Hannibal Lecter : Le origini del male (3000)
Lituania, 1944. Non c’è scampo al furore della svastica, nemmeno nel castello della nobile famiglia Lecter. Unico superstite dello sterminio è il giovanissimo Hannibal.Così, forze oscure prendono forma nella mente del bambino rimasto solo in un mondo impazzito, perduto in un tetro orfanotrofio, chiuso in un mutismo da shock. Forze oscure di vendetta, forse di follia. Spetterà all’affascinante Lady Murasaki, anni dopo, affrontare gli enigmi di quello che è diventato un giovane genio della medicina che ora vive con lei a Parigi. Ma spetterà solamente a Hannibal Lecter affrontare le radici più profonde dell’incubo che lo sta trasformando in un implacabile assassino. Colui che il mondo finirà per conoscere come “il Cannibale”. Dal grande maestro del thriller, l’inizio della saga del male assoluto.
All’interno, per celebrare il traguardo del numero 3000, l’elenco completo, in ordine d’autore, di tutti i romanzi pubblicati nel Giallo Mondadori.
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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo
marzo 1st, 2010 at 15:08
Il numero 1000 fu ”Nella fine è il mio principio”, di Agatha Christie. Il 2000 ”Dentro la notte”, un incompiuto di Cornell Woolrich completato da Lawrence Block. Non mi sembra che la scelta di un libro di Thomas Harris sia rappresentativa della gloriosa storia del Giallo. Non si tratta di un inedito, ma di un libro già edito in hardcover e credo negli Oscar; non si tratta del miglior romanzo di Harris, e credo che nessuno possa definire Harris un ”grande” scrittore di mystery, tale da meritare la vetrina di un numero storico del Giallo come il 3000.
E’ evidente che nella scelta ha pesato il ‘nuovo corso’ editoriale di Altieri. Forse pero’, per accontentare anche la corrente degli amanti del mystery, sarebbe stato bello inserire nello stesso volume anche una chicca per giallofili, tipo la bozza incompiuta inedita dell’ultimo romanzo di Ellery Queen, ‘The tragedy of errors’. Oppure si poteva scegliere un autore moderno, di quelli che piacciono ad Altieri, ma di spessore diverso rispetto al buon Harris. In ogni caso, che ci piaccia o no questo numero 3000 è l’indicazione di una cesura netta con il passato, forse troppo netta per una collana che continua ad essere seguita e acquistata dagli appassionati del giallo classico.
marzo 1st, 2010 at 15:38
Sono d’accordo Mariano; oltretutto è uno di quei libri di cui, anche se non letti, “si sa già tutto”.
Forse ci voleva un po’ più di coraggio, peccato!
Luca
marzo 1st, 2010 at 15:49
Speriamo che ‘The tragedy of errors’ venga tradotta e pubblicata in seguito.
Concordo per il numero 3000: è stato scelto un libro brutto e, come ha detto Giuseppina in un altro blog, inutile.
marzo 1st, 2010 at 15:57
Il numero 2000 è uscito nel maggio o giugno del 1987. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Secondo me il problema è che non ci troviamo di fronte ad un grande libro. Come il 3000 avrebbe meritato. Tanto valeva ristampare Il silenzio degli innocenti.
marzo 1st, 2010 at 17:11
Come se per festeggiare i 100 anni del cinema, anzichè pubblicare un’ edizione restaurata di “Quarto potere” o “Il settimo sigillo” ne avessero pubblicata una di “Quel gran pezzo dell’ Ubalda tutta nuda e tutta calda”
marzo 1st, 2010 at 17:30
Il paragone mi sembra un pò ingeneroso ma rende l’idea.
marzo 1st, 2010 at 19:31
Pensate un po’, io da lettore appassionato di Hard Boiled e narratore ‘Segretissimo'(eheheh…) ma non solo, ho gradito questo libro già sin dalla sua prima edizione. E non trovo che riproporlo per il numero 3000 sia poi così sbagliato o fuori tema. Certo, non è il più famoso romanzo di Harris(e magari qualcuno non ce l’ha e questa è l’occasione per assicurarselo a un prezzo più che contenuto…) ma, presenta qualche elemento di novità rispetto agli abituali racconti sui serial killer che, da Red Dragon(anzi I delitti della terza luna) in avanti hanno anche sin troppo affollato le collane di gialli e thriller privando il lettore di colpevoli da scoprire ma anche di eroi( per quanto ‘neri’) con cui identificarsi standosene comodi in poltrona. Diciamolo sinceramente, Lecter è un po’ come Dracula, affascinante perchè nella sua ferocia ha qualcosa di algido, superiore che ci permette una salutare catarsi identificativa senza sentirsi come..Bocca di Fata di Red Dragon. Era giusto dargli un passato. E tanto più diventa interessante quanto il trauma scatenante si fonde con la storia, non è una banale violenza subita da bambino( espediente sin troppo usato) ma un episodio selvaggio oltre ogni limite in un contesto, quello della guerra, ancor più feroce. Il giovane Lecter( che, ammettiamolo, un po’ alle volte diventa Hannibal-Fantomas o addirittura Hannibal-Bond) cerca vendetta. E non fa sconti a nessuno. Moderno…Montecristo? forse. Una storia che pur rientrando in un filone molto praticato e amato in questi anni, aggiunge qualcosa di più, un’atmosfera, una cupa disperazione che sono appunto l’origine del Male.
marzo 1st, 2010 at 19:59
Convengo totalmente con Stefano Di Marino. Il suo intervento, lucido, preciso, articolato è una disamina UTILE a chi consulta il blog in cerca di suggerimenti e/o pareri sui romanzi in edicola questo mese.
Vorrei che prendeste tutti esempio da questo tipo di intervento. La critica, è sacrosanta, ma non può essere sterile e immotivata come nei commenti sovrastanti. Questo atteggiamento minatorio e francamente “ambiguo” nei confronti delle pubblicazioni del Giallo Mondadori non è gradito.
Prego quindi tutti i lettori di contribuire alle discussioni ma con atteggiamento propositivo sia che esso vada a favore del romanzo sia che esso ne vada a discapito. Il rispetto prima di tutto.
Buon proseguimento di serata.
marzo 1st, 2010 at 20:01
Stefano, tutto giusto quel che dici. L’unico – ma non piccolo – problema è che si tratta di un romanzo mal riuscito, non certo all’altezza del Delitto della Terza Luna o del Silenzio degli Innocenti (e già Hannibal era stato un mezzo fiasco, a mio modesto avviso…).
marzo 1st, 2010 at 20:42
Mi scusi sig. Geraci, un conto è la mancanza di motivazioni esplicite ad un commento ( che per sua natura, essendo su di un blog, si presta ad essere breve – non abbiamo tutti il tempo di rimanere molto di fronte ad un computer)ed un conto è la mancanza di rispetto. Qui si va a finire sul personale. Io non ho offeso nessuno. Tra l’altro, non mi sembra di avere espresso concetti molto diversi, anche nei toni, da ciò che ha scritto Luca Conti.
Gianni Tedeschi
marzo 1st, 2010 at 20:57
@ Luca in effetti i primi due romanzi che citi forse sono i migliori di Harris(che scrisse anche una famosa spy story…). Ora, non vorrei addentrarmi in questioni di conti economici di cui non so e non capisco molto, però forse era difficile averli per l’edizione da edicola. O magari si è considerato che fossero già troppo noti. Non so… però concordo con te che Hannibal non era un romanzo convincente. un’opera forse sin troppo pensata e lavorata,cambiata in corso di lavorazione, alla fine quasi sopra le righe nel finale. Questo Le origini del male pur nella sua maggior semplicità mi ha intrigato di più….
marzo 1st, 2010 at 21:53
Egregio Sig. Tedeschi, non mi riferivo di certo a Lei quanto piuttosto ad altri commenti di tono ben diverso.
Buona serata.
marzo 1st, 2010 at 21:58
Non conosco questo romanzo ma il “Silenzio degli innocenti” e, sopratutto, “Il delitto della terza luna” erano straordinari. Quindi Harris è uno che sa scrivere e costruire- a volte- ottimi romanzi. A volte perchè, sì, “Hannibal” non era all’altezza degli altri. Quindi questa uscita è un ottima occasione che non mi farò sfuggire. Quindi… saluti a tutti.
marzo 1st, 2010 at 22:16
@Dario Geraci.
Mi scusi allora per l’incomprensione. Buona serata anche a Lei.
marzo 1st, 2010 at 23:42
@Stefano…un po’ che non ci sentiamo ma non ho scordato ‘Metal detector’ e il suo seguito…credo che ‘Le origini del male’ ti piacerà, quantomeno per completare il quadro della vicenda. Prima ho citato un spy di Harris ..ora ricordo il titolo ‘Black Sunday’riproposto qualche anno fa anche nei Miti…in fondo anche quella era un’originalissima storia di un serial killer…mescolata con un altro genere. W la commistione dei generi…
marzo 2nd, 2010 at 00:41
Mi trovo in perfetta sintonia con Luca.
marzo 2nd, 2010 at 11:30
Tra l’altro questo romanzo è, a tutt’oggi, regolarmente disponibile a 6 euro nella collana “I Miti” (l’ho visto anche pochi minuti fa in edicola). Non credo che un euro e ottanta facciano poi tutta ‘sta gran differenza: chi lo voleva comprare l’ha probabilmente già fatto prima della ristampa nel Giallo.
E si badi bene, io non ho niente in contrario al fatto che “Le origini del male” appaia nel GM: ritengo solo che l’appuntamento del numero 3000 andasse celebrato con qualcosa di più significativo (perfino dello stesso Harris, se con lui si voleva restare), anche se non necessariamente inedito.
marzo 2nd, 2010 at 11:33
Si Luca però diciamo che è comunque una buona occasione per avere facilmente e ad un prezzo contenuto un romanzo comunque interessante.
Ricordiamo che tantissimi giovani, purtroppo, non frequentano abitualmente le librerie e magari nel tragitto da casa a scuola o recandosi in edicola per comprare qualche fumetto, potrebbero essere affascinati da una cover di sicuro impatto e da un titolo che non lascia nulla alla fantasia. Insomma, allarghiamo la discussione considerando tutte le variabili in gioco.
marzo 2nd, 2010 at 12:28
Oddio!
Ci sono 5 commenti sopra a quello del ‘professionista’, che se non ho capito male dovrebbe essere il commento ‘modello’ per questo blog, secondo i canoni di Dario. Dei suddetti cinque commenti non è quello di GianniT quello ‘sterile’, ‘immotivato’, ‘minatorio’ e ‘ambiguo': ne rimangono quattro e tra quelli ce n’è pure uno mio.
Caro Dario, cito dal suo intervento:
Sono davvero sorpreso dai termini da lei utilizzati! Atteggiamento minatorio? Ma mi spiega dove per cortesia?
Ciò mi induce a concludere che se il nostro giudizio relativo al libro è positivo, siamo ben graditi, altrimenti meglio tacere.
Se il libro è brutto, mica è colpa nostra!
Mi sembra che il blog, come del resto l’intero universo ‘Giallo Mondadori’, stia prendendo una brutta piega.
Se vuole cancellare il post, mi risponda almeno via email, che può pure pubblicare (henrymerrivale@alice.it), la prego.
Se si leva pure il diritto di critica, allora tanto vale chiudere il blog, o almeno, da parte mia, non parteciparvi più.
Cordiali Saluti
Luca Marino
P.S. Mi creda: conosco tanti giovanissimi, e hanno molti più soldi in tasca di quanti ne avevamo noi alla loro età negli anni ’70-’80, e di certo in edicola vanno per ricaricare i loro cellulari e non per comprarci libri, purtroppo!
marzo 2nd, 2010 at 12:49
Dario, questo è ovvio, non sono i 4 euro 20 che ti cambiano la vita (ma neanche i 6…) e può darsi che molta gente acquisti il romanzo anche per semplice curiosità. Comunque, faci caso, l’illustrazione di copertina è rimasta quella dei Miti…
La mia perplessità, come ho cercato di spiegare, non verte tanto sulla presenza di questo romanzo nel GM (dove può stare benissimo, visto che Harris è comunque un autore di rilievo), ma sulla scelta di questo romanzo per festeggiare una ricorrenza storica come quella del numero 3000: che, è evidente, non capita tutti i giorni.
Per dire: si poteva sfruttare l’occasione per far ritradurre, che so, “Dalia Nera” di Ellroy (la cui traduzione italiana ha ormai 23 anni e mostra un po’ la corda); oppure, se si voleva festeggiare con un classico, ristampare “Il mostro del plenilunio”, il primo romanzo di John Dickson Carr che aspetta da ben ottant’anni una traduzione finalmente integrale.
Insomma, celebrare il numero 3000 con la ristampa di un titolo interessante quanto vuoi, un libro scritto da un autore importante ma che è indiscutibilmente di secondo piano all’interno della sua stessa produzione (e non lo dico soltanto io, opinione che vale quel che vale, ma l’intera critica internazionale) e, soprattutto, già facilmente reperibile in tutte le salse mi fa pensare che forse, per una volta, la Casa Editrice avrebbe potuto investire su qualcosa di più.
Questo, ovvio, è solo un modesto e personale dissenso, sempre e comunque nel pieno rispetto della professionalità di chi lavora al GM.
marzo 2nd, 2010 at 13:19
@Luca Conti
Che magnifica idea, sarebbe stata “Il mostro del plenilunio”, un romanzo massacrato dai tagli nella traduzione.
Recentemente ho letto la versione originale e ne viene fuori un romanzo superbo, forse un tantino gotico, ma godibilissimo.
marzo 2nd, 2010 at 13:20
Oltretutto la versione italiana de “Il Mostro del Plenilunio” aveva pure un marchiano errore nella piantina!
marzo 2nd, 2010 at 15:15
Io rimpiango i tempi in cui il GM pubblicava autori del calibro di Parker, Kaminsky, La Rendell, Waiwright,Malet, Pentecost…Oppure gli “apocrifi” di Ellery Queen, o, più recentemente, il giallo “storico”: Linscott, Halter,Lake.Adesso siamo a Hannibal e Dexter. Essendo stato meno minatorio e più propositivo cambierà qualcosa nella linea editoriale della collana? Temo di no.
marzo 2nd, 2010 at 15:21
Harding, pardon: Halter non scrive gialli storici; bravissimo anche lui, comunque
marzo 2nd, 2010 at 15:29
Non c’è bisogno di essere pessimisti. Il Giallo Mondadori di 30 anni fa non era uguale a quello di 20 anni fa, di 10 anni fa, di 5 anni fa. Tutto si evolve, anche i gusti del pubblico che vanno considerati nella loro totalità. Come ripeto spesso, i lettori del Giallo Mondadori non sono pochi e non tutti (mi sembra evidente) commentano le usciti mensili. C’è chi è scontento e chi invece apprezza una certa linea editoriale. Facciamo, da sempre, il possibile per andare incontro alle esigenze del pubblico e così continueremo a fare. Ci vorrebbe solo, e lo dico con estrema cordialità, meno “presunzione” da un certo tipo di pubblico nel pensare che ciò che piace a 50 possa piacere a 50.000
Chi ha orecchie per intendere.
marzo 2nd, 2010 at 16:15
Sarei proprio curioso di conoscere i dati di vendita: questa mattina nella mia edicola, non secondaria, ho visto che c’erano ancora 9 volumi.
“Sono arrivati i nuovi!” ho pensato… e invece no! Erano tutti quelli di febbraio: ne arrivano 3 copie per titolo, lascio a voi i calcoli.
Il fatto è che anche mio zio e un paio di ‘vecchi’ amici la pensano allo stesso modo e hanno ridotto gli acquisti a 3-4 titoli l’anno, dove qualche anno fa erano 10-12.
Le mie sono pure constatazioni, non è “presunzione”.
Luca
marzo 2nd, 2010 at 18:38
Ma perché tenere aperto uno spazio blog se le opinioni contrarie a quelle della linea editoriale vengono bollate come ‘presunzione’? Se i dati di vendita sono confortanti, gentile Geraci, si vada avanti cosi’… Ma non credo che le esigenze di mercato non debbano tenere conto di un pubblico che bene o male ha rappresentato il core-business del Giallo per decine d’anni.
Ciò detto, mi riconosco in pieno nell’opinione di Luca Conti: non si discute Harris nel Giallo, ma ‘quel’ titolo per il numero 3000. Specie mentre nei Classici si continuano a ristampare titoli mutilati, e specie tenendo conto che l’altro titolo di questo mese è l’ineffabile Dexter…
marzo 2nd, 2010 at 19:42
Una scelta ridicola e inutile. Non solo perchè questo romanzo è già edito e riedito, ma soprattutto perchè è bruttissimo. Thomas Harris era stato ottimo solo nei primi due del ciclo (Red dragon e Il silenzio) mentre gli altri due (Hannibal e questo Le origini) sono pessimi.
Insomma: con gli innumerevoli libri gialli non ancora pubblicati in Italia (anche di autori prestigiosi) o con i tantissimi testi dimenticati da decenni, bisognava proprio festeggiare il numero 3000 con questa roba?
marzo 2nd, 2010 at 22:14
@il professionista. Il piacere di salutarti, Stefano, è tutto mio. Black Sunday ha forse ispirato anche un film, un gran bel film, della fine degli anni settanta? Credo recitasse Robert Shaw. Un attentanto durante la finale del Super Bowl; un dirigibile carico di esplosivo. Storia adrenalinica, molto anni settanta, appunto. Insomma, se è così, è una conferma che Harris ci sa fare. Spero di averne la conferma dopo aver letto questo “Alle origine del male”.
marzo 3rd, 2010 at 10:36
un saluto a Stefano e anche a Dario che sta svolgendo un lavoro ottimo.
il mio intervento a proposito di questo libro e della sua collocazione è motivato dal mio gusto e dalla mia esperienza. E non tutti possono essere d’accordo. Dialogare con Luca, però, è sempre un piacere perchè esprime le sue opinioni e conoscenze sempre in maniera corretta ed educata. Cosa che non è da tutti.
Buona girnata.
A proposito neanche nella mia fornitissima edicola ci sono i Gialli nuovi ma si sa che i tascabili non escono mai tutti nello stesso giorno. questo mese prima sono usciti i Segretissimi, oggi Epix e Urania probabilmente domani il Giallo e il Classici… meno male altrimenti avrei dovuto cacciare i soldi fuori tutti in una volta. E come è un prolbema per me, può esserlo anche per altri lettori più giovani… quindi scaglionare nel corso della settimana le uscite non mi sembra sbagliato ….meditare…
marzo 3rd, 2010 at 16:29
Azzardo qualcosa di indicibile, insomma un’idea non fattibile e indecente. So che non era possibile, ma io avrei preferito celebrare il numero 3000 di questa collana ‘epica’, con qualcosa che ha segnato la storia del thriller/giallo mondiale, tipo “Il collezionista di ossa”, oppure “Il Poeta” di Michael Connelly, oppure sì, perchè no, anche “Il silenzio degli innocenti” andava bene.
Ma concordo con chi afferma che, benchè l’idea di dare un’origine ad hannibal the cannibal fosse sacrosanta, è discutibile il romanzo di Harris. Primo: come dice giustamente Morandini, Harris è un narratore, non uno scrittore. Insomma, un intrattenitore di platee: lo dimostra che è uno degli autori meno prolifici della storia.
Due: il suo gioiello, checché se ne dica, resta “il silenzio degli innocenti”. vi ricordo che è un romanzo che avrebbe, secondo molti, CREATO un genere prima inesistente, ossia lo psycothriller. Forse non lo avrà creato, ma gli avrà dato forma compiuta ed evoluzione psicologica.
“Le origini del male”, in fin dei conti, non è un granché. Però bisogna anche vedere le possibilità dell’edicola: dubito che il GM possa accaparrarsi un’edizione a 4,20 euro dei titoli sopra citati, oppure che ne so, un IO UCCIDO di Faletti, ecc ecc.
marzo 4th, 2010 at 09:17
Ragazzi questa della distribuzione è una grossa grana che andrebbe risolta assolutamente. Spero che per voi sia una priorità, per i lettori lo è assolutamente! Qui giù in provincia di Bari, da quando un distributore locale è fallito (Barletta) e la sua distribuzione è stata rilevata da un operatore di Bari anche grosso, la situazione è penosa diciamocelo. Hai voglia tu a migliorare e a promuovere il giallo ma se poi i libri non sono distribuiti…
Io vado a Trani (12 km) a prendere gli speciali e Epix, non so…non sono in un paesotto di 1000 abitanti, siamo almeno in 120.000!
Nell’ultimo periodo ho anche fatto il volenteroso, andando in un paio di edicole per ordinare con largo anticipo le uscite in modo da trovarle tutte assieme e a entrambi hanno mandato solo Segretissimo e Urania, senza tutto il resto. Poi vai a Bari e vedi le edicole stracolme. Distrubuzioni esemplari non ne esistono ma un pò di equilibrio lo si dovrebbe favorire… Io spero che qualcuno legga e faccia qualcosa perchè, per quanto appassionato, può uno farsi km e km per poi trovare (o meno) una copia una, magari anche sfracellata?
A tal proposito anche il servizio abbonamenti è un pò, mi si permetta, ottocentesco, con gli arretrati che costano il triplo di copertina (ma perchè poi??) e magari ti arrivano anche massacrati perche trattai di resi…
Sono aspetti che ormai vale la pena di migliorare. Anche quella è interattività col pubblico che vi segue fedelmente leggendo le pubblicazioni e dando suggerimenti.
Per diversi motivi non sono disponibile agli abbonamenti. Mi piace scegliermi i volumi in edicola. Buon Lavoro!
marzo 4th, 2010 at 16:17
Beccato! Ora finisco “Lullaby” della Baraldola e poi vi annoierò un pò con i miei commenti e qualche spunto su Jonathan che ha dieci mesi e nel girello fila via come Alonso…
marzo 6th, 2010 at 10:34
scusi geraci, ma quali ambiguità. la scelta del romanzo per il numero 3000 è pessima, è un’opinione, ma chiara.
marzo 6th, 2010 at 12:06
Terminato “Lullaby” (bel libro), eccomi a voi più vivo e pimpante che pria. Insomma più vivo, si fa per dire, che ormai la tomba mi aspetta a braccia aperte ma la voglia di restare ancora un pò c’è. E dunque Jonathan, ormai la mascotte di questo blog, dieci mesi e undici chili, che ti guarda e ti fissa come un piccolo ometto, poi allunga la mano per strapparti gli occhiali ed è una fatica tremenda per distoglierlo dall’impresa. Allora lo metto nel girello, mi nascondo dietro una poltrona ed eccolo che arriva di gran carriera con le sue gambine grassocce che zampettano sul pavimento quasi sempre di traverso come un granchio. Appena faccio “Bu!” sorride e incomincia a trillare come una trottola, mette la retromarcia e scappa via sicuro ormai che lo inseguo.
Veniamo al libro che altrimenti è Dario che insegue me. Siamo in Lituania nel 1944 con Hannibal Lecter di otto anni insieme alla famiglia e alla sorellina Mischa. Arrivano i tedeschi ed è la disperazione, tutti uccisi con la sorellina che fa una fine atroce e orribile. Incominciano i ricordi, gli incubi, le scosse dell’inconscio. Poi arriva l’orfanatrofio e lo zio Robert, sposato con la giapponese Lady Musaraki, che lo accoglie in famiglia. Il ragazzo non parla, si chiude in un sofferto mutismo…
Un bell’inizio, prosa concreta, ricca di particolari esterni ma anche capace di penetrare gli aspetti psicologici più profondi.
marzo 7th, 2010 at 12:18
Continuata la lettura all’aereoporto di Ampugnano. Cielo terso e sole, eppure un vento freddo che ti pizzicava il naso (l’ho lungo), l’omino zoppicante della prima guerra mondiale alle prese con un paio di vecchioni, ex soldati dell’esercito napoleonico. Salvo.
Morte dello zio Robert e via a Parigi che non ci si sta male. Ma l’ispettore popil non dà tregua. Hannibal frequenta il liceo e si mette a disegnare uccelli in stile giapponese che va tanto di moda. E qui arriva una storia di quadri rubati e di un signorone che deve avere avuto a che fare con la sorellina. Mi sa che Hannibal si incavoli di brutto…
marzo 7th, 2010 at 17:46
La guerra che imperversa nella prima parte è resa in modo magistrale: uno scannatoio di corpi, ma soprattutto di anime.
Citazioni letterarie, spruzzi di humour nero. Scrittura permeata da eleganza formale ma algida ( come la cultura giapponese dispensata dalla “zia”). Intreccio “denso”.
Manca, a mio avviso, e non ne comprendo il motivo, quella tensione che ti aspetteresti dalla genesi di Hanniball , il più affascinante genio del male apparso in letteratura ( a mio avviso, reso in modo superbo nel cinemma dal primo interprete nel “Man hunter- Delitto della terza luna”- chi era quell’attore?)
Forse la domanda giusta sarebbe: è stato sottratto qualcosa al mito di Hanniball? Il suo fascino perverso è incrinato? Probabilmente, sì.
Ma, comunque, a mio avviso, questo è un grande romanzo; costruito e scritto in modo impeccabile.
marzo 9th, 2010 at 12:37
@ stefano pigozzi: L’attore che interpreta Hannibal Lecter in ‘Manhunter’ (1986) è Brian Cox
marzo 9th, 2010 at 13:14
Terminato di leggere (più sinceramente di rileggere). L’ultima parte più movimentata con gli immancabili colpi di scena. Bello, ma sono d’accordo con Pigozzi, un pò ha perso…
marzo 23rd, 2010 at 12:10
Non so per quanto durerà questo post, visto che ormai Dario potrebbe essere soprannominato “il cinese”, vista la facilità con cui cancella gli interventi, che ormai languono…
Certo mi piacerebbe che venissero fugati i miei dubbi, ma temo non avverrà.
Il fatto: abito in uno strategico paese di provincia, a 40 km dal capoluogo di provincia, e vi sono 2 edicole principali. Ebbene: oggi, 23 marzo, nella prima si trovano ancora 9 copie di Gialli/Classici su 10 arrivate (2×2 gialli, 2×3 classici); nella seconda ne arrivano sempre 10, e ve ne rimangono ancora 9 (l’unico acquisto è stato il mio, “Omicidio di Gala”).
Ecco l’ennesima conferma dell’insuccesso di questa linea editoriale, sebbene da come parla Dario sembra che io e tutti gli amanti del poliziesco classico siamo ormai ‘animali in via di estinzione’, da non tenere in considerazione nelle strategie di vendite, a favore di titoli che destano, non solo in me, molte perplessità sulle logiche di selezione.
La scelta di Hannibal come n. 3000, le cui copie sono ancora tutte esposte, contrariamente alle speranze di Dario: i ragazzi continuano a comprare ricariche telefoniche, ahimè!
La mia non è una critica fine a se stessa, ripeto, ma una grande preoccupazione, un grido disperato, una concreta paura che questa incuria sfoci in decisioni aziendali che non vorrei neanche mi passassero per la testa, visto l’affetto che mi lega alla collana!
Spero di sbagliarmi.
Luca