Il Giallo Mondadori Sherlock 8: Il mostro dell’East End

marzo 27th, 2015 by Moderatore

faye

Londra, autunno 1888. Gli omicidi efferati di due prostitute nel quartiere di Whitechapel convincono l’ispettore Lestrade a chiedere aiuto al massimo specialista di investigazioni criminali. Senza dubbio lui, accompagnato dal fedele dottor Watson, saprà come dare la caccia all’assassino che con la sua lama grondante sangue sta terrorizzando l’East End. Ma quando il segugio di Baker Street rimarrà ferito nel tentativo di catturare il mostro, un sospetto infamante finirà per addensarsi su di lui. Quale ruolo ha davvero Sherlock Holmes nei delitti che con tanto zelo tenta di prevenire? Così, prima che sia troppo tardi per la sua onorabilità e per la sua stessa vita, il Grande Detective dovrà rompere ogni schema e contravvenire a ogni regola per smascherare l’inafferrabile avversario. Il cui nome, al pari del suo, continuerà a risuonare per molto, molto tempo: Jack lo Squartatore.

EBOOK DISPONIBILE

Popularity: 43% [?]

Posted in Le collane del Giallo, Sherlock

20 Responses

  1. Omar

    Belle queste copertine con l’indimenticabile Basil Rathbone, davvero azzeccate. Il romanzo di questo mese potrebbe essere molto carino o anche una boiata pazzesca, visto che la tematica SH vs Jack the ripper è già stata affrontata nientemeno che da Ellery Queen in “Uno studio in nero” e battere i due diabolici cugini sarà davvero dura. Speriamo bene.

  2. Gneo

    Gli inediti sherlockiani migliorano di mese in mese: continuate così!

  3. Gianluca Carinci

    Omar , mi hai tolto proprio le parole di bocca , anzi , dalla…tastiera : appena ho letto la trama di questo romanzo , il rimando al libro da te citato era inevitabile . Sfidare nientemeno che Ellery Queen non è cosa da poco , e anche se magari non era intenzione dell’autore questo duello , il paragone comunque resta.

  4. Omar

    Gianluca, forse hai ragione tu, l’autore forse non intendeva nemmeno gareggiare coi Queen, e poi Jack the ripper è una figura talmente adoperata nella narrativa che un libro a tema in più non credo ormai faccia differenza. Beh, intanto lo prendo, poi incrocio le dita, mi basterebbe fosse carino e rilassante come altri apocrifi finora letti. Per ora il mio preferito è il sesto, con Holmes in Ruritania.

  5. Kronos H

    Credo che di apocrifi su Jack the Ripper ce ne siano molti. Non sarebbe male avere sul blog qualche informazione in più sull’autore e il romanzo in questione…

  6. Omar

    A quanto pare l’autore è un’autrice, giovane e anche parecchio carina! il libro, titolo originale “Dust and Shadows” è del 2009, e ha recensioni positive in giro per la rete, ovviamente in Inglese.

  7. massimo

    ciao faccio 2 domande :come mai il num 4 della serie “la vendetta di sherlock holmes” non compare nell elenco ? qualcuno sa dirmi di solito quanto tempo dopo l uscita in edicola si rende disponibile in ebook ? Visto che contrariamente a quanto sopra indicato ancora non lo è?

  8. Paola Montonati

    La Faye ha scritto “Il dio di Gotham” primo romanzo di una trilogia ambietata nella New York del primo Ottocento, uscito per l’Einaudi nel 2012.

  9. Kronos H

    Come sempre, qualche informazione in più si trova su:
    http://www.sherlockmagazine.it/notizie/6176/

  10. Redazione

    Riportiamo la postfazione al volume, per dare ulteriori elementi su questo libro:

    Sherlock Holmes 
alla caccia di Jack lo Squartatore
    di Luigi Pachì

    Per Lyndsay Faye questo romanzo ha rappresentato il debutto editoriale. La sua scelta poteva sembrare una sfida piuttosto ardita, poiché approcciare il pastiche sherlockiano facendo scontrare il Grande Detective con il criminale per eccellenza della Londra vittoriana, Jack lo Squartatore, non è certo cosa semplice. Un po’ perché su questo tema si erano già cimentati in molti (citiamo i romanzi The Whitechapel Horrors di Edward B. Hanna e The Last Sherlock Holmes Story di Michael Dibdin, o i film Sherlock Holmes: notti di terrore e Assassinio su commissione), un po’ perché rischiare il proprio esordio letterario affrontando la Londra del Diciannovesimo secolo, con Sherlock Holmes che indaga sui delitti dello Squartatore, poteva apparire un concreto salto nel vuoto. Invece il lavoro dell’autrice americana ha superato abilmente gli ostacoli, ottenendo critiche positive dalla stampa di tutto il mondo, da quelle del “Los Angeles Times” fino alle recensioni di blog specialistici come “Baker Street Reviews”. La bravura di Lyndsay Faye si è potuta misurare ancora una volta nel 2012, quando è uscito il suo secondo romanzo, Il dio di Gotham (Einaudi), questa volta ambientato a New York nel 1845 e per il quale Michael Connelly ha scritto: “una padronanza dei materiali storici e una conoscenza della mente umana davvero ammirevoli”.
    La forza del primo libro della Faye risiede nella sua capacità di evocare gli spiriti di Holmes e Watson. Il mostro dell’East End è un resoconto delle uccisioni di Jack the Ripper in cui la voce di Watson è una componente fondamentale. L’autrice riesce a rappresentare il biografo e amico del detective nella sua essenza, ben lungi dall’erroneo utilizzo che ne hanno fatto tanti in passato, come nelle interpretazioni di Nigel Bruce nella serie di film con Basil Rathbone, o nel romanzo Sherlock Holmes and the Giant Rat of Sumatra di Alan Vanneman (la storia a cui, secondo Holmes, “il mondo non è ancora preparato”… almeno questo è ciò che dice al fido Watson nel racconto di Arthur Conan Doyle L’avventura del vampiro del Sussex). La figura di Watson più canonica è indubbiamente quella senza la quale non sarebbe possibile speculare su fatti e accadimenti, e persino sugli aspetti caratteriali di Sherlock Holmes. I due non diventano subito amici, ma a partire dal 1881, salendo per la prima volta i diciassette scalini dell’appartamento che condivideranno per anni al 221B di Baker Street, tra loro si viene a creare quella stima iniziale che poi sfocerà in un rapporto di grande complicità.
    Lyndsay Faye è quindi davvero abile nell’utilizzare il personaggio chiave di Watson in questo romanzo, così come è piuttosto precisa nelle descrizioni dei crimini dello Squartatore; ciò aggiunge alla lettura un livello di affascinante inquietudine. Tuttavia l’autrice non sente la necessità di approfondire gli aspetti motivazionali che spingono Jack the Ripper a compiere gli omicidi, quasi volesse ricordare a tutti noi che quando un mostro è descritto troppo a fondo cessa di esserlo per diventare lui stesso vittima. Certo, man mano che Holmes circoscrive la sua caccia, la scarsità di indagati consente al lettore di risolvere il mistero un po’ prima di lui, ma questo può rientrare nel “grande gioco”.
    La Londra vittoriana messa in scena dimostra che la Faye ha studiato a fondo quell’epoca, anche se qualche pecca non manca. C’è un’inesattezza storica, in un romanzo peraltro ben architettato: l’allora commissario della Metropolitan Police, sir Charles Warren, non avrebbe potuto essere sollevato dal suo incarico dal generale Gordon a Khartoum, perché Gordon e tutti i suoi uomini erano stati uccisi dal Mahdi prima che la forza di soccorso britannico-egiziana arrivasse in Sudan.
    In ogni modo il libro riesce a catturare lo spirito originale di Holmes e Watson. Jack the Ripper, dopotutto, rappresenta anche il soggetto più popolare per gli scrittori di pastiche, insieme al Mastino dei Baskerville. Qui Holmes è contrapposto a un assassino ben noto alle cronache del tempo e che né lui né Scotland Yard hanno mai incontrato prima: un metodico serial killer ante litteram che opera a sangue freddo. Holmes arruola Watson, i Baker Street Irregulars, Lestrade e lo Yard, e persino la signorina Monk, residente nel quartiere di Whitechapel, proprio il tipo di donna che rientra negli obiettivi dello Squartatore. Il lettore, cui vengono fornite le stesse informazioni a disposizione di Holmes, è condotto nei vicoli bui di un mistero plausibile, dove l’azione è a volte piuttosto intensa. Lungo questo percorso investigativo, Holmes è ostacolato dalla stampa che punta a screditarlo, mentre una misteriosa fonte sembra conoscere un po’ troppo bene i suoi movimenti.
    Questo non-canonico Dust and Shadow è in conclusione un pastiche ben scritto e ben congegnato, esordio narrativo di un’autrice talentuosa che sa come offrire al lettore molteplici soddisfazioni.

  11. Serena B.

    Già, qualche informazione in più sull’ autore non guasterebbe. Ad esempio, è uomo o donna? E a proposito di apocrifi, non sarebbe opportuno riproporre i racconti scritti da Carr con Adrian Conan Doyle?

  12. Kronos H

    Ringrazio la redazione per le informazioni. Invogliano senz’altro il lettore indeciso all’acquisto del libro!

  13. Omar

    Sono a metà, e per ora lo sto trovando davvero molto bello; ritmo serrato, esposizione di fatti che seppur già raccontati molte volte (gli omicidi delle prostitute) non annoiano, e originalissimo il personaggio di Mary ann Monk, giovane prostituta che coadiuva i nostri due eroi nella difficilissima sfida al mostro.

  14. Massimiliano De Luca

    Concordo pienamente con l’analisi di Luigi Pachì, sia nel rilevare due precisi elementi – a mio giudizio di criticità – nel testo (“… l’autrice non sente la necessità di approfondire gli aspetti motivazionali che spingono Jack the Ripper a compiere gli omicidi…” e “la scarsità di indagati consente al lettore di risolvere il mistero un po’ prima di lui,,,” sia nel valutare che “…riesce a catturare lo spirito originale di Holmes e Watson”. Per me uno degli apocrifi migliori mai letti.

  15. Antonino Fazio

    La mia impressione è che, in questo caso, la questione dell’apocrifo sia secondaria, nel senso che l’autrice è evidentemente interessata al periodo storico, come dimostra il secondo romanzo, ambientato a New York nel 1845. L’aver voluto utilizzare il personaggio di Sherlock Holmes è, secondo me, un modo per entrare nello spirito dell’epoca. Il libro devo ancora leggerlo, però, quindi potrei ricavarne un’idea diversa.

  16. gabriele

    Ma le uscite del mese di aprile non ci sono?

  17. Moderatore

    @gabriele: Queste sono le uscite di Aprile … 😉

  18. Provart

    C’è qualche esperto che mi saprebbe dire il titolo originale di “Il dramma delle rapide” di Freeman Wills Crofts?

  19. Stefano

    Mi sembra sia The Ponson Case (1921).

  20. Provart

    Lo inserisco nella bibliografia, ti ringrazio per l’aiuto.

Leave a Comment

Please note: Comment moderation is enabled and may delay your comment. There is no need to resubmit your comment.

Spam protection by WP Captcha-Free