Gli Speciali de Il Giallo Mondadori 81: Tre misteri per le signorine omicidi
PATRICIA WENTWORTH, La collezione
La morte violenta di un collezionista è di per sé un caso interessante. Ancora di più se costui, per ironia della sorte, raccoglieva gioielli appartenuti alle vittime di delitti assurti agli onori della cronaca. Per
l’investigatrice privata Maud Silver poter contribuire alle indagini è un invito a nozze, e una pessima notizia per il colpevole.
KAY STRAHAN, La Fattoria del Deserto
Quando un omicidio e un suicidio sconvolgono la vita degli ospiti di un ranch nel Nevada, sembra che nessuno possa decifrare una simile esplosione di follia. Nessuno eccetto l’investigatrice Lynn MacDonald.
La sua proposta è semplice e onesta: rimborso spese in caso di insuccesso, diecimila dollari se riesce. E a Lynn non piace fallire.
STUART PALMER, Il mistero della villetta da luna di miele
Per Hildegarde Withers, investigatrice dilettante, intrufolarsi in casa d’altri non è poi così grave se c’è di mezzo sua nipote, scomparsa dopo una lite con il marito. Non sono dello stesso avviso i poliziotti che
l’arrestano per violazione di domicilio. Ma avranno modo di ricredersi, quando la zitella ficcanaso scoprirà cose che loro nemmeno si sognano.
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Posted in Gli speciali
febbraio 28th, 2017 at 14:01
Ottimo Speciale: Bravo Mauro!
La riscoperta di Strahan merita. L’ultima volta che fu pubblicato “La fattoria del deserto” era il 1977, quarant’anni fa. Insomma….
marzo 2nd, 2017 at 15:45
Come per la Eberhart: ottima uscita, subito presa!
marzo 5th, 2017 at 12:51
Preso oggi: anch’io soprattutto per la fattoria del deserto di cui ho sempre sentito parlare molto bene, ma anche il resto sembra interessante.
Sottolineo solo che il cambio dei titoli italiani dei romanzi gialli e’ una brutta abitudine, che qualche volta mi ha buggerato. Per fortuna questa volta con la collezione alias la coda del diavolo mi e’ andata bene.
marzo 12th, 2017 at 12:48
Per “La fattoria del deserto”, uno dei miei romanzi preferiti tra gli autori minori, rispolvero questo articolo del mio blog Assassini e gentiluomini;
http://assassiniegentiluomini.blogspot.it/2013/04/i-dimenticati-kay-strahan-la-fattoria.html
marzo 27th, 2017 at 18:34
Ottimo libro! Ecco le mie recensioni (tengo a parte una riflessione spoilerata sulla Strahan).
LA COLLEZIONE
Guadagna una stella per la perfetta ambientazione “classica” (il gruppo di persone riunite nella casa di un ricco, eccentrico ed odioso anfitrione, a cui sono legate in vari modi, che finisce per essere ucciso; l’indagine svolta in parallelo da polizia ufficiale e investigatrice privata, che in questo caso collaborano in buona armonia). Ciò nonostante, gli do sole due stelle, perché, anche al di là del fatto che il delitto arrivi dopo un terzo di libro (siamo al limite di una tempistica ideale), per il resto ci sono tante cose che non funzionano. Pur essendo scritto tutto sommato bene, ci sono salti di piano (cambi di personaggio all’interno dei dialoghi a volte non perfettamente definiti; leggeri sfasamenti temporali nello svolgimento della narrazione, che a volte, con il progredire dei capitoli, torna, sia pur di poco, indietro anziché fluire in un regolare continuum) che costringono alla rilettura di alcuni passaggi, o aspetti inizialmente tenuti nascosti che rendono complicata al lettore la piena comprensione del substrato dei personaggi precedente alla vicenda. E poi, venendo all’enigma, ci sono solo evoluzioni “calate dall’alto”, senza un qualsivoglia indizio, a cui si lega la soluzione, plausibile ma quasi meccanica una volta emerso un determinato particolare. Tant’è che anche la rivelazione, in maniera per me pessima, viene buttata lì tra le righe, senza il “momento deflagrante” della verità, magari nella classica riunione dei personaggi davanti all’investigatore, che invece è uno dei punti di forza dei gialli della Golden Age. Un’occasione sprecata, insomma, ed è un peccato, anche se spiega benissimo perché la Christie abbia avuto (e continui ad avere) tanto successo e la Wentworth no.
LA FATTORIA DEL DESERTO
Non amando le atmosfere “latino-americaneggianti” (intendo quelle ambientate più o meno dal Texas in giù), mi ero lasciato fuorviare nel giudizio dal fatto che il romanzo si svolgesse in una sorta di grande ranch del Nevada. Invece, l’ambientazione non gioca praticamente nessun ruolo, se non per l’isolamento, nel contesto della storia che, potendo dunque essere astrattamente collocata in qualunque luogo, non ne trae alcun detrimento (sempre secondo il mio metro di giudizio). E quindi attribuisco cinque stelle piene ad un romanzo che, a ragione, può essere per me considerato un capolavoro del genere giallo classico. La soluzione, forse, non è originalissima (ne parlo nella “recensione spoilerata” che torno a rispolverare per l’occasione tenendola volutamente separata per non rovinare la lettura ad altri, ma offrendo spunti di riflessione e confronto a chi ha invece già letto il libro), ma la prosa è molto buona, i personaggi credibili e ben delineati, gli sviluppi ben congegnati, l’idea ingegnosa e l’enigma stimolante e condotto con fair play. Una lettura, insomma, del tutto da consigliare! Chiudo una domanda/desiderio: vedremo mai in italiano la traduzione degli altri libri di questa autrice che Boncompagni cita nell’introduzione? L’unica speranza, nella deriva intrapresa dal Giallo Mondadori, è Polillo: spero che Mondadori mi smentisca e che proprio questo speciale sia invece il segnale di un cambio di rotta.
IL MISTERO DELLA VILLETTA DA LUNA DI MIELE
I contenuti sono relativamente limitati e non espandibili per fornire la sostanza di un romanzo; ma, come racconto, è perfetto e merita cinque stelle. L’enigma giallo è perfetto e completamente onesto nella messa a disposizione degli indizi, per cui, essendo questo l’aspetto che più mi preme in una lettura giallo, il giudizio non può essere che entusiastico. C’è anche un pizzico di umorismo, che non guasta, mentre l’ambientazione è assolutamente ininfluente ai fini della vicenda.
marzo 28th, 2017 at 10:37
ATTENZIONE!!!! CONTIENE SPOILER!!! NON LEGGERE SE NON SI E’ LETTO IL ROMANZO DELLA STRAHAN!!!
LA FATTORIA DEL DESERTO: POSTFAZIONE – RIFLESSIONI SULLA SOLUZIONE
Il tema dei gemelli e del loro scambio, nel 2017, è indubbiamente stato più volte letto, nella narrativa gialla, che però, quando uscì il libro, era agli inizi del boom e quindi, probabilmente, si trattava di un’idea molto più originale. Se il romanzo regge ottimamente il passare degli anni è allora, come ho già detto, per la capacità di scrittura dell’autrice (e per l’ottima traduzione) e, per gli amanti del genere, per l’apparato indiziario che viene messo a disposizione del lettore. A me si sono aperti gli occhi quando è caduto l’anello a Gabriella/Daniella e, da lì, ho continuato la lettura in cerca di conferme. E gli indizi sono veramente numerosi, anche prima che questi vengano riassunti nella lista dell’investigatrice riportata dalla cuoca, all’interno della quale ci sono indizi veri (una volta intuita la verità, per me il più solido è la lettera di Walter: chi altri se non Gaby avrebbe potuto difendere?) e qualche specchietto per le allodole, che comunque non riesce a sviare la mira del lettore più attento. Alcune parti della soluzione, in verità, le avevo pensate diverse, anche se altrettanto valide di quelle cogitate dall’autrice, ma il quadro non risulta alterato. Forse avrei preferito una enucleazione più pedissequa, “alla Poirot”, indizio per indizio, anche se so che non tutti amano le spiegazioni finali che si trascinano a lungo. Chiudo con una considerazione, che conferma la massima onestà dell’autrice: avendo intuito la verità, ho letto tutta la seconda parte nella giusta prospettiva e Lynn non chiama mai la colpevole “Daniella” o “Danny”, ma sempre “signorina Hermosino”….