I Classici de Il Giallo Mondadori 1394: Nella nebbia
Una dimora circondata da un parco. Un profondo burrone che la separa dalla strada maestra. E poi, la nebbia che l’avvolge come un sudario . Scenario perfetto per un omicidio. E forse è proprio questo che accade, anche se la dinamica lascerebbe pensare a un incidente. L’auto con la giovane Katie Warren al volante, inghiottita dalla coltre minacciosa, scende lungo la pendenza ripida e sdrucciolevole che conduce alla villa. Poi un’ombra le si materializza davanti all’improvviso e scompare sotto le ruote. Una massa scura giace inerte a terra: è Lottie, cugina della padrona di casa. Morta. Per gli inquirenti è tutto chiaro, una fatalità impossibile da scongiurare in quelle circostanze. Ma perché, allora, la vittima stringe in pugno una ciocca di capelli? A chi appartengono? Sono forse la prova di una colluttazione avvenuta poco prima
del tragico epilogo? All’investigatore Crafft, della polizia di Chicago, il compito di diradare una nebbia non meno insidiosa. Quella che nasconde il volto dell’assassino.
Mignon G. Eberhart (1899-1996), statunitense, si è dedicata alla scrittura ispirandosi ai romanzi di Mary Roberts Rinehart. Maestra indiscussa di quel fi lone del mystery che vede un’eroina in pericolo, ha approfondito l’analisi psicologica dei personaggi con un successo tale da guadagnarle all’epoca la reputazione di “Agatha Christie d’America”. Tra le protagoniste delle sue storie, l’infermiera Sarah Keate e la scrittrice di gialli Susan Dare. Ha vinto lo Scotland Yard Prize nel 1931, il Grand Master nel 1971 e
l’Agatha alla carriera nel 1995.
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Posted in I Classici del Giallo
marzo 2nd, 2017 at 15:07
Arrivato a Venezia e subito preso! Ottime uscite, questo mese!
marzo 6th, 2017 at 14:26
Un mese tutto al femminile, questo di marzo. A quando la riproposizione di due grandi autrici come Elizabeth Daly ed Helen Mccloy che a mio modesto parere sono molto superiori della Eberhart?
marzo 7th, 2017 at 23:50
Comprato, letto ed apprezzato!
Ecco la mia recensione su aNobii: Ottimo giallo classico, riguardo al quale mi chiedo solo se la traduzione proposta sia integrale o meno per esprimere fino in fondo giudizio e valutazione. Se, infatti, il testo italiano non corrisponde, per difetto, a quello originale, il voto potrebbe essere quello massimo; così com’è presentato, invece, fa sentire un pizzico di mancanza di approfondimento, quasi si fosse in presenza di una sorta di plot o di prima stesura che, provo ad immaginare, affidata ad un’Agatha Christie potrebbe tradursi in un piccolo capolavoro. Il giudizio, in ogni caso, non può scendere sotto le quattro stelle, perché è ottima la classicissima ambientazione nella grande dimora di campagna sostanzialmente isolata (pur essendone a immediato ridosso…) dal resto del mondo, con la nebbia che risulta quasi una sorta di ulteriore personaggio in aggiunta ai protagonisti del dramma. Ed anche dal punto di vista dell’enigma c’è il sempre molto auspicabile pieno fair play dell’autrice, brava anche a rendere gli indizi concreti e solidi ma, al tempo stesso, non banali. Mi spiego meglio: nel leggere un giallo, il “grande gioco” che, almeno nella concezione “classica”, vi sta alle spalle ha una valenza primaria per il sottoscritto; eppure, mi sono trovato a dire solo a posteriori “effettivamente non può essere andata che così” e, pur avendo subodorato la soluzione, non ritengo di averla azzeccata prima della spiegazione finale. Insomma: brava Eberhart per questo gioiellino poco conosciuto, in cui anche qualche piccola improbabilità è alla resa dei conti accettabile in un “menu” impeccabile sotto tutti gli altri aspetti.