La fossa che inghiotte (3006)
A Nigel Strangeways, investigatore privato, quell’indagine nel villaggio di Prior’s Umborne sembra mera routine. Sir Archibald Blick, finanziere sgradevole e autoritario, vuole vederci chiaro in una faccenda di lettere anonime che ha già causato un suicidio. Ciò che Blick è intenzionato a impedire a ogni costo è che i suoi due figli vengano coinvolti nelle macchinazioni della penna velenosa. Ma nel momento stesso in cui Strangeways mette piede a Prior’s Umborne, tra rispettabilità troppo fittizie e segreti troppo sinistri, la routine si trasforma in incubo e il più insospettabile degli assassini è ancora in agguato.
All’interno, il racconto “La ragazza in nero” di Massimo Rainer
(vai alla visualizzazione completa del volume)
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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo
giugno 3rd, 2010 at 09:46
Letto il racconto di Rainer, praticamente il Male che divora se stesso. Interessante.
giugno 3rd, 2010 at 15:59
Per una singolare coincidenza, proprio ieri stavo leggendo il bel libro di Otto Friedrich “City of Nets” (tradotto e pubblicato una vita fa dalla SugarCo come “La favolosa Hollywood: Gli anni d’oro del cinema”) e ho scoperto che, nel 1940, Orson Welles aveva iniziato a lavorare sulla versione cinematografica di un romanzo di Nicholas Blake, “The Smiler with the Knife”, mai tradotto in italiano.
Poi la casa di produzione, la RKO, l’aveva bloccato e Welles era stato costretto a ripiegare su “Citizen Kane” (ovvero “Quarto potere”)!
giugno 4th, 2010 at 08:07
Grazie Fabio,onorato.
giugno 4th, 2010 at 08:36
Riprendo il tema dei romanzi troppo voluminosi per numero di pagine, per cui ci si taglia su misura l’abito del “troppo lungo” e del “costo fisso”: “un volume di pagine troppo corposo finirebbe per rendere antieconomica l’uscita” (?).
Se questo fosse l’indirizzo comune di tutte le testate Mondadori da edicola, non potrei dire nulla. Quello che invece qualcuno dovrebbe spiegare è il perchè quello che vale per URANIA non possa valere per I GIALLI. Non sto parlando di antologie, il cui volume di pagine è chiaramente spiegabile, bensì di romanzi: questo mese esce per esempio in URANIA, “Il sogno del vuoto” (che ho appena comprato) di un grande scrittore, Peter Hamilton. Il romanzo si attesta sulle 572 pagine, per un costo di euro 7,50. Vorrei capire per quale motivo oscuro e recondito, non si potrebbe applicare lo stesso metro ai Gialli e pubblicare i romanzi ritenuti troppo lunghi. Si parlava di un Innes tempo fa, e anche dell’unico Sayers mai pubblicato, etc. etc.
Meno male che questo Blake non superi le 300, altrimenti qualcuno avrebbe potuto obiettare sull’antieconomicità di un autore classico, non più rispondente ai tempi attuali, appartenente ad un genere superato, etc.
giugno 4th, 2010 at 08:36
Riprendo il tema dei romanzi troppo voluminosi per numero di pagine, per cui ci si taglia su misura l’abito del “troppo lungo” e del “costo fisso”: “un volume di pagine troppo corposo finirebbe per rendere antieconomica l’uscita” (?).
Se questo fosse l’indirizzo comune di tutte le testate Mondadori da edicola, non potrei dire nulla. Quello che invece qualcuno dovrebbe spiegare è il perchè quello che vale per URANIA non possa valere per I GIALLI. Non sto parlando di antologie, il cui volume di pagine è chiaramente spiegabile, bensì di romanzi: questo mese esce per esempio in URANIA, “Il sogno del vuoto” (che ho appena comprato) di un grande scrittore, Peter Hamilton. Il romanzo si attesta sulle 572 pagine, per un costo di euro 7,50. Vorrei capire per quale motivo oscuro e recondito, non si potrebbe applicare lo stesso metro ai Gialli e pubblicare i romanzi ritenuti troppo lunghi. Si parlava di un Innes tempo fa, e anche dell’unico Sayers mai pubblicato, etc. etc.
Meno male che questo Blake non supera le 300, altrimenti qualcuno avrebbe potuto obiettare sull’antieconomicità di un autore classico, non più rispondente ai tempi attuali, appartenente ad un genere superato, etc.
giugno 4th, 2010 at 11:17
Porc…Due Pieri sono troppi…:)
giugno 4th, 2010 at 13:43
Ho letto le prime 60 pagine: trama avvincente, godibile caratterizzazione dei personaggi e soprattutto piacevolissimo stile di scrittura, ben reso dalla traduzione di Mauro Boncompagni. Uno dei Gialli che vorremmo vedere piu’ spesso…
giugno 4th, 2010 at 21:44
E lo sai perchè abbandonò quel progetto, Orson Weelles? Si disse per il rifiuto delle attrici scelte per interpretare quel film, Carole Lombard e Rosalind Russell, soprattutto la Lombard (che divendò moglie di Clark Gable, morendo poi di incidente aereo), di recitare per un regista allora non ancora famoso. Ma in realtà fu la casa di produzione da cui dipendeva la Lombard a negare la partecipazione dell’attrice al film di Welles, che prima ancora di cimentarsi con l’adattamento dal romanzo di Blake, aveva pernsato di fare un film adattandolo a Cuore di tenebra (Heart of Darkness) di Joseph Conrad.
Il canto del cigno della Lombard, fu il bellissimo “To be or not to be” di Ernst Lubitsch.
giugno 7th, 2010 at 08:16
Interessante il quesito che ha posto Piero. Provo a dare una risposta: gli Urania sono di meno rispetto ai Gialli. Esempio: questo mese a fronte di cinque uscite dei gialli si contano tre uscite di Urania ( Collezione, serie regolare e epix). Lo scorso mese, che presentava appunto il millemondi di Hamilton, Urania aveva quattro uscite esattamente come i gialli.
Non è che mi convinca fino in fondo questa spiegazione ma non me ne vengono in mente altre.
giugno 7th, 2010 at 18:02
Non credo sia questa la risposta, GianniT. E’ovvio che la fantascienza abbia meno titoli rispetto ai Gialli (di tutti i generi): il Giallo è nato nell’Ottocento, la fantascienza anche (con Verne), ma mentre il Giallo è diventato un genere molto seguito dagli anni ’10 in poi, la fantascienza è esplosa parecchio tempo dopo. No. Il problema è : perchè per URANIA si può decidere di pubblicare un romanzo di 572 pagine a euro 7,50 e la stessa cosa non vale per un Giallo? Questo quesito è la base di tutto, perchè spiega anche l’autonomia di una testa come URANIA rispetto ai Gialli. Intendetemi: non voglio attaccare nessuno: del resto questo mese non c’è proprio da lamentarsi. E vedendo il parco degli inediti di grandi autori, il giallo classico può dormire sogni tranquilli ancora per molto tempo, se queste sono le premesse. Tuttavia il quesito viene spontaneo dal raffronto di testate editoriali che hanno diverso indirizzo, pur nell’ambito di una stessa conduzione: a me pare una cosa strana. Perchè mai un romanzo di quasi 600 pagine in URANIa si può pubblicare, ovviamente facendolo pagare di più, e non si può tentare un esperimento del genere per i Gialli? Non mi pare oggettivamente che chi legge fantascienza in Italia sia di più rispetto a chi legge Gialli di qualsivoglia genere.
Io una risposta non ce l’ho, ecco perchè pongo il quesito. 😉
giugno 7th, 2010 at 18:08
Al di là del quesito, il romanzo di Blake è magnifico: questo è il terzo che sto leggendo contemporaneamente, assieme al Lanham e ai racconti di Halter in francese, raccolti in La Nuit du loup. Appena ne finisco uno, attacco “Il Ghostwriter” di Harris, che ho appena acquistato.
giugno 7th, 2010 at 21:10
I personaggi di Blake sono sempre ben caratterizzati, riesce a tratteggiare con un po’ di simpatia umana anche quelli più sgradevoli (vedi “Io sono la vittima”). E’ davvero un peccato che ci siano ancora molti suoi romanzi inediti in Italia. Questo sembra ottimo. “The smiler with the knife” non è un mistery ma un thriller stile Tommy e Tuppence. Ne è protagonista Georgia, la moglie di Strangeways, che da sola riesce a sgominare un’organizzazione che vuole instaurare un governo di stampo fascista in Inghilterra. L’ho letto in originale e l’ho trovato molto divertente.
giugno 7th, 2010 at 21:24
Riguardo al numero di pagine: io seguo Urania, e la pubblicazione del romanzo di Hamilton (e prima ancora della seconda parte della mega antologia del meglio della FS di Dozois, l’anno scorso) è stata un piccolo evento, che spero avrà un seguito. La differenza vera tra Urania e il Giallo è che mentre la prima non ha (purtroppo) concorrenti in edicola (ma praticamente anche in libreria, aripurtroppo), di Gialli, come spesso lamenta il buon Fabio, sono piene sia le librerie che le edicole, con prodotti che coprono tutte le fasce di prezzo. Urania in edicola a 7,50 euro rimane comunque imbattibile, un ipotetico SuperGiallo a 7,50 euro già non sarebbe più competitivo, perchè i tascabili di altri editori sono più a buon mercato (e comunque con autori best seller).
giugno 7th, 2010 at 23:21
Io invece penso che lo sarebbe, competitivo dico. Quiller, non è questione di pagine, ma di fascia del prodotto: è chiaro che un Superpocket che proponga un numero di pagine pari a 500 ad un prezzo di poco superiore a cinque euro è di per sè competitivo e batte la concorrenza del Mondadori che voglia concorrere per quel determinato target. Ma nel caso in cui un ipotetico Supergiallo Mondadori proponesse a 7,5 euro non un prodotto qualsiasi, che so..un thriller, ma uno dei romanzi gialli classici che a detta di Boncompagni difficilmente si vedrebbero mai nel consueto format da edicola, per es. Gaudy Night o i primi Innes, io credo che in quel caso diventerrebbe sì competitivo, ma nei confronti non dei Superpocket ma dei prodotti concorrenti da libreria: in questo modo, anche i prodotti che difficilmente potrebbero vedere la luce del sole ad un prezzo inferiore, lo sarebbero ad un prezzo maggiore, ma sempre inferiore a molti altri che altrimenti si acquistano in libreria.
giugno 7th, 2010 at 23:23
@Quiller: pensa un po’ che per un po’ di tempo ho finanche pensato che il tuo nickname celasse..Igor Longo. 😉
giugno 8th, 2010 at 08:13
Sul blog “Angolo Nero” ho scoperto che c’è anche un concorso Giallo-Birra a dimostrazione che il giallo si infila ormai da tutte le parti. Io ho proposto un altro genere di concorso che non posso ripetere.
giugno 10th, 2010 at 20:59
Piero, effettivamente se restringi così il campo (gialli classici da libreria io ne vedo solo di un editore, tanto che potremmo definirli “rossi classici” ) la competitività c’e’. Premesso che stiamo facendo fantaeditoria, probabilmente il motivo della mancanza in edicola di un prodotto del genere è che è di nicchia, costerebbe parecchio in termini di traduzione (se non fosse tradotto come si deve non lo compreresti nemmeno tu) e non farebbe nemmeno catalogo (al contrario di quei rossi di prima): passato il mese, gli appassionati distratti già lo dovrebbero rimpiangere.
PS: so di averti deluso non essendo Igor Longo 😉
giugno 11th, 2010 at 14:56
No, non mi hai deluso. E’ che essendomi fissato prima, rimasi alquanto sbilanciato quando dicesti in un post sul blog di Urania che non conosci il francese. Per il resto..hai però il suo sottile humour all’inglese.
giugno 11th, 2010 at 16:09
@Quiller : non ci sono solo i libri rossi cui alludi in Libreria : ci sono anche quelli con in copertina un diverso colore (di una casa editrice milanese) dedicati a grandi autori del periodo surrealista, totalemnte inediti in Italia (il quarto romanzo annunciato per la fine di maggio, è dedicato a Norman Berrow e sospetto che recherà la prefazione firmata da Boncompagni; e recentemente anche i romanzi di Maurice Leblanc sono stati riportati in auge da un’altra casa editrice di recente genesi (e parecchi delo stesso autore sono annunciati a venire). Quindi, in sostanza, oltre Mondadori, abbiamo altre tre case editrici in libreria: solo che queste pubblicano inediti e partono da un costo librario di almeno 12 euro, diversamente da Mondadori. Ecco perchè dicevo che una soluzione in casa Gialli di un volume sui 7,50 euro che fosse il mezzo per pubblicare roba introvabile e poderosa, potrebbe aumentare il livello qualitativo della concorrenza, inducendo Mondadori ad una gara culturale e dare modo a noi di godere di vantaggi anche economici (risparmiando, s’intende)
giugno 17th, 2010 at 08:20
La mia recensione sul blog “Corpi freddi” http://corpifreddi.blogspot.com/2010/06/la-fossa-che-inghiotte-nicholas-blake.html
giugno 17th, 2010 at 09:42
Nessun commento sul romanzo o sull’autore? Solo “consulenze editoriali”?
giugno 18th, 2010 at 10:22
Grazie Fabio per la bellissima recensione. Mi trova assolutamente d’accordo. Aggiungo che ne “La fossa che inghiotte” (peccato che in Italia Tennyson non venga tradotto, è un ottimo poeta) c’è la tensione, c’è l’atmosfera e ci sono soprattutto i personaggi, vivi e “credibili”. E poco importa se non è difficile individuare il colpevole: rimane il divertimento di leggere un mistery finalmente scritto come si deve e con una grande suspense.
giugno 18th, 2010 at 12:23
Ogni tanto mi sento utile…;)
giugno 18th, 2010 at 19:12
Le consulenze editoriali servono ad indirizzare
E il tema delle lettere al vetriolo non è che l’abbia utilizzato solo la Christie: ci sono moltissimi esempi: a me vengono in mente per es. Crispin, Carr, Wentworth, E. Queen, Sciascia (a CIASCUNO IL SUO), e..anche l’Ispettore Barnaby.