Mickey Spillane
Spillane: l’uomo proiettile
” Non aspettare il momento opportuno: crealo! ” (George Bernard Shaw)
Frank Michael Morrison Spillane (New York, 9 marzo 1918 – Murrells Inlet, 17 luglio 2006).
Ci sono grandi autori e ci sono maestri. Spillane appartiene a questa categoria.
Unitamente a Chandler e Hammett, Mickey Spillane è stato uno dei padri, nonché massimi esponenti del genere “hard – boiled”. Il suo personaggio più conosciuto, protagonista della maggior parte delle sue opere, è Mike Hammer, investigatore privato, un tipo rude, maschilista, sporco e maledetto. Non era amato Spillane, aveva clienti, non lettori. Anche tra i suoi colleghi non raccoglieva certo mazzi di fiori, Raymond Chandler ad esempio lo definiva capace solo di scrivere fumetti e nulla più. Egli stesso era molto simile al proprio personaggio, deciso, antipatico, presuntuoso, spesso a ragion veduta. Spillane oltre che un grandissimo autore fu soprattutto un eccellente osservatore e patologo della realtà, cinica e disincantata del nostro mondo. In un universo corrotto, violento, traumatico, non c’è posto per i deboli e neppure per i buoni. Per contrastare il male bisogna utilizzare i suoi stessi mezzi. Non era simpatico a molti Mickey, soprattutto non era simpatico alla critica, per la quale non lesinava “colpi frontali” come : “Non mi importa un accidente di leggere le recensioni,sono più interessato ai rendiconti derivanti dal diritto d’autore.” Figlio di un barista, nato nel quartiere newyorkese di Brooklyn e cresciuto nel New Jersey iniziò la sua gavetta scrivendo racconti “pulp” per quotidiani, periodici e riviste a fumetti della Marvel. Per guadagnare vendeva cravatte, faceva il bagnino a Long Island e l’uomo proiettile al circo.
Mai professione fu più azzeccata per un uomo che farà del piombo la sua ragione di vita. Hammer, il protagonista delle sue storie, di fatto diede un contributo fondamentale alla scuola noir. Mescolando letteratura “alta” con le regole (o l’assenza di esse) del “genere” Spillane ottenne un cocktail letale, che lo porta ad essere ancora oggi una pietra miliare per la storia del Giallo e non solo. E’ assolutamente impossibile ritenere Spillane unicamente uno scrittore. Non si può incatenare (neppure da morto) un uomo capace di passare da agente FBI (collaborò a numerose operazioni antidroga) a predicatore religioso e testimonial per una marca di birra. Un esempio di “self – made – man” che ha dovuto crearsi autonomamente la propria fortuna. Certo, la salita fu perigliosa, ma il lato positivo (senza dubbio apprezzato da Spillane) è che a conclusione del percorso non bisogna ringraziare nessuno.
Questo e molto altro è stato Mickey ” the rough” Spillane. Il duro più duro dei duri. Tra le sue opere ricordiamo: Il fattore Delta (1965), Il club del vizio (1969), Fuori l’ultimo (1973), Piccolo mostro (1975).
Il Giallo Mondari ha pubblicato:
2205 L’uomo che uccide Mickey Spillane(The Killing Man) 5 maggio 1991
DG
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Posted in Extra, Pulp Corner
agosto 22nd, 2008 at 22:37
D’accordo su quanto è scritto sul grande Spillane.
Diciamolo pure che certa critica italiana degli anni Sessanta-Settanta ha peccato un po’ di pregiudizi ideologici su questo tardivo frutto “hard-boiled”.
Un po’ di “guerra fredda” anche su questo, insomma.
Ma col tempo a tutto si rimedia.
Graziano Braschi