.
Al Giallo Mondadori va riconosciuto indubbiamente il merito storico di aver contribuito a far affermare il giallo italiano, laddove secondo alcuni gli scrittori italiani non sarebbero mai stati capaci (chissà perchè, poi?) di scrivere gialli decenti.
Oggi penso sia opinione condivisa da tutti che gli scrittori italiani hanno poco o nulla da invidiare a quelli stranieri. Poi ci sono quelli più o meno bravi, ma questo è un altro discorso.
Certo, non abbiamo (per adesso) gli scrittori post-coloniali che ci sono in Inghilterra o in Francia (perchè non abbiamo avuto un vero impero coloniale), ma chi segue la letteratura mainstream sa che ci sono sempre più stranieri che scrivono in italiano, a volte anche con grande successo di pubblico e critica (si pensi a Nicolai Lilin o ad Antonia Arslan, giusto per fare due nomi).
Il futuro è questo. Avremo sempre più Balotteli letterari. E sicuramente molti scriveranno gialli. Avremo presto anche noi uno Jakob Arjouni. E’ solo questione di avere pazienza…
Fa benissimo quindi il Giallo Mondadori a dare spazio ai talenti nostrani.
Anzi, fosse per me gli riserverei una quota fissa.
Ricordo che un tempo non molto lontano in radio trasmettevano solo o quasi musica straniera. Poi con la nascita e il successo di radio dedicate solo alla musica italiana la situazione è cambiata. Gli ascoltatori si sono abituati ad ascoltare la musica italiana e l’hanno apprezzata.
Nei paesi stranieri (Gran Bretagna, Francia, USA, ecc.) che tanto alcuni invidiano, agli scrittori locali è dedicato molto, ma molto più spazio e attenzione di quanto avvenga da noi.
E nessuno se ne scandalizza, anzi. Lì la cultura nazionale è protetta anche da leggi abbastanza ferree (vedi la Francia).
Possibile che a 150 anni dall’unità d’Italia persistano questi atteggiamenti autolesionisti? :-\
dicembre 28th, 2009 at 11:47
concordo ancora una volta e, a mia volta facco una precisazione in tema con la lettera di anticipazioni. Non scordatevi che per i giallisti italiani, magari ancora non rodati, il Giallo ha offerto una serie di possibilità che ancora spero saranno presenti l’anno prossimo. I racconti in appendice. Storie brevi in cui il giovane autore ha lo spazio per farsi conoscere. Non ci siamo lamentati per anni che non c’era spazio peri racconti? E poi le doppiette, due romanzi brevi a volte dello stesso autore(vedi l’esordio di baraldi e racconti di Alda Teodorani) a volte di autori diversi(la bella antologia medical thriller di Colitto-e Cotti). Vi sembra poco? é pur vero che il Giallo(definitzione generica nata nel 29 come sapete , ma che comprende il mystery, l’hard boiled, il noir , il nero criminale e chissà quant’altro ancora…)ha i suoi classici- che dovrebbero essere secondo una accezione comune opere di autori riconosciuti per importanza e produzione come appunto classici(non semplicemente d’antan) come avviene in ogni forma di espressione artistica- ma i tempi cambiano e nei giovani autori sta il futuro del filone. Perchè dunque non incoraggiare la produzione nostrana? Magari leggendola prima disparare giudizi?
dicembre 28th, 2009 at 11:48
Che il genere classico “sia morto e sepolto” (???) lo testimonia il successo della collana I Bassotti della POLILLO, collana da LIBRERIA non da Edicola, che sforna Gialli classici in continuazione.
Mi ricordo di quando Igor Longo mi disse di essersi mangiato le mani per aver detto a qualcuno del romanzo di Rogers “La rossa mano destra” e poi esserselo ritrovato tra i Polillo (evidentemente pensava che la sua dritta fosse servita a qualcuno per indirizzare la pubblicazione del romanzo: ma poi è stato veramente cosi?).
Il mio compaesano Colapinto, che tutto sa, prima di dire cose non vere forse si sarebbe dovuto andare a leggere gli interventi di tutti noi sostenitori del Giallo Classico, e avrebbe scoperto che a me personalmente piacciono molto Chattam, Lehane, Preston & Child, Deaver, Harris; anche Burke, e sto leggendo l’ultimo di Ellmore tradotto da Luca; e che Marco che ha fondato un gruppo Anobii e l’omonimo Blog, ne legge molti più di me, eppure è un fissato di Giallo classico.
Non ci pare di aver denigrato Stefano, o Pigozzi o Romano o Varesi o Arona: abbiamo detto solo che IL GENERE CLASSICO NON E’ AFFATTO MORTO E SEPOLTO. Il “mio compaesano” dimentica che sembra esserlo solo in Italia: sembra però. Altrove è vivo e vegeto.
Il caso di Turok che ho fatto non è casuale: Stefano sa bene che “L’énigme du Monte Verità” in Francia sta spopolando. E’ vero che lì spopola anche Halter i cui libri sono presi d’assalto come qui Faletti, ma..questo dimostra solo che il caso italiano è italiano e basta.
Senza togliere alcunchè di merito agli scrittori che ho ricordato e ai tanti altri valorosi.
Non c’è nessuna vena persecutoria. C’è invece,come ha detto Bernardo Cicchetti, la mera constatazione che Altieri ha dato importanza ad alcune cose e l’ha negata ad altre, non parlandone. Questo è incontrovertibile.
Il dato interessante che emerge dalla missiva del “mio compaesano” è purtuttavia quella ghettizzazione che da più parti si vuole riservare al Giallo Classico: è questa l’idea che combattiamo, e che emerge sotto sotto.
Sono io ora a dire: Aridaje!!!, non Kurt.
Non ne ho parlato perchè aspettavo che finalmente qualcuno la facesse uscire, e alla fine è venuta fuori: ma cosa credete che non la si legga nelle stesse parole di Altieri questa cosa, quando accenna ai grandi autori del passato solo riservandoli alla collana delle ristampe ? Ma credete che siamo tutti fessi a non averlo capito? E’ su questo che si snocciola il dibattito, sul fatto che da più parti, e ora anche Colapinto, si voglia ghettizzare il genere riservandolo SOLO alle ristampe.
Ristampe per di più mal fatte.
E dimenticando che il genere Classico non è solo quello analizzato in Italia: ci sono moltissimi autori che non sono mai stati pubblicati da Mondadori. Non parliamo di francofoni, altrimenti mi viene un nodo alla gola.
dicembre 28th, 2009 at 12:12
Piero,
solo per dire che “La rossa mano destra” di Joel Townsley Rogers doveva uscire in italiano già nel 2003 per Einaudi Stile Libero. Ne avevamo parlato a lungo io e Luigi Bernardi, che all’epoca dirigeva la parte noir della collana e all’interno della quale era stata varata una piccola linea di classici (Woolrich, Latimer, Fearing). Poi, per tutta una serie di dinamiche editoriali (e il fatto che Bernardi lasciò la gestione della collana), la cosa fu lasciata cadere a un passo dalla definizione.
Peraltro non è che il libro di Rogers, sebbene inedito in Italia, fosse sconosciuto a chi si occupava professionalmente di gialli: nel mondo anglosassone è sempre stato un titolo leggendario, è presente in tutte le storie del giallo ed era ovvio che prima o poi sarebbe uscito anche da noi.
dicembre 28th, 2009 at 12:15
Sottoscrivo in pieno quello che ha detto Piero, e non capisco perché si continui a creare una contrapposizione (strumentale?) fa autori italiani e Giallo Classico. Possibile che non si possa convivere degnamente? Personalmente, leggo di tutto, e con mia grande soddisfazione. Non capisco, francamente, il discorso sull’evoluzione (o darwinismo, come evocato da Dehn). A parte che ci sono fior di autori contemporanei (anglosassoni ed europei di varia estrazione) che continuano a scrivere gialli che si possono definire classici – e con successo – di questo passo ci sarà qualcuno che proporrà di portare al macero TUTTA la letteratura classica perché “obsoleta”… ?
dicembre 28th, 2009 at 12:31
@Piero: Non conosco i dati delle vendite della Polillo, ma non credo siano tali da sostenere la tesi di un ritorno in auge del giallo classico.
Non ricordo di aver mai visto un loro libro in classifica, nè di averne mai letto qualcosa sui giornali. Insomma, avranno un loro riscontro – non lo metto in dubbio – ma molto di nicchia.
Sarebbe davvero interessante conoscere anche i dati delle vendite dei gialli classici confrontati con quelli neri o thriller pubblicati dal Giallo Mondadori.
Ovviamente, non credo che li potremo mai sapere, ma presumo che Altieri & Co. nel pianificare le prossime uscite tengano nel dovuto conto questi dati, altrimenti non farebbero bene il loro lavoro…e già questo dovrebbe farci dedurre che se GM pubblica pochi gialli classici è perchè probabilmente vendono poco o comunque meno di noir, thriller o altre crime fiction più ‘moderne’.
Come sanno tutti quelli che frequentano le librerie e che consultano le amate/odiate classifiche dei libri più venduti, in Italia vendono moltissimo noir e thriller.
E’ un dato di fatto inconfutabile: anche chi scrive gialli mediterranei alla Simenon si affretta ad etichettarli come noir per vendere di più.
Quanto succede all’estero interessa relativamente poco, perchè il Giallo Mondadori non viene pubblicato in Francia o in Armenia, ma in Italia e deve assecondare i gusti degli italiani se vuole raggiungere il pareggio di bilancio a fine anno.
Poi ci può anche essere il caso sporadico di un giallo deduttivo che raccoglie una certo successo, ma sono per l’appunto casi sporadici, eccezioni che non fanno la regola.
Il giallo classico deduttivo ha mostrato nel corso del tempo molti limiti ed è stato giustamente superato sia dagli scrittori che dai lettori, che hanno preferito esplorare nuove vie.
Lo stesso accadrà al noir, che già ora mi sembra sia diventato parecchio ripetitivo (e poi ormai tutto è noir). Tant’è che alcuni hanno parlato, più o meno opportunamente, di post-noir.
I generi nascono, hanno la loro età dell’oro e poi decadono.
E’ una logica che non sembra risparmiare nessuno (vedi anche la crisi ormai pluridecennale della Fantascienza), tranne forse il romanzo storico che continua a riscuotere consensi ancora oggi come nell’Ottocento.
dicembre 28th, 2009 at 12:38
nessuna contrapposizione, Bernardo. l’ho già detto più volte in queste righe, personalmente leggo l’uno e l’altro anche se guardo con particolare interesse a cosa ci riserva la produzione nostrana per i prossimi anni. I presunti successi di altre collane sono tutti da verificare e, senza strumenti adeguati, inutile parlarne.
Mi spiace però vedere la veemenza, per esempio, contro gli interventi di Valentino che mi sembrano più che motivati ed educati. Tutto qui.
non credo che il giallo classico sia morto e sepolto, di certo delle belle badilate gliele tira chi lo difende come fosse una religione (integralista).
dicembre 28th, 2009 at 12:54
curioso..su Amazon France “L’énigme du Monte Verità ” di Turok non fornisce alcun risultato…io in Francia ci vado spessissimo e a caccia di titoli e non mi pare che impazziscano, neanche come critica,neanche per Halter,del quale ho visto un paio di titoli in una libreria di remainder..
dicembre 28th, 2009 at 13:28
Ragazzi, consentitemi anzitutto di partecipare la mia soddisfazione per questo dibattito: quant’è bello vedere gente che si accapiglia per dei LIBRI invece che per una partita di calcio! E con lo stesso tifo!
Francamente, però, mi pare si stia facendo una tempesta in un bicchier d’acqua. Altieri è un validissimo scrittore, ma fare l’esegesi di ogni sua parola nemmeno fosse un Evangelista mi pare eccessivo.
Io ho letto nel suo editoriale che il giallo classico continuerà ad esser pubblicato. D’altra parte, credo sia naturale per un editor spendere qualche parola in più sulla “factory” che sta personalmente allevando, che del resto è compito precipuo di un editor, e che lo faccia con un certo orgoglio.
Chi sa cosa troveremo/troverete nei Classici, nel 2010?
Solo The Shadow lo sa!
(Risate orsonwellesiane ad libitum)
dicembre 28th, 2009 at 14:02
Cari “Amici”,
vi ringrazio della vostra squisita gentilezza. Sia in un Giallo Classico che tanto piace a Piero che in qualsiasi altro genere o sottogenere io, l’ultracentenaria che ha letto l’ultimo libro nel Ventennio,la colonialista che sogna l’Impero, la sociologa fallita, la cretina che non ne azzecca una, dovrei essere la vittima ideale. Se Fabio Lotti è il commissario, chi è il mio assassino? o siamo in “Orient Express”?
Grazie e Buon Anno
Giuseppina
dicembre 28th, 2009 at 14:39
mi unisco alle risate orsonwellesiane di massimo che tra l’altro cita uno dei miei personaggi preferiti The Shadow…
buon anno a chi legge…
dicembre 28th, 2009 at 14:43
OK: ci risiamo… 😉
Di buono c’è che ci sta passione, interesse, confronto.
Di cattivo, che dal confronto (soprattutto se animato da appunto da sincera “passione”) emerge umanamente in noi ancora una volta “il lato oscuro della Forza” (… e scusatemi se “contamino” il blog del Giallo anche con espressioni proprie della SF 😉 ).
Sforzandomi di leggere in modo oggettivo i commenti espressi (operazione possibile solo in parte, lo ammetto: chiaramente anch’io ho le mie preferenze e simpatie di lettore oltre che di occasionale autore e ho quindi mal digerito alcune uscite piuttosto di altre), aggiungo la mia opinione…
Mettendomi nei panni di chi rimpiange o comunque predilige il mistery o il giallo più canonico, la cui importanza storica nella narrativa thrilling è innegabile, posso empatizzare per la delusione di chi soffre per l’assenza di anticipazioni in tal senso nell’editoriale. Questo non significa necessariamente che poi qualche bella sorpresa non salti fuori anche per loro. Consideratelo un augurio natalizio.
Non credo, come sostiene Valentino Colapinto nel suo primo bel intervento, che “il giallo classico deduttivo sia un genere morto e sepolto”. In narrativa, gran parte dei generi è brace. Non si consuma del tutto. E non è carbone. E fosse anche carbone, si può sempre riaccendere. A seconda dei tempi, delle mode, delle esigenze e quant’altro, il pubblico varia per numeri e preferenze.
Citando ancora Colapinto, ritengo anch’io però che “il presente e il futuro (prossimo, nel caso della mia opinione, perché non credo si possano fare in editoria previsioni a lungo termine) appartengono ad altri sotto-generi della crime fiction, come il noir o il thriller, in tutte le loro sfumature.”
E’ un discorso che, in un certo senso, esporto anche per le altre collane della Mondadori edicola. La spy fiction di Segretissimo ha necessariamente allargato gli orizzonti, anche con qualche titolo che a stento rientra nel genere ma che, nel quadro generale, si inserisce in modo funzionale e aprpezzabile. Pure laa fantascienza è vieppiù commista (ma lo è nella sua natura, per quanto lo si voglia negare), pur conservando anche una fondamentale vena pura. Anche qui, molti appassionati di vecchia data possono soffrire per il venir meno di alcuni modelli.
C’è chi però riesce ad affezionarsi ad alcolici differenti, e chi invece proprio non ce la fa se non è “il suo amato” whisky di puro malto.
Intendiamoci, non è un’accusa. Non si parla di limiti. E’ una questione di palato, e psicologica. Personale. Ognuno vive le cose a modo suo.
Per me la varietà conta, anche se non tutto piace, o piace allo stesso modo. E poi ci sono i cocktail! 😉
Dove vogliamo metterli? E meglio rinunciarci? Direi proprio di no…
Dal canto mio, posso dirmi senz’altro soddisfatto della gestione della Mondadori edicola sulle tre collane (anzi, quattro con Epix) che mi interessano. La spinta innovatrice, piaccia o no per le direzioni prese, c’è stata e non è venuta meno (nota di merito, in ambienti come quelli editoriali che, ovviamente attenti al ritorno di cassa, tendono ad essere conservatori). I programmi sono discretamente equilibrati. La media dei titoli è buona, i romanzi godibili, con qualche ottima sopresa e rare cadute. Non ho la più pallida idea di quali budget e quali margini di profittabilità la Mondadori dia all’edicola, ma sono convinto che non si tratti di una gestione facile. Solo i ritmi di pubblicazione sono già, dal punto di vista organizzativo, terribilmente condizionanti.
Ma, per piacere, non si ribadisca a questo punto – prendendo a pretesto le mie parole – il già espresso “pensiero” che la scelta degli italiani è dettata prettamente da ragioni economiche! E’ un’argomentazione che, soprattutto se messa giù nel moodo sbagliato, mi fa proprio inca-volare.
E’ evidente tra un buon lavoro italiano e un buon prodotto importato i costi siano differenti. Anche perché i poveri traduttori (di cui si parla sempre poco, e generalmente per sottolinearne i difetti piuttosto che l’apporto non certo retribuito alla grande…) comunque devono venir almeno un po’ pagati.
Ma la scelta di campo (una delle sfide, non l’unica!) della gestione alteriana è, ne sono convinto, una scelta di reale fiducia nei nostri autori. Una scelta sul presente, e ancor di più sul futuro. Per consolidare e insieme generare valore.
In tal senso, ho apprezzato tantissimo il ritorno dei racconti in appendice. Amo i romanzi. Ma amo anche i racconti, di ogni genere. Amo leggerli, amo anche scriverli, sì. La libreria offre opportunità alla narrativa breve limitatissimi, solo ad autori noti, e anche per loro con occasioni rare.
E poi, ad ogni modo, il discorso di valorizzazione italiana non è certo scevro da filtri attenti, credetemi.
Circa le proposte emerse tra i commenti lasciati, voglio aggiungere che anche a me piacerebbe vedere qualche titolo europeo o internazionale non anglosassone, però si tratta di individuarli.
L’idea di un Giallo Collezione, di pari dignità degli Urania Collezione è condivisibile. Magari sacrificando un titolo al mese dei Classici. Nei classici rimarrebbero i titoli “veramente” classici, quelli però che i patiti già “sicuramente” possiedono o hanno letto e che invece rimangono come must a condizioni economiche per le nuove leve di lettori. GC invece sarebbe dedicata ai nuovi classici, con un programma equilibrato tra “tutti i colori del giallo”.
Al buon Dario Geraci (compito difficile, il moderatore 😉 ) chiedo di NON cancellare tutta questa discussione, quand’anche dovesse prendere una definitiva brutta piega (ma credo di no). Al limite, se proprio deve, di censurare solo eventuali frasacce o simili, e attacchi personali.
Per come l’ho vissuta io, ci sono state delle provocazioni velate di fredda cortesia, qualche accenno di levata di scudi, degli insulti più o meno velati, delle derive pseudo politiche che non ci entravano un beato cavolo e gettavano benzina sul fuoco, qualche acida ironia, delle asprezze alquanto irritanti e catalizzanti e della polemica non proprio sana…
Ma non sacrifichiamo il tutto.
Per quel che mi riguarda, attendo con curiosità le pubblicazioni che verranno.
E, naturalmente, buon 2010!
dicembre 28th, 2009 at 15:08
Massimo, io sono certo che nei Classici 2010 troveremo tanti ottimi romanzi, come è già intuibile dalle due uscite di gennaio (Herbert Brean e Bruno Fischer).
E questo è l’aspetto positivo.
Allo stesso modo, però, sono certo che troveremo – di questi romanzi – delle traduzioni vecchie, tagliate e che, in molti casi, non rendono un buon servizio all’autore (come, per esempio, sarebbe il ripresentare la decrepita traduzione dell’Alta Cucina di Stout di cui si parlava qualche giorno fa).
E’ questo il grosso problema, sul quale mi sembra che la direzione della collana non voglia ( non possa, o quel che è) prendere una posizione netta e chiarificatrice.
Il Brean di gennaio è un esempio evidente di quel che sto scrivendo. Possedendo l’edizione originale USA del 1948 e la vecchia edizione Mondadori del 1954, io so cosa manca, e ho davanti agli occhi i tagli praticati all’epoca per la pubblicazione italiana. Per dire, una delle caratteristiche dell’originale è la presenza di una nutrita serie di note a piè di pagina, che Brean usa per una serie di divagazioni storiche sull’America di fine Settecento-metà Ottocento. Queste note erano sparite nell’edizione italiana (oltre a un bel po’ di altre cose) e sarei piacevolmente stupito di ritrovarle nella ristampa del prossimo mese.
Ma mi permetto di dubitarne.
Sergio cita, tra i tanti, anche Erle Stanley Gardner, un altro caso limite di traduzioni tagliate e piene di fraintendimenti (quello di Gardner è uno slang veloce, legatissimo alla sua epoca: fatte le debite distinzioni, una sorta di Elmore Leonard dei suoi tempi, dal dialogo rapidissimo e scoppiettante che molti dei vecchi traduttori italiani non sempre riuscivano a cogliere.
Quello che a me preme far capire all’Editore è che un investimento di nuove traduzioni sui grandi classici è una spesa che si ripaga ampiamente nel tempo: Stout, per dirne solo uno, è un autore che continuerà a essere ristampato nei secoli, e il renderlo disponibile in versioni finalmente complete e corrette sarebbe un gesto di notevole portata culturale, oltre che foriero di buone vendite: ditemi voi chi non comprerebbe, che so, “La Lega degli Uomini Spaventati” in una versione finalmente integrale e stilisticamente adeguata, per citare un titolo che in Italia è stato pubblicato ben 73 anni fa in versione ridotta e ristampato infinite volte sempre nella stessa versione.
dicembre 28th, 2009 at 15:23
Come si fa a non essere d’accordo con Luca?
dicembre 28th, 2009 at 15:33
Caro Luca, mi fido assolutamente delle tue valutazioni in merito alle traduzioni, perché io non me ne intendo affatto. Però temo il filologicamente corretto: sono così abituato a sentire Wolfe che dà del voi a Goodwin, che se gli desse del tu rabbrividei e smetterei illico et immediate di leggerlo. E anche del “lei”, se è per questo.
Da perfetto ignorante, temo la modernità della ri-traduzione: anzi, sostengo che una certa vetustà idiomatica giovi ai gialli, specialmente ai classici. Recentemente mi è capitato qualche Wodehouse ritradotto: orribile. Tanto migliori erano le vecchie edizioni della Bietti o di Elmo, molto più old fashioned, come si deve alla Neverland di P.G.
Una volta suscitai le ire di un forum di fantascienza, dove si parlava delle mutilazioni nella gestione F&L. Io avevo appena letto un romanzo che già mi pareva indigeribile di suo (era un mega-classico, ma non dirò mai di chi!) e venni a sapere che nell’originale era lungo il doppio. Meno male che lo avevano mutilato, allora, dissi io: ho sofferto metà del dovuto.
Ovviamente fui lapidato in luogo pubblico.
Per evitare una simile fine a opera vostra, concludo ricordando
un “Sangue sul grattacielo” di Biggers, circa 1960, che faticai a riconoscere quando lo rilessi in un Oscar, in edizione integrale. Mancavano interi capitoli. Lì, effettivamente, ho sentito una fitta al cuore.
dicembre 28th, 2009 at 15:34
Buon Natale anche a te, Stefano!
Evidentemente abbiamo fonti diverse da cui traiamo i nostri dati: per es. quattro anni fa Halter è stato il “Le masque dell’anno” con “Les larmes de Sybil”. E Le Masque non è Polillo, con tutto il rispetto che ho mei confronti di chiunque.
Se invece vuoi avere notizie del Turok che cito, vai a leggere quello che si dice in questo blog :
http://atthevillarose.blogspot.com/2008/08/jean-paul-trks-lenigme-du-monte-verita.html.
Per il resto, Stefano, non riesci a stare mai nel solco e devi sempre offendere: l’insulto “integralista” te lo rimando indietro.
Secondo te, per non essere degli integralisti, dovremmo accettare tutta la roba che ci viene ammansita senza nulla dire in merito? Questo non è essere progressista al paese mio, è essere fesso.
Si continua a dire la stessa cosa: i Classici continueranno a sfornare Classici e Hard Boiled, ristampe, alcune di valore (come il Brean di prossima uscita, altre meno); mentre, siccome sono i nuovi generi quelli che SONO l’EVOLUZIONE POSITIVA DEL GENERE (e guarda caso questa è una cosa che si dice solo in Italia), devono essere pubblicati solo quelli, o quasi.
E guarda caso, rivolgendosi al proprio pubblico affezionato, L’Editor in ambito natalizio, con fare paternalistico e buonistico indica le linee guida e rivendica delle scelte per cose che usciranno nell’anno prossimo venturo, ma NON PARLA AFFATTO DI USCITE DI GIALLI NUOVI (i Gialli io li assimilo a Hardboiled e Classici, il resto non lo sono, sono altro: sono action, thriller, spy).
Sai io sono uno di quelli che vogliono sapere di che morte intendono morire: se Igor Longo si facesse vivo come si faceva vivo 6 volte al giorno dal 2003 al 2008, l’avrei chiesto a lui, di che morte si debba morire. Tanto è lui che, a leggere in quello che ha scritto Boncompagni, dovrebbe occuparsi come consulente delle uscite dei Gialli, lui che fu discepolo di Aulauso de Themali e amico di Tiziano Agnelli.
Anzi, giacchè parli con sufficienza di Halter, che è il mio chiodo fisso (me lo fece venire proprio Igor anni fa), e frequenti la redazione Mondadori, perchè non ne parli direttamente con lui, che era suo amico?
dicembre 28th, 2009 at 15:35
Concordo con Luca Conti e pongo un semplice domanda: ma cosa costa ritradurre integralmente un classico all’anno. Non credo che questo toglierebbe spazio agli italiani e a quant’altro sia in cuore all’attuale linea editoriale.
dicembre 28th, 2009 at 16:08
Caro Massimo, io faccio ovviamente il traduttore e non il filologo (anche se la filologia è materia che ho studiato, ai tempi ormai remoti dell’università, in maniera abbastanza approfondita: e, comunque, quanto bastava per decidere di non occuparmene
Quello della modernità della ritraduzione è un problema spinoso, troppo lungo e complesso per affrontarlo qui. C’è comunque del vero in quel che dici, ma ti garantisco che gran parte del risultato dipende dall’intelligenza e dall’orecchio storico del traduttore.
Il fatto della “vetustà idiomatica” può essere senza dubbio vero, fin quando non ci si rende conto che la vetustà in questione (e l’esempio che hai portato, quello di Wodehouse, è perfettamente calzante) non è, per dire, quella britannica del 1910-1940, ma quella della lingua italiana anteguerra o dell’immediato dopoguerra. Quindi va a finire che, a leggere oggi una traduzione Elmo di un romanzo di P.G., ci troviamo di fronte a una mediazione linguistica che propone un doppio mascheramento dell’originale.
Anche qui, ovviamente, dipende tutto dall’abilità di chi traduce. Le versioni di Wodehouse realizzate da Alberto Tedeschi, per esempio, reggono benissimo ancora oggi malgrado siano così vecchie; ma questo perché Tedeschi, persona di notevole acume letterario, era in grado di fornire una versione italiana che riproduceva bene certe volute pomposità del testo originale, specialmente nei dialoghi. In originale, anche a leggerlo oggi, Wodehouse non è affatto vetusto ma volutamente “old fashioned”, e questo aspetto Tedeschi l’aveva intuito benissimo (tra l’altro, Wodehouse è in assoluto uno degli autori più difficili sia da leggere in originale sia da tradurre in italiano).
La storia editoriale italiana di Stout, invece, ha finito per accentuare l’aspetto macchiettistico del rapporto Wolfe-Goodwin (che nell’originale non è affatto così, anzi), calcando troppo spesso la mano laddove Stout non ne aveva alcuna intenzione. Ne ho già parlato tempo fa proprio sul blog del Giallo, portando anche qualche esempio.
Qualche anno fa, quando mi è capitato di tradurre per Giano lo splendido “Un cadavere di troppo” della grande Leigh Brackett, un hard-boiled del 1944 molto più chandleriano di Chandler, ti garantisco che l’aspetto più difficile è stato mantenere il profumo d’epoca senza per questo usare un italiano del tempo di guerra.
Ti garantisco comunque che traducendo e ritraducendo Elmore Leonard (che è ancora ben vivo e vegeto, per fortuna, ma che ormai scrive e pubblica fin dai primi anni CInquanta), la differenza si sente. Eccome se si sente
dicembre 28th, 2009 at 16:12
Luca parla sempre NON con lingua biforcuta, e continua a parlare di ristampe. E’ un eccellente traduttore, forse il migliore di Noir americani, e avendo a cuore soprattutto i classici americani, continua la sua crociata (che è anche la nostra) sulle ristampe fatte bene.
Sposo del tutto la sua linea, e del resto non gli imputo nulla, perchè trovasi a metà del guado: ama i Classici, come i Noir; ha amici “PROGRESSISTI” e amici “INTEGRALISTI”.
Tutti gli vogliamo bene, e Luca riporta il dialogo in una misura moderata e scevra da offese.
TUTTAVIA rivendico ancora una volta che l’EDITOR adotti una politica CHIARA, e parli Chiaramente a chi ama come noi “un genere da nicchia” come dice Colapinto, da persona seria qual’è , cosa che gli riconosciamo tutti.
Che non si rivolga a parole a tutti e rivolga apprezzamenti e tutti, e poi presenti cose riservate solo a taluni: il pubblico dei lettori Mondadori è variegato: ci sono quelli che amano il genere di Di Marino o Romano; ci sono quelli che amano il genere tipo “Stanza delle urla”; ci sono quelli che impazziscono per la Hughes; ci sono quelli che non avendo nulla ancora nello scaffale e sentendo in giro parlare di Agatha Christie, corrono ad acquistare i suoi libri in edizione Classici del Giallo; ci sono quelli che amano Steve MacQueen e Ali MacGraw e quando vedono Getaway di Jim Thompson, in edicola vi si buttano a pesce morto; e ci sono ANCHE quelli che rimpiangono gli Halter che non escono più e gli Steeman che non escono più, i Boileau, i Lanteaume, i Very, i Decrest che non sono mai usciti in Mondadori, che corrono in edicola ad acquistare i Ngaio Marsh o i Margery Allingham inediti.
Chiediamo che anche a noi si rivolga e ciparli chiaramente illustrando quali (se vi siano) cose di nostro gradimento usciranno NUOVE nel 2010.
Non credo sia “chiedere la luna”.
Chiedo scusa a Igor di averlo tirato in mezzo, ma..sappia che mi ha lasciato un gran vuoto dentro andandosene un giorno e non facendosi più vivo (dal Natale dell’anno scorso).
Chiedo scusa anche a Stefano se son stato troppo diretto, ma non accetto di essere chiamato integralista, solo perchè un genere che alcuni si affannano a seppellire ancorchè vico e vegeto.
Saluti a tutti.
dicembre 28th, 2009 at 16:12
Poichè Jonathan mi sta togliendo a poco a poco l’antica vis pugnandi facendomi incanalare nel solco dei nonni rimbambiti aggiungo solo una osservazione, anzi un piccolo appoggio al già detto. Mi trovo d’accordo con Massimo. Non ritraducete tutto per favore che certe vetuste traduzioni sono sempre belle e lasciano in bocca il gusto del passato!
P.S.
Grande Giuseppina!
dicembre 28th, 2009 at 16:14
leggasi : “si ama un genere che alcuni si affannano a seppellire ancorchè vivo e vegeto”.
dicembre 28th, 2009 at 17:18
Premetto che è la prima volta che intervengo in questo blog e quindi mi inserisco umilmente nella discussione per esprimere il mio parere.
Partecipando ad altri gruppi anobiani sul giallo, vi assicuro che vengono sempre trattati ampiamente sia i thriller moderni, sia gli autori italiani, sia i gialli classici. Chi come me era sempre stata un’amante soprattutto di questi ultimi, ha imparato, proprio confrontandosi in questi gruppi, ad amare molto di più anche gli autori italiani attuali.
Quindi per me una cosa non esclude l’altra. Chi legge i classici può benissimo leggere anche gli italiani, anzi molti sicuramente lo fanno. Ma ho visto anche che, pur avendo letto molti classici, ogni giorno ‘scopro’ autori che avevo letto poco o altri assolutamente a me sconosciuti. Per cui non credo che il filone classico sia ‘morto’, anzi, e come me vedo che molte altre persone si avvicinano a questo genere. Apprezzo moltissimo la collana Bassotti di Polillo, ma (anche per il prezzo più abbordabile) mi piacerebbe trovare qualche gradita sorpresa in questo campo pure nelle collane del Giallo Mondadori.
dicembre 28th, 2009 at 17:35
l’ultima politica editoriale del giallo mondadori a me non garba affatto… o escono ricicli del giallo classico o non esce assolutamente nulla.. ci sono un’infinità di autori mai presi in considerazione ed altri che sono stati riciclati all’inverosimile…
io non ho nulla contro gli autori italiani… non li conosco quindi non potrei minimamente valutarne le loro opere ma conosco il giallo classico e come Piero e Fabio… sono estremamente preoccupato e lo sono da quando ho visto apparire autori che con il giallo classico non hanno nulla a che vedere…
qui nessuno ha attaccato gli autori italiani… qui si è solo fatta una disanima dell’editoriale di Altieri che, a meno chè siate tutti (esclusi quelli che hanno visto bene ovviamente) miopi, non ha minimamente accennato al giallo classico.
ormai sono rassegnato ai Bassotti e ringrazio Dio che almeno Marco Polillo ci veda ancora bene…
vorrei solo ricordare che chiudere la porta in faccia a chi sino ad ora ha permesso al giallo mondadori di portare la pappa a casa, non è un’operazione molto scaltra.
dicembre 28th, 2009 at 17:36
Cari Amici,
in questo grande casino degno di un film di Almodovar prima maniera, in cui volano frasi come progressista, integralista,ars pugnandi e via dicendo, io mi accorgo di essere viva e vegeta e di ridermela alla grande. Siete proprio buffi. Non sapete che chi decide sta altrove?
Grazie
Giuseppina
dicembre 28th, 2009 at 17:53
Giuseppina,
qui l’unico che, a sentir lui, è poco vivo e poco vegeto è il Lotti, che sta ormai esalando L’Ultimo Vero Respiro ormai da qualche anno…
A meno che anche a lui non si adatti il famoso verso del Berni: “così colui, del colpo non accorto/andava combattendo, ed era morto”
dicembre 28th, 2009 at 18:06
Classici o non classici, qui si discute sui gusti di alcuni, non su dati certi.
Chi deve decidere lo fa in base a molti criteri, tra i quali le vendite, il budget, idee personali, ecc. ecc.
IN questo blog si discute molto, ma in fin dei conti siamo sempre 15/20 persone. E invece parliamo di collane che di lettori ne hanno migliaia. Non siamo un campione attendibile.
Il giallo classico è morto? non credo, però da lettore che conosce molti lettori meno assidui di noi, vi garantisco che chi legge oggi cerca qualcosa di diverso dal giallo vecchia maniera. La nuova generazione di lettori (tra cui mi metto anche io) non trova sempre molta soddisfazione nel giallo classico, fine a sé stesso. Cercano qualcosa di più, quindi un giallo con personaggi approfonditi, descrizioni affascinanti, qualche storia parallela, ecc. ecc. cosa che i classici mettono un po’ da parte (generalizzo per tagliare corto, sennò non si va avanti).
Quindi, prendendo delle decisioni per una collana così importante, e che punta a tanti lettori, immagino che debbano essere assecondati i gusti moderni. Si deve andare verso i lettori, quelli che fanno massa, non quelli di nicchia (che poi se sono tanto appassionati al punto da non poterne fare a meno, si organizzano in altri modi, come Stefano che per esempio li cerca in lingua originale: eh, i sacrifici che fa un appassionato non hanno limiti, no?).
conosco forse una o due persone a cui riuscirei a far leggere un giallo classico. Almeno una ventina che leggerebbero volentieri un qualcosa di diverso, sempre giallo, ma di maggiore respiro, con un altro taglio. Su questo forum siamo 20, là fuori 5-6-7000 lettori. Sono loro che tengono in piedi una collana, credo.
Poi magari sbaglio e il grosso dei lettori ha altri gusti, ma devo dirlo, io di appassionati di gialli classici quasi non ne conosco (se non amici del settore).
Comunque mi sento di condividere i discorsi di Massimo, Valentino e fabio n, così come quelli di Stefano.
Okay, taglio corto… che a questo punto non so nemmeno più se ho detto qualcosa di coerente!! 😉
dicembre 28th, 2009 at 18:13
Ringrazio l’Editor per il suo intervento, mi pare che ci aspetti un 2010 sufficientemente ricco… A lui e a tutti gli Auguri di Buon Anno!
dicembre 28th, 2009 at 18:21
EVVIVA, ARRIVANO I NOSTRI !
Venite amici, credevo di esser il solo a pugnare.
In onor della cara Giuseppina, della cara Palazzo Lavarda e di Marco, prorompo in :
“Suoni la tromba e intrepido io pugnerò da forte: bello è affrontar la morte gridando libertà. Amor di patria impavido mieta i sanguigni allori, poi terga i bei sudori e i pianti la pietà. All’armi! Sia voce di terror Patria, vittoria e onor!”.
Contento Luca?
Tu conosci il Berni, io Bellini.
dicembre 28th, 2009 at 19:21
Quando il gioco si fa duro pure i Corpi Freddi scendono in campo.
Benvenuti Marco e Martina (PalazzoLavarda)
dicembre 28th, 2009 at 19:24
Piero il tuo richiamo anobiiano comincia a dare i suoi frutti
Se neppure questa mossa avrà i suoi frutti non ci resta che sequestrare l’Altieri con la promessa del rilascio solo dopo la CERTA pubblicazione di un paio di Halter
dicembre 28th, 2009 at 19:40
Un paio ? E a che servirebbe? Già ha bloccato Barberousse tradotto da Igor.
No, due son troppo pochi; almeno 10 !
dicembre 28th, 2009 at 19:43
Piero, io sono un lettore onnivoro, ma consideratemi pure dei vostri…
dicembre 28th, 2009 at 20:38
non capisco tutto questo ciarlare sul giallo e sui classici del giallo mondadori, ma non vi siete accorti che sono morti e sepolti da oltre dieci anni. State perdento tempo su una cosa che non esiste più, quello che viene attualmente propinato dalla mondadori è solo letteratura di serie C)soprattutto per ciò che riguarda il G.M. mentre per i C.G. sono la ristampa della ristampa della r…..Suvvia svegliamoci cari appasionati, i migliori noir, thriller o altro vengono pubblicati altrove.Siete rimasti in una casa abbandonata e parlate di quando era elegantemente abitata.
dicembre 28th, 2009 at 22:03
@Luca.
Parole sante tanto è vero che ho spedito a Dario “Vita mediocre di un giallista scacchista con un piede e tre quarti nella tomba” riferito a me medesimo. Non so se Dario avrà il coraggio di pubblicarla ma almeno avete saputo il titolo…
dicembre 29th, 2009 at 01:00
@Fabio : comincio a grattarmi.
dicembre 29th, 2009 at 01:26
..E siccome alla furia combattiva è subentrata la tristezza – prima me medesimo con l’appello a Igor che non si fa più sentire, poi Luca colla citazione del passo di Berni dedicato a Lotti, poi Clafede che è disincantato, poi ancora Fabio coi suoi appelli alla tomba – ecco che, sempre a Longo, invio i saluti di mia moglie e di mio figlio. Chissà se mosso a compassione, si rifarà vivo ?
dicembre 29th, 2009 at 01:29
Ma almeno mi faccia sapere se il suo indirizzo email è ancora valido; perchè se non lo è, io e un altra persona (un altro suo amico, molto più famoso di me, a patto poi che io davvero lo sia) la finiremo di perdere tempo a mandargli saluti che poi non arrivano a destinazione.
dicembre 29th, 2009 at 13:10
@Fabio : ti voglio ringraziare pubblicamente per avermi inviato non una, ma due cartoline di Siena (mandate da Firenze,!!!). Solo una cosa: non sono nè Grande come detto in una, nè tantomeno Incommensurabile, come citato nell’altra : questi sono aggettivi che si confanno a Luca, a Mauro, a Igor, ad Altieri, a Lippi, e nel caso sia ancora Mondadori..a Montanari. Si adatterebbero anche a te che mi hai dimostrato di esserlo.
Anche a Giuseppina, o a Dario (una vittima di tutti noi!).
Grazie comunque.
dicembre 29th, 2009 at 14:02
Prego, nuovamente, Voi tutti, in particolar modo la Signora La Ciura, di MODERARE i termini della discussione, senza scadere in offese ambigue e del tutto gratuite. Ripeto, non voglio chiudere questa discussione, d’altro canto non posso però tollerare che le parole scorrano senza un limite.
Grazie per l’attenzione.
dicembre 29th, 2009 at 15:32
Mi adeguo senz’altro alla giusta richiesta di Dario Geraci ( anche se dai miei tasti non mi sembra siano mai partite offese, ambigue o non )aggiungendo che, per quanto mi riguarda, penso ad un compromesso: continuerò ad acquistare le ” nuove, trasgressive opere antologiche tutte italiane” dei GM mentre, per i classici, mi rivolgerò alla Polillo se non addirittura alla lingua di Albione.
Ovviamente continuerò a sperare nell’impossibile(?) Giallo Collezione.
Tanti auguri di un magnifico 2010 a tutti voi. Ci riscriviamo dopo il 4. Ciao.
Gianni Tedeschi