Perry Mason e la brunetta in prestito (1222)
Adams Street, trafficata zona del tribunale, arcinota per Perry Mason. All’angolo, c’è una ragazza bruna, corporatura minuta, vestita di scuro. Davvero nulla di strano. C’è però una ragazza bruna, corporatura minuta, vestita di scuro a ogni angolo. Una vera e propria invasione di sosia al femminile che proietta Perry Mason in un doppio imbroglio: prima di frodi e false identità, poi in quello che sembra un delitto perfetto. Ma esiste davvero il delitto perfetto per l’avvocato del diavolo?
ERLE STANLEY GARDNER (1889-1970) è uno dei più famosi e prolifici giallisti americani. Avvocato, giornalista e infine scrittore a tempo pieno, ha pubblicato oltre cento romanzi. Il suo personaggio più noto è l’imbattibile avvocato Perry Mason. All’interno, l’articolo “Lo scrittore in giallo ovvero Regole e confini del genere poliziesco” di Luigi De Pascalis.
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
luglio 2nd, 2009 at 19:27
Anche questo è mio.
luglio 3rd, 2009 at 18:09
Non può mancare, anche e soprattutto per il bell’articolo di De Pascalis. ciao
luglio 3rd, 2009 at 20:38
Preso stasera!
luglio 4th, 2009 at 14:17
Qualcuno sa, se la traduzione è integrale?
luglio 4th, 2009 at 17:34
Un po’ tagliuzzata. Ma nessuno dei romanzi di Perry Mason usciti nel GM è integrale al 100%.
luglio 6th, 2009 at 11:51
Immaginavo…
ma quantificando la “tagliuzzatura”? Manca il 20% o di meno?
luglio 6th, 2009 at 12:55
Bisognerebbe controllare. L’edizione che ho io, il tascabile Penguin del 1954, ha 222 pagine per un totale di circa 464mila battute.
Considerando che la traduzione italiana di un testo inglese è più lunga dell’originale almeno del 5% (a volte di più) e che la griglia del GM è più piccola rispetto a quella dei vecchi Penguin, un rapido calcolo a mente mi farebbe dire che per essere integrale l’edizione italiana dovrebbe avere circa 250 pagine (forse qualcuna in più).
Non so di quante pagine consti la ristampa appena uscita. Più tardi la compro e verifico col testo originale.
luglio 6th, 2009 at 13:34
Consta di 236 pagine ma siccome l’inizio parte dalla settima pagina allora le pagine vere sono 229.
luglio 7th, 2009 at 17:19
Se i calcoli sono precisi, allora mancherebbe l’8,4% :).
luglio 7th, 2009 at 17:30
Diciamo che ci è andata bene…
luglio 10th, 2009 at 10:55
Caro Fabio, adesso aspetto una tua recensione, dalla quarta di copertina il romanzo appare interessante, e poi le 236 pagine non sono 160…
luglio 10th, 2009 at 11:29
Sono arrivato a metà. Direi che è interessante. L’idea di una ragazza bruna con certe caratteristiche per prendere il posto di un’altra non è male. Viene proprio la curiosità di sapere cosa c’è dietro a questo marchingegno. Certi libri come il presente vanno letti a mio avviso dopo una scorpacciata di sangue e violenza di altri tipi di romanzi polizieschi e viceversa. Credo che si apprezzino di più.
Su T.M. una recensione, o meglio presentazione (le recensioni sono più complete) dello Speciale http://www.thrillermagazine.it/libri/8389
luglio 10th, 2009 at 15:56
Le coincidenze. La brunetta con la quale Mason si mette a chiacchierare si chiama Cora Felton che ha lo stesso nome e cognome di un personaggio di Parnell Hall, una vecchietta arzilla e frizzante che risolve misteri e cruciverba…
luglio 10th, 2009 at 17:51
Ho appena finito di leggere l’ articolo di De Pascalis(per ora solo quello) e devo dire che da solo varrebbe il prezzo di tutto il libro:) Ok, forse sto un po esagerando… resta comunque il fatto che, grazie anche alle citazioni di scrittori del calibro di Chandler e Simenon e di un grande filosofo quale fu Schopenhauer, appena finito di leggerlo quasi mi affrettavo a prendere un foglio di carta e ad impugnare una penna per iniziare a scrivere il mio primo giallo, cosa che, ripensandoci, mi sbalordisce e mi fa sorridere non poco, considerato soprattutto il fatto che ho solo 17 anni e che in vita mia ho sempre preferito le materie scentifiche a quelle umanistiche… a dimostrazione di questo dico solo che se e quando leggo un libro, questo appartiene immancabilmente al genere giallo,thriller o noir(sono un po monotematico, lo ammetto); questo, molto probabilmente avviene per il forte legame esistente tra questo tipo di letteratura e quella branca della matematica che usiamo quotidianamente, la logica. Detto questo, sembra proprio che l’autore sia riuscito ad assimilare la lezione di Schopenhauer, secondo il quale bisogna adottare un metodo di scrittura che, anche attraverso l’inganno, l’uso di una falsa logica, riesca a convincere il lettore che le idee di chi scrive sono inattacabilmente giuste; da questo punto di vista direi che l’ articolo è quasi ipnotico, per cui consiglio il libro anche a coloro che magari posseggono “perry mason e la brunettain prestito” in altra edizione. Per questo mi piacerebbe conoscere il parere degli esperti(ma anche dei non)su questo aricolo; condividete il pensiero dell’autore?
luglio 10th, 2009 at 21:05
Scusa anthony prima finisco di leggere il libro, poi il suddetto articolo. Per quanto riguarda il tuo primo giallo scrivilo pure che io ne ho scritti tre e se in giro trovi una persona, dico una persona che non abbia scritto un giallo in vita sua fammela conoscere che la imbalsamo e la tengo nel salotto di casa…
luglio 11th, 2009 at 11:17
Terminato di leggere il libro. Abbastanza buono. Con Mason tenace e battagliero come al solito e i soliti lunghi dialoghi ben calibrati direi. Certo che se uno li legge tre o quattro di fila un pò si può annoiare ed è per questo che invito sempre i giovani a variare il tipo di lettura (giallo, noir, thriller…).
Il breve saggio di Luigi De Pascalis “Lo scrittore in giallo ovvero regole e confini del genere poliziesco” è praticamente un excursus sul modo di scrivere il giallo partendo dalle famose regole di Van Dine (giallo metà cruciverba, metà problema di scacchi), passando per Chandler (vita vissuta) fino a Simenon (atmosfera) e citazioni da Glauser, Manganelli, Calvino ecc…Alla fine l’autore indica anche lui le sue brave regole che, come tutte le regole, vanno bene se l’autore ha le palle quadrate, altrimenti non c’è regola che tenga.
Una chiosa al suggerimento di Glauser, citato da De Pascalis, di umanizzare i personaggi dando loro “sofferenze, delusioni, speranze, amori, dolori”. Ecco oggi si tende in generale a fornirli di un numero talmente elevato di disgrazie e sofferenze che durante la lettura uno si tocca pure.
luglio 11th, 2009 at 14:20
@antony – anche io trovo che il saggio di De Pascalis sia molto interessante, oltre che scritto con eleganza. Un’ottima lettura, ricca di spunti.
luglio 11th, 2009 at 16:37
@Fabio: beh, se è per questo, anche nel romanzo di Hardin (Doherty) c’è uno Stephen… ALLINGHAM, che è il cognome della nota scrittrice Margery. Non è la prima volta e certamente l’ultima che un po’ per citare un po’ perchè non si riesce a trovare un cognomne lì per lì si ricorre a quello di personaggi noti del giallo.
luglio 11th, 2009 at 17:34
Se le regole di Van Dine sono importanti perchè tendono a imporre il modo di costruire un romanzo “à la page” negli anni ’30, parimenti importanti sono le Regole di Monsignor Knox, scritte più o meno negli stessi tempi, e quelle di François Fosca inserite in “Histoire et technique du roman policier” (1937). Ci sarebbero anche quelle di Freeman. Ma al di là di tutto, per me le regole non hanno nessun significato nel poliziesco.
Le regole hanno solo un pregio : che chi inventa il modo legittimo di violarle, assurge immediatamente ad un suo posto nel poliziesco. Non a caso i polizieschi che si ricordano son quelli in cui viene violato un presupposto base : in Le Mystere de la Chambre Jaune, Rouletabille scopre l’assassino che è il poliziotto, cosa inconcepibile fino a quel momento. E non a caso Van Dine, per togliere la possibilità che altri sfruttino questo escamotage, cosa fa? Instaura la regola n.4 : “Né l’investigatore né alcun altro dei poliziotti ufficiali deve mai risultare colpevole..”, regola che poi sarà allegramente violata più volte. L’ultima volta nell’Undicesimo Piccolo Indiano di Jacquemard-Senecal; Van Dine dice che una società segreta, un patto segreto di natura collegiale sciupa l’effetto di un bel giallo e guarda caso la Christie viola questo pricipio con Assassinio sull’Orient Express, in cui c’è un patto segreto che coivolge più persone.
Per cui in sostanza, codificare un’azione non ha altro scopo che inventare le occasioni per violarla non per seguirla. Chi la segue si conforma, chi la viola entra nel novero dei pochi, viene magari criticato, ma poi assurge ad un suo spazio che non gli toglierà nessuno.
Le palle quadrate non fanno il grande autore, fanno solo l’autore “à la page”. E di questi tempi, ce ne sono molti.
luglio 11th, 2009 at 19:42
Piero, quando intendi rivelare le soluzioni del gialli, magari dillo prima… Io li avevo letti tutti, magari qualcun altro no:-)
luglio 11th, 2009 at 20:19
Per palle quadrate intendo uno che ha il dono naturale dello scrivere.
luglio 11th, 2009 at 23:35
Scusa Piero ma non avevo letto la tua nota precedente. So bene che sono capitati e capiteranno ancora nomi e cognomi di personaggi uguali a quelli di autori o di altri personaggi (va bene che sono rimbambito ma c’è pure un limite…). Trovandomi di fronte a Cora Felton ho voluto ricordare ai lettori questo simpatico personaggio che a me pare una Marple più frenetica e scatenata.
luglio 12th, 2009 at 07:33
Che vuoi Luca, giacchè il discorso era su un saggio, e il saggio lo si fa dopo aver letto, era lampante che chiunque seguisse un colloquio che si basava su regole costruite per scrivere polizieschi, lo facesse soprattutto perchè aveva letto e voleva dire la sua: uno che ha letto poco di polizieschi, recepisce i saggi passivamente, uno che ne ha letti molti può anche fare delle osservazioni pertinenti.
IO non ho letto tanti romanzi quanti ne hai letti tu, anche se non credo che tu li abbia letti tutti
ma qualcosa posso anche dirla, e quindi l’ho detta. Del resto il romanzo di Leroux non è uno di Craig Rice o di Lovesey o di Bruce o di Marsh che si può anche non aver letto e si può anche non conoscere l’autore: si tratta di LEROUX che è autore ampiamente storicizzato, e che ricorre in tutti i saggi, gli articoli e le storie che parlino di Camere Chiuse.
Piuttosto perchè non rispondi su Anobii ?
luglio 12th, 2009 at 09:07
Ricordo solo ad antony di continuare ad intervenire come e quando gli pare.
luglio 12th, 2009 at 09:39
Forse Anthony è una gentile donzella ?
luglio 12th, 2009 at 11:38
Avendo solo 17 anni non credo abbia letto troppi libri che possono dare anche alla testa…
P.S. Vedo che mi stai seguendo come un’ombra. Se vuoi continuare con le battute io ci sto.
luglio 12th, 2009 at 12:12
Naturalmente coninuerò ad intervenire, caro Fabio, ma Piero, per favore, la prossima volta che devi svelare il finale di uno o più romanzi gialli dillo prima, così io salto l’intervento… la tua giustificazione starebbe infatti in piedi, se non fosse per il fatto che i libri da te citati,oltre ad essere di vecchia pubblicazione sono anche difficilmente reperibili(almeno per un ragazzo di 17 anni che vive in un paesino della Sicilia)per cui non è cosa scontata che io abbia letto l’undicesimo piccolo indiano quanto magari lo è che abbia letto assassinio sull’orient express; per non parlare del fatto che questi due libri, guardacaso, erano nella mia list dei desideri(avevo intenzione di acquistarli su comprovendolibri)e ci erano entrati,in questa lista, proprio perchè te ne avevo sentito parlare tanto bene su anobii:)A questo punto non mi resta che appoggiare la mozione di Fabio…CHE GLI VENGA MOZZATA LA TESTA!:)
luglio 12th, 2009 at 12:18
Piero, da qualche giorno ho difficoltà a raggiungere regolarmente aNobii. A volte mi funziona, a volte no. Problemi di rete, immagino.
luglio 12th, 2009 at 12:33
Per essere precisi la mia mozione era l’impalatura…
luglio 12th, 2009 at 19:25
Ma mio caro Anthony, che sei ora ancora più caro perchè hai diciassette anni e dimostri tanto buon senso e tanto buon gusto ad avvicinarti ai gialli francesi che ad altri qui in Italia provocano al solo pensarvi sconvolgimenti intestinali terribili e diarree furibonde, e che leggi le mie filippiche su Anobii, ti dirò..L’Undicesimo piccolo indiano leggilo lo stesso : credi davvero che io prima di leggere La Camera Gialla non sapessi chi era l’assassino? Non si leggono i gialli solo per svelare l’assassino: quella è una motivazione risibile, anzi è la cosa meno interessante del romanzo. Molto più importanti sono l’atmosfera, la nebbia di morte che si addensa proprio sulla vittima, e l’assassinio meglio se è un colpo di genio, la ricostruzione, la raccolta delle prove, la ricostruzione del puzzle, la lotta che si instaura sotterranea tra l’autore ed il lettore. Qui tu saprai già l’assassino ma non le motivazione, il perchè: leggendolo lo saprai.
E poi continuaci a leggere su Anobii: posso sapere quale sia il tuo nickname ? Tanto per consigliarti delle cose, se vuoi..
Un abbraccio.
Per quanto riguarda l’impalatura, non so se la meriti, forse sì forse no; so però che la mordacchia dovrebbero metterla a Fabio perchè in qualunque spazio stia, parla : non fai in tempo a collegarti ad un sito, che leggi le sue note.
P.S.
Anthony, pensa un po’ se ti avessi detto il resto su La Camera Gialla: invece il resto devi scoprirlo, e la cosa più sensazionale non è quella che ho citato.
luglio 12th, 2009 at 19:31
Ho deciso di seminare il terrore in tutti i blog e siti che posso in modo da farli chiudere…
luglio 12th, 2009 at 19:56
Anthony, vieni a trovarmi su Anobii, scrivimi una email privata e forniscimi il tuo recapito postale, così vedo di spedirti un giallo, qualcosa che non puoi aver letto. Però prima scrivimi per sommi capi quali autori tu abbia letto e in quale estensione.
La stessa cosa vale per Silvia. Se non è iscritta ad Anobii lo faccia, perchè vale. Manderò anche a lei un libro: non vuol dire ho sbagliato, perchè non credo di aver sbagliato, ma forse il tono era troppo forte e poi tutti hanno diritto a parlare ed esprimere la propria nel bene e nel male. Io ho detto la mia, ma non volevo che tu andassi via.
E’ un modo per chiederti di restare. Tutto qui.
luglio 12th, 2009 at 21:51
Piero:grazie per la gentilezza;il mio nickname è jonjozz(più volte sono intervenuto su anobii e, se ricordi bene, il mio nick te lo avevo dato qualche tempo fa proprio su questo blog). Comunqe che ne dici se invece di spedirti la lista con i libri da me letti te ne spedissi una contenente quelli che mi piacerebbe avere? Ti assicuro che vi sono presenti non pochi titoli(la maggior parte da te consigliati, quindi se mando la mia famiglia in bancarotta la colpa non è che tua: )) e quindi è molto probabile che fra questi ve ne sia almeno uno che mi puoi spedire. Potresti farmi sapere come si scrive una mail privata su anobii?
luglio 12th, 2009 at 22:16
Ah, sei tu !
Devi scrivere dentro la casella dove è scritto Chatta con … Clicca sul nome e ti si apre la pagine corrispondente:
a sinistra c’è un riquadro con scritto Messaggio: scrivi dentro quello che hai da dire, e poi inviamelo.
Inviami pure quello che ti manca : mi ritrovo dei doppioni, alcuni in condizioni da edicola.
luglio 12th, 2009 at 23:15
Ok, grazie. Comincio a scriverla subito perchè mi sa che ci metterò un po…
luglio 13th, 2009 at 00:24
Ecco, te l’ho mandata… fammi sapere,ciao.
luglio 13th, 2009 at 01:56
Però, che interessi a diciassette anni !
Io a quell’età non avevo cominciato ancora Carr ( ma avevo finito Christie) ed ero a metà di Queen, ma non inseguivo tutti quelli che insegui tu.
Ma dalle tue parti, non ci sono ambulanti o bancarelle che vendono libri usati, fumetterie, etc..? Lì li puoi trovare. Se vuoi ti posso dare degli indirizzi di librerie internet che li vendono a prezzi molto accessibili (due euro-tre massimo) da cui mi sono servito io, o privati (miei conoscenti). Da un grande collezionista del nord per es. mi stanno arrivando 18 Gialli in questi giorni. e spenderò comprensive di spese di spedizione, 40 euro. Una bazzecola !
luglio 13th, 2009 at 02:36
E proprio questo il punto, che non ci sono ne fumetterie ne bancarelle, quindi se potessi darmi gli indirizzi di quelle librerie internet di cui parli te ne sarei molto grato.
luglio 13th, 2009 at 09:01
Gli indirizzi te li metto su Anobii, perchè qui potrebbero essere intesi come pubblicità.
E non vorrei poi che si chiedesse conto al povero Dario
luglio 21st, 2009 at 17:37
Ragazzi fate commenti molto interessanti sto leggendo perry mason ma non capisco per quale motivo in italia non ci sono libreirie dedicate solo al giallo o sono io a non conoscerle che ne pensate ? Ne conoscete qualcuna grazie
luglio 21st, 2009 at 17:48
Per quanto ne so io ce n’era una sola, a Milano, molto bella ed attiva, ma ha chiuso la scorsa primavera, dopo mille difficoltà.
luglio 21st, 2009 at 18:56
peccato veramente il giallo è un tipo sempreverde (scusate il gioco diu parole)comunque fino ad ora ho letto diversi gialli di autori diversi da sir arthur conan doyle a agatha cristhie a antony boucher o paul doherty ma posso dire cjhe rispetto agli esperti che ci sono qui sono alle prime armi
luglio 26th, 2009 at 18:23
Quelli alle prime armi hanno sempre qualche idea interessante per gli “esperti” come me.