Il mistero di White Cottage (3005)
maggio 31st, 2010 by Moderatore
Un morto. Sei sospettati. Tutti con un’ottima ragione per uccidere. Eppure nessuno, a White Cottage, sembra aver assassinato Eric Crowther, individuo enigmatico che viveva come un recluso. Solo che Crowther conosceva i segreti di tutti. E tutti lo temevano. Ma chi ha avuto abbastanza coraggio, o disperazione, per tirare il grilletto? Un’indagine destinata a portare l’ispettore capo W.T. Challoner di Scotland Yard e suo figlio Jerry lontano dall’Inghilterra e nel passato, a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora
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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo
giugno 8th, 2010 at 12:47
Terminata la lettura: non è malaccio, anche se lo scioglimento finale è stato sicuramente reso in maniera più geniale e pirotecnica in uno dei romanzi di Ellery Queen (o dovrei dire Barnaby Ross?) senza Ellery Queen e in uno della Christie.
Ovviamente non sveliamo quali.
A proposito, che fine ha fatto la collana “I grandi maestri”? Eravamo partiti molto bene.. e poi?
giugno 12th, 2010 at 10:18
Uno dei soliti compitini della Allingham, preciso, carino e senza troppe pretese (gusto personale).
giugno 12th, 2010 at 14:31
Concordo con Matteo.
Il romanzo non è malaccio ma nelle mani di Dannay-Lee o la Christie sarebbe risultato un capolavoro.
Con la scrittura piatta della Allingham resta un romanzo da 6+.
giugno 16th, 2010 at 11:51
Faccio notare che si tratta del primo romanzo vero e proprio della Allingham (a parte un terribile polpettone di avventura & occulto pubblicato a 19 anni) e che, in origine, era uscito a puntate su un quotidiano, il Daily Express, che proprio nello stesso periodo aveva come corrispondente Leon Trotzkij:-)
Faccio anche notare che di questo romanzo esistono due versioni: quella del 1928, che riproduce pari pari il testo originale, così come uscito sul Daily Express, e quella del 1975, uscita dopo la morte della Allingham e largamente riscritta (in peggio, a mio avviso) dalla sorella Joyce.
Non sono a casa e non ho modo di controllare quale versione sia stata usata per la traduzione italiana. A ogni modo credo che per essere il suo romanzo d’esordio la Allingham mostri una notevole originalità, anche e soprattutto considerando la soluzione. Avercene.
giugno 16th, 2010 at 12:02
Tra l’altro è giusto dire che, cronologicamente, la Allingham è stata la prima a inventarsi una soluzione del genere: il romanzo dei Queen è del 1932, mentre quello della Christie è addirittura del 1949.
E sono convinto che, nel 1927, uscirsene con una tale soluzione (da parte di una donna, poi, oltre che di un’autrice pressoché esordiente) non fosse affatto semplice, visto il tema trattato. Ci voleva un bel coraggio. Questo basta, a mio avviso, a considerarlo un romanzo importante.
giugno 16th, 2010 at 15:03
Ottima precisazione storica, Luca, che mi era sfuggita per la mia voluta pigrizia di non scartabellare troppo tra i miei vecchi appunti polverosi (il dermatofagoide è per me micidiale). Resta il fatto, del tutto personale ripeto, che la Allingham spesso mi assopisce.
giugno 18th, 2010 at 05:14
Non è che ti assopisci perchè stai “nei quarti anta” indifferentemente dalla Allingham?
giugno 18th, 2010 at 12:21
Ci sta pure questo, Piero.
giugno 18th, 2010 at 18:38
A me pare assai curioso il fatto che in questo romanzo, in cui non compare ancora il detective principale Albert Champion, compaia invece una coppia formata dall’Ispettore di Scotland Yard W.T. Challoner e da suo figlio: nel 1929 verrà creata una celeberrima coppia formata da un Ispettore di Polizia e da suo figlio (!)
Il romanzo durante la sua genesi pare fosse stato selvaggiamente mutilato (forse perchè troppo lungo).
giugno 29th, 2010 at 09:56
Mi è piaciuto. Un ottimo esempio di giallo classico che non sfigura al confronto di più blasonati esempi. Lettura leggera, piacevole, ottima compagnia per un pendolare quale il sottoscritto. Non sarà un capolavoro, ma se ne pubblicassero libri come questo… Una domanda: ma è una prima edizione italiana?
agosto 31st, 2010 at 17:05
Letto d’agosto, scrivo in ritardo. Un plot quesi ottimo ma una scrittura appena sufficiente, in questo caso anche io penso che questa trama in mano alla Christie sarebbe stata un capolavoro. E’ stato comunque l’eccellente intreccio a farmelo terminare. Mi è rimasto impresso un passaggio sui riflessi notturni del mare definiti come “faville giulive”, e sull’aggettivo “vecchio” continuamente usato per il detective W.T. Challoner; ho avuto l’impressione inoltre di una traduzione un po’ datata ma posso sbagliare. Faziosa la descrizione e forzata l’introduzione della Francia come scenario. Troppo caricaturali i ritrattidel detective e del figlio.