Orchidee nere (1235)
Orchidee nere
Esistono solamente tre orchidee nere al mondo. E appartengono tutte a Lewis Hewitt. Cosa sarà disposto a fare Nero Wolfe per entrare in possesso di quei rarissimi, quasi mitici esemplari? Occultare le prove di un delitto? Nascondere testimoni? Rinchiudersi in una camera a gas?
Cordialmente invitati a incontrare la morte
Bess Huddleston, organizzatrice di ricevimenti, negli ultimi tempi non gode di ottima fama presso i suoi clienti. Troppi di loro, infatti, hanno ricevuto lettere anonime poco lusinghiere. Un’unica via per recuperare la propria credibilità: chiedere l’intervento di Nero Wolfe. Questo appena prima di morire di tetano… Rex Stout nato negli Stati Uniti, a Noblesville, nel 1886, è uno dei più celebri autori di romanzi gialli del secolo. Nelle sue perfette trame, caratterizzate da un sottile umorismo, domina la figura straordinaria di Nero Wolfe, il monumentale investigatore gastronomo appassionato di orchidee. Stout è scomparso nel 1975.
All’interno, l’articolo “La coralità nel giallo” di Andrea Franco.
(vai alla visualizzazione completa del volume)
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
dicembre 3rd, 2009 at 16:43
Ecco, questo mi interessa per l’articolo di Andrea Franco.
dicembre 3rd, 2009 at 16:53
Integralita?
dicembre 3rd, 2009 at 16:54
Pardon…
integralità?
dicembre 3rd, 2009 at 17:08
Il prossimo mese ci sono Bruno Fischer e Herbert Bread..chi era costui???
dicembre 3rd, 2009 at 17:08
Grazie Fabio, spero di non deludere le aspettative!
dicembre 3rd, 2009 at 17:20
Se sbagli sono botte da orbi…
dicembre 3rd, 2009 at 18:26
Herbert Brean, non Bread:-)
Nato nel 1907, morto nel 1973.
Ottimo scrittore (grande ammiratore e amico di John Dickson Carr), famoso giornalista degli anni Cinquanta e Sessanta (è stato per molti anni caporedattore di Life), autore dell’articolo-inchiesta da cui Hitchcock trasse il film Il Ladro (quello con Henry Fonda).
ha scritto solo sette gialli, ma tutti molto carini. Quello del mese prossimo è un piccolo gioiello del genere “delitti impossibili” per far ristampare il quale ho braccato a lungo il buon Boncompagni:-)
dicembre 3rd, 2009 at 21:34
E allora, perchè non lo bracchi di nuovo e ci fai ristampare Controfigura per un rapimento? Tu ce l’hai, ma noi no !
dicembre 3rd, 2009 at 21:38
Beccato il libro proprio per l’articolo di Andrea Franco. Un esempio di come si dovrebbe scrivere. Semplice e pulito senza tanti intorcinamenti. Sul contenuto, centrato sulla figura di Ed McBain, non ho niente da dire dato che lo stesso autore ammette che ci sarebbe parecchio da approfondire.
dicembre 4th, 2009 at 11:36
Piero, intanto leggiti il Brean, che merita non poco e credo sia sconosciuto ai più.
dicembre 4th, 2009 at 12:10
Andrea è forte. Una promessa. Non quella di Durrenmatt, però
dicembre 4th, 2009 at 13:19
Mah, io il Brean lo conoscevo, dico che sapevo chi fosse, ma mi era sfuggito che fosse stata pubblicata ‘sta cosa in Italia.
Grazie comunque ai santi critici !
dicembre 4th, 2009 at 17:05
Grazie Fabio!
Grazie Massimo!
dicembre 4th, 2009 at 17:33
Di Brean sono stati pubblicati in Italia cinque romanzi. Tre nel Giallo Mondadori (Agguato nell’invisibile, L’ora del nulla e Questi occhi uccidono), uno nei Gialli Garzanti (Un cadavere di troppo) e uno nei Romanzi del Corriere (Un caso semplicissimo).
Poi, nel 1952, un editore di Napoli ha pubblicato il suo celeberrimo manuale su come smettere di fumare (oltre ai romanzi, Brean ha pubblicato diversi volumi di saggistica, tra cui un testo di storia del jazz, e ha curato per l’associazione dei Mystery Writers of America un notevole manuale su come si scrive un romanzo poliziesco, che comprende saggi dei più famosi giallisti dell’epoca, tra cui John Dickson Carr).
dicembre 4th, 2009 at 21:17
Rimedierò alla defaillance, allertando chi di dovere.
Grazie, San Luca da Firenze
dicembre 4th, 2009 at 22:08
Allerta pure, ma non è roba affatto semplice da trovare (a parte il Garzanti… forse).
dicembre 4th, 2009 at 23:39
Ma vedi, io ho un amico, anzi due amici che mi stanno rifornendo di cose..assurde. Anche palmine.
Una cara amica mi ha regalato la palmina con in pratica “l’automa assassino” dei pagotto, nell’edizione anteguerra mondadori, “l’esperimento del dottor Arthaus”, di Steeman. E poi si è ripetuta con un Capolavoro, “La pensione di M.me Fournier”, di quel genio che fu Downing, e di cui non si vede un giallo dagli anni ’70.
Comunque anche nel caso l’amica non dovesse averla perchè non doppione, allerterò il mio grande amico Mauro. Lui mi sta cercando una cosetta, di cui mi parlasti tempo fa in privato, e la cosa mi ha detto è a buon punto.
Quindi..non dispero.
dicembre 6th, 2009 at 16:25
Ma è la stessa copertina del numero 1023! Tsk, tsk, ragazzi….
dicembre 6th, 2009 at 17:24
E che ci volevi trovare pure la copertina nuova? O Ciccio!
dicembre 7th, 2009 at 00:00
Veramente in “Morte di una strega”, la copertina era diversa da quella originale, di Prieto Muriana.
Devo dire in tutta sincerità, che son belle entrambe.
dicembre 7th, 2009 at 11:42
Mi pare che Andrea sia una “promessa” mantenuta.
Nicola
dicembre 7th, 2009 at 15:21
Grazie mille, Nicola! Spero proprio di mantenere tutte le “promesse”! 😉
dicembre 8th, 2009 at 00:24
Ma di Rex Stout non parla nessuno?
dicembre 8th, 2009 at 11:01
Sa dire qualcosa il biografo dei grandi del passato, in merito a C.Marriott e O.Crawfurd: Babbo Natale mi ha portato delle primizie, e alcune (Alla deriva, del primo; La dama dell’abbazia) mi sono completamente sconosciute (anche gli autori).
Lucaaa, dove sei?
dicembre 8th, 2009 at 11:05
..La dama dell’abbazia è di codesto Oswaldo (Oswald) Crawfurd: come si vede è uno di quegli autori che venne italianizzato, come George Meirs che divenne Giorgio Meirs, e Gaston Boca che divenne Gastone Bocca. Ma questi autori sono conosciuti, del primo ho ricavato frammentarie notizie. Di C.Marriott, nessuna.
dicembre 8th, 2009 at 12:50
John Oswald Frederick Crawfurd [pseud. John Dangerfield] (1834–1909), è stato per lunghi anni il console britannico a Oporto, Portogallo. Visto che aveva ben poco da fare come diplomatico, passava il tempo scrivendo commedie, romanzi eccetera.
Di questo “C. Marriott” non so niente. DI sicuro c’è scritto qualcosa nel Pirani, che però adesso non ho qui. Se trovo qualcosa, te lo dico.
dicembre 8th, 2009 at 13:18
Prendo lo spunto da Kronos H per dire due parole su questo libro, altrimenti che ci sta a fare.
Intanto oggi lungo la spianata dell’aeroporto dove leggo di solito i miei libri non c’era anima viva. Un cielo plumbeo e un venticello poco scherzoso. Meglio così. Mi sono intabarrato e via con le “Orchidee nere”. Già letto una vita fa ma la memoria…E allora tre orchidee nere che fanno gola A Nero Wolfe alla Esposizione floreale, Goodwin più volte in esplorazione per sincerarsi che non abbiano “segni di avvizzimento ai bordi dei petali” (c’è in giro la terribile malattia del giallo Kurume). Si sincera e nel contempo ammira anche una bella ragazza, Anne, che sta facendo una pubblicità (se non sbaglio) fotografata da un certo Harry. Si muove anche Wolfe che vuole a tutti i costi le orchidee in questione. Non la faccio lunga. All’esposizione ci scappa il morto e come è come non è l'”ippopotamo” (Archie) riesce a farsi consegnare le orchidee. Stout in gran spolvero con battute che escono spontanee come le barzellette di Berlusconi (non ho detto che abbiano lo stesso valore)…
dicembre 9th, 2009 at 11:01
‘Agguato nell’invisibile’ di Brean l’ho letto vent’anni fa e l’ho rimosso completamente dalla memoria.
Lo rileggerò a gennaio sperando che a suo tempo mi sia sfuggito qualcosa e che sia meglio di quello che penso.
dicembre 9th, 2009 at 12:34
Io non l’ho mai letto, e lo prenderò: colui al quale mi son rivolto, mi ha detto in effetti, che i Brean sono parecchio rari. Quindi giunge a fagiuolo questa ristampa.
dicembre 9th, 2009 at 12:58
Oggi ad Ampugnano c’era il sole. Bella passeggiata con il mio libro. Ancora i due omini zoppi a chiacchierare tra loro. Passato senza problemi con la macchina mi sono appostato proprio vicino alla partenza degli aerei ma tutto fermo. Un cane randagio tutto spelacchiato è arrivato di corsa, si è fermato un momento, ha guardato in qua e là e poi via ancora verso i campi.
Terminato il primo racconto con un doppio colpo di teatro finale più o meno credibile. Iniziato il secondo con Bess Huddleston, organizzatrice di ricevimenti, che viene praticamente boicottata con lettere minatorie. Urge ingaggiare Nero Wolfe che non ha mica tanta voglia.La suddetta, in precedenza, lo aveva invitato ad uno dei suoi ricevimenti e lui se l’era presa non poco…
dicembre 9th, 2009 at 14:03
Il romanzo di Brean è un piccolo classico molto sottovalutato. Non rientra nello status di capolavoro, secondo me, anche perché non è troppo difficile identificare l’assassino e perché lo scioglimento non è all’altezza, diciamo così, della messinscena, ma per buona parte del libro si ha la sensazione di avere tra le mani qualcosa che rivaleggia con Le Tre Bare di Carr.
Una ragazza sparisce (con tanto di valigia) da una fermata dell’autobus e ricompare poco dopo, assassinata, all’interno di una tomba scavata di fresco. Poi salta fuori anche il cadavere del padre, scomparso giusto un anno prima da una stanza guardata a vista.
Poche ore dopo, un’anziana signora (parente dei suddetti) si alza da tavola per andare in cucina a prendere il dessert e svanisce nel nulla.
Queste le premesse
dicembre 9th, 2009 at 17:13
Come premesse niente male…
dicembre 9th, 2009 at 18:53
Grazie Fabio.
Il libro merita? Cioè, il mio tarlo è sempre quello, mi seccherebbe che un libro di un autore come Rex Stout, sia stagliuzzato…
dicembre 9th, 2009 at 20:21
Fatelo santo ! Fate santo Luca !
Luca, ricordati di quello che hai detto un giorno, che cioè quando dovessi venire a Firenze, mi porti in un locale che fa la trippa: santo lo dovete fare !!! Almeno questo Brean lo prenderemo da Mondadori a 4,20 e non da Polillo, a 13,40 euro !!!
Fatelo Santo !!!
dicembre 9th, 2009 at 20:23
Fate santo anche Boncompagni !
dicembre 9th, 2009 at 23:28
A questo punto fate santo anche Igor !
dicembre 10th, 2009 at 12:52
Finito di leggere sotto il sole di Ampugnano. Aggiungo: tra le lettere anche l’episodio di una medicina sbagliata ed una ragazza morta di tetano e il tetano (brutta bestia) che si ripresenta letale, stufato con le animelle fresche di maiale, una donna in cucina di Nero Wolfe!, un orango che poi è uno scimpanzé (con un certo rilievo nella storia)
e…e poi basta. Stout in grande spolvero ed una lettura,tagliata o non tagliata (per kronos H)che consiglio dopo l’ingestione di uno di quei tremendi mallopponi che ti trapanano lo stomaco.
dicembre 28th, 2009 at 22:45
L’ho apprezzato, come tutti i Wolfe. Ho una domanda per gli esperti del settore che dimostra forse la mia ignoranza. Alla fine del primo racconto vi è un pezzo in corsivo in cui Goodwin fa riferimento a ciò che diceva all’inizio. Ma all’inizio del volume non c’è nessuna presentazione di Goodwin. E’ un taglio rispetto all’originale o non ho capito io?
gennaio 28th, 2010 at 18:39
Ciao a tutti, non so se i responsabili delle scelte bibliografiche leggano i commenti, ma essendo un affezionato lettore dei classici (fra tutti Ellery Queen, Rex Stout, John Dickson Carr), ho notato che nel pezzo sul genere giallo alla fine della raccolta dei 2 romanzi di Stout,si nomina un certo Goldsborough che mi pare abbia creato nuove avventure di Nero Wolfe.
Sarebbe interessante venissero riproposte in edizione Classici del Giallo, per dare la possibiitaà anche a lettori giovani come me di poter avere tali opere.
Sempre a questo proposito spero possiate ripubblicare, per l’ennesima volta i romanzi dei miei autori preferiti su esposti. Magari sono gia’ stati editi molte volte, ma per noi lettori “giovani” ogni romanzo e’ una scoperta!!
saluti