I classici de Il Giallo Mondadori 1331: Un posto rosso per morire
Travis McGee non accetta mai casi troppo facili. Mezzo investigatore e mezzo avventuriero, vive a bordo di una barca e non ama lavorare. Perciò, quando è costretto a farlo per mancanza di soldi, che almeno ne valga la pena. Questa volta il cliente è Mona Yeoman, moglie di un ricco uomo d’affari. La donna ha una relazione con un professore squattrinato, e vuole che Travis la aiuti a recuperare la sua dote dalle grinfie del marito per andarsene a fare la bella vita con l’amante. Un progetto senza grande avvenire, dato che le sparano mentre sta ancora parlando con lui. Il problema è che il suo cadavere poco dopo scompare, qualcuno l’ha vista imbarcarsi con un uomo su un volo per El Paso, e in più la polizia si mette in testa che McGee non la racconti giusta… Che ne dici, Travis, è un caso abbastanza complicato per te?
John D. MacDonald (1916-1986), americano, laureato a Harvard, si è dedicato molto presto alla narrativa di genere. Le sue storie, pubblicate sulle riviste pulp, spaziano dal poliziesco alla fantascienza e al western. Tra i giallisti più quotati negli anni Sessanta e Settanta, si è aggiudicato numerosi riconoscimenti, come il Grand Prix de Littérature Policière nel 1964 e il Grand Master Award nel 1972. Il suo personaggio più noto e originale, il detective Travis McGee, ha influenzato l’opera di molti scrittori.
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
settembre 4th, 2013 at 09:25
Conosco McDonald per tre o quattro romanzi. Di solito le sue trame sono scontate e la sua scrittura prolissa. Speriamo che questo sia migliore.
settembre 4th, 2013 at 13:06
Mah, io da amante del vecchio giallo classico sono piuttosto preoccupato; in questo senso la serie sta avendo un calo abbastanza preoccupante, visto che ormai da aprile i titoli proposti sono stati di livello medio- basso, lo speciale molto deludente e le uscite agostane di poco conto, Halter a parte. E anche in questo seettembre non si sorride di certo; un autore pulp abbastanza involuto come MacDOnald e un Thriller di Ballinger che non conosco ma non credo che sia un capolavoro; col giallo inedito si è toccato il fondo, con due uscite di qualità scarsissima (e quanti inediti della golden age da proporre ci sarebbero ancora…)
Io non capisco perchè la collana o pubblichi nei classici titoli già proposti nella medesima oppure libri di scarsa qualità…con tutte le splendide palmine che basterebbe rinfrescare! Mi ricordo tre anni fa, nel mese di settembre 2010, nella tanto criticata gestione precedente, uscirono nei classici “Il segreto di Tassart” di Wade e “Il pagliaio” della Disney; tornerà mai più un mese simile? o ci dovremo sorbire doppioni e pulp a tempo indeterminato? Pollice verso.
settembre 4th, 2013 at 15:03
Omar, Omar, va bene che, come diceva il nostro amato Carr, a una certa età (anche se non so quanti anni tu abbia) gli uomini si basano quasi esclusivamente sui loro pregiudizi, ma giudicare a priori le uscite di questo mese come robaccia pulp o involuta (credo senza averla letta) non mi pare una valutazione da lettore competente quale senza dubbio tu sei. Hai mai letto il romanzo di Ballinger? Non credo, da come ne parli. E’ una storia difficilmente classificabile, ma sicuramente dalla costruzione narrativa singolarissima, di grande virtuosismo. Quando il romanzo uscì in prima edizione, mi piace ricordarlo, strappò un applauso a un intellettuale della levatura di Umberto Eco. Altro che robaccia pulp, come sembri intendere tu. E John MacDonald, non dimentichiamolo, è uno dei maestri della storia del giallo, non solo per la sua serie imperniata su Travis McGee (che mancava da molti anni nelle edicole). E dai suoi romanzi sono stati tratti diversi film di successo. Non mi pare proprio poco.
Riguardo alle istampe dei Classici, il discorso (già fatto altrove) è semplice: bisogna rendere disponibile anche ai lettori più giovani i testi dei maestri, che saranno magari noti agli esperti, ma che nelle edicole sono ancora i più gettonati. Tutto qui.
Quanto alle Palmine, tranquillo, c’è già qualcosa in cantiere (e teniamo le dita incrociate per i diritti). Non intendiamo certo dimenticare il giallo classico (che, per quanto mi riguarda, amo svisceratamente), ma i gusti dei lettori sono tanti e la cosa più importante è pubblicare romanzi di buona qualità. Come, a giudizio di chi scrive, sono i due classici in edicola questo mese, a prescindere dalla loro appartenenza a un genere o all’altro.
settembre 4th, 2013 at 16:18
Anch’io sono un pò deluso dalle uscite di questo mese.
settembre 4th, 2013 at 20:28
Salve Mauro, hai ragione ad obiettare il mio discorso che riletto a mente fredda è un po troppo estremista, ma counque faccio notare che sul romanzo di Ballinger non mi sono assoutamente pronunciato, in quanto ho dichiarato di non conoscerlo; ho letto l’altro suo libro presente nella collana (edito molti anni fa) e non mi è piaciuto, come non mi sono piaciuti quelli di John MacDonald (ci sono due McDonald ben più meritevoli d ristampa, Ross e Philip); a dirla tutta entrambi gli autori del mese sono abbastanza di secondo piano nella storia del genere, e avrei trovato giusta la loro pubblicazone (che ci sta, coem ci stava Gault o Whittington) diluita in due mesi, affiancati a un giallo di stampo più classico; perchè vedi la mia protesta era sogsettiva, in quanto ho sottolineato di amare il giallo classico più degli altri generi, però secondo me mettere due pulp (parola che non intendevo in senso spregiativo; non c’è iente di denigratorio nel termine pulp, almeno per quanto mi riguarda,è solo per definire il sottogenere a cui credo appartegano i due volumi del mese) nello stesso mese è stata una scelta editoriale poco felice, come forse (non per me, ma per altri lettori) lo sarebbero due gialli della golden age in contemporanea; secondo me sarebbe giusto, in due titoli al mese, accontentare i puristi rompiscatole come il sottoscritto che in antitesi a Chandler amano il delitto in canonica anzichè nelle strade delle metropoli e anche chi preferisce le trame più d’azione del poliziesco americano. In ogni caso pieno rispetto per il lavoro tuo e di tutto lo staff del giallo Mondadori, la mia era solo una critica da consumatore ce ama tantissimo questa collana.
Per quanto riguarda i “Doppioni” hai ragione tu; io ho la collana completa e un titolo doppio mi indispone, ma editorialmente la vostra è una scelta giusta.
Ps ho 30 anni, non sono un vecchietto come quasi tutti quelli che bazzicano questo blog! scherzo,ovviamente.
settembre 4th, 2013 at 21:51
Caro Omar, la tua risposta è un capolavoro di civiltà epistolare e ti ringrazio per questo. Comprendo le tue ragioni, naturalmente, e vedrai che tra non molto qualche ottimo romanzo inedito dei grandi della Golden Age (tipo Anthony Berkeley e Ngaio Marsh) verrà recuperato, com’è giusto che sia (perché anch’io sono un grande appassionato del giallo classico).
Sull’importanza di Philip MacDonald ti do pienamente ragione. Avevamo deciso di pubblicare qualcosa di suo un paio d’anni fa, ma poi è saltato tutto per motivi contrattuali. Lo stesso dicasi per Connington. Comunque, non intendiamo demordere sul fronte del recupero di titoli veramente validi.
Hai trent’anni? Beato te. Quante ottime novità potrai ancora leggere! Un consiglio: vedo che John MacDonald non ti piace e rispetto i tuoi gusti (anche se questo è un romanzo della serie Travis McGee, che ha più di una venatura da puzzle classico), ma non perderti il Ballinger. E’ una storia di una assoluta originalità.
settembre 4th, 2013 at 23:21
Mah, se ho capito bene quello che ha detto Mauro (conoscendolo e conoscendo i suoi gusti, almeno una parte) la Palmina dovrebbe essere di un autore che manca da due-tre anni in edicola.
Dico bene, Mauro? Se ricordo bene, l’ultima uscita uscì tradotta da te o da tua moglie, non ricordo bene
settembre 4th, 2013 at 23:30
E se ho capito bene, quel giallo lo dovrei avere sia in versione Palmina, sia capolavoro del Giallo (ridotto).
Ma, casomai venisse rinfrescata, potrei decidere di riacquistarlo.
Mi ricordo qualla bella edizione che fu approntata anni fa per La Medaglia del Cellini di Ngaio Marsh.
Vabbè che di Palmine che meriterebbero una riedizione, e che si possono ancora leggere bene (fanno eccezione i Boca e qualcos’altro), ce ne sono diverse!
Penso per esempio a Il segreto del milionario, di Helen Reilly, rarissimo.
settembre 5th, 2013 at 08:49
Può darsi che tu ci abbia azzeccato, Piero. Ma non mi sbilancio per le solite questioni di cui sopra.
settembre 5th, 2013 at 09:46
Mauro, innanzitutto grazie per la risposta; tranquillo che il Ballinger non me lo perdo, anche perchè la collana dei classici la colleziono a prescindere, in quanto dal 2002 al 2011 ho vissuto la belissima avventura collezionistica di reperire in mercatini e bancarelle tutti gli arretrati, per cui non posso lasciare buchi nella collezione. In ogni caso ammetto che alcuni titli non li ho mai letti, ma vista la tua sponsorizzazione del Ballinger lo leggerò senz’altro, visto che quando ti esponi personalmente a favore di un titolo poi esso risulta effettivamente splendido.
Sulle palmine da recuperare beh, io avrei una lista chilometrica di titoli (di autori oggi dimenticati)che amerei visceralmente leggere, ma comunque trovo stranissimo che qualche titolo fondamentale non sia ancora stato riproposto; ad esempio “il segreto dell’album” della Rinehart, che ho letto da poco nell’edizione anni trenta fortunosamente recuperata,coi nomi italianizzati e una traduzione arcaicissima ma che mi ha comunque entusiasmato al punto che è quasi il mio preferito della grande autrice; per un titolo del genere rinfrescato farei salti di gioia. E anche i titoli citati da Piero sarebbero una goduria. in ogni caso, rassicurato su questo fronte, attendo fiducioso.
settembre 5th, 2013 at 11:24
Il MacDonald l’ho letto nella vecchia edizione Garzanti del 1965 (gialli numero 36) e non mi entusiasmò, ma non circolava da tempo quindi va bene la pubblicazione a mio modo di vedere (aveva una copertina che qualche anno fa mi colpì molto). Il Ballinger non ce l’ho, anche questo era un Garzanti di fine anni 50. Lo comprerò, viste le ottime recensioni. Sono più curioso, ma anche più scettico, riguardo l’esordio di Lenzi nel Giallo Mondadori; è stato uno dei grandi maestri del nostro cinema popolare oggi ingiustamente dimenticati, ma nella solidità e robustezza dell’impianto narrativo non è mai stato particolarmente incisivo. Non è mai mancato solitamente un certo autocompiacimento nella rappresentazione della violenza, che al cinema negli anni di piombo poteva essere di una ferocia efficace e catartica. In questo nuovo campo, lo aspetto al varco, anche se temo che un Giulio Sacchi letterario sia utopia.
settembre 5th, 2013 at 13:39
Non capisco perché definire, in tono
dispregiativo, John D.MacDonald come
scrittore pulp, quasi fosse una sua colpa.Basterebbe leggere un bel libro
(uscito all’inizio del 2000 nella collana degli Oscar) “American Pulp” per
comprendere l’importanza che gli scrittori pulpsters hanno avuto nella
variegata storia della letteratura gialla.A proposito i duri e puri del
romanzo giallo “classico” hanno gioito alla notizia che Hercule Poirot rivivrà grazie alla scrittrice
Sophie Hannah ?
settembre 5th, 2013 at 16:19
Ci ho azzeccato, ci ho azzeccato, lo so bene.
Conoscendo i tuoi gusti…
Certo che di quell’autore non esce molto.. Ogni due o tre anni… E non è un Halter…
Eppure è stato un grosso autore!
E forse il suo capolavoro, per certi versi, oggi, potrebbe dirsi anche un noir…
settembre 5th, 2013 at 16:28
Un amico mi aveva offerto un blocco di palmine, con sovracopertine, ad un certo prezzo. Oddio, a me le sovracopertine non interessano. Non sono un collezionista librario, sono un collezionista di gialli. I libri non mi interessano per l’esteriorità ma per il contenuto.
Il bello era che le vendeva in blocco. Che me ne sarei fatto di un blocco in cui forse uno solo mi interessava, e neanche tanto?
A me interessano i Pagotto, quelli sì! E qualche Capolavoro, visto che non escono più. C’è un Rufus King che attende di essere ristampato da non so quanti anni: Crime of Violence. Siccome non esce più, perchè dovrebbe essere reintegrato, l’ho messo in testa alle ricerche. Tanto a me non interessa leggere un libro nella traduzione italiana, che sia per forza integrale: basta che sia leggibile!
Se stai a eliminare tutti quelli che non sono integrali, non finisci più. E ti perdi una marea di titoli che varrebbe leggere comunque anche in versione non integrale.
I Casini per esempio proponevano romanzi in versioni non integrali. Ma..quali titoli sono usciti in quelle edizioni!
Persino dei Keeler.
settembre 5th, 2013 at 22:10
Poirot è morto in Curtain, ed è morto sacrificando il concetto stesso di detective, e sacrificando se stesso: è morto da eroe. Ed è morta chi l’aveva ucciso e sacrificato.
Nessuno avrà la forza di Agatha, nessuno avrà le cellule grigie di Poirot. Saranno solo degli apocrifi.
Chi scrive apocrifi, sa cosa voglia dire: significa avere successo, essere conosciuti, mettendosi una maschera che non è il proprio viso, sacrificando la propria identità.
Io lo so, giacchè ho scritto apocrifi.
settembre 6th, 2013 at 14:01
Non capisco perché tutta questa polemica su MacDonald e su chi scrive pulp in generale. A mio avviso non bisogna essere troppo legati ad una categoria (essendo già di per se il GIALLO -in tutte le sue forme-, una ben definita tipologia di romanzo)di romanzi e basta; ci sono autori della golden age che hanno scritto storie entusiasmanti, ed altri che ti fanno venire la nausea tanto sono prolisse, stereotipate ed impossibile le trame dei loro libri. Bisogna variare. Poi certo, i gusti sono gusti, e nessuno può sindacare su che tipo di letture preferisce Tizio e quali Caio. In ogni caso, capisco anche che per i lettori meno legati al classico, c’è la serie regolare… che propone già autori dello stile di MacDonald e nuove firme dell’hard-boiled e del noir.
settembre 6th, 2013 at 14:02
Già di per sé*, pardon.
settembre 6th, 2013 at 18:48
Vediamo di fare alcune precisazioni su
il romanzo di John MacDonald di questo mese.
Innanzitutto da alcuni anni non
veniva pubblicato un romanzo di questo autore, quindi mi sembra
giusto che ora abbia avuto
un po’ di spazio.
Il romanzo è del 1964,uno dei primi con
il personaggio di Travis McGee, personaggio metà detective e metà avventuriero.Premesso che è del 1964
e che oggi siamo martellati su tutti
canali televisivi da telefilm o film
gialli,può anche essere che la trama
sia un po’ scontata,ma allora dobbiamo anche dire che quello che
ci viene presentato oggi sugli schermi è anche il frutto di un saccheggio continuo di trame o situazioni di romanzi passati.
Certo gli altri 2 MacDonald meriterebbero più attenzione,però
anche questo MacDonald è degno di stare in mezzo a tanti altri autori
più o meno famosi.Per finire il romanzo è sconsigliato a tutti quelli
che credono che il “pulp” sia solo una pasta di legno utilizzata per un
certo tipo di pubblicazioni… scherzo ovviamente.
settembre 10th, 2013 at 15:39
John Macdonald delinea contorni, coglie le sfumature, scende dentro ai personaggi, tira fuori critiche alla società (soprattutto alla scuola). Insomma non mi pare scrittore da poco anche se io preferisco Ross MacDonald.
Per gli amici che vogliono salutarmi qui http://theblogaroundthecorner.it/2013/09/letture-al-gabinetto-di-fabio-lotti-settembre-2/.
gennaio 1st, 2015 at 19:06
ho letto a distanza di mesi dalla sua pubblicazione il tanto discusso macdonald…francamente è molto gradevole