Savage calibro 300 (1325)
Per Sidney Kramer gli affari vanno decisamente bene. Ex galeotto, dopo la scarcerazione continua a occuparsi di estorsioni e ricatti. Sarà per questo che cammina disinvolto per le strade, indossando abiti eleganti e sentendosi un dominatore. Finché una sera viene affiancato da un’auto e un micidiale Savage calibro 300 gli spara in faccia, riducendogliela a brandelli. Fine della storia, per il troppo disinvolto Sid. A questo punto è materia per l’87° Distretto. Steve Carella e compagnia indagano tra le vittime dei suoi ricatti: a qualcuno dev’essere passata la voglia di pagare e subire in silenzio, e ha chiuso il conto una volta per tutte. C’è la moglie di un politico, una donna dai trascorsi un po’ movimentati. C’è un ricco industriale con qualche segreto non proprio edificante. Ma il problema è: appartiene davvero a uno di loro il dito che ha premuto il grilletto di quell’arma devastante?
Ed McBain (1926-2005), scrittore americano, è stato insignito del Diamond Dagger, il più alto riconoscimento conferito dalla British Crime Writers Association. Ha anche ricevuto l’ambito Grand Master Award dei Mystery Writers of America. I suoi romanzi hanno venduto oltre cento milioni di copie, dal primo, Il seme della violenza (1954), firmato con il suo vero nome, Evan Hunter, fino ai romanzi delle serie più famose, quelle dell’avvocato Matthew Hope e dell’87° Distretto.
All’interno, il racconto “Delitto a Mompracem” di Liudmila Gospodinoff.
EBOOK NON DISPONIBILE
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
maggio 31st, 2013 at 17:50
Finalmente.Aspettavo la ristampa di
questo romanzo da tempo.
Uno dei pochi dell’87° Distretto che
non ho letto.
Da prendere a scatola chiusa.
Speriamo in un prossimo Matthew Hope.
giugno 2nd, 2013 at 15:47
Un bellissimo romanzo, che ricordo davvero con piacere. E in appendice la brava Luidmila, insomma, un volume da non perdere.
giugno 9th, 2013 at 21:21
Ho smesso di leggere i raccontini finali da tempo in quanto, salvo rare eccezioni, non li trovo all’altezza; ma quando ho visto il titolo del racconto di questo numero, da appassionato salgariano, ho deciso di comperare il volume anche se possiedo già l’edizione del 1968.
Sarà anche un’occasione per rileggere un McBain che a suo tempo mi era piaciuto molto.
giugno 10th, 2013 at 11:17
Romanzo onesto della serie. Sicuramente da prendere.
Leggo sempre i commenti del direttore Costanzo. Alle volte mi piacciono. In queste 2 pagine c’è una svista sul personaggio di Sciascia citato, anzichè il capitano Bellodi è stato scritto Collodi. La cosa mi ha strappato un bel sorriso, poi certamente non accosterei il grande Sciascia a Camilleri, bravo autore ma senza lo spessore e l’impegno del conterraneo.
giugno 10th, 2013 at 15:40
Marius, questo racconto in particolare ti farà di certo ricredere: quello della Gospodinoff è un racconto eccezionale. L’atmosfera malese è quella del Sandokan che tutti conosciamo, i personaggi sono solidi, credibili, e l’intrigo è congegnato benissimo.
Spendo due parole in difesa di noi “esordienti rampanti” inseriti in coda ai Gialli: non tutti i racconti possono piacere alla totalità dei lettori, ma la qualità media a parer mio adesso è alta. Basta prendere in mano la raccolta “Giallo 24″, i racconti davvero meritevoli sono proprio tanti.
giugno 10th, 2013 at 23:49
“L’imbrattatele di Pietrasanta” non era male…
giugno 11th, 2013 at 08:27
Di McBain inutile parlare, lo conosciamo tutti. Ma chi ama Salgari (e chi non lo ama?) troverà delizioso questo omaggio al grande scrittore e alla sua saga malese…
giugno 13th, 2013 at 14:05
McBain è inarrivabile, ma il racconto di Liudmila Gospodinoff pubblicato in coda al romanzo ha un fascino particolare. E’ stato come un salto indietro nel tempo, quando trascorrevo splendide sere ammaliato dai protagonisti della serie tv di Sandokan. Questo racconto però è un’altra cosa, vive di vita propria. Una storia impeccabile, un piccolo capolavoro. Tanto che lo stesso Salgari ne sarebbe stato orgoglioso!
giugno 13th, 2013 at 20:27
Davvero vivace e intrigante il racconto della Gospodinoff, bravissima a far rivivere i colori e le atmosfere salgariane!
giugno 13th, 2013 at 20:59
Condivido la pubblicazione di classici nella “stanza principale” e delle sperimentazioni in quella “degli ospiti”. L’accoppiata di questo mese mi piace. Mi incuriosisce poi l’idea dell’apocrifo. Una volta tanto non holmesiano…..
giugno 14th, 2013 at 17:34
Pienamente d’accordo sul acconto di Ljudmila Gospodinoff. Atmosfera pienamente rispettata, ma storia fresca e originali, con personaggi credibilissimi e, in filigrana, una conoscenza di tradizioni e costumi. L’ho letto con un sorriso sempre più grande, sempre più grande, sempre più…
giugno 16th, 2013 at 02:57
Ottimo il classico di Ed McBain… peró quello che mi ha deliziosamente sorpreso e divertito da matti é il piccolo apogrifo salgariano!!
giugno 17th, 2013 at 12:12
Ehi, per una volta vedo più entusiasmo intorno al racconto di appendice che all’autore del romanzo. Il che mi incuriosisce parecchio. Andrò a prendere il libro, che avevo trascurato perché MacBain non è esattamente nelle mie corde, e proverò a leggere questo racconto. Complimenti comunque per il lavoro che la redazione dei Gialli sta facendo per dare un minimo di risalto anche ai tanto bistrattati (spesso ingiustamente) autori italiani di gialli. Chissà, forse continuando a proporre buoni racconti d’appendice i lettori cominceranno a capire che forse si può dare un po’ più di fiducia ai nostri autori. Io lo farò adesso, leggendo questo apocrifo salgariano di cui si parla così bene.
giugno 20th, 2013 at 16:04
Il fatto è che nel passato se n’è data troppa, con i risultati che si son poi visti: “in medio stat virtus”.