L’ora del becchino (2987)
agosto 31st, 2009 by Moderatore
È una serie di strane, troppo strane coincidenze quella che porta Albert Campion in casa Palinode, una famiglia eccentrica, segnata da morti sospette. E Campion non può resistere alla tentazione di indagare, inoltrandosi in un vero e proprio ginepraio: avvelenamenti, lettere anonime, le ultime parole di un moribondo, addirittura una bara scomparsa. Ma in un luogo dove i becchini la fanno da padroni, indagare è un tiro a dadi con il delitto. Perfino per Albert Campion.
All’interno, il racconto “Piede di pollo” di Manuela Piemonte.
(vai alla visualizzazione completa del volume)
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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo
settembre 1st, 2009 at 16:39
EVVIVA! Finalmente un inedito della Golden Age nel Giallo Mondadori. Speriamo non sia solo un caso: ci sono quintali di titoli mai tradotti in Italia che attendono di essere valorizzati, di autori del calibro di Anthony Berkeley, Philip MacDonald o della stessa bravissima Margery Allingham. Avanti cosi’…
settembre 3rd, 2009 at 09:09
Cari amici,
ho appena finito di leggere “Il potere del cane”Di Don Winslow.Un capolavoro epico che a tratti ricorda l’Iliade.
Come potrò passare alla Allingham e alla Eberhart, autrici DEFUNTE che descrivono una società stramorta?
E dire che io sono une savante del Giallo classico!
Cordiali saluti
Giuseppina La Ciura
settembre 3rd, 2009 at 11:32
Beccato pure questo. Forza Giuseppina, non ti buttare giù che le società stramorte a volte sono anche un tantino migliori di quelle vive…
settembre 3rd, 2009 at 13:39
Caro Fabio,
a cosa ti riferisci con “Beccato pure questo”?
Io non mi butto giù perchè la società in cui hanno scritto la Eberhart e la Allingham non c’è più. Mi butta giù il vedere che ogni sforzo del lettore di modificare le scelte della redazione sono inutili. Nel nostro Paese tutto è vecchio e stravecchio. E non cambia mai. E quindi la Eberhart, scrittrice rosa di cui un lettore smaliziato sa già il nome dell’assassino fin dalla prima pagina..E la Allingham il cui eroe , tipico esponente della società britannica tra le due guerre, al ritorno dalla la seconda, è una patetica marionetta. Mariano parla di Berkeley: ma non ce lo siamo sorbito tutto negli anni scorsi? Sì, avanti così.
Grazie.
Cordiali saluti
Giuseppina
settembre 3rd, 2009 at 14:50
Per quel che può valere la mia opinione, il romanzo della Allingham è di altissimo livello, forse il suo migliore (anzi, toglierei proprio il “forse”), con una trama e dei personaggi che definire surreali è poco, una strepitosa padronanza della lingua e virtuosismi stilistici di non poco conto (parlo della versione originale, ovvio, perché non ho ancora letto la traduzione), oltre a una satira di notevole cattiveria.
Certo, che Albert Campion sia una (voluta) macchietta è cosa nota, ma lo è anche la maggior parte dei personaggi di Wodehouse, e mi pare che nessuno abbia smesso di leggere Wodehouse perché la società da lui descritta è stata spazzata via dalla storia.
A mio avviso, quindi, un romanzo che meritava finalmente una traduzione italiana.
settembre 3rd, 2009 at 15:08
Beccato pure questo è riferito al libro, significa che me lo sono comprato e portato a casa come altri due. La mia era solo una battuta Giuseppina. Sul discorso delle scelte redazionali posso essere d’accordo ma dopo avere espresso il mio parere non posso fare altro.
settembre 3rd, 2009 at 15:29
Evviva, c’è anche Giuseppina!
Io il romanzo lo comprerò senz’altro, anche perchè è un inedito, ma..la Allingham, la Eberhart, anche per certi versi la Rinehart e tanti colleghi maschi descrivevano un mondo che non c’è più, verissimo. Ma soprattutto quei romanzi non attraggono più forse, perchè sono scritti in un certo modo, usando tecniche e situazioni che già di fronte alla Christie apparivano vetusti: direi anche di fronte alla Disney, di cui abbiamo letto qualcosa recentemente, autrice che non è proprio che riuscisse a stupire all’ultima pagina, eppure appare molto più nuova di entrambe (quelle citate da Giuseppina).
Io devo dirlo francamente, ma credo di averlo detto molto tempo fa, pur avendo tutto quello che è uscito per Mondadori della Allingham, non la amo eccessivamente, e talora mi da quasi fastidio fisico leggerla.
Accetto ovviamente il parere di chi ne sa più di me [ ], ma esprimo tuttavia delle riserve personali: a me non piace il farsesco nel giallo, il grottesco forse, adoro la commedia nera. Ma i romanzi della Allingham tutto sono fuorchè quella!
settembre 3rd, 2009 at 15:55
Caro Luca,
se il libro della Allingham è eccezionale, perchè Alberto Tedeschi, che amava questa scrittrice non pubblicò questo capolavoro a suo tempoa ? Invece fece apparire ” Il ritorno di Champion”e lasciò -giustamente-spazio agli Cheney etc.Se è un capolavoro, perchè non apparve più tardi in un volume degli Anni 80(mi pare) dedicato tutto alla Allingham?
Insomma, così si tratta un capolavoro alla Mondadori?
Giuseppina
settembre 3rd, 2009 at 16:16
Quanti romanzi di Carr aveva scartato, all’epoca, Tedeschi? Parecchi, tra i quali anche diversi capolavori. E i romanzi di Edmund Crispin? Scartati in blocco, tranne un paio. Michael Innes, Cyril Hare, lo stesso Chase che nel Giallo è apparso solo nel 1958 (e mi pare che valesse un po’ più di Cheyney…), un buon 99% dei romanzi della Marsh, Spillane, Fleming eccetera.
Perché non sia stato pubblicato questo della Allingham lo ignoro, ma posso supporre che c’entrasse qualcosa il voluto surrealismo della trama e, probabilmente, anche la difficoltà della traduzione: il libro è pieno di giochi di parole non facilmente risolvibili e stracolmo di citazioni e riferimenti che erano forse ben comprensibili per un lettore britannico ma certamente meno per il giallofilo italiano del 1949.
settembre 3rd, 2009 at 16:41
Certi romanzi, perché scritti in un certo modo vetusto, non attraggono certi lettori (diciamo pure la maggioranza se vogliamo) Piero, ma possono attrarre altri lettori che, attraverso proprio quel modo di scrivere riescono a ricreare in qualche modo la situazione del tempo. Naturalmente non tutti possono storicizzare e trovare gradito un prodotto che a prima vista può apparire anche insignificante se avulso (questa parola mi ha messo sempre soggezione) dal contesto in cui è nato.
settembre 3rd, 2009 at 17:08
Si sa che Tedeschi non amasse affatto JDC. Per il resto, stando chez moi, e non nella testa dei direttori che si sono avvicendati a capo della mitica collana, ringrazio il dottissimo Luca e tutti gli amici e mi immergo in questo Allingham……
Se però si rivelerà , come prevedo, una minchiata, imbraccerò idealmente un cuernos de chivo e saranno guai!
Ciao a tutti
Giuseppina
settembre 3rd, 2009 at 17:10
Così mi piaci Giuseppina!!!
settembre 3rd, 2009 at 17:36
Fabio, la Allingham (così come diversi altri esponenti del giallo classico) non scrive affatto in modo vetusto, anzi. Dal punto di vista stilistico non è invecchiata affatto, e di sicuro molto meno della Christie, che scrive coi piedi (ma le sue doti sono altre), o di Wallace.
Il motivo per cui io insisto tanto sulla necessità di rinfrescare le vecchie traduzioni è proprio questo: molti autori che in Italia vengono considerati “arcaici” e ormai sorpassati, a leggerli in originale non lo sono affatto, e sono convinto che con traduzioni moderne farebbero tutt’altro effetto
settembre 3rd, 2009 at 17:55
Il “vetusto” è riferito ai “vetusti” di Piero. Era un discorso in generale sulla attrattiva dei libri “vecchi” che prescindeva dal modo in cui scriveva la Allingham.
settembre 3rd, 2009 at 21:04
..Ma ‘sta traduzione da chi è stata approntata, si può saperlo almeno?
Caselli, Boncompagni, Longo..chi ?
settembre 3rd, 2009 at 21:24
Può darsi che la vetustà dello stile possa essere connaturato alla vetustà e ineguatezza delle traduzioni, ma..certo non si può mettere La Allingham a paragone con la Christie.
Questo sarà un capolavoro, intendiamoci,ma…il modo di trattare il soggetto è sempre quello che si ritrova in tutti i romanzi della Allingham a meno che questo non sia un unicum. A me,pochi, veramente, mi son piaciuti, molti anni fa: indovina Luca i titoli ?
Inoltre rilevo che tra gli autori “minori” di Giallo Classico , la Allingham è quella che ha goduto di più attenzioni, ultimamente, nella Mondadori.
Non sarebbe ora di rinverdire i fasti di una autrice che scriveva, quella sì, davvero bene, cioè la Marsh ?
settembre 3rd, 2009 at 21:44
La traduzione di “More Work for the Undertaker” (il titolo originale del romanzo della Allingham) è di Diana Fonticoli.
La Allingham, secondo me, non è affatto un autore “minore” bensì “sui generis”; ma, a rigor di logica, non si può neanche inserire nella categoria del giallo classico. I suoi interessi erano altri, com’è chiaramente visibile in questo romanzo. Il paragone con la Christie non regge: i punti in comune tra le due autrici sono praticamente inesistenti.
E scrive molto, ma molto meglio della Marsh (che pure è una stilista coi fiocchi).
settembre 4th, 2009 at 07:53
Mi sono riferito alla Marsh, perchè è alquanto famosa, ma..avrei potuto fare altri nomi, tutti beninteso “anglosassoni” data l’idionsicrasia storica e confermata, oramai, verso gli autori franco-belgi, da parte della Mondadori.
settembre 4th, 2009 at 08:15
Aridaglie! Luca, ma che, t’ha morso la tarantola? Hai mangiato due chili di peperoncino?
Ho detto minore non perchè lo fosse in senso assoluto ma solo rispetto ad altri autori, che hanno però riformato il genere.
Cavolo, non mi venire a dire spero che metti sullo stesso piano la Brand o la Marsh con la Allingham. Bisogna vedere la produzione, non i singoli: questo romanzo sarà anche un must, non l’ho letto e quindi mi affido a te, ma di must la Marsh ne ha fatti molti, idem per la Brand (che ha UNA PRODUZIONE MOLTO RISICATA RISPETTO AGLI ALTRI). Io francamente mi ricordo di aver letto con piacere della Allingham, solo “Un’ombra nella nebbia” e “E’ morto un fantasma”, vetustà delle traduzioni a parte: non so se anche per altri, ma a me leggere la Allingham molto spesso non mi ha dato la stessa soddisfazione che ho provato leggendone altri.
Intendiamoci, se poi tu fai un discorso di stile, di scrittura, etc. chi meglio di te può dirlo? Su quello non dico nulla. No, io parlavo di altro, di come tratta il soggetto, e dell’ingegnosità delle trame e soprattutto della loro originalità. Un altro, per esempio che si potrebbe tradurre (e quanto !) sarebbe Innes, di cui la Mondadori ha tradotto solo un romanzo e anche degli anni ’60; e poi mancano anche delle cose di Philip Macdonald che è stato, lui sì un grande innovatore, romanzo per romanzo: Campana a morto, La morte è impazzita, Il labirinto, Il cappio, L’ombra dell’omicida,Mandato di cattura, etc…
settembre 4th, 2009 at 09:55
Lasciamo stare Christianna Brand, che nelle sue cose migliori vale Carr, ma sono convinto che nella storia del giallo la Allingham sia più importante della Marsh, quello sì. E la mia opinione è condivisa da critici (e, a loro volta, scrittori) di notevole rilevanza, come H.R.F. Keating. E’ un discorso lungo, che meriterebbe un articolo a parte. Vedrò di trovare il tempo per scrivere qualcosa.
settembre 4th, 2009 at 10:39
Insomma, mi avete convinto a prendere anche la Allingham. Da quando vi seguo sto trascurando una mezza dozzina di libri che mi ero da tempo ripromesso di leggere (Nothomb, Eco, Balzac ed un certo Virgilio). Devo però ammettere che le serate in giallo stanno diventando sempre più intriganti.
settembre 4th, 2009 at 11:38
Be’, Keating (che è stato per decenni il critico ufficiale di narrativa poliziesca del Times) inserisce questo romanzo tra i migliori 100 nella storia del giallo. Non è un elogio da poco, anche se la lista (e l’utilissimo volume che la analizza in dettaglio) risale ormai al 1987 e, nella migliore tradizione britannica, ha un occhio di estremo riguardo per la produzione del Regno Unito.
settembre 4th, 2009 at 12:28
Non ho letto questo romanzo ma anche a me, personalmente, piace più la Marsh della Allingham. Qualche tempo fa si parlava de La medaglia del Cellini; sarebbe bello se venisse ripubblicato, anche perchè in giro non si trova.
settembre 4th, 2009 at 14:35
Qui sono arrivati i Classici ma non i Gialli. Sono in attesa di leggere il saggio di Giulio e poi..parlo.
@Giulio: ma ti sei messo in comunicazione con quella persona che per me è uccel di bosco, oppure..nisba?
settembre 4th, 2009 at 14:50
Caro Luca, cari amici,
Luca (e non so chi altri tra voi)si trova avvantaggiato dal fatto che la Allingham, la Marsh e cosi discorrendo le ha lette in inglese. Io, che purtroppo NON riesco ad imparare la lingua di Shakespeare,mi devo accontentare delle traduzioni.Tradotta,se la Allingham è eccentrica e, per questo, spesso noiosa ed irritante,la Marsh(fatte alcune eccezioni come la citata ed introvabile “La medaglia del Cellini”) è prolissa e quindi noiosa.
Ricordo al riguardo “Morte al pub” (I bassotti),Me lo portai in crociera in Grecia: mi rovinò la vacanza.
Per questo la Christie resta insuperata.Non ha eguali anche se scrive male.
Chiusa questa inutile parentesi, vorrei sapere perchè i francesi-belgi(leggesi Steeman), spagnoli, sudamericani sono sempre out per il Giallo Mondadori.
E per finire dov’è finito Halter?
Grazie.Baci
Giuseppina
settembre 4th, 2009 at 15:14
A Lucaaa, ancora co’ ‘ste classifiche? E allora dovremmo vedere anche quelle di Haycraft-Ellery Queen e di Julian Symons anche, se si vuol obiettivamente affermare qualcosa, poi stornare i titoli che son presenti in tutte e tre e solo allora porci il problema. Dire che il romanzo è presente nella lista di Kenneth Fearing, che conosco bene (tanto per intenderci, comincia con “Tales of Mystery and Imagination di E.A.Poe (1845)” e finisce con quel “A taste for death” di P.D.James (1986) che contiene all’inizio la citazione di una famosa quartina di Huysman) significa tutto e niente, se non si vede cosa esiste della Allingham nelle altre liste: per es. nella lista dei 125 capolavori stilati dal Queen’s Quorum, vi è della Allingham credo solo “Mr Campion and Others”; in “Haycraft Queen Cornerstones”, lista dapprima stilata da Howard Haycraft nel 1941 e poi revisionata da E.Queen fino al 1952, di Allingham compare solo “Death of a Ghost (Morte di un fantasma)”; infine in quella di Julian Symons, grande critico e scrittore, ricompare solo “Death of a Ghost”. Quindi se si prendessero in esame solo queste quattro o cinque liste il capolavoro della Allingham, riconosciuto, dovrebbe essere “Morte di un fantasma” e non quello citato da te; tanto più che Keating non mette solo quello citato da te, ma anche “The Tiger in the Smoke” Questo dimostra la provvisorietà delle liste: domani la stilo io una personale e ci metto “Un’ombra nella nebbia”, poi esce Giulio che fa la stessa cosa, e poi Fabio ed ecco che la palma cambia ancora.
Mah..
settembre 4th, 2009 at 15:24
Evviva! Suona le trombe, Turchetti, diceva il grande Mike al Rischiatutto.
Vedi che a suonar la tromba, qualcuno la sente: è un anno che chiedo dove sia andato a finire Halter e più di sei mesi che chiedo dove sia andato a finire Barberousse. Fondiamo un Club degli amanti di Halter e poi andiamo a Chi l’ha visto?
Steeman non uscirà più. A meno che non venga un giono, un direttore innamorato dei francesi. Per cui, giacchè lei almeno i volumi della Pagotto ce l’ha, se le tenga cari cari, signora: io vorrei tanto avere quello che lei ha.
settembre 4th, 2009 at 15:32
Inciso che non fregherà niente a nessuno: durante gli ultimi giorni ho avuto finalmente modo di leggere “L’arbre aux Doigts Tordus” – “L’albero del delitto” (classico 1008 del 6/5/04 trad Igor Longo) e devo dire che no l’ho trovato affatto un cattivo romanzo, anzi..
settembre 4th, 2009 at 18:14
Non si tratta di classifiche, Piero, che lasciano sempre il tempo che trovano, ma di elenchi di opere considerate importanti.
Quella di Haycraft/Queen è ormai talmente vecchia da risultare ben poco attendibile, anche perché dal 1952 in avanti sono successe tante di quelle cose da rivoltare il panorama del giallo come un calzino. Tra l’altro, proprio per motivi di rappresentatività storica, tale lista comprende una valanga di opere sulle quali il giudizio critico è fortemente mutato negli anni, e molte altre che nel 2009 sono ormai illeggibili.
Tra quella di Symons (già vecchiotta anch’essa, perché risale al 1958) e quella di Keating, comunque, ci si fa una ragionevolissima idea di cosa possa essere “il meglio”; trovo fondamentale soprattutto il volume di Keating, che non si limita a fornire un elenco ma commenta per esteso tutti i romanzi, concedendo loro due pagine a testa.
Per quanto riguarda i Pagotto, al di là del valore collezionistico (indubbiamente elevato, data la loro rarità), c’è da mettersi le mani nei capelli. Io ne ho una quindicina (tutti i Boileau e diversi Steeman), ma ho finito per procurarmi molti di quei romanzi in originale, come il bellissimo “Six crimes sans assassin”, questo sì un autentico capolavoro.
settembre 4th, 2009 at 20:10
Ma nessuno aveva annunciato un Lovesey inedito per il mese prossimo, o sbaglio ?
Dimenticanza imperdonabile! Torneremo a leggere il grande Peter nelle straordinarie traduzioni di Mauro (di solito è lui il traduttore e l’esperto incaricato, e quello che l’ha fatto conoscere e apprezzare qui).
settembre 4th, 2009 at 20:17
No, Dario, fermo! Vacci piano: la prossima volta rischi di procurarmi un infarto !
Detto tra noi, tutto ciò che ha tradotto Longo, tranne qualcosetta, è tutto di trend molto elevato: se però ti è piaciuto ALBERO di Halter, ti consiglio di andarti a leggere se non l’hai fatto NEBBIA ROSSA, A 139 PASSI, LA QUARTA PORTA, e I FIORI DI SATANA: quest’ultimo credo sia uscito due anni fa. Ed è un autentico capolavoro per atmosfera e plot.
Beh, a questo punto stiamo crescendo: io, Fabio, Marco, Giuseppina, ora ci sei tu, poi c’è anche Luca (non lo dice, ma piace anche a lui): un club possiamno anche crearlo!
settembre 4th, 2009 at 20:25
@Luca: aridaglie! Ma ci provi gusto? Io ho fatto riferimento alle liste solo per la Allingham, e tu rivolgi la frittata, parlando degli altri titoli? Ma chi cavolo se ne frega! Io parlo della Allingham, sul resto son d’accordo in tutto con te !
Per i Pagotto, siamo tutti d’accordo sul fatto che fossero stratagliati, però..son le uniche testimonianze in italiano di quei grandi due autori: e c’erano anche Very e Decrest, nei Pagotto, e non erano male! Io qualcosa ce l’ho, ma proprio i Boileau no: e li cerco da una vita.
Tanto che ho incaricato un amico che sta andando in Francia di procurarmi qualcosa in lingua madre anche di Boileau: e in particolare quello a cui hai alluso,tanto il francese è abbastanza leggibile!
settembre 4th, 2009 at 20:37
Altieri stia contento: ho comprato anche l’Ellery Queen in edicola: con un Lovesey fresco fresco, bisogna anche fare uno sforzo e cavare qualche altro soldino dalla tasca.
settembre 4th, 2009 at 21:08
Secondo me sarebbe corretto indicare non solo il nome del traduttore ma anche la data della traduzione, e specificare sempre se l’opera è integrale o meno.
Piero, mi iscrivo anche io al club di Halter (e di Clayton Rawson).
settembre 4th, 2009 at 21:14
Mi spiace, Giuseppina, che la Marsh ti abbia rovinato le vacanze. A me Morte al pub è piaciuto, non l’ho trovato affatto prolisso.
settembre 4th, 2009 at 21:55
@Luca: Ma non stai più su Anobii? Devo dirti tante cose.
settembre 4th, 2009 at 21:59
E a me son piaciuti molto sia “la morte canta” che “Delitto in ascensore”. E anche “Ouverture per un delitto”!
Ma che ci vuoi fare Alessandro, “De Gustibus Non Disputandum Est”: i miei gusti non sono i tuoi e i tuoi non quelli di Giuseppina.
Se dovessero essere soddisfatti i desideri di ciascuno, individualmente preso, ne vedremmo delle belle: io per es. prenderei almeno cinque copie, se uscisse il capolavoro di Winslow & Quirck (messaggio cifrato a Boncompagni!).
settembre 4th, 2009 at 23:44
Stasera sono felice: per il mio compleanno (lunedì prossimo) ho ricevuto poco fa “Les Introuvables de Alfred Cortot” (2 CD): Luca sa a cosa mi riferisca..
Doppio CD non arrivato in Italia e disponibile solo su Amazon francese.
settembre 5th, 2009 at 07:45
Comunque oggi escono da noi i Gialli (me l’ha detto l’edicolante) per cui la prima cosa che farò, sarà leggere ‘sto Allingham: se in effetti mi piacerà lo dirò (diciamo che mi metterò nella migliore predisposizione possibile).
settembre 5th, 2009 at 07:45
E’ vero che ho quasi tutti i Pagotto( e li metto a disposizione in fotocopia par Internet agli amici che vogliono leggere bellissimi gialli introvabili).Non è affatto vero che siano stati ridotti, anzi sono stati tradotti in modo integrale, anzi alla lettera, in modo scolastico.Dico ciò perchè io parlo bien il francese e ho anche i testi originali.
Luca cita Boileau, io Siniac. “Le mysthère de la sombre zone” Splendido davvero. Degno di JDC e Clayton Rawson, ma gli editori italiani(a 60 anni dalla Guerra) sono sempre in adorazione davanti agli anglosassoni(Anche Polillo che pubblica un Propper invece di un Vindry o uno Steeman)
In sintesi, di libri ed autori interessanti ce ne sono tanti che non siano le solite Heyer, Allingham ed Eberhart(che odio!), ma….
————————
Vorrei sapere perchè tutti ad eccezione di Luca, Fabio ed io, gli altri si celino dietro un nome(e forse fittizio). Per esempio M.Piero, che si permette “Les introuvables de Alfred Cortot”, come si chiama nella vita? Oppure Mystère!
Grazie e baci
Giuseppina
settembre 5th, 2009 at 08:58
Quoto comunque il Piero. Alla notizia che Dario ha letto e pure gradito “L’albero del delitto” ho avvertito una discreta aritmia
settembre 5th, 2009 at 10:39
Scusa, Giuseppina, può darsi allora che alcuni Pagotto siano stati ristampati (sempre dallo stesso editore) in versione ridotta? Il Boileau che ho citato io – confrontato con l’originale – risulta molto tagliato.
Adesso non ho il Pirani sottomano e non posso controllare.
settembre 5th, 2009 at 10:49
Beccato (come dice Fabio) !
settembre 5th, 2009 at 10:59
Cara Giuseppina, il fatto è che tu non sei molto presente su questo Blog: se lo fossi di più sapresti che Piero mi nomo, e Piero sono anche se il mio nome vero è Pietro.
“Les rarissimes de Alfred Cortot” (ho compiuto un errore sul mio precedente) non è il mio nickname: hai capito male. Non so come appaia sul tuo pc, ma io ho fatto allusione ad un doppio Cd che mi è stato regalato ieri sera, e contenente tra gli altri una cosetta persino di Purcell, i 3 studi per il Metodo di Fetis di Chopin, dei pezzettini di Schubert e Mendelssohn.
Che vuoi, Giuseppina : a me non piacciono solo i Gialli ma anche la Musica classica: sono un collezionista forse maggiore proprio di questa.
Saluti.
settembre 5th, 2009 at 11:00
Risolto il mistero. Recuperati i Pagotto dai meandri della libreria, vedo che “Six crimes sans assassin” non ce l’ho come volume a se stante ma ristampato a puntate in appendice a dei romanzi di Maurice Leblanc. Ecco perché mi sembrava tagliato: perché mi manca la seconda delle tre puntate (!)
settembre 5th, 2009 at 12:09
Non capisco “M.Piero”.
Del resto, Tutti mi conoscono e sanno quale sia il mio nome e cognome. Non ho nessuna paura a celarmi dietro nickanme di fantasia.
Per il resto, cara Giuseppina, siamo perfettamente d’accordo sulla idiosincrasia alla letteratura francese da parte di Mondadori e Polillo: ma questo è un discorso generale che coinvolge tutta la letteratura, la musica e quant’altro. Vedi un po’ per esempio gli chansonniers francesi: che spazio hanno nei negozi di dischi (dico feltrinelli perchè si trova in quasi ogni grande città)? Estremamente risicato.
E la poesia francese? Idem. Con l’esclusione dei simbolisti, di Rimabaud, e di Prevert, molto diffuso tra i più giovani, cosa resta? Si trovano in giro le liriche di Alphonse de Lamartine forse, o di Victor Hugo?
Già per i romanzi va un po’ meglio; ma per i Gialli è notte profonda. Da noi vanno molto i Noir francesi, ma i Gialli no, ma soprattutto per una questione di ignoranza: giacchè al tempo i francesi io credo anche per una questione sciovinistica, si ritagliarono la loro letteratura gialla, è andato a finire che quegli autori mirabili (Steeman, Vindry, Decrest, Lanteaume, Very, Boileau, etc..) che facevano gialli quasi nello stesso tempo di quelli anglosassoni ( e talora ispirandoli, come per Steeman e Boileau) sono stati ignorati, e a distanza di tanti anni (i Pagotto sono di oltre 60 anni fa) nessuno ha avuto il coraggio di andarli a rispolverare: intendiamoci, tra quei Pagotto, non è che ci siano tutti capolavori, ma molti lo sono.
In realtà i francesi meritevoli di essere letti sono tanti altri: io ho letto un romanzo in francese, tempo fa, di un altro grande scrittore di camere chiuse, Jean Alessandrini; del tempo che fu, a parte i Gaston Boca, i Meirs che appartengono alla produzione di inizio secolo e che quindi già ai tempi di Windry apparivano vetusti (anche se pieni di delitti impossibili e camere chiuse), ci sarebbero anche Alexis Gensoul, da solo (L’Énigme de Téfaha)o assieme a C.Grenier (La Mort vient de nulle part);Michel Herbert & Eugene Wyl (La Maison interdite) capolavoro assoluto; oppure René Réouven, conosciuto per un suo apocrifo sherlockiano; o il Pierre Siniac, scomparso sette anni fa, e che ha scritto a partire dalla fine degli anni ’60, una miriade di romanzi.
E poi c’è Halter, ma non ne parlo perchè mi son stufato.
settembre 5th, 2009 at 12:22
@Giuseppina:
E aggiungerò di più.
Se ti stupisci tanto (ma non credo poi molto perchè hai raggiunto il disincanto) perchè i Gialli francesi non attecchiscano da noi, chiediti per quale motivo dieci anni fa quando cominciarono ad essere stampati (3 lo sono stati da Mondadori; e tradotti da Igor Longo, per di più), improvvisamente cessarono: Igor fece a tempo a tradurre “Six Hommes morts”, “L’assassine habite au 21″, e quall’autentico capolavoro che è “Le condamné meurt à cinq heures”.
Se ti dicessi quello che so io, ti verrebbe un infarto! E siccome non voglio che ti succeda qualcosa, e poi perchè è meglio che gli amanti del Giallo classico siano tutti in buona salute (beninteso anche gli altri: vedi, ci sono anche le conversioni, ogni tanto), non te lo dico.
A presto.
settembre 5th, 2009 at 12:42
Comunque parlando di gialli francesi ieri ho iniziato “Nella buona e nella cattiva sorte” del misconosciuto Louis C.Thomas, edizione giallo mondadori n. 1944 ORO anno 1986.
Davvero un gran bel romanzo.
settembre 5th, 2009 at 13:22
Ora ho anche un Blog, ma per il momento parlo solo di musica classica; quando comincerò ad introdurre anche gialli, lo proporrò qui, così chi è interessato potrà andare a vederlo.
Non ho capito però come fare per farlo apparire, cliccando direttamente sul nickname, come accade per es. a Luca, con il quale si apre il suo The Last of the Independents.
settembre 5th, 2009 at 13:27
Ah, scusate, mi son dimenticato di tre gialli pubblicati da Mondadori di Maurice-Bernard Endrebe,a ltro ottimo scrittore e critico francese: purtroppo l’ultimo è di 30 anni fa, e gli altri due son antecedenti. Io ho L’indizio e.. Sudario scarlatto (molto bello). Il terzo non ce l’ho. Fu Luca a parlarmene privatamente e io raccolsi l’input. Per il resto, fece Tecla. Ma ora, è PRATICAMENTE IMPOSSIBILE reperirli.
settembre 5th, 2009 at 14:39
O meglio è difficilissimo reperire i primi gialli, anche perchè i prezzi che chiedono sono alti ( ameno di essere così fortunati da beccarli da chi non conosca il loro valore).
settembre 5th, 2009 at 15:04
Il terzo è “Stagione morta,” forse anche superiore agli altri due. Endrèbe era nato nel 1918 ed è scomparso nel 2005. E’ stato uno dei personaggi più importanti del mondo del giallo in Francia, sia come traduttore (oltre 300 romanzi, dall’inglese e dall’americano), sia per aver fondato nel 1948 il Grand prix de littérature policière.
Ennesimo autore che meriterebbe una riscoperta.
settembre 6th, 2009 at 07:24
Poi c’è ovviamente anche Leblanc, con i suoi vaporosi racconti con Lupin, pieni di camere chiuse, e molto molto godibili: Einaudi aveva ripreso a pubblicarne i titoli (probabilmente sull’onda del film di qualche anno fa), ma poi, dopo quattro titoli, la serie si è fermata.
settembre 6th, 2009 at 11:41
Invece, ci sono tanti autori della Gold Age, che ora riprende spesso Polillo per la sua serie, che sono stati pubblicati da Mondadori e rimangono lì sepolti: così, proprio scartabellando, trovo tra i Capolavori, un Walling e un Farjeon, tra i Gialli, due credo romanzi, oltre a quello pubblicato nei Classici negli anni ’70, di Todd Downing, un autore che sono sicuro piace a Luca; e poi c’è Il talismano dei Daggerfield, di Connington, unico a non essere stato ripreso negli ultimi 30 anni. E poi tanti altri.
settembre 6th, 2009 at 18:30
Ohe, ragazzi, il nostro Fabio ha cominciato male: è finito KO alla prima partita, al Torneo di Cattolica.
settembre 7th, 2009 at 07:02
Oggi è il mio compleanno: compio 46 anni. Che non mi sento affatto addosso.
settembre 7th, 2009 at 07:03
Oggi è il mio compleanno: compio 46 anni. Che non mi sento affatto addosso.
settembre 7th, 2009 at 09:24
@Giuseppina: il mio GianniT sta per Gianni Tedeschi. In realtà all’inizio pensavo di firmarmi per esteso ma poi ho pensato che era sufficiente il nome con la T maiuscola per non cadere troppo nell’anonimato. Nessuna volontà di celarsi.
Tornando ai nostri argomenti, ho acquistato su ebay il mio primo Halter: Fiamme di sangue. In settimana inizio a leggerlo. Per quanto riguarda la non capacità di scrittura della Christie non so cosa dire poichè sto cominciando solo ora a leggere in versione originale (Conan Doyle). Ma fino ad oggi, traduzioni permettendo, la Christie la considero, con Woolrich, il mio riferimento.
Un saluto a Piero con il quale condivido l’amore per la musica classica.
settembre 7th, 2009 at 09:27
@Piero: tanti auguri. Vedrai come saranno leggeri i 50 se si continua a leggere e a sentire musica!!!
settembre 7th, 2009 at 13:16
Auguri a Piero anche da part mia… e che continui a deliziarcie intrattenerci con le sue folli divagazioni : ).
settembre 7th, 2009 at 13:54
Ho cominciato il romanzo dei becchini: mica male!
settembre 7th, 2009 at 14:08
@antony: vedrai.
Tra qualche giorno vedrai.
@GianniT: sono andato a Feltrinelli per conmprare una cosa, un romanzo di Latimer che esiste in Einaudi, “La dama della Morgue” con prefazione di A.Moravia, un romanzo rutilante, che ovviamente non ho trovato (ma non ce l’avevano neanche a Mondadori). Ed è finito che ho comprato L’integrale di Schumann di Demus (vecchiotta, lo ammetto ma l’unica almeno decente se non immaginifica) della Membran (mi ricordo quando uscirono i singoli CD per la Nuova Era: costavano un accidente, una ventina d’anni fa: ora costano praticamente la quindicesima parte di allora! Poi le tre sonate di Schumann eseguite da Carlo Grante; e infine due concerti per pianof. e orchestra, di Von Flotow (quello dell’opera lirica Martha), degli anni ’30 dell’ottocento. Aggiungendo i 2 di Cortot che mi ha regalato un mio amico venerdì sera, posso dire che ho concluso i regali..per il momento.
settembre 7th, 2009 at 15:17
@Piero: Che meraviglie! Lo Schumann delle prime raccolte pianistiche è tra le cose che amo di più anche se i miei pilastri si chiamano Vivaldi e Mahler.
Per evitare l’OT aggiungo che anch’io sto per iniziare la Allingham.
settembre 7th, 2009 at 22:05
Il nostro Lotti ha subito un altro stop al quarto turno, dopo aver vinto le partite del secondo e terzo: fatale gli è stato incontrare un omonimo del Giacinto buonanima dell’Inter di Herrera.
settembre 8th, 2009 at 20:26
Nota frivola: almeno Fabio propone delle magliette più consone alla sua veneranda età: nell’ultima foto che ho visto, ne sfoggiava una VIOLA.
settembre 9th, 2009 at 06:28
Patta al quinto turno per Fabio.
settembre 10th, 2009 at 00:31
@GianniT : ti dico una cosa se non la sai. Schumann ha scritto delel cose che pochissimi hanno pubblicato: si conoscevano le Variazioni sull’Allegretto della settima sinfonia di Beethoven (vers. a-b-c), ma poi sono spuntate altre cose, tra cui delle Variazioni su Chopin e Schubert. Se ti interessa, e mi fai avere un tuo recapito email, ti scrivo dettagliatamente di quali dischi si tratti, e chi li ha incisi: qui per ragioni ovvie non lo posso fare.
La cosa migliore è sentirsi della bella musica e leggersi un bel giallo: c’è chi sente quella jazz (ne conosco uno), chi quella classica.
La musica rock la sconsiglio: non per altro, sentendo i Led Zeppelin, finisce che lasci il libro e cominci a ritmare la musica.
settembre 10th, 2009 at 09:00
@Piero: a me capita spesso di mettermi a ritmare Vivaldi. E’ più forte di me. Bando alle chiacchiere, eccoti la mia email nicolo.andrea@libero.it e..grazie!!!
settembre 10th, 2009 at 22:07
Il nostro grande Fabio ritorna alla vittoria: sesto turno OK !
settembre 11th, 2009 at 10:19
@ Piero: Grazie per gli aggionamenti sulle partite giocate da Fabio
Bravo Fabio! se fosse disponibile l’icona applauso la troveresti qui
settembre 11th, 2009 at 12:07
non l’ho ancora iniziato, ma il libro della Allingham merita subito una menzione per il delizioso disclaimer che recita: “tutti i personaggi di questo romanzo sono ritratti accurati di persone realmente esistenti, ciascuna delle quali ha espresso il proprio consenso non solo per l’accuratezza, ma anche per la chiarezza dell’esposizione. un’eventuale somiglianza con persone che non sono state interpellate è quindi puramente casuale“
settembre 11th, 2009 at 21:55
@Silvia : aggiornamento ultimo.
Fabio vince al settimo turno e perde all’ottavo con un gran maestro
settembre 12th, 2009 at 11:23
Piero, grazie per l’ulteriore aggiornamento.
Go, Fabio, go!
settembre 12th, 2009 at 19:33
Ritornato ora stanchissimo. Vinto anche l’ultimo turno. Torneo favoloso per le mie possibilità. Non so ancora come mi sono piazzato perché venuto via prima della fine di tutte le partite. Lo vedrò domani in internet. Nell’articolo per “Scacchierando” citerò il nostro blog Mondadori e i due miei fans Silvia e Piero. L’articolo, se Dario, me lo consente, lo pubblicherò anche qui. Grazie per il tifo!
Ora mi riposo.
settembre 13th, 2009 at 06:40
@Fabio : Hai visto che le piadine come sono miracolose? Sei arrivato sesto nella classifica generale, con un bel balzo in avanti, visto come eri messo all’inizio della manifestazione: alla grande !
Ora puoi anche fare gli straordinari a casa (mogliera permettendo).
settembre 13th, 2009 at 09:45
Ecco il pezzo che uscirà su “Scacchierando”.
A Cattolica!
Dopo lo splendido torneo di Senigallia (relativo alle mie possibilità) mi butto anche in quello di Cattolica. Mare e scacchi, un binomio irresistibile. Dal 5 al 12 settembre. Partito il giorno prima con la mogliera, tanto per riprendermi dal viaggio che sono ormai sulla soglia dell’infarto. Ad accoglierci l’hotel Waldorf che da rosso (non scherzo) me lo ritrovo bianco come il latte e migliorato assai nei servizi e nella cucina. Primo punto positivo. Secondo punto positivo la città di Cattolica. Bella e non dico altro. Anzi bellina, più adatto il vezzeggiativo. Uno scrigno, un cofanetto prezioso. Questa volta visitato anche l’acquario. Non sarà quello di Genova ma la sua figura la fa, eccome. Lunghe passeggiate, lettura (giornale e gialli), scrittura (recensioni). Giornate ora belle, ora ventose, difficilmente pallose.
Gli scacchi. Terzo punto positivo. Con Massimiliano Ferri, l’organizzatore, sempre di una gentilezza squisita, insieme alla vecchia quercia Forlivesi, arbitro tra i più eccellenti d’Italia (se poi non lo è, pazienza) e il giovane Coppa che lo diventerà. Sede di gioco la palestra della scuola media “Filippini”. Nota negativa la “sala” analisi, praticamente due scacchiere su due banchi di scuola. Ma forse è meglio così che a rimuginare sopra le sconfitte fa venire l’ulcera allo stomaco e si diminuisce drasticamente il grido disperato “Avevo vinto!” che serpeggia in tutte le sale analisi.
Ritrovate vecchie conoscenze sempre più vecchie tra la variegata fauna degli scacchisti (io un pizzico di pazzia ce la vedo). Un po’ di barbe inquietanti come quelle di Rago (splendida una sua partita) e Lagrotteria che sembrano usciti da una storia di morti viventi (scherzo!). Due presenze femminili consolatorie in Laura Costantini (più bella della Brunello, ci tiene a specificare) e Sara Varinelli. Baci e abbracci, ma prima di giocare che poi durante la partita ci scapperebbe anche il morto (si fa per dire). Un augurio al maestro Pipitone ritiratosi per una brutta caduta alla spalla.
Aiutato dal tifo degli amici del blog del giallo Mondadori (http://blog.librimondadori.it/blogs/ilgiallomondadori/, venite a trovarci!), in modo particolare da Silvia e da Piero, ho affrontato il torneo A con animo gladiatorio (frase fatta).
Numero dei partecipanti 30. Tempo di riflessione 90 minuti più trenta secondi a mossa per finire la partita. Vincitore come da copione il Grande Maestro Sveshnikov seguito da suo figlio e dal sempre bravo Alessio De Santis. Premiazione in piazza del mercato con la presenza del sindaco alla quale non sono potuto partecipare per motivi familiari.
Mia performance: tre sconfitte, una patta e cinque vittorie. Sconfitte dovute alla forza degli avversari (De Santis, Facchetti e Sveshnikov figlio) e a sviste madornali in apertura dove dovrei essere più forte. “Rubata” l’ultima partita.
Ottimo torneo. Piazzato al sesto posto. Che da moribondi si migliori?
settembre 14th, 2009 at 08:26
Vedi che le piadine sortiscono migliori effetti del cinghiale?
Che è ottimo, intendiamoci. Ma poi devi berci il Nobile di Montepulciano sopra o un Super Tuscans, e finisci a ronfare: che non è il miglior viatico per un Fabio Lotti che si rispetti.
Invece le piadine sono più igieniche, ottime, ci bevi sopra solo il Lambrusco, e passi a vincere le partite.
Stessa cosa, con la Coda di rospo, beninteso.
settembre 14th, 2009 at 08:59
Caro Fabio,
complimenti ancora per l’ottimo risultato al torneo di Cattolica e grazie per la citazione!
settembre 14th, 2009 at 09:55
piacevole.
* spoiler*
forse il saggio di Leoni avrebbe potuto esser accostato a questo romanzo piuttosto che a quello della Eberhart visto che in qualche modo anche qui si fanno giochi di prestigio, anzi il richiamo è ad uno dei più noti se non al più noto ;)!
settembre 16th, 2009 at 15:12
Aggiungo che mi sono beccato anche 200 euro di premio…
settembre 16th, 2009 at 17:12
Te possino…..
settembre 16th, 2009 at 19:36
Grande Killer!
settembre 16th, 2009 at 20:56
Il romanzo è davvero bello :me lo sto gustando. Cosa strana, perchè sinora, come ho detto altrove, Allingham non mi hai mai del tutto soddisfatto, se non in uno o due casi.
Qui invece ci troviamo dinanzi ad una vera bellezza. Commincio a pensare che Luca in fondo non aveva torto.
settembre 16th, 2009 at 20:58
@Fabio : chissà tua moglie come sarà stata contenta :
si è fatta la vacanza, ha mangiato bene, e in più ci ha ricavato anche un regalo per il nipotino.
settembre 16th, 2009 at 21:38
Perfetto.
settembre 21st, 2009 at 13:34
La Allingham mi fa uno strano effetto. Per un pò mi piace e subito dopo mi diventa pallosa…
settembre 21st, 2009 at 20:01
@Fabio : Ma che fai ? Mi copi ?
In realtà, io sono arrivato a pag 112, e mi pare alquanto meglio degli altri Allingham che ho letto.
E poi tutta quest’allegria: bare, cadaveri, macabro a buttare..
Non vorrei che l’assassino fosse quello che ho pensato, perchè se è quello…
Tuttavia sono interessanti gli incisi della Allingham, per es. le considerazioni sull’educazione dei giovani a quel tempo.
settembre 21st, 2009 at 20:48
Non è che ti copio. E’ che spesso Campion mi addormenta. Non ci posso fare niente.
ottobre 3rd, 2009 at 17:05
Incredibile !
Alle spedizioni dei Gialli pare che abbiano messo il turbo : il Lovesey è uscito da noi, stamattina!
ottobre 4th, 2009 at 18:36
Ho trovato il romanzo davvero interessante: alterna personaggi assurdi, eccentrici a (poche) scene macabre e a giochi di parole. Forse è meno ritmato de Il ritorno di Campion, ma nel complesso è più convincente; fortunatamente sono meno presenti le sottolineature dell’atmosfera di “orrore” che inevitabilmente i delitti portano con sè.
Campion si inserice placidamente nel romanzo, spalla invisibile dell’ottimo ispettore Luke.
Semmai qualche perplessità ha suscitato in me la resa dei personaggi: troppo affollata la galleria dei minori, per cui non mi sembra che tutti siano sufficientemente delineati (il farmacista Wilde, una delle vittime, è poco più che sbalzato).
Durante la lettura non sono riuscito a crearmi una lista ideale dei sospettabili, facevano continuamente capolino varie comparse.
Non ho poi colto l’insistito riferimento a famosi criminali (Bella Musgrave…), che però qui si spiega parzialmente con la soluzione.
A parte questi dettagli, L’ora del becchino mi ha incuriosito circa l’opera di Allingham; mi unisco all’appello del signor Piero chiedendo a gran voce classici di Marsh.
Cordiali saluti
ottobre 4th, 2009 at 19:21
Un benvenuto a Mattia Conzato del quale mi sembra questo il suo primo intervento (senz”altro mi sbaglio).
ottobre 5th, 2009 at 07:36
Ragazzi, ho battuto il blog in quanto a tempi : su Anobii ho immesso romanzi e copertine di questo mese, prima che ci pensasse il buon Dario !
ottobre 26th, 2009 at 21:20
Sono la traduttrice di “L’ora del becchino” e mi tocca ammettere di essere piuttosto vetusta. Ho iniziato a tradurre per la Mondadori alcuni decenni fa e ho avuto il piacere di lavorare a diversi romanzi di A. Christie, ma anche di autori più moderni. Scrivo per dire che un buon traduttore deve cercare di essere il più fedele possibile al testo originale, rispettando non solo lo stile dell’autore, ma tenendo conto anche del periodo storico. Un linguaggio troppo moderno non suonerebbe forse anacronistico?
Diana Fonticoli