Il Giallo Mondadori 3097: Colpo di scena
Il pubblico del Theatre Royal di Bath si attende uno spettacolo straordinario da Clarion Calhoun, celebre cantante pop al debutto come attrice. E certo le sorprese della serata superano ogni aspettativa. Perché Clarion, poco dopo la sua entrata in scena, si porta le mani al viso e inizia a lanciare grida spaventose. Ma niente del genere è previsto dal copione. Ricoverata d’urgenza con ustioni gravissime, si sospetta che con il make-up le sia stato applicato un acido. Un tragico incidente? Un atto deliberato? L’episodio ha risvolti sinistri. Come la farfalla morta trovata nel camerino della star, un dettaglio che sembra seminare il terrore nell’ambiente. O come la leggenda della “dama grigia”, il fantasma di una suicida che dicono si aggiri nei meandri del teatro. Sarà un’indagine difficile per l’investigatore Peter Diamond, costretto ad affrontare paure profonde che riaffiorano dal suo passato. Tanto più difficile, quanto più bravo sarà l’assassino a recitare la sua parte.
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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo
gennaio 7th, 2014 at 09:56
Belle le copertine dei gialli di questo
mese.
gennaio 12th, 2014 at 21:08
salve.
chiedo agli intenditori se questo romanzo vale la pena di essere comprato. Non ho letto nessun commento e forse qualcosa vorrà dire.
grazie
gennaio 13th, 2014 at 17:03
Sicuramente il libro vale la pena di comprarlo.Io lo sto leggendo molto lentamente per assaporarlo meglio,come
bere dell’ottimo tea a piccoli sorsi
per gustarlo pienamente.Non per niente
la vicenda si svolge in Inghilterra.
gennaio 14th, 2014 at 14:06
Non è facile scrivere un buon libro giallo di 273 pagine senza correre il
rischio di annoiare il lettore,eppure
P.Lovesey riesce ,anche grazie all’ottima traduzione, a tenere alta la tensione sino all’ultima pagina.
A me piace il personaggio di P.Diamond per la sua metodica pazienza nel ricostruire i fatti.Libro consigliato.
gennaio 15th, 2014 at 18:48
grazie, sono ancora indeciso. Comprare 4 gialli al mese mi sembra troppo e non avrei il tempo di leggerli tutti.
gennaio 16th, 2014 at 10:29
qualcuno che ha preso una delle uscite di questo mese può anticiparmi cosa esce a febbraio? grazie!
gennaio 17th, 2014 at 18:40
Lovesey coniuga da consumato maestro le atmosfere del mystery inglese classico con quelle del police procedural moderno. Magari la sua ultima produzione non sara’ all’altezza di quella degli anni Novanta, ma a mio avviso vale sempre la pena leggerlo… Come di solito per gli autori che Boncompagni traduce in prima persona. (Mauro, ma quando si cimenta in una nuova versione dei classicissimi di Ellery Queen ancora non disponibili in integrale?)
gennaio 18th, 2014 at 19:48
Mariano, concordo totalmente con te sul giudizio circa Peter Lovesey, un autore di grande perizia e virtuosismo che, mi sembra, non è ancora apprezzato come dovrebbe, nonostante i suoi numerosi riconoscimenti. Il giallo classico non potrebbe trovarsi in mani migliori, al momento, e la figura di Peter Diamond mi sembra una delle più accattivanti sulla scena del poliziesco odierno.
L’idea di ritradurre gli Ellery Queen più vecchi è molto intrigante, e ti confesso che mi attira non poco, ma ovviamente bisognerà studiare bene il progetto.
Nel frattempo mi sto divertendo con un Freeman inedito, che spero possiate leggere entro quest’anno o all’inizio del prossimo.
gennaio 20th, 2014 at 15:01
Grazie, Mauro!
gennaio 21st, 2014 at 13:25
Lo sto leggendo e mi piace molto. C’è suspance e anche umorismo . Il personaggio più simpatico è Diamond. La scrittura è fluida ed elegante senza essere pedante.
Consiglio l’acquisto
gennaio 26th, 2014 at 22:20
Appena uscito sul mio blog, articolo critico su Il Signore dell’Enigma, di Peter Lovesey (Bloodhounds, 1996):
http://lamortesaleggere.myblog.it/2014/01/26/romanzo-spettacolare-peter-lovesey/
gennaio 27th, 2014 at 17:43
Ottimo il pezzo di Piero, a cui rimando. Con il consiglio di procurarsi assolutamente il romanzo, per chi non lo avesse letto.
gennaio 27th, 2014 at 18:08
Consiglio a tutti di leggere l’articolo
di Piero.Molto bello.
gennaio 28th, 2014 at 14:11
Grazie, Mauro. Un Freeman inedito è sempre un piacere, e se ti diverti nel tradurlo immagino che analogo piacere sarà per noi leggerlo… Quanto a Ellery Queen, speriamo di avere prima o poi buone notizie. Puntare sulla qualità di un Queen (in un mercato che, specie in libreria, rischia di essere inflazionato da autori ‘classici’ non di primissimo piano) credo possa essere un progetto editorialmente stimolante, non solo per le uscite in edicola. Vedremo.
gennaio 28th, 2014 at 22:35
Non so fino a che punto questa ipotesi della traduzione degli Ellery Queen non tradotti da Montanari, possa davvero realizzarsi: io ho forti dubbi in merito!
Già la crisi di un mercato librario e non solo, in fibrillazione; il fatto che solo per opera dello Spirito Santo il prezzo delle pubblicazioni poliziesche sia rimasto ancora fermo ad un prezzo che vorrei definire “politico”, quasi calmierato; il fatto da non sottovalutare assolutamente che per una nota vicenda la Mondadori abbia dovuto pagare una cifra considerevole; insomma..per tutto ciò e per altro…non mi sembra attuabile una ritraduzione di Ellery Queen datati (Dietro la porta chiusa, C’era una volta una vecchia, L’origine del male, Il paese del maleficio), tanto più che dei Dickson Carr che gridano vendetta, e che abbisognerebbero – questi davvero sì – di nuove traduzioni integrali (L’ultima carta, Il mostro del Plenilunio, anche Sfida per Bencolin), attendono dietro l’angolo da parecchio tempo. E a me piacerebbe vedere ritradotto anche Saper Morire (She Died a Lady) di Carter Dickson, un romanzo indimenticabile, in cui domina una melanconia insolita in Carr (provato dai bombardamenti su Londra, però).
Ma dubito che anche questo si possa fare. Mi sa che l’unica speranza è riposta nel buon Polillo, oramai, per le ritraduzioni.
Per il resto…ci pensa fortunatamente Mauro!
gennaio 29th, 2014 at 08:14
Pietro, se non mi sbaglio “una volta c’era una vecchia” e “Il paese del maleficio” sono stati ritradotti eccome, almeno io li ho letti nelle nuove, ottime versioni. E poi perché una ritraduzione di Saper Morire di Carr? c’è quella della Francavilla che a me sembra ottima e rende tutta la complessità e la malinconia del testo che tu giustamente sottolinei; le priorità carriane a mio avviso sono ben altre.
gennaio 30th, 2014 at 00:32
Hai ragione: non me ne sono mai accorto, ma quel volume della Francavilla lo possiedo compreso in un Omnibus dedicato a Carter Dickson, in cui ci sono anche: Fantasma in mare, Colpite al cuore e La casa di Goblin Wood.
Dei due Ellery Queen cui tu alludi (li ho visti in rete), ho quello di Cordelli, ma non quello della Vecchia in traduzione integrale del 2002. Pensavo si trattasse di una riproposizione della traduzione del 1979, ma pare non sia quaella a meno di sbagliarmi: pazzesco!!!
Anche i ricchi piangono. Sob!
Ricchi di libri, intendo. 😉
gennaio 31st, 2014 at 23:57
Beh, in questo periodo sto recuperando i Queen,i Christie e gli Stout usciti in quella che chiamo la Golden age dei classici del giallo (metà anni ottanta-metà anni novanta) dove tanti titoli furono presentati ritradotti(specie della Christie, tutto Poirot e Miss Marple in traduzioni nuove di zecca della Griffini, della Buccianti,di Oriella Bobba e Ombretta Giumelli, versioni che negli oscar si cominciano a vedere solo da ora, più di venti anni dopo!) e con le splendide copertine di Jacono. DI Queen furono sicuramente ritradotti da Montanari e Cordelli tutti i primi lavori,poi La casa della metamorfosi, il ciclo di Drury Lane e Il paese del maleficio. Credo che a tutt’oggi manchino ancora nuove traduzioni di Dieci incredibili giorni,il rovescio della medaglia, Il gatto dalle molte code e altri della produzione più tarda.
febbraio 10th, 2014 at 15:09
Ho letto la pagina di Piero e devo fargli i complimenti. La recensione sul” Signore dell’enigma ” è veramente ben fatta .
Saluto tutti!
Mario
maggio 26th, 2014 at 11:36
Giallo al tirar delle somme più che sufficiente, anche se le motivazioni che mi portano ad attribuire tale voto necessitano di qualche precisazione. La prima, e fondamentale, è che io sono un amante del giallo classico ad enigma, stile ‘Golden Age’, possibilmente con tanto fair play nell’esposizione degli indizi: ebbene, anche questo romanzo conferma che Lovesey si sta sempre più distanziando, nella serie di Diamond, dal cliché più tradizionale, per evolvere verso qualcosa che, pur mantenendone alcuni caratteri, è decisamente più moderno. Questo, per la stragrande maggioranza degli attuali appassionati della letteratura gialla, probabilmente è positivo; per me, invece, è vero esattamente il contrario: un appiattimento verso un genere che non dà quelle soddisfazioni che derivano solo da un determinato tipo di giallo, magari improbabile – ma “deliziosamente” improbabile – rispetto alla realtà “reale” (ripetizione ridondante assolutamente voluta), ma imperniato su un gioco ad incastro quasi enigmistico e sulle sensazioni derivanti da determinate ambientazioni che ritengo insostituibili nella scelta di un libro.
Ciò premesso, il libro è scritto bene, ha anche una discreta venatura umoristica e introspettiva (l’auto analisi di Diamond sulla sua fobia per i teatri) e, soprattutto, trattandosi di un mystery (anche qui il termine è voluto), una discreta serie di colpi di scena, in linea con il titolo, oltre al finale ad alta tensione emotiva. Purtroppo, però, manca di indizi (l’unico vero arriva poco prima della rivelazione del nome dell’omicida, per cui non mi sento nemmeno di considerarlo tale nella prospettiva di una sfida “alla pari” tra il lettore e il detective “cartaceo”). Così ci si ritrova (altro aspetto per me negativo) ad essere praticamente dei semplici spettatori del modo in cui Diamond giunge alla soluzione, coadiuvato dal CID. Anche perché la prospettiva narrativa (anche questa per me troppo moderna, visto che ritengo che vada considerato “moderno” anche un “semiclassico” come McBain) con la quale viene sviluppata l’intera narrazione, come in tutta la serie dedicata da Lovesey al detective di Bath, è proprio quella delle forze dell’ordine istituzionalmente incaricate delle indagini.