Nero Wolfe e sua figlia (1219)

maggio 1st, 2009 by Moderatore

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Nero Wolfe ha una figlia? Sembra impossibile. Ma un bel giorno, nello studio del geniale investigatore, si presenta Carla Lovchen, una ragazza di origine montenegrina. Viene per conto di Neya, un’amica accusata del furto di alcuni preziosi diamanti. Una storia che però non smuove Wolfe, neanche quando scopre che Neya potrebbe essere sua figlia. Ma per l’investigatore le cose si complicano quando Neya, scagionata dall’accusa di furto, si ritrova a confronto con ben altra accusa: quella di omicidio premeditato. Per Wolfe, l’indagine è ora un affare di famiglia.

REX STOUT nato negli Stati Uniti, a Noblesville, nel 1886, è uno dei più celebri autori di romanzi gialli del secolo. Nelle sue perfette trame, caratterizzate da un sottile umorismo, domina la figura straordinaria di Nero Wolfe, il monumentale investigatore gastronomo appassionato di orchidee. Stout è scomparso nel 1975. 

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113 Responses

  1. Mariano

    Una domanda per Geraci oppure per qualche cortese lettore che lo acquistera': il romanzo e’ nella ”vecchia” traduzione di Alfredo Pitta (versione che gia’ posseggo) oppure in una versione successiva, ritradotto o re-integrato delle parti mancanti (in tal caso lo comprerei volentieri)? Grazie in anticipo a chi mi rispondera’…

  2. Silvia

    Posto questo commento qui, perché mi piace Nero Wolfe, ma noto che il prezzo di copertina è aumentato a 4,20 euro. Di questi tempi, e con l’euro come valuta, un aumento del genere mi lascia perplessa.
    Ricordo per amore di cronaca che il prezzo sarebbe così aumentato di 581 lire italiane (pari a 30 centesimi di euro).
    :)

  3. Luca Conti

    Silvia, va anche detto che il prezzo di copertina era fermo da due anni esatti.

    Visti gli aumenti in campo librario (nello stesso lasso di tempo, per citare un esempio che ho regolarmente sotto gli occhi, i volumi di Stile Libero Einaudi sono passati in media dal vecchio 15,50 al 17,50 odierno) mi sembra che da parte del Giallo ci sia un notevole sforzo di contenere il prezzo.

  4. Marco Piva

    Alcune case editrici hanno abbondantemente passato i 20 euro per le edizioni rilegate!!!
    Oramai il libro è diventato davvero un bene di lusso :-(

  5. Silvia

    Caro Luca,
    i prezzi attuali dei libri non corrispondono spesso al reale valore del libro medesimo.
    Purtroppo ci sono case editrici che scelgono di applicare prezzi al limite del ridicolo vendendo volumi in brossura come se fossero rilegati in pelle. Non faccio esempi: basta fare un giro in libreria.

    Per quel che riguarda gli aumenti ritengo che vadano annunciati: è un segno di rispetto nei confronti dei lettori.
    Non sono un’economista, ma ho l’impressione che dopo l’euro l’ordine di grandezza medio di aumento del prezzo sia del 10-30%: fate la proprozione in lire e ci divertiamo.

  6. Luca Conti

    Certo che non corrispondono al valore (materiale, immagino) del libro. In proporzione, è chiaro che un volume dei Meridiani – che costa 45 euro ma ha oltre mille pagine, è rilegato sul serio, cucito e non incollato – è più economico di un volume di Stile Libero a 17, 50, che ha 300 pagine ed è in brossura incollata.

    Faccio comunque notare che nel 1992 (ovvero ben diciassette anni fa), i Classici del Giallo costavano la bellezza di 6500 lire, ovvero 3 euro e 35. Da oggi costano 4 e 20, ovvero 8100 lire circa. In diciassette anni non mi sembra un aumento clamoroso, considerando invece quanto sono aumentati gli altri libri. Tutto qui.

  7. Silvia

    Caro Luca,
    no, non mi riferisco solo al valore materiale, ma ad una valore complessivo legato anche per un libro in lingua straniera, ad esempio, alla cura della traduzione. :)

    Per quel che riguarda l’aumento di prezzo della collana i Classici del Giallo, dobbiamo ammettere che negli ultimi due anni si concentrano circa 1200 lire di aumento, quindi 3/4 dell’aumento complessivo applicato in 17 anni. :)

    Per quel che riguarda gli altri libri è vero quanto scrive Marco Piva: leggere è sempre più un lusso. :)

  8. Piero

    Io ritengo che questo romanzo abbia la traduzione precedente (e questo perchè se così non fosse stato, Luca ne avrebbe già parlato, lui che è un fissato di Stout), e per questo non lo prendo (avendo trovato stamattina il Classico precedente).
    Ma non farei una piega a spendere anche euro 4.50 – 5.00 se lo Stout in questione avesse traduzione nuova e integrale, oppure se venisse stampato un inedito di valore.
    Del resto l’ho già detto altrove e in altro tempo : a fronte dei prezzi applicati da altri, quelli Mondadori sono accettabili.
    Faccio presente però che in passato, quando veniva ritoccato il prezzo di copertina, lo si annunciava qualche tempo prima. E’ comunque una forma di rispetto o bon-ton nei riguardi dei lettori, almeno di quelli fedeli e affezionati.

  9. Danilo Campanella

    Perché si continua a maltrattare Stout? Perché non si ritraducono e si ristampano tutti i volumi della serie di Nero Wolfe? Un’edizione curata, un po’ come succede per il Maigret di Adelphi, non credo proprio che rimarrebbe invenduta…

  10. Marco Piva

    Quoto Piero: un avviso nell’aumento dei volumi sarebbe buona cosa; più che altro per ristabilire quel rapporto diretto editore-lettore che da troppo tempo è stato perso.
    Rimpiango ancora i tempi de “Il cerchio verde” dove alla fine dei romanzi c’era un dialogo costante con l’angolo della posta ecc.

  11. Piero

    Danilo, ma secondo te, per quale motivo veramente importante, c’è tutto questo alla Mondadori ?
    Io penso, l’ho detto più d’una volta e ne sono fermamente convinto, e parecchi interventi di altri lo hanno confermato, che soldi per i Gialli alla Mondadori non è che ne vengano stornati tanti come una volta…
    E quindi..mi capisci.
    E’ proprio alla luce di ciò che c’è questo clima da trincea, che poi esplode talora, talora ci si abbraccia fraternamente, etc.. Se ci fossero più soldi, credi che forse non si farebbero gli Stout? Credi davvero che gli Halter che tiravano un sacco e si facevano al ritmo di 3 l’anno, non si sarebbero continuati a fare ? E perchè, forse gli Ellery Queen non avrebbero bisogno ancora qualcuno di una bella ritraduzione e traduzione ex novo? E perchè no anche qualche Carr e Agatha Christie?
    Proprio perchè io credo manchino sostanzialmente i soldi che c’erano una volta, è che c’è una diversa veduta delle cose, sul come essi debbano essere impiegati : quelli dicono per i Gialli a lungo raggio, spy action e movie action, noi diciamo Gialli classici. E ognuno supporta le proprie azioni.
    Ma ti ricordi di quando uscivano anni fa puntualemnte i Supergialli, le Stagioni gialle, gli Omnibus, le serie dedicate ai racconti di Ellery Queen e quella cominciata e non portata a termine (se ricordo bene) proprio di Rex Stout (alla metà degli anni ’80)?
    Beh, vedi ora cosa esce, e dimmi se non è che ora come ora, le collane da edicola son diventate l’ultima ruota del carro Mondadori.
    E credi forse che qualcuno si farebbe un qualche scrupolo un giorno che le vendite crollassero (Dio non lo voglia) a togliere di mezzo i Gialli ?
    Mica questa è la Mondadori storica, che era solo casa editrice, che aveva fondato la collana storica dei Gialli, tando da vernir sempre ricordata per ciò !
    Mica questa è la Mondadori di Alberto Tedeschi, di Carlo Jacono o di Roger Barcilon, di Gian Franco Orsi !
    E’ una società per azioni, con interessi in mille campi diversi, proprietaria non solo del marchio Mondadori ma di molti altri, che prima erano avversari, da Piemme ad Electa, da Einaudi a Sperling & Kupfer, etc.
    E ti chiedi ancora per quale motivo non accade la stessa cosa accaduta per Adelphi ?
    Perchè Adelphi è solamente casa editrice, e quello che guadagna lo ricava esclusivamente dai libri e si impegna perchè i propri libri vendano e si riconosce ed è riconosciuta solo nei propri libri; Mondadori no.

  12. Piero

    Mi correggo…
    Mondadori, non solo.
    E quindi capisci bene che le scelte da evadere devono estremamente ben ponderate.
    In fondo in fondo a nessuno piacerebbe stare al posto di Altieri.
    Una strada però secondo me ci sarebbe per fare qualcosa di più e accontentare più lettori :
    aumentare i prezzi delle copertine, anche a 5 euro ( e nessuno griderebbe allo scandalo) e gli Speciali a 7, e impegnarsi a pubblicare inediti, perchè non è proprio vero che buoni gialli non ce ne siano molti in giro (se gli altri li pubblicano, potrebbe fare anche la stessa cosa Mondadori, no? E Montanari potrebbe continuare a ritradurre gli Ellery Queen, Longo gli Halter, qualcun altro gli Stout, Boncompagni potrebbe tradurre qualcuno dei suoi, Catozzella potrebbe tradurre qualche altro Heyer e così via.
    Questa potrebbe essere una strada : se soldi non ce ne sono come un tempo, guadagnarne di più dalla vendita in virtù di un aumento di prezzo, impegnandosi però a supportare le vendite con prodotti di qualità maggiore.
    Poi può essere anche un’idea balzana, intendiamoci…

  13. Luca Conti

    Piero, non ricordi bene; la serie dei racconti di Stout è stata regolarmente portata a termine (la possiedo, quindi lo so) in 13 volumi, che credo oggi siano diventati un oggetto abbastanza raro e che, in effetti, sarebbe bello rivedere in circolazione in una nuova veste e con nuove traduzioni.

    Purtroppo, va detto, tra i grandi maestri del giallo Stout è quello che da parecchi anni sta ricevendo un trattamento non adeguato alla sua statura e alla smisurata popolarità del suo personaggio.

    Molte delle traduzioni delle opere di Stout – che vengono ristampate ogni tanto, e sciaguratamente anche negli Oscar, la cui vita editoriale è assai più lunga di quelle delle collane da edicola – sono a dir poco inadeguate, alcune clamorossamente arbitrarie. E chiunque abbia letto i libri in originale sa a cosa mi riferisco.

  14. Piero

    Sarà proprio come dici tu : La serie di Rex Stout fu portata a termine, e quindi io la possiedo mutila (per il momento). Che ci vogliamo fare ?
    Almeno so che quei pochi libri che tengo hanno un valore!
    Chiedo venia, o mio padre confessore…

  15. Piero

    Hai notato Luca come Fabio sia stato alla finestra nel nostro colloquiare ? Non è che gli ha fatto male la torta o che ha bevuto troppo brachetto?

  16. Mariano

    Che tristezza, amici. Sono un nostalgico inguaribile delle ritraduzioni che Gianni Montanari faceva per Queen, negli anni in cui praticamente ogni ristampa nei Classici veniva ritradotta, anche quelle di autori di medio livello. Oggi invece si preferisce mantenere bassissimo il prezzo di copertina (diciamo la verita’, anche dopo l’ultimo aumento: 4,20 euro sono pochini rispetto al mercato) e riproporre romanzi magari anche validi ma devastati, in versioni non solo mutilate ma che sanno di stantio. Appena vedo un classico stampato a caratteri grandi e con interlinea superiore al solito, subodoro che si tratti di una old version. Mah, magari la Mondadori e’ contenta cosi’ delle vendite e io non sono un esperto di marketing: condivido pero’ in pieno cio’ che dice Piero, e cioe’ che per uno Stout o un Queen ritradotto sarei dispostissimo a spendere anche 5-6 euro… e non credo di essere il solo. Ma dai, e’ possibile che grandi capolavori di grandi autori, di cui Mondadori detiene l’esclusiva, continuino a essere disponibili solo in traduzioni di oltre mezzo secolo fa? Che rabbia…

  17. Danilo Campanella

    Una piccola consolazione per chi conosce (anche non benissimo, come me) l’inglese: Bantam pubblica negli USA in edizione economica (sei dollari e mezzo…) molti dei romanzi di Nero Wolfe. Io ne ho ordinati alcuni direttamente dalla casa editrice e anche con le spese di spedizione mi sono venuti un prezzo più che ragionevole. Quello di Stout è un inglese pulito, vale davvero la pena affrontare lo sforzo.

  18. Piero

    Quando si incomincia a prendere i romanzi in lingua madre, come suggerisce di fare Danilo, non per afferrare le sottigliezze del discorso, ma papale papale per leggere quello che altrimenti non si riesce a trovare nella sua veste completa, significa dire…STIAMO ALLA FRUTTA !
    Meditate gente, meditate.

  19. giuseppina la ciura

    Cari amici,
    leggo divertita che al Giallo Mondadori non ci sarebbero i soldi per uno Stout in versione integrale. Vi rendete conto di quel che affermate quando anche le pietre sanno che il padrone della Mondadori è il padrone d’Italia e uno degli uomini più ricchi del mondo? Quanto alle traduzioni, vorrei dire “Andiamoci piano”. Io leggo in inglese-francese-spagnolo e, nel mio piccolo, mi sento di sostenere che i nuovi traduttori sono molto mediocri, perchè escono da una scuola
    “muerta” e da una società in cui la cultura è un optional. Inoltre, vengono scelti come le veline:per motivi tipicamente italiani. Forse a questo punto è meglio uno Stout tradotto da Pitta che da uno dei nuovi……
    Voglio finire dicendo che il Giallo della Hughes è davvero ridicolo, farsesco.
    Grazie d’avermi ascoltata
    Giuseppina La Ciura

  20. Luca Conti

    Nessuno, fin qui, aveva parlato della qualità delle traduzioni “vecchie” rispetto a quelle “nuove”. Il discorso verteva, molto più semplicemente, sull’incompletezza delle versioni presentate, a distanza di decenni, al pubblico italiano. Tutto qui.

    Ma, se si vuole entrare anche nel terreno minato della qualità, ritengo allora che le traduzioni di Pitta, a sessanta e più anni di distanza, non siano più presentabili ai lettori di oggi, a meno di non essere dei cultori di modernariato.

    Poi, se proprio uno desidera leggersi, che so, “La lega degli uomini spaventati” col venti per cento di testo in meno e uno stile che definire invecchiato è un complimento, faccia pure. Però, a questo punto, bisognerebbe anche capire perché il romanzo di Stout, in originale, regge benissimo – dal punto di vista stilistico – il passare degli anni, mentre la sua traduzione italiana emana un terribile odore di naftalina.

    Per quanto riguarda il resto delle considerazioni sui “nuovi” traduttori, mi paiono così generalizzate da risultare ben poco credibili. Del resto, a sparare nel mucchio qualcuno si becca sempre, e anche questo è un modo di fare “tipicamente italiano”.

  21. Silvia

    Leggendo il commento di Mariano circa 4,20 euro che sarebbero pochini rispetto al mercato, mi chiedevo a quale mercato stiamo pensando. :)

    Credo che il prezzo del libro sia determinato anche in base alla catena distributiva (edicola, libreria, ecc.) e quando penso che 30 centesimi di euro siano un po’ troppi è perché immagino che tra gli acquirenti dei Gialli ci siano anche persone che hanno bisogno di maggiore stabilità economica del prezzo piuttosto che di una progressione costante a colpi di 30 centesimi a biennio. Scusate ma mi riporto sempre alla lira italiana e un aumento di quasi 600 lire a volume non sarebbe stato accolto con entusiasmo in passato quando si procedeva per aumenti si 100-200 lire (e spero che la memoria mi stia assistendo).
    Se poi leggo che tale aumento è accompagnato dalla ristampa di un testo incompleto a maggior ragione sento il bisogno di esprimere la mia perplessità.

    Per Luca Conti:
    volevo sapere se hai mai letto ‘The private memoirs and confessions of a justified sinner’ di James Hogg scritto nel 1824 :)

    Per favore qualcuno ci informi circa la sorte di Fabio Lotti :) aspettiamo con ansia un suo contributo alla discussione :)

  22. Luca Conti

    Silvia, conosco benissimo il libro di Hogg, che per me è un piccolo capolavoro e nettamente in anticipo sui tempi. In certi passaggi sembra quasi un Jim Thompson ante litteram…

  23. Mariano

    Cara Silvia, 4,20 euro sono secondo me un prezzo ancora concorrenziale per un libro: del resto i gialli della Mondadori, dopo il passaggio dalla lira all’euro, avevano mantenuto per otto anni un prezzo sostanzialmente stabile in un quadro generale caratterizzato da impennate a go-go. Personalmente credo che l’attuale incremento di 30 cent sia tollerabile: invece cio’ che mi spinge a non acquistare piu’ la gran parte dei titoli proposti nei Classici e’ la dolorosa questione delle traduzioni. 4 euro e 20 sono pochi, a mio avviso, per un romanzo di buona qualita'; diventano moltissimi per un romanzo mutilato. Ed e’ molto incoerente proporre nei Gialli edizoni integrali di autori di dubbia qualita’ (come la Hughes giustamente stroncata da Giuseppina) mentre nei Classici escono capolavori di Stout e Queen ancora cosi’ maltrattati. Tanto varrebbe mantenere le due attuali collane e crearne una terza, a prezzo eventualmente maggiorato, tipo ”superclassici”, in cui proporre in versione piu’ curata, con ritraduzione e note introduttive di Boncompagni et similia, i capolavori d’annata. Secondo me varrebbe la pena fare un esperimento per un anno e poi trarne le conseguenze. Altieri, se ci sei batti un colpo…

  24. Fabio Lotti

    Colpito dal terribile “colpo della strega” sto facendo uno sforzo sovrumano a stare sulla sedia senza sparare qualche moccolo tipicamente toscano. In questo momento un fanculo a tutto (non a tutti) poi si vedrà…

  25. Silvia

    Fabio, coraggio, e grazie per averci dato tue notizie :)
    Se vuoi puoi anche esprimerti in puro vernacolo: a volte aiuta a far passare prima il malessere :)

    Grazie per la risposta, Luca. Io l’ho letto un paio di anni fa e l’ho trovato notevole :)

  26. Piero

    La Mondadori sarà anche nelle mani di uno degli uomini più ricchi nel mondo, ma ora come ora non è più SOLO casa editrice, ma SOPRATTUTTO una Società per Azioni.
    Se l’allenatore X dirige la tale squadra nel campionato di eccellenza a la porta in serie B per esempio non è detto che lo stesso allenatore alleni lo squadrone di serie A e lo porti a vincere la Coppa dei Campioni; potrà anche avvenire ma è un’ipotesi, solo questa.
    Stessa cosa per il mercato librario dei polizieschi: detto da uno come me che legge Gialli da trent’anni e passa (già a 12 anni leggevo I 3 Investigatori), rilevo che c’era molto più amor proprio e amore per le testate prima, di quanto non avvenga da cinque anni a questa parte.
    Io credo che di soldi alle collane da edicola ne arrivino molto meno, o almeno non sia una pioggia come era ai tempi della Mondadori storica, in cui I gialli erano un vanto: mi dica la sig.ra La Ciura, se crede davvero che i gialli lo siano ancora, anche per chi gestisce ora la Mondadori.
    Ora i Gialli sono una delle ruote del carro, e secondo me non sono neanche tra le prime.
    Ma credete davvero che uno una mattina si è svegliato e ha ridotto le uscite da 6 a 4 mensili solo perchè c’erano troppi Gialli invenduti, e troppe spese di traduzione?
    E’ evidente che hanno tagliato alcune spese e che quindi si sia incominciati a percorrere delle altre strade: poi io dico che sono sbagliate e che così si aggrava la situazione, ma poi c’è chi è di parere opposto, e poi si incomincia a litigare, e quindi mi fermo. Ma è innegabile che se ci fossero più soldi di prima, di traduzioni ce ne sarebbero di più, e quindi anche il settore dei Gialli classici risulterebbe avvantaggiato.
    Ma questo non significa che tutto ciò che avviene abbia una causa nel risparmio. C’è anche da dire che la politica editoriale preferisce alcune cose e ne rigetta delle altre.
    Se si pensa a Carr si ricorda automaticamente la stagione dagli anni ’84 in poi quando direttori furono prima la Grimaldi e poi Gian Franco Orsi soprattutto; se si pensa alla grande stagione della Christie, si pensa a Tedeschi; se si pensa alle traduzioni e ai cicli di Berkeley, Abbot, al grande ciclo di Halter (mutilo), uno pensa a Dazieri. C’è stata sempre una grande iniziativa che si è legata al nome di qualcuno.
    Altieri se volesse potrebbe almeno legarsi a Stout. E non è poco.

  27. Piero

    Hai fatto qualche sforzo più nel giorno del tuo compleanno ?

  28. Piero

    Poi per quanto riguarda le traduzioni contemporanee, rilevo che quello che percorre la Sig.ra Giuseppina è un terreno minato.
    Ci saranno pure dei traduttori minori ma da qui a dire che i nuovi non sono come i vecchi e vengono da una scuola muerta, mi sembra che ce ne passi.
    Luca Conti è un ottimo traduttore, e stesso dicasi per Igor e per Boncompagni. E stesso dicasi per Montanari, e per Casati e Catozzella. Mi vengono questi in testa.
    Ci saranno anche quelli dappoco, ma generalizzare mi sembra pericoloso perchè colpisci anche quelli di valore che non meritano quella sorte.
    Sulla Hughes non mi esprimo, perchè non l’ho acquistato il romanzo.
    A proposito, qualcuno mi potrebbe dire quando esca l’Halter tradotto ?

  29. Fabio Lotti

    Dopo punture su punture di Muscoril, pomate, massaggi e seghe varie eccomi di nuovo a voi più vecchio e cadente che pria. Veniamo al sodo: 1) Sono contrario a qualsiasi aumento anche giustificato. Non so spiegarmi il motivo ma gli aumenti mi creano inevitabilmente qualche apprensione e caduta dell’umore; 2) Vorrei sempre nuove traduzioni anche perché quelle vecchie magari ce l’ho già; 3) Sulla bontà dei nuovi traduttori non metto lingua. Però mi piacerebbe che andasse avanti il confronto fra Giuseppina la Ciura e Luca Conti anche per vivacizzare un po’ questo blogghe; 4) Sulla strategia della Mondadori Piero basta e avanza. Il nostro nuovo grido di battaglia “Altieri, Altieri fuori dai sentieri!”.
    Non continuo che mi verrebbero in mente altre stronzate.

  30. Luca Conti

    Piero, io già mi confronto tutti i giorni con chi acquista i libri che traduco. Più di così non saprei fare. Cos’altro c’è da aggiungere? Le generalizzazioni, a mio avviso, non servono mai a niente: dire che prima era tutto bello e oggi fa tutto schifo (o viceversa) serve solo ad alzare un polverone in cui non si capisce più da che parte stanno le persone serie e da che parte i cialtroni.

    Entrambe le categorie ci sono sempre state e sempre ci saranno, fra i traduttori ma anche fra gli scrittori eccetera. Le cose vanno giudicate per quel che sono, credo io, senza infilarle nel solito calderone bartaliano del “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”.

  31. Fabio Lotti

    D’accordo, d’accordo Luca però un pò di ironia, un pò di satira, un pò di presa in giro anche su questo mondo a volte un tantinello superbiosetto e con la puzzettina sotto il naso ci sta bene. E se non ci sta bene ce la infilo lo stesso.

  32. Fabio Lotti

    A proposito di ironia scacchistica ottimo riscontro del mio pezzo ( più di mille contatti) “Al circolo!” in http://www.scacchierando.net/dblog/storico.asp?s=Raccontando dove girano strane creature…Bisogna pur sorridere nella vita.

  33. Stefano

    Signori, i traduttori di una volta (anni 50, 60) NON SAPEVANO L’INGLESE.
    Se qualcuno vuole confrontare l’originale de “Il giovane Holden” (The catcher in the rye) con la traduzione italiana dell’Einaudi (sempre quella, mai rivista) SI SPARA IN BOCCA. E anche senza confrontarla, visto che la famosa partita alla scuola di Holden è di football americano, mentre la traduttrice prima ci porta sulla strada sbagliata traducendo un ruolo con il termine sbagliato (facendoci credere in un primo momento che si tratta di pallacanestro), e poi traduce che tutti quanti sono a vedere un match prima di calcio (!) e poi di rugby (o viceversa, non ricordo più). Errori analoghi si trovano nei “Nove racconti”.
    E SI PARLA DI EINAUDI…

  34. Piero

    Tanto per ritornare un attimo sul discorso delle traduzioni, io credo che Luca quando parli delle traduzioni che odorano di naftalina, voglia alludere al vecchiume della resa della lingua italiana, a quelle traduzioni che ti risultano insofferenti, appena cominci a leggerle, perché vergate in un italiano antiquato e ad una forma sintattica e semantica poco fluida.
    Certo però che occorrerebbe anche dire che lo stesso Luca, qualche giorno fa su Anobii, ad una discussione cui partecipavamo entrambi, ha soggiunto anche che nonostante le traduzioni di Carr approntate da Maria Antonietta Francavilla siano inappuntabili, è anche vero che alcune vecchie traduzioni non integrali di Carr (per es. L’ultima carta o Piazza pulita) rendano molto bene l’atmosfera carriana di quelle pagine, forse meglio che in quelle della Francavilla.
    E’ quindi anche una questione di utilizzazione degli strumenti lessicali e semantici nel modo più appropriato possibile (tanto per fare un parallelismo, direi “leggetevi i frammenti di Hoelderlin nella traduzione magnifica di Leone Traverso, di più di quarant’anni fa, e poi paragonatela a certe traduzioni recenti : è ancora straordinaria”).
    Parecchie traduzioni poi rispecchiano il periodo in cui furono approntate : alcune traduzioni della Christie sono vecchissime, e alcune contengono anche delle intepretazioni arbitrarie. Luca faceva riferimento ad Assassinio sull’Orient-Express, ma interessante è anche la questione di uno dei più bei romanzi di Carr (Carter Dickson) “Fantasma in mare”, la cui edizione italiana dell’epoca non era stata approntata sulla traduzione originale inglese, bensì su quella francese che conteneva una serie di manipolazioni veramente da far spavento (per es. la nave Benoit che diventa Betoine, probabilmente perché il traduttore francese che era Endrébe, non voleva mancare di rispetto a Pierre Benoit, lo scrittore de L’Atlantide).
    Ecco perché sono vecchie. E giustamente Boncompagni ritradusse Fantasma in mare. Ma si era in altro tempo. Un tempo in cui, meno male, parecchi Queen (non tutti) e quasi tutti i Carr che dovevano essere ritradotti, lo sono stati. Se non lo fossero stati, ora ci troveremmo veramente in una situazione critica.
    Dei grandi rimane forse solo Stout e qualche altro, che si avvantaggerebbero in maniera consistente di nuove traduzioni.
    Stiamo parlando ovviamente di grandi scrittori. Per i grandi scrittori il discorso che fa Luca è impossibile da criticare : una traduzione integrale ed in un italiano corrente è necessaria, soprattutto quando vi sia un parco di traduzioni antiquate che è necessario rinverdire, come negli anni ’80 e ’90, quando si sentì la necessità di ritradurre gran parte dei Carr.
    Per gli autori di nicchia, il discorso è un altro. Se io voglio acquistare le opere di Georges Meirs, nonostante siano state rese in un italiano che ora come ora è risibile, non ci sto a badare molto, giacchè, nonostante la tecnica narrativa è molto spesso da romanzo feuelliton, se io voglio leggere le sue Camere Chiuse o i suoi delitti impossibili, l’edizione Longanesi è l’unica che si possa ancora trovare. Se uno li trova li prende (a parte poi che quella che ho io ha anche le copertine firmate da Crepax).
    Se riuscissi a trovare i romanzi che non ho di Steeman e li trovassi nell’edizione Pagotto della metà degli anni ’50, li prenderei al volo, perché oltre quella credo che non siano stati più tradotti (tranne 3 nei Classici del Giallo di una decina d’anni fa, da Igor ). Ma perché sono autori di nicchia, che non si trovano.
    Per Stout, il discorso quindi è completamente diverso.

  35. Piero

    Scusate l’errore : per Meirs..non leggete Longanesi, ma SONZOGNO.

  36. Silvia

    Quando trovo un libro che mi interessa con la versione originale a fronte lo compro sempre volentieri: è affascinante leggere come il traduttore ha reso un particolare passaggio.
    Riguardo i traduttori penso che le generalizzazioni non siano opportune: come in ogni categoria professionale ci sono persone che lavorano seriamente e altre che tendono ad applicarsi meno. :)

    Forse chi affida la traduzione del libro dovrebbe essere in grado di orientarsi e accogliere coloro che mostrano maggior cura nel proprio lavoro. :)

    Riguardo il problema delle relazioni Case Editrici-Lettori, l’altra mattina riflettevo sul fatto che oggi, anche in questo campo, il concetto di fidelizzazione del cliente non sembra molto praticato, anzi sembra che avere lettori affezionati non interessi proprio. Spero di cuore che sia solo una mia impressione: aspetto contributi che mi confortino :)

    Per Piero: quali sono i libri di Steeman che ti mancano? :)

  37. Kronos H

    Scusate, ma per essere più concreti, la traduzione di questo Stout è integrale o ci manca un buon 20%?
    Personalmente, se il libro è monco, non lo compro neanche se costasse 1€, se è “integro”, sarei disposto a pagarlo anche 7€.

  38. Silvia

    Scusate ma qualcosa mi sfugge: trovo curiosa la proposta di quanto si sarebbe disposti a pagare il libro per una nuova traduzione. C’è chi offre 5 euro, chi 7: più che altro sembra di essere ad un’asta. :)

    Per favore qualcuno può spiegarci come una Casa Editrice stabilisce il prezzo di un libro? Intendo tutti i parametri utilizzati.

    Avere prezzi concorrenziali, e 3,90 euro è un prezzo concorrenziale, penso non possa che fare bene. Inoltre la possibilità di pubblicare classici del giallo già famosi accanto a classici inediti in Italia rappresenta un’opportunità per identificare quali testi risultino particolarmente graditi ai lettori. :)

  39. Mariano

    Caro Kronos, la tua (e mia) domanda rimane senza risposta. Appena passo in edicola gli do una sbirciata: se e’ tradotto da Pitta manca almeno il 20 per cento e quindi non si compra, in caso contrario ti faccio sapere. Ma la mia proposta dei ”superclassici”, ossia una collana mensile di titoli di valore ritradotti e annotati (a 6-7 euro) non piace a nessuno?

  40. Fabio Lotti

    Ma al lettore normale, dico, non troppo specializzato, interessa proprio se la traduzione è di Pitta o di Pinco Pallino? Non gli basta che sia, per lui, una buona traduzione?
    Fermi, buoni, lasciate stare i sassi…va bene, scherzavo…

  41. Piero

    Mi mancano parecchi Steeman (almeno una quindicina), e i Boileau.
    Tutti Pagotto.
    Che io sappia da allora, metà degli anni ’50, nessuno li ha più tradotti (tranne appunto i 3 della Mondadori). Poi si potrebbe dire che con un’ampia rinfrescata potrebbe essere proposto un vecchissimo Steeman Mondadori “L’esperimento del dottor Arthus”. Ma insomma…
    Piuttosto volevo dire, a riguardo degli Stout, che almeno uno, se lo si trova sulle bancarelle, credo proprio lo si possa prendere : si tratta de “I quattro cantoni”, tradotto proprio dal Montanari di cui abbiamo parlato per i Queen, e pubblicato nel 1995 col numero 730 de I Classici del G.M.
    Più recentemente questo giallo è stato anche pubblicato nella collana Oscar Mondadori.

  42. Piero

    A me piacerebbe la tua idea, Mariano, ma estesa a tutti gli inediti.
    Una collana che si occupasse solo di Gialli Classici, nuovi (cioè inediti) oppure titoli già acquisiti ma con traduzioni nuove e integrali.
    E magari neanche collana da edicola, ma da libreria, come i Best Sellers, che costano suppergiù tanto.

  43. Piero

    La sapete l’ultima ?
    Mentre andavo a prendere dal mio edicolante il DVD settimanale della serie shakespeareana della BBC (ovviamente i Gialli Mondadori non sono ancora arrivati), ho avuto un colpo : ho letto su un manifesto elettorale “ALTIERI LO VOTO VOLENTIERI”.
    Poi ho visto la faccia, e soprattutto la parte politica.
    No, mi son detto, Altieri non si è dato alla politica attiva.

  44. Silvia

    Piero, mi hai fatta divertire davvero con ‘Altieri lo voto volentieri’ :)
    I manifesti elettorali hanno spesso risvolti comici :)

  45. Fabio Lotti

    Sono andato claudicante c con una leggera smorfia di dolore che tentavo di trasformare in sorriso beota tra le edicole di Siena alla caccia di Nero wolfe. Sparito! O non ancora arrivato che con gli edicolanti non c’ho proprio capito niente. Ho preso, invece, il giallo di Colitto e Rosati e vediamo cosa viene fuori.

  46. Piero

    SE LO VUOI, Ti CERCO IL PRECEDENTE Giallo Classico di Nero Wolfe con quel titolo, tanto la traduzione è la stessa, e te lo mando.
    Devi avere però un po’ di pazienza, perchè il posto dove l’ho visto è piuttosto lontano, e quindi ci andrò solo a fine settimana.

  47. Fabio Lotti

    L’ho richiesto. Vediamo se mi arriva. Grazie per il pensiero.

  48. Kronos H

    @ Mariano
    Certo, una collana più curata anche se più costosa mi piacerebbe.
    Comunque il riferimento potrebbe essere anche Urania Collezione (sono innanzitutto un appassionato di fantascienza) che pubblica i classici con traduzioni accurate e/o corrette o revisionate (al prezzo di 4,90€ !)

  49. Piero

    Andiamoglielo a dire ad Altieri !

  50. cristiana

    qualcuno potrebbe dirmi dove posso trovare questo libro a milano? ho girato tutti i mondadori e mi hanno detto che è fuori catalgo
    grazie

  51. Danilo Campanella

    @Kronos H: Acquistato oggi, la traduzione è quella di Pitta.

  52. cristiana

    scusa dove?

  53. Danilo Campanella

    Roma. Arrivati in edicola oggi.

  54. cristiana

    ah grazie! ma per milano nessuno sa dove posso trovarlo? mi servirebbero anche questi altri libri tutti di Stout:
    3SORELLE NEI GUAI
    MORTO CHE PARLA
    NIENT ALTRO CHE LA VERITà
    NON TI FIDARE
    NELLE MIGLIORI FAMIGLIE
    NERO WOLF E I RAGNI D’ORO
    1MINUTO A MEZZANOTTE
    L’AVVOCATO DELLE CAUSE VINTE
    NERO WOLF DISCOLPATI
    COME VOLEVASI DIMOSTRARE
    ASSASSINIO INDIRETTO
    DOLLARI MATTI
    NERO WOLF E LA PAGA CARA
    NERO WOLF DIFEDITI
    IL DIRITTO DI MORIRE

    grazie!

  55. Piero

    Hai provato al servizio collezionisti della Mondadori ?
    il guaio sarebbe che nel caso fossero disponibii (almeno qualcuno) dovresti sborsare il triplo del prezzo di copertina cadauno.
    Ma se i soldini ce l’hai..prova.
    Tanto per dirne una, Nero Wolfe e i Ragni d’oro si trova anche nell’edizione congiunta DeAgostini Mondadori del 1991 (volumetti con copertina gialla rigidi e dorso nero, rilegati) e quindi da qualche remainder’s forse lo puoi ancora beccare

  56. cristiana

    scusa a dir il vero io non sono molto pratica, i libri sono per mio nonno..ma questo servizio collezionisti della mondadori? perchè nel negozio al duomo mi hanno detto che sono introvabili perchè fuori catalogo quindi incommerciabili. e questa edizione deagostini mondadori dove la potrei trovare?
    grazie tante

  57. giuseppina la ciura

    Cara Cristiana,
    può darsi che io abbia dei doppioni degli Stout che cerchi. Poichè molti miei libri sono nella mia casa di Ispica(Ragusa), mi devi dare il tempo di cercarteli. Te li spedirò con piacere.
    Oggi, ho trovato in edicola a Catania i Gialli “nostri”( cioè Mondadori). Leggo che a Giugno uno dei Classici sara il mitico “La vedova del miliardario”. Io l’ho letto nell’edizione dei Romanzi Mensili del 1913( allora avevo gli occhi!). Poi in altre traduzioni.
    E’ un vero capolavoro, uno degli imperdibili.
    Mi pare che Altieri sia veramente un ecclettico di talento e si sforzi con i suoi collaboratori( alcuni di assoluta eccellenza come Conti, Longo e Boncompagni)di darci qualcosa di interessante, considerati i “pochi” mezzi della casa editrice(!!!!!)
    Grazie d’avermi ascoltata.
    Giuseppina La Ciura

  58. Silvia

    ‘Sezione Collezionisti’ Mondadori:

    tel 0295970334

    fax: 0295970333

    email collez@mondadori.it

    In bocca al lupo per gli introvabili :)

  59. Mariano

    per cristiana: prova anzitutto su un sito di vendite librarie on line, perche’ puo’ darsi che alcuni di quei titoli siano ancora in collana negli Oscar Mondadori. Altrimenti conviene razzolare un po’ su Ebay, dove si trovano usati in buone condizioni a prezzi ragionevoli. Buona caccia!
    @Kronos H: giusto, Urania collezione sarebbe un modello da esportare anche ai Gialli
    TRADUZIONE: essendo quella di Pitta, che gia’ posseggo, non comprero’ il volume. Ripeto, e’ un paradosso il fatto che oggi si pubblichino nei Gialli versioni integrali di romanzi contemporanei talvolta mediocri, e che i capolavori dei Classici vengano lasciati a languire in versioni gravemente mutilate. E’ una sorta di delitto editoriale su cui Poirot & C. farebbero bene a indagare!

  60. Mariano

    per favore, chi ha gia’ acquistato Gialli e Classici potrebbe dirmi quali saranno le uscite di giugno, oltre ”La vedova del miliardario” di E.C.Bentley già segnalataci da Giuseppina?

  61. Stefano

    @Kronos
    Sai benissimo che ormai l’andazzo per Urania Collezione è BEN diverso: di traduzioni riviste non ne sono apparse più da un pezzo; anzi, da un po’ ogni tanto compare la famosa dicitura nel colophon che ci fa capire che un’opera (o la sua traduzione) è stata pubblicata fuori diritti…

  62. cristiana

    grazie Giuseppina mi faresti un grndissimo favore e grazie mille anche a tutti quelli che hanno cercato di aiutarmi :)

  63. Fabio Lotti

    Finalmente un apporto di forze fresche in questo blogghe. Un benvenuto a tutti!

  64. patrizia rossi

    Intervengo per segnalare un sito di compravendita di libri usati dove, in passato, ho scovato vere e proprie chicche: http://www.comprovendolibri.it/home.asp

    Se poi qualcuno volesse lanciare una petizione per ottenere la ritraduzione di NW, sarei in prima fila per sottoscrivere! 😉

  65. Piero

    Aggiungo la mia a Mariano : tra gli Stout, tranne un volume tradotto da Montanari che ho segnalato la settimana scorsa, una cosa che Altieri potrebbe fare per esempio potrebbe essere disporre una edizione anche da libreria e non necessariamente da edicola, con tutti i romanzi brevi di Stout, già usciti nella serie di n.13 volumi (quella che Luca ha integralmente e di cui io ho qualche volume).
    Non vedo perchè per es. sia stata approntata la fondamentale edizione di 4 volumi di tutte le opere di Lovecraft, e non lo possa essere una con i siffatti romanzi brevi di Stout.

  66. Piero

    Agganciandomi a quando detto dalla sig.ra Giuseppina La Ciura, aggiungo che oltre al bellissimo romanzo di Bentley, il mese prossimo “bontà sua” Altieri propone un Disney d’annata, “Testimone Oculare (Look Back on Murder)” che è del 1951 e pubblicato nel lontano 1953 : sospetto quindi che in questo caso sia stata data “una rinfrescata” alla traduzione originale.

  67. Piero

    Arihahia, Luca ha detto una cosa poco fa in un nostro gruppo di Anobii.
    Devo dire sinceramente, non avendo letto l’originale in inglese, che a tutt’oggi pensavo che la traduzione proposta col numero 577 dei Classici del giallo, di cui questa dovrebbe essere la ristampa, fosse un’integrale. E invece…

  68. Piero

    Parlo del romanzo di Bentley non di quella della Disney.

  69. Silvia

    Per chi è interessato al testo originale di ‘Trent’s last case’ (La vedova del miliardario) di E.C.Bentley, è disponibile online presso Project Gutenberg che raccoglie i libri non più soggetti a diritti d’autore.

    http://www.gutenberg.org/catalog/

    :)

  70. Luca Conti

    Piero, del libro di Bentley esistono due traduzioni: la vecchia di Cesare Giardini e una più recente (anni Settanta) di Stefano Benvenuti. Se si tratta di quest’ultima, dovrebbe essere integrale (adesso non posso controllare). Altrimenti no.

  71. Danilo Campanella

    Se c’è bisogno di uno spazio web per “nciare una petizione per ottenere la ritraduzione di NW” (cito Patrizia) il mio è a disposizione. Un pochino ci so fare, posso o installare un blog o qualcosa di specifico.

  72. Piero

    Tiro un sospiro di sollievo: la traduzione è quella di Benvenuti.

  73. giuseppina la ciura

    Cari Amici,
    a Piero vorrei dire il seguente:
    ho letto “Testimone oculare”della Disney una sola volta nel 1968. Avevo 20 anni, ben altro bolliva in pentola e il romanzo mi parve davvero
    modesto.
    Non credo che rileggendolo(integrale o no) cambierò idea, perchè non amo affatto quasi tutte autrici giallo-rosa di seconda fila. Proporrei invece ad Altieri di pubblicare l’altra Disney, la Dorothy Cameron, che ha scritto un libro di grande classe,Palmina 248 “Il pagliaio”(Strawstack-1939). Questo Giallo è quasi introvabile(altro che Stout!)
    Grazie per l’attenzione
    Giuseppina La Ciura

  74. Luca Conti

    “Il pagliaio” è stato ristampato nel 1957 nei Capolavori. Questa edizione non è così difficile da rintracciare come quella anteguerra (per dire, ce n’è attualmente una in vendita a 10 euro su eBay).

  75. Fabio Lotti

    Sto scrivendo qualcosa sulle mie simpatie e antipatie giallistiche. Vi propongo questo “pezzetto” così per passare il tempo.
    Tra il 1969 e il 1971 comparvero alla televisione una serie di sceneggiati su Nero Wolfe interpretati magistralmente da Tino Buazzelli. Fu un trionfo. Me lo ricordo bene perché erano gli anni della contestazione studentesca per cui di giorno mi ritrovavo a blaterare con i “compagni” sciocchi slogan del tipo “Tutto e subito” e la sera, invece di studiare come combattere l’Autorità con la A maiuscola, me ne stavo ignominiosamente rincantucciato sulla poltrona a godermi le esilaranti avventure nate dalla penna di Rex Stout. Una delle tante contraddizioni della beata (si fa per dire) gioventù (almeno della mia).
    Già l’autore mi restava simpatico. Nella vita, prima di giungere al successo, si era dato da fare. Aveva fatto mille mestieri per tirare avanti: da contabile a venditore di souvenir indiani, da guida turistica a stalliere, da venditore di libri a direttore (perfino!) di albergo. Lo avevo anche visto in una fotografia (dove?) e mi era parso alto, dall’aspetto agile e con la barba lunga. Tutto l’opposto della sua creatura. In quegli sceneggiati che davvero fecero epoca c’erano altri attori di gran pregio: Paolo Ferrari ad impersonare Archie Goodwin, Pupo de Luca che rappresentava il cuoco e maggiordomo belga Fritz Brenner e Renzo Palmer nelle vesti dell’ispettore Fergus Cramer. Un bel quartetto! Stout era stato astuto. Perfidamente astuto nella costruzione dei suoi personaggi principali. Nero Wolfe mostruosamente grasso e pigro, Archie Goodwin agile e scattante. L’uno fermo, inchiodato alla poltrona, l’altro in eterno movimento. Due piccioni con una fava: il giallo classico all’inglese coniugato con “l’hard boiled” americana. Il tutto servito su un piatto d’argento dove erano bene amalgamate la passione per le orchidee, per la buona cucina, per le raffinate conversazioni e la diffidenza verso il gentil sesso. Un vero e proprio capolavoro di alchimia “giallistica”.
    La buona cucina. E la buona tavola. Un elemento di successo di molti romanzi polizieschi a incominciare da Nero Wolfe e mi ricordo che proprio nel periodo in cui andava in onda lo sceneggiato uscirono alcuni libri sulle sue (e quelle di Fritz) famose ricette che fecero il giro anche di noti ristoranti. Rex Stout dimostrò, tra l’altro, di avere una sorprendente conoscenza di alcune abitudini alimentari del nostro paese. Simpatia che si aggiunge a simpatia…

  76. Piero

    ..a proposito di Palmer, lo sai che girò un film con Lee J. Cobb, John Saxon, Lino Capolicchio, Antonella Lualdi e..Rosanna Fratello, proprio a Bari ?
    Un film poliziesco-politico, che avrebbe fatto la felicità del Professionista e di Geraci: La legge violenta della squadra anticrimine, dello specialista Massi.
    Mi ricordo quando finisce Palmer in una macina per le olive : “molto suggestivo”.
    Un mio collega fece la comparsa nel film : è uno dei due avventori al bar del grande Albergo delle Nazioni al Lungomare. Mi ha detto che la scena fu ripetuta varie volte, perchè loro facevano di tutto per farsi inquadrare, mentre invece si sarebbero dovuti vedere solo di spalle.

  77. Silvia

    Il commento di Fabio mi induce a rivelarvi il mio piccolo segreto: ogni tanto gli sceneggiati di Nero Wolfe con Tino Buazzelli e Paolo Ferrari li rivedo sul sito della RAI

    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/homeTv.html

    che ‘generosamente’ li ha messi a disposizione.

    Ciò che mi ha molto colpita la prima volta che li ho rivisti è stata la durata della sigla di apertura, quasi 4 minuti, impensabile oggi. :)

  78. Piero

    Silvia, guarda che gli sceneggiati di Nero Wolfe sono stati riversati in DVD già da parecchio. E recentemente a feltrinelli sono stati venduti con lo sconto del 30% se non vado errato.
    Quindi, se uno vuole..
    Il fatto è che invece non sono ancora disponibili in DVD,che siano matrici originali o meno, quelli sulla serie di Ellery Queen americana, o tra gli indimenticabili sceneggiati della RAI, non sono mai usciti i DVD dei telefilms che interpretò Adolfo Celi nella parte di Henry Merrivale, o quelli interpretati da Giorgio Albertazzi nella parte di Philo Vance.
    Invece Buazzelli e Cervi, vengono sempre riproposti.

  79. giuseppina la ciura

    Egregio dott. Conti,
    Non so se l’edizione di “Il pagliaio” del 1940 sia integrale, ma so per certo, avendole entrambe,che quella de 57 è un riassunto di infimo livello.
    Poi chi si accontenta gode.
    Comunque, tornando a Stout-Pitta,l’ho riletto e confermo che, nonostante i tagli-motivi politici?-il libro si legge con immutato diletto.
    Con stima
    Giuseppina La Ciura

  80. Silvia

    Caro Piero, io ho il problema dello spazio. Qualsiasi cosa sia disponibile online io la lascio così perché non so più dove mettere libri, DVD, CD e le materiale per il ricamo e quilting. :)

    Putroppo il mio generosamente era riferito al fatto che il materiale disponibile online dovrebbe essere proprio quello non disponibile in vendita come Philo Vance o i telefilm con Adolfo Celi nella parte di Sir Henry Merrivale non me li ricordo, ma da ricerca eseguita dovrebbe essere un telefilm della serie ‘Dentro la stanza chiusa’ e intitolato ‘L’occhio di Giuda’. :)

  81. Fabio Lotti

    Concordo con Giuseppina sul diletto della lettura del libro in questione. Per i non addetti ai lasvori: una certa Neya Tormic è accusata di avere rubato dei diamanti dalla giacca di un uomo. La sua amica Carla Lovchen chiede a Wolfe di occuparsi del caso anche perché la suddetta Neya Tormic è sua figlia…Naturalmente ci scappa il morto (occhio al col de mort) e tutta una serie di intrighi internazionali che rendono complesso e stuzzicante il racconto con Wolfe e Goodwin in gran forma (mettiamoci pure Cramer) e dunque ricco di ironia e umorismo.

  82. Luca Conti

    So bene che la ristampa del Pagliaio nei capolavori era tagliata (e già era tagliata la prima edizione…). La mia era una semplice considerazione di opportunità, visto che la prima edizione non è affatto facile da rintracciare.

  83. Mariano

    a proposito dei film tv d’annata: la serie con Albertazzi nei panni di Philo Vance era un po’ parodistica, mentre ricordo come eccezionali i due film tv tratti da Carr: ”L’occhio di Giuda” con uno splendido Adolfo Celi nei panni di Henry Merrivale, e ”Tre colpi di fucile” con Giampiero Albertini (il doppiatore di Colombo, oltre che grande caratterista) nei panni di Gideon Fell. In Rai non si rivedono da secoli… se qualcuno ne avesse copia la metta in vendita su Ebay!
    Ma a parte le rimembranze televisive, speriamo che sulla questione degli Stout (ma anche degli Ellery Queen ancora in versione non integrale) Altieri, Boncompagni o qualcun altro ci dia un segno di attenzione!

  84. Piero

    Lo so che questo non è il campo per poter fare richieste che non abbiano alcunchè in comune con Stout, ma siccome ci si è provata la Sig.ra La Ciura, faccio anch’io una proposta ad Altieri : che ci faccia rileggere Lucille Fletcher.

  85. Matteo

    Sono inorridito. Credevo che non si pubblicassero più libri tagliati, mi sembra davvero una cosa indegna da parte della più grande casa editrice italiana. Per fortuna che c’è la Polillo…

  86. Silvia

    Mi domando perché si è sentita (e si sente) la necessità di pubblicare libri in versione non integrale.

    Desiderio di risparmiare? :)

  87. Stefano

    Scusate, ma qui il problema è ANCHE che la traduzione risale al Ventennio fascista… perciò la questione dei tagli si pone anche in termini “politici”: ci sono dei passaggi censurati e/o manipolati per ragioni politiche. Ho dei forti dubbi nel capitolo primo: intanto, consultando i siti in inglese dedicati a Nero Wolfe (e la pagina di Wikipedia su questo romanzo) si legge che durante il colloquio tra Nero Wolfe e l’agente dell’FBI il primo dichiara di essere nato negli USA, e questo passaggio nell’edizione italiana MANCA DEL TUTTO. In secondo luogo, a un certo punto nell’edizione italiana Wolfe dichiara di aver mandato in Europa dei soldi: “Di recente, per esempio, ho mandato in Spagna un contributo per i ribelli. Qualche volta mi accade anche di mandare denaro a una certa organizzazione giovanile jugoslava.” Il romanzo è del ’39, la traduzione del ’41, quindi i ribelli a cui si allude sono i franchisti (si parla della guerra civile spagnola) e, almeno credo, “la certa organizzazione” jugoslava, è un’allusione agli ustascia croati. Abbiamo quindi un fascistissimo Nero Wolfe, il quale, come il Fascismo, finanzia Franco in Spagna e i nazionalisti croati in Jugoslavia. Sono pronto a scommettere che il testo originale inglese sia BEN DIVERSO…

  88. Piero

    Beh, ma devi anche considerare che Nero Wolfe si suppone abbia origini montenegrine, anche se nato a Trenton, New Yersey.
    E se nel 1913 si arruola nell’esercito austro ungarico entrando poi nel servizio segreto, è anche vero che in seguito, durante la Grande Guerra giura sulla Bandiera del Montenegro, e combatte nell’esercito serbo-montenegrino. Per cui che gli abbiano fatto mandare aiuti ai falangisti è una cosa, ma che addirittura mandi soldi ai croati, mi sembrerebbe un attentato alla sua figura morale.
    A Luca la parola.

  89. Silvia

    In preda a una incredibile nostalgia, ho deciso di alternare l’attuale lettura del ‘De medicina’ di Celso con ‘Nero Wolfe e il caso dei mirtilli’.

    Dubbio: l’edizione Mondadori tradotta da Laura Grimaldi (Classici da leggere) è integrale? :)

  90. Stefano

    @Piero
    Mi sembra veramente STRANO che Rex Stout, un quacchero che negli anni Venti era membro dell’American Civil Liberties Union (un’organizzazione che, tra gli altri scopi, forniva assistenza legale agli obiettori di coscienza) e che aveva fondato “The New Masses”, un quotidiano MARXISTA, abbia fatto del suo eroe un fiancheggiatore del franchismo. Sono pronto a scommettere un centone che nell’edizione originale c’è scritto che ha mandato un contributo alla Repubblica.

  91. Matteo

    Sì però i tagli non sono solo una questione legata al periodo e al fatto che la traduzione risale al fascismo. I libri tagliati sono stati una costante mondadoriana fino a pochi anni fa (nella collana gialla, ovviamente e non so se anche in Urania), e sinceramente, molto ingenuamente, io credevo che fosse una cosa finita. Ho comprato tutti i romanzi di Philiph MacDonald pubblicati in Italia e chissà perché più sono vecchi e più sono sottili… Non ho le edizioni originali per confronatrli ma mi sa che non mi sbaglio. Se si ripubblicano i libri oggi, mi sembra il minimo integrarli delle parti mancanti.

  92. Luca Conti

    Difatti, Stefano ha ragione. Il testo originale recita:

    “I have contributed to the Loyalists in Spain. I send money occasionally to the – translated, it is the League of Yugoslavian Youth.”

    Guarda caso, i lealisti spagnoli erano finanziati (oltre che da Wolfe…) anche dai russi, così come l’organizzazione iugoslava era sotto il diretto controllo del partito comunista.

    Per quanto riguarda la nascita di Wolfe negli USA;

    “Are you a citizen of the United States?”
    “I am. I was born in this country.”

    Quando dico che tanti libri andrebbero ritradotti – facendo spesso, immagino, anche la figura del paranoico – un motivo c’è…

  93. Luca Conti

    Sempre a proposito del luogo di nascita di Wolfe (un particolare che ha tormentato per decenni i biografi di Stout), va detto, a beneficio di chi non lo ricorda, che nel romanzo “Alta Cucina” (Too Many Cooks, 1938, ovvero precedente a “N.W e sua figlia”) Wolfe sostiene di non essere nato negli USA. Ma, nel contsto di quel romanzo, poteva benissimo essere una voluta menzogna da parte di NW.

    In una lettera del 15 marzo 1940 a Basil Davenport (e riportata nella grande biografia di Stout scritta da John McAleer, “A Majesty’s Life”, che ho appena tirato giù dallo scaffale e che vi traduco, Stout scrive:

    “Nella stesura originale di “N.W e sua figlia” Wolfe diceva di essere nato in Montenegro, e questa affermazione coincideva perfettamente con tutta una serie di indizi lasciati cadere da Wolfe in precedenti romanzi. Ma vi fu una violenta protesta da parte del periodico “The American Magazine”, sostenuta dalla casa editrice Farrar & Rinehart, che mi costrinse a spostare la sua culla di 8000 chilometri. Col senno di poi, avrei dovuto intestardirmi per rivendicare il suo vero luogo di nascita, magari organizzando anche un comitato per difenderne le origini montenegrine; ma mi stufai ben presto di questa diatriba, oltre al fatto che mi sembrava estremamente improbabile che a quelcuno fregasse mai un accidente di ‘sta storia. Figuriamoci se se ne accorgono, pensai…”

  94. Bernardo Cicchetti

    Un plauso assoluto a Luca Conti. Ecco, sono scambi come questi che mi piacerebbe leggere più spesso in un blog del genere.

  95. Stefano

    @Luca
    Puoi controllare un’altra cosa, anche? Sempre nei paragrafi incriminati del capitolo 1 (il colloquio tra Nero Wolfe e l’agente dell’FBI), si viene a sapere che dopo la prima guerra mondiale Nero Wolfe si stabilisce a Zagabria. Non vorrei che anche questo particolare sia stato manipolato nell’adattamento italiano (indicando la capitale della Croazia al posto di una città serba, magari Belgrado).

  96. Luca Conti

    L’originale dice (è Wolfe che parla):

    “There is. Old Peter’s nephew. Prince Stefan Donevitch. I believe he lives in Zagreb. When I was there in 1916 he was a six-year-old boy.”

    Quindi Wolfe non dice di aver vissuto a Zagabria, ma semplicemente di esserci stato (e nel 1916, non dopo la fine della guerra).

  97. Stefano

    Giusto. Mi son confuso per il fatto che proprio all’inizio del romanzo la ragazza che si reca da Wolfe dice che sia lei che la sua amica sono di Zagabria. “When I was there in 1916 he was a six-year-old boy” è stato tradotto “Ma quando io ero laggiù, nel 1916, era un ragazzetto di sei anni”.

  98. Piero

    Guardate o voi tutti che se volete avere un flash di tutte le vicende vissute da Nero Wolfe, basta che vi procuriate il tredicesimo dei volumetti dei racconti di Rex Stout: lì c’è tutta la vita di Nero Wolfe, dalla nascita in poi, la Bibbia di Nero Wolfe.
    Per il resto, il nostro Stefano non ha compreso ciò che intendevo dire oppure sosno stato io a non farmi comprendere: non volevo dire che Stout fosse falangista (lo sapevo anch’io dei suoi passati politici) ma che tra le due cose, quella che a Nero Wolfe serbo-montenegrino di adozione per i vissuti materni non credo sarebbe proprio andato a genio, sarebbe stato l’essere diventato un fiancheggiatore dei croati, laddove nell’alveo dei rancori nazionalistici dalmati, i serbo-montenegrini non li vedevo proprio amici dei croati.
    Voleva essere un ragionamento di tipo psicologico-storico.
    Tutto qui.

  99. Piero

    Comunque se è vero che Stout fu un fiero oppositore per le dittature e avversò fascismo e nazismo, è altrettanto vero che vederlo come comunista è pure una dissonanza. E’ vero che fu tra i fondatori di The new masses che era una continuazione della pubblicazione radicale The masses, di ispirazione marxista, ma è altrettanto vero che Stout fu ispirato da uno spirito libero, e che a seconda del diverso momento storico, parteggiò per una idea o per un’altra.
    Fu simpatizzante di Roosvelt, accanito oppositore di Hitler e Mussolini, accanito oppositore del Comunismo (dopo la seconda guerra mondiale: vedasi The second confession, 1949), poi simpatizzante prima e oppositore dopo del maccartismo, denunciando gli effetti deleteri del clima della caccia alle streghe sotto Truman, cioè che erano da rigettare sia il comunismo che il maccartismo, in quanto il comunismo non era da sconfiggere con le armi.
    E’ in altre parole un uomo sempre libero che mal sopporta di legarsi e che altri lo leghino ad un preciso ideale politico.
    Se io proprio volessi definirne il credo politico, lo definirei un anarcoide

  100. Luca Conti

    Piero, Stout è stato – politicamente – una sorta di James Crumley ante litteram.

    Come mi è capitato di scrivere in appendice all’Ultimo Vero Bacio, si tratta “di un’anarchia molto all’americana, con forti tratti di individualismo, che si preoccupa soprattutto di mettere in evidenza che la vera lotta sociale è quella del singolo contro la burocrazia”.

    C’è un evidente filo diretto che lega questi due ugualmente grandi, ma diversissimi autori, che riescono a veicolare lo stesso messaggio usando mezzi apparentemente dissimili e in epoche del tutto diverse. Ma è una vena che scorre nella letteratura americana da Thoreau in poi, passando ovviamente per Mark Twain, Frank Norris e Raymond Chandler, per citarne solo alcuni.

  101. Stefano

    @Piero
    Non mi sono espresso bene: quello che intendevo dire era che la biografia di Stout mi faceva concludere che il passo in questione doveva essere per forza stato manipolato dalla censura del regime fascista.
    Gli episodi di manipolazione censoria di questo genere negli anni Trenta e durante la guerra erano la norma: un motivo in più per reclamare a gran voce la ritraduzione di questi classici. 😉

  102. Piero

    Son d’accordo con te, pienamente d’accordo. E l’ho detto più volte.
    Ma la cosa come ben sai non si applica solo a Stout (semmai per Stout la cosa diventa macroscopica perchè quasi tutte le traduzioni sono datate) ma anche a Christie (Orient Express) e in Wallace.

    Interessante l’estratto di uno studio, che si trova in rete :
    “I traduttori nel Ventennio fascista
    fra autocensura e questioni deontologiche” di
    Maria Elena Cembali.
    Il link è :
    http://www.intralinea.it/volumes/eng_more.php?id=474_0_2_0_M%

  103. Piero

    @Luca :
    Tu ne parli con enfasi, con troppa, perché tu non ne partecipi lo spirito e l’adesione.
    Gli autori che traduci non sono presi a caso: fanno parte del tuo pantheon personale, proprio perché intimamente ne condividi le esperienze e le idee.
    Anarchico americano Stout, dici ? Io dicevo anarcoide, per non dire anarchico all’italiana che al mio paese potrebbe significare altro.
    Tu non so sia anarchico all’italiana, ma anarchico all’americana sicuramente lo sei: indipendente non solo lavorativamente, ma soprattutto nelle idee, non legato a nessuno, e libero di esprimere i propri ideali, insomma…l’ultimo degli indipendenti.
    Che bello ! Potessimo tutti essere indipendenti lavorativamente e fare solo ciò che ci piacerebbe veramente.
    Gli artisti son tutti anarchici o quasi.
    E i traduttori, quando traducono con enfasi e partecipazione allo spirito dell’artista, quando fanno della traduzione una metatraduzione, quando fanno in definitiva della traduzione un’opera d’arte, sono artisti essi stessi.
    Non credi ?

  104. Stefano

    C’è sicuramente almeno un altro punto in cui il romanzo è stato censurato/deformato rispetto all’originale: leggendo il riassunto su Wikipedia si viene a scoprire che Faber è un’agente nazista (particolare cancellato nell’adattamento italiano). Immagino dunque che, allora, in ogni punto del romanzo in cui i personaggi (Wolfe, Cramer o Archie) parlano di agenti di una non precisata “potenza straniera”, in realtà Stout avesse scritto Germania.

  105. Stefano

    oops! ho scritto un agente con l’apostrofo. MEA CULPA :)

  106. Luca Conti

    No, Stefano, in questi casi Stout parla sempre di “foreign principal”, escluso, in effetti, il momento della rivelazione del ruolo di Faber, definito “a secret agent of the Nazi government”.

  107. Mariano

    Uno scambio interessantissimo, grazie a tutti. Spero che faccia riflettere anche la casa editrice.

  108. Piero

    Davvero ci credi ?

  109. Mariano

    No, ma i miracoli accadono

  110. Fabio Lotti

    Il “pezzetto” che ho scritto qualche tempo fa proprio su questo blog mi è venuto così bene (secondo opinione di terzi) che l’ho sfruttato come “cappello” per la recensione di questo libro di Stout. Cfr. http://www.thrillermagazine.it/libri/8154

  111. Kronos H

    Bella, la recensione.
    Purtroppo neanche una parola sulle parti mancanti… facciamo finta che non ci siano, intanto il romanzo è bello lo stesso…

  112. Fabio Lotti

    Ho fatto la recensione su quello che ho letto e non su quello che non c’è. Ma sul Forum puoi tranquillamente intervenire per dire la tua.

  113. giuseppina la ciura

    Per Cristiana,
    per correttezza, voglio informarti che purtroppo non ho trovato doppioni di Stout nella mia biblioteca. Ti prometto che se ne trovo ti informerò.
    Ciao
    Giuseppina

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