Rosso come il sangue (2966)
Angelo Schwarz, agente speciale della DIGOS: grilletto troppo facile e coscienza troppo sporca. Fino a quando il suo capo non gli affida la più classica delle missioni nere: facilitare l’apertura del “rubinetto del gas” di un gigante petrolifero nella Russia dei nuovi oligarchi. Anna Ascari: avvocato di cause perse e madre in cerca di riscatto. Sua è la responsabilità – e l’affetto – di Zoya, tre anni, figlia di una prostituta russa assassinata. Aleksej Dutrinov: gangster della mafiya e avanzo di galera. Determinato al confronto diretto con un capoclan più che pronto a inchiodarlo contro una lastra di ghiaccio. Tre vite al limite estremo, tre destini in rotta di collisione, tre biglietti di sola andata per la strage. Dopo Metal detector, vincitore del premio Tedeschi 2006, l’atteso ritorno del nuovo astro dell’hard-boiled Italian-style. All’interno “Il sorriso del Diablo”, un racconto inedito dello stesso autore.
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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo
ottobre 29th, 2008 at 10:33
Un graditissimo ritorno questo di Stefano Pigozzi, addirittura con un romanzo e un racconto. Spero sia quanto prima in edicola.
ottobre 29th, 2008 at 12:22
Inizio io che qui mi pare un mortorio o il solito cicici cicicià tra lettore e autore. Con il mio stile volutamente provocatorio (ci va anche di rima) che se non vi piace ditemelo subito che mi levo di torno (accidenti a voi!). Dunque Pigozzi e questo “Rosso come il sangue”. Nulla da eccepire. Un genere che non mi attira molto perché mi fa venire l’affanno solo a seguire le circonvoluzioni del protagonista, però è giusto che ci sia ed abbia il suo bel seguito di lettori. Quello che mi lascia perplesso è la copertina, praticamente la fotografia dell’autore come succede, tra l’altro, per qualche libro del Professionista che saluto, naturalmente, anche se qualche volta ci siamo beccatie continueremo a beccarci. O indica una certa intrinseca debolezza che viene risolta in forma un po’ spaccona o addirittura l’inverso, una specie di spacconeria narcisistica ecco qua ci sono io vedrai che il libro è bello, o infine un rimarcare in modo perentorio l’entrata in gioco dell’autore italiano, una specie di rivincita sull’ingombrante straniero. In ogni caso, volendo solo essere una pura e semplice fotografia senza alcun substrato psicologico o messaggio di alcun genere da inviare al lettore, almeno al sottoscritto un certo fastidio lo crea. Meglio, mille volte meglio una bella copertina disegnata da una mano esperta o una foto (se ci vedo bene ma ho i miei dubbi) come quella di “Metal detector” che una faccia spiritata con due pistole in mano!
ottobre 29th, 2008 at 12:30
A me sfugge perché si debba o si voglia essere per forza “volutamente provocatori”, ma tant’è…
ottobre 29th, 2008 at 12:49
Caro Luca
volutamente provocatorio nel senso di far nascere una sana e forte discussione su un argomento senza i soliti continui sviolinamenti. Certo che una sana e forte discussione nasce anche da pacati interventi ma a me è venuta così. Comunque, poi, a ben guardare, le mie considerazioni sono tutt’altro che provoicatorie. Il succo è questo: tra una copertina ben disegnata ed una fotografia preferisco la prima. Tra l’altro credo che venderebbe di più.
ottobre 29th, 2008 at 13:49
Eh si….bei tempi quelli di Carlo Jacono!!!
ottobre 29th, 2008 at 15:12
Giusto per precisare alcune cose dette sopra e senza andare fuori tema.
Il mio non era un cicci ciaccia tra autore e lettore.
Volevo prima di tutto iniziare segnalando il libro. E poi era solo un saluto a un collega in attesa di leggere effetivamente il libro che commenterò quando appunto l’avrò letto.
Secondo, da fonti autorevoli mi dicono che il feroce personaggio nella cover non è Stefano.Sbaglio? Non credo.
Del resto se anche fosse, ben venga. Tanto per citare Pinketts lui c’è sempre e lui, come me o lo stesso Stefano (se è lui cosa che ripeto non credo) non lo facciamo per insicurezzza come non credo che lo fosse la ragione che ha spinto Mrchincko(leggete Segretissimo, diamine!) ad apparire sulle cover dei suoi romanzi.Casomai è un’identificazione dell’autore con i suoi personaggi. Anche Spillane…. e’ un marchio di fabbrica e non ci vedo niente di male.
Giusto per non andare fuori tema la cover in bianco e nero, volutamente cruda mi sembra adatta quanto lo era quella di Togliani.Sono due facce del thriller italiano contemporaneo.
Anche a me piacevano le copertine di Jacono – del quale oltre che vicino di casa ero anche amico. Ma oggi siamo nel 2008. Senza togliere niente a nessuno, se non si cambia qualcosa si rischia di restare imprigionati nei ghiacci.
ottobre 29th, 2008 at 16:12
La foto di “Rosso come il sangue” non ritrae Stefano Pigozzi. Detto questo ritengo concluso il discorso su copertine vecchie e nuove tanto oguno ha i suoi gusti e se li tiene. Buon proseguimento.
ottobre 29th, 2008 at 16:16
bravo, ci risentiamo all’uscita del volume che ho già cominciato a cercare…
ottobre 31st, 2008 at 18:44
Avendo letto con piacere Metal detector, la prima prova di Pigozzi, acquisterò senz’altro volentire anche questo Rosso come il sangue.
novembre 1st, 2008 at 23:06
Se non vi dispiace io il discorso sulle cover lo continuo perchè è interessante. La trasfigurazione, il filtro artistico, che sia di matrice grafica o fotografica, è sicuramente da preferire a queste foto (e non alle foto e alle foto degli autori in generale)che ha volte, permettetemelo, risultano davvero tamarre. Per dirvene una, sono rimasto spiacevolmente colpito per esempio dalla prima cover di Montecristo (il romanzo meritava un’altra copertina), mentre è bellissima la seconda che ha quel quid in più di interpretazione artistica. Fantastica era la copertina di Professional Gun che ritraeva un Professionista in versione micidiale e nella quale la presenza dell’autore ha aggiunto e non tolto. Era molto bella la copertina di Le strade della Violenza, sempre sul Giallo Mondadori Presenta. In definitiva, la presenza dell’autore può o meno arricchire una cover di un action novel, ma se non creata col gusto estetico della trasfigurazione queste rischia di apparire (sopratutto nel caso si tratti di foto che hanno un impatto iconico immediato) come la brutta illustrazione della scatola di un’arma. Alcune potevate davvero risparmiarvele. Questa non mi piace. Saluto Pigozzi che è un bravo narratore. Attendiamo il romanzo…
novembre 1st, 2008 at 23:45
Mi spiace, le regole sono uguali per tutti. La discussione se volete prosegue sul romanzo non sulle cover altrimenti lucchetto.
novembre 2nd, 2008 at 19:48
Mi pare di aver fatto delle considerazioni sensate e corrette, non capisco questo modo un pò brusco di chiudere con certi argomenti che creano dibattito. Se il dibattito c’è ed è sensato e corretto non mi pare una bestemmia continuarlo. Mah…
novembre 2nd, 2008 at 19:53
Gentile HelRick,
nulla contro di Lei.
Purtroppo pare che qui non si possa mantenere il dialogo nei binari del rispetto reciproco per cui devo evitare accuratamente che le discussioni prendano pieghe pericolose.
Aprirò in futuro una discussione apposita sulle copertine dell’era Jacono e quelle odierne.
Buon proseguimento.
novembre 3rd, 2008 at 10:55
dalla quarta mi sembra che il romanzo di Pigozzi prenda un respiro più ampio di Metal detector pur conservando alcuni tratti. aspetto impaziente di leggerlo. Giusto per la cronaca sul primo Montecristo, ovviamente, il modello non ero io…e non era una brutta cover
novembre 24th, 2008 at 18:43
A pensarci secondo me questo bel romanzo era programmato per un’uscita sotto il marchio de Il Giallo Mondadori Presenta…la cover, l’autore italiano (un mese prima del premio tedeschi) e le tematiche forti ne sono un chiaro indizio
novembre 24th, 2008 at 18:58
Ed è vero, infatti.
L’importante è, comunque, che un romanzo di questa portata (leggetelo, rimarrà nella storia del nero italiano insieme al capitolo precedente) sia uscito.
novembre 25th, 2008 at 11:13
Certo! resta tuttavia da capire i motivi di una prematura scomparsa (o congelamento che sia) di una collana tra le più entusiasmanti di sempre…che facesse troppa concorrenza alla + classica collana madre?
novembre 25th, 2008 at 20:27
Come scrisse il direttore Altieri, nello scorso editoriale, il Giallo Mondadori Presenta, non è stato chiuso. Sono diminuite le uscite, a favore di una nuova collana da edicola nel quale andranno raccolti tutti i “testi” border-line che magari prima avevano trovato casa nel IGMP e che non rientravano al 100% nel genere “nero”. Detto questo, a conferma del fatto che non abbiamo affatto eliminato la collana, annuncio ora (lo faremo in pompa magna a breve) l’uscita di Montecristo/3 nei prossimi mesi (Febbraio/Marzo 2008) proprio nel Giallo Mondadori Presenta.
Buon proseguimento.
novembre 26th, 2008 at 01:53
Se Montecristo 3 esce a dicembre Di Marino è un prodigio!! A settembre, all’uscita del secondo volume aveva scritto che era appena partito in quarta con la scrittura dell’untimo di cui prevedeva l’uscita a distanza di 6 mesi! Roba da artisti marziali!
novembre 26th, 2008 at 01:58
Errata corrige:
Diciamo Febbraio/Marzo.
Errore mio di visualizzazione..