Posizione di tiro – Febbraio 2010 – Barbara Baraldi: “Bambole pericolose”
A cura di Dario pm Geraci
Autrice ormai di spicco del nuovo thriller italiano, Barbara Baraldi con questo “Bambole pericolose” ci porta negli oscuri meandri di una Bologna mai così violenta e spettrale.
DG: Allora Barbara, pronta ai nostri cinque colpi a bruciapelo?
BB: Per citare John Carpenter: sono nata pronta. A parte gli scherzi, grazie Dario, è un onore per me essere ospite sul blog del Giallo.
DG: Se ti guardi alle spalle, come pensi si sia evoluto il tuo stile?
BB: Ho sempre cercato di adattare il mio stile alla storia da raccontare. Ne “La collezionista di sogni infranti” la vicenda parte da una riflessione sul mondo virtuale e i pericoli della rete. In questo caso ho optato per uno stile secco, con frasi brevi e incisive che ricordino l’immediatezza della chat. Seguendo questo ragionamento ho scelto di non suddividere i capitoli e il lettore si trova catapultato dalla mente di Marina a quella di Amelia, le due protagoniste, come in un gioco di specchi. Per “Bambole pericolose” ho cercato uno stile più descrittivo. C’è una Bologna gotica, notturna, combattimenti clandestini come ancestrali riti di sangue. Ci sono magia nera, tradimenti, vendetta e sentimenti primigeni come l’amore e l’odio. La vicenda è descritta in terza persona con alcuni stacchi in prima, come se una telecamera immaginaria offrisse, di tanto in tanto, il punto di vista di uno dei protagonisti.
DG: Come identifichi il tuo pubblico? Tracciaci l’identikit del tuo lettore medio.
BB: Dalle mail che ricevo non ho un lettore tipo. Ci sono ragazzine, magari attratte dallo stile a volte onirico, che si trovano vicine alla sensibilità delle mie eroine più giovani; ci sono appassionati di cinema che si divertono a scovare le citazioni che nascondo tra le righe. Una volta una mamma mi ha detto che avrebbe fatto leggere le vicende di Amelia a sua figlia, per farle aprire gli occhi sui pericoli del mondo virtuale. Con “Bambole pericolose” ho ricevuto varie mail da parte di cultori delle arti marziali. Mi ha fatto molto piacere.
DG: Sappiamo che il mestiere dello scrittore richiede, oltrechè molta passione e dedizione, anche una grossa parte di ricerca La famosa “fase spugna” dei luoghi e dei personaggi. Ci racconteresti le fasi della lavorazione di un tuo romanzo?
BB: Sono molto scrupolosa nel lavoro di ricerca prima della stesura di un romanzo. Con “Bambole pericolose”, per esempio, mi sono documentata a lungo sulle tecniche di combattimento. Ho una passione per le arti marziali, ma avevo bisogno di approfondire l’argomento. Ho frequentato per settimane un corso di Kick boxe e ho assistito agli incontri dei Nazionali di Thai Boxe, una grandissima emozione! Ho parlato con esperti e istruttori. E poi lo ammetto, gioco da anni a Tekken J. Dopo essermi documentata ho preparato una scaletta generale, e poi via con la stesura. Successivamente c’è il lavoro di revisione, che è sempre il più duro. Perché, come ha detto qualcuno prima di me: “Scrivere vuole dire riscrivere”.
DG: Abbiamo in comune una smodata passione per il cinema, di genere soprattutto. La definiresti una passione fine a sè stessa o trovi sia funzionale alla lavorazione di un romanzo/racconto?
BB: Sicuramente questa passione ha contagiato il mio stile. Quando scrivo procedo a visioni, quasi come un film mi passasse davanti. Hanno definito la mia scrittura cinematografica: è quello che cerco di ottenere.
DG: Domanda “cult” della nostra rubrica: Se dovessi scegliere un regista a cui far trasporre un tuo romanzo al cinema, quale sceglieresti tra le tue opere e quale fra i registi (solo quelli in attività altrimenti, conoscendoti, sarebbe fin troppo facile pescare tra i nostri artigiani degli ’60/’70).
BB: Niente anni 60/70, ok. Rimango in Italia e scelgo i Manetti Bros. Ho apprezzato il loro metodo di lavoro direttamente sul set de L’Ispettore Coliandro. Soprattutto, lavorano con passione e professionalità. Forse, per cominciare, sceglierei proprio “La bambola dagli occhi di cristallo”: una Bologna oscura, insidiosa, e un ritmo sincopato.
Grazie Barbara e tienici sempre aggiornati sui tuoi progetti. I lettori del Giallo Mondadori ti seguono sempre con estrema attenzione…ah! sappi che si tratta di un avvertimento!
BB: Non manchero’
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febbraio 10th, 2010 at 16:52
Ho finto di leggere il libro di Barbara ed ecco il commento che uscirà su T.M. e S.M. Lo inserisco per eventuali commenti.
Bambole pericolose
Una Bologna da brivido…
Bambole pericolose di Barbara Baraldi, Mondadori 2010.
Nella mia rubrica “Preso nella rete” di “Thriller Magazine”, per quanto riguarda l’autrice di questo volume avevo scritto ”Mica male la signorina bianco-latte-in-nero Barbara Baraldi che mette un tremolio addosso solo a vederla. Se arriva qualcosa di suo nelle librerie di Siena sicuro che me la pappo. Ma prima mi faccio il segno della croce”.
Il libro è arrivato nelle librerie di Siena insieme con quello di Patricia Wentworth (vedete un po’ che accoppiamento), l’ho preso, mi sono fatto il segno della croce e ho iniziato la lettura. E subito mi sono trovato davanti ad un tentativo di stupro sventato dall’arrivo dell’”angelo salvatore”, ai personaggi di Mia ed Eva colpiti da un dolore che si portano ancora dentro, alle scazzottate per una bella ragazza, all’incontro con la droga.
Niente male come movimento e niente male come ventaglio di personaggi femminili. Eva, dicevo, quello principale, la bambola dagli occhi di cristallo, che lavora per una agenzia pubblicitaria, violentata da piccola ha iniziato ad uccidere per “purificare” il mondo. Combatte nella kick boxing allenata da Franco, la gatta Miew a farle compagnia; la diciassettenne Mia lavora presso il bar di Abdul, infastidita da un tizio che la segue sempre, in perenne ricordo della sorella Marta ed in conflitto con la madre; Lisa, sua occasionale compagna, aperta, spigliata, disinibita; Silvia, insicura e infelice vuole a tutti i costi assomigliare ad Eva; Thabir, androgina, intrigante e seducente; Melanine, rabbiosa e crudele, pronta a sfidare Eva in combattimenti senza regola.
E poi la setta misteriosa della Stirpe Blu, i suoi rituali, le sue dissolutezze, il sesso come voglia e come mezzo di potere e sottomissione. Un miscuglio di rabbia, dicevo, e di fragilità, insieme al fascino della lussuria e del godimento dei sensi la ricerca vana dell’affetto, dell’amore, di un sorriso, di una carezza. La rozzezza degli uomini, ma c’è pure Franco che ama, e la infinita varietà delle donne. E nel mezzo Eva a tessere i rapporti, a consigliare, aiutare, combattere, colpire e amare. Nella sua Bologna così bella, perfida e oscura.
Tempo presente, in terza ed in prima persona, capitoletti brevi, scrittura veloce, ora intima e voluttuosa, ora cruda e realistica, ora evocativa e suggestiva, un ricordo, un rimpianto, un impasto di personale mischiato con il senso della vita e le relative domande. Sempre sul filo del rasoio per non cadere nel barocco, nell’enfasi picchiettante dello stucchevole che questo è il pericolo maggiore.
Finale concitato, movimento, lotta, morte, il colpo a sorpresa e relativa spiegazione come nel più classico dei gialli (così e così).
Chiude il libro Schegge di cristallo sempre di Barbara Baraldi. Ancora Eva in azione contro un tentativo di stupro e nel bel mezzo di una guerra tra Berkoff e…ma sì proprio lui, Chance Renard, il Professionista, come un affettuoso omaggio a Stefano Di Marino.
febbraio 10th, 2010 at 17:03
Avevo assistito l’anno scorso a un incontro pubblico in cui assieme alla Baraldi c’erano Altieri, Genna, Sarasso e Fogli. Allora l’autrice mi era sembrata un pò intimidita e fragile, invece la ritrovo in questa intervista in cui emerge molto più gagliarda e decisa. Brava!
febbraio 10th, 2010 at 17:28
Mi scuso per un refuso. “Melanine” sta per Melanie (ha fatto tutto il computer).
febbraio 10th, 2010 at 17:37
Ultimo chiarimento. La frase (così e così) tra parentesi è riferita solo al fatto della spiegazione finale che non mi soddisfa del tutto. Nel complesso mi pare un buon libro anche se non rientra nelle mie corde di lettore.
febbraio 10th, 2010 at 17:50
Bella intervista, mitica Barbara
Ho avuto finalmente il piacere di conoscerla pure di persona e sono felice per i riconoscimenti che sta ottenendo.
Che giocasse a “Tekken” proprio non me l’aspettavo
Fantastica.
febbraio 10th, 2010 at 20:40
Interessante intervista a un’interessante autrice.
febbraio 10th, 2010 at 22:22
Avevo inserito qui la recensione perché in precedenta era chiuso lo spazio dedicato al libro di Barbara. Ora che ho effettuato il “trasferimento” Dario può anche togliere il mio contributo.
febbraio 11th, 2010 at 10:11
anche io la rivelazione su Tekken non me l’aspettavo. Gioco che non pratico più dai tempi della pS1 ma che mi appassionò moltissimo.Domanda forse scioccherella ma di rito. trai tanti personaggi femminili di quel gioco chi preferivi?
Io, per mia natura, adoravo Rungo…
febbraio 11th, 2010 at 18:57
Grazie a tutti per gli interventi. Come ho detto nell’intervista per me è un onore apparire sulla serie regolare del Giallo con un romanzo, e su questo blog con l’intervista.
Se qualcuno ha qualche domanda o curiosità, sarò ben felice di rispondere
Ho letto con piacere la recensione di Fabio e ne approfitto anche per ringraziarlo per l’interesse dimostrato per il mio lavoro.
E riguardo alla domanda del Professionista… Nina Williams, naturalmente!
febbraio 11th, 2010 at 19:25
Provengo dal sacro fuoco del giallo classico ma la mia scalpitante curiosità mi ha sempre portato, sia da studente che da insegnante, anche verso territori via via più lontani dai miei gusti abituali. Ora che la tomba mi attende a braccia aperte mi arrischio a seguire le vaie Eve tra combattimenti disperati, sacrifici umani, corse e salti dappertutto. Ad essere sincero alla fine della lettura mi è venuto il fiatone e sono rimasto un po’ con gli occhi a lemure. Ma ne è valsa la pena. Lascio le domande agli altri amici del blog che se inizio poi non la smetto più.
febbraio 11th, 2010 at 20:15
@Fabio: magari! Che gli altri fanno i timidi
febbraio 11th, 2010 at 21:52
La prima domanda è se sei la solita scrittrice tutta tette e culo che altrimenti arriva Giuseppina, mi fa due berci e sbatte la porta. E dunque mi devo preparare all’evento. Una domanda che mi incuriosisce è se hai fatto delle ricerche su qualche setta in particolare e se a Bologna c’è qualcosa di simile, sia riguardo alle sette che ai tipi di combattimento da te descritti.
febbraio 11th, 2010 at 22:26
Porc…mi stava per sfuggire la domanda più importante! Nel tuo libro, precisamente a pag.88, citi gli scacchi, sia ricordando la famosa partita tra il protagonista e la Morte in “L’ultimo sigillo”, sia come “ottimo metodo per aumentare autocontrollo ed elasticità mentale”.
Ergo, giochi a scacchi o in qualche modo li conosci? Dopo avere letto qualche mio intervento ti sembrano avere proprio quelle qualità che credi? Grazie.
febbraio 11th, 2010 at 22:44
Complimenti Barbara!
Ben congegnato il “salto” dalla terza alla prima persona; straniante ed intrigante.
E che donne… ma esistono davvero creature così?
Ottimo lavoro. Ciao.
febbraio 12th, 2010 at 00:13
@Fabio: sto riflettendo sulla tipologia di scrittrice tutta tette e culo… fino a oggi non ne ho ancora conosciuta una!
Scherzi a parte, rispondo molto volentieri alle tue domande
Bologna ha una tradizione esoterica che ha radici antiche e profonde. Ho rielaborato i fatti di cronaca di qualche anno fa insieme ad alcune interviste. I dark rave del romanzo sono ispirati alla realtà, in particolare a una tipologia di feste dark-goth che ha preso piede negli ultimi anni in città. La procedura di “invito” è reale e riprende quella dei rave illegali. I combattimenti sono ispirati a ciò che realmente avviene nei giri underground (soprattutto quello milanese), e che normalmente sono assolutamente slegati da qualunque tipo di esoterismo.
Per quanto riguarda gli scacchi sono una pessima giocatrice, ma sono una fan della disciplina che sta dietro alla scacchiera. Da piccola ho visto Il settimo sigillo e ne sono rimasta folgorata!
@Stefano: Ti ringrazio! Donne così esistono, si nascondono dietro l’apparente normalità di tutti i giorni
febbraio 12th, 2010 at 00:37
Un ringraziamento particolare per l’erotico che spunta fuori da tutte le parti. Forse è la volta buona che ce la faccio.
Buonanotte!
febbraio 12th, 2010 at 09:21
Non avevo dubbi relativamente a Nina Williams di Tekken!!!!
Mamma mia che donna con gli attributi
febbraio 12th, 2010 at 10:47
Gentile signora Baraldi vorrei raccontarle un fattarello capitato ieri mattina in metropolitana ( a Roma). Avevo appena iniziato a leggere “Bambole pericolose” quando mio figlio, liceale attualmente alle prese con Catullo a assai poco disposto alla lettura dei romanzi, guardando la prima di copertina mi sussurra “Ma che è ‘sta robba, sadomaso ?”.
“Secondo te tuo papà legge libri sadomaso? Questo è un giallo figliolo, te l’hanno insegnanto a scuola che cos’è un giallo? Comunque, se vuoi, quando l’ho finito te lo presto.”.
“Se lo leggo tutto me lo fai il motorino?”
“Ripensandoci, credo sia vietato ai minori”
Le risparmio il suo commento finale.
Venendo al libro, sono al capitolo 5. Decisamente un mondo nuovo per me. Mi incuriosisce molto. Le farò sapere.
Gianni Tedeschi
febbraio 12th, 2010 at 10:49
Un’altra domanda alla Baraldola (storpiamento toscano affettuoso). Mentre per le donne hai offerto un ampio ventaglio di proposte, per gli uomini ti sei limitata, se non ricordo male, al dolce innamorato e al cazzone prepotente e disgustoso. O che ci vedi solo così?…:)
febbraio 12th, 2010 at 12:56
@Gianni: in effetti, è un libro che non fa sconti. Le tematiche sono forti e ispirate alla realtà, su cui ho steso una patina fantasiosa. Sarà retorica, ma basta guardare un giorno a caso il telegiornale. Non mi sono censurata in nessun modo, e ci tengo a precisare che nella letteratura come al cinema, non amo né la violenza né il sesso gratuito. Anche le scene più forti hanno la loro motivazione psicologica. A volte i genitori, e noi adulti in generale, non pensiamo quanto i ragazzini sappiano essere più scafati di noi! Ovviamente, non dico che “Bambole” sia una lettura per ragazzi. Però il dittico di Amelia, che parla di orrori quotidiani e ha causato notti insonni a persone adulte, è diventato un piccolo cult tra i giovanissimi per la poesia “oscura” che contiene.
@Fabio: be’, il libro si intitola appunto “Bambole pericolose” perché è il mondo femminile al centro della narrazione. Credo che Franco, però, non si limiti a recitare la parte dell’innamorato. E’ un uomo con dei sentimenti e non ha paura di dimostrarli. Nonostante le batoste della vita, continua a credere nei suoi ideali. E’ un vero e proprio guerriero, ma senza la verità in tasca o i superpoteri. Mefisto? Se ci pensi non è solo un bastardo: è una persona molto intelligente e di grande cultura, che usa il suo carisma per i suoi scopi. Tra i comprimari, Abdul secondo me è puramente positivo, mentre Tommaso incarna un po’ il figlio di papà senza carattere, ma che in fondo ha una coscienza.
febbraio 12th, 2010 at 13:14
Ultima domanda leggermente diversa dalle solite. Vorrei sapere se sei d’accordo con me circa l’anno sabbatico per tutti gli scrittori, sottoscritto compreso. Via penne e computer per un anno, appunto, e tutti a lavorare nei campi, a togliere i rifiuti dalle strade o a tirare le seghe ai piccioni mentre volano. Per ora nessuno mi ha rispoto pensando che sia una delle mie solite bischerate. Spero in un tuo appoggio.
febbraio 12th, 2010 at 15:17
Fabio, mi trovi d’accordo: credo che il lavoro manuale nutra lo spirito, oltre che il corpo, e sia un eccezionale antidoto allo stress 😉
Inoltre, sono nata in campagna e amo prendermi cura del mio piccolo orto in terrazzo!
febbraio 12th, 2010 at 18:53
Grande Barbara, complimenti davvero per questa tua ultima fatica e… forza donne!! :))
febbraio 13th, 2010 at 16:08
Stamattina ho finalmente trovato il tempo per finire di leggere questo libro, che non è certo passato inosservato nel blog del GM.
Premessa: Bambole Pericolose mi è piaciuto molto, anche più del suo predecessore la Bambola dagli occhi di cristallo (IGMP n.9).
Lo stile della Baraldi si è arricchito, è ancora più visionario e sicuramente più sicuro di sé.
Frasi brevi, brevissime si alternano a periodi più articolati. Parole scelte con cura, acuminate come schegge di cristallo che trafiggono il cuore del lettore. Se in precedenza l’autrice aveva eccelso nel racconto e nel romanzo breve, qui si cimenta in un romanzo bello corposo (oltre 300pp.) e dimostra di sapersela cavare più che bene nell’intrecciare fra loro i vari fili narrativi, con un’alternanza di voci narranti in terza o in prima persona e di punti di vista differenti e una scansione in brevi capitoletti che non danno mai la possibilità al lettore di annoiarsi.
Un esempio da manuale di scrittura moderna, cinematografica, ipercinetica, a volte straniante nel suo delirio allucinato.
Nel testo sono disseminate per chi le sa trovare numerose citazioni cinematografiche (vedi Machete e musicali. Mi ha fatto piacere trovare citata anche una delle mie canzoni preferite, Nuotando nell’aria dei Marlene Kuntz.
Chicca finale (molto goduriosa per i fan del Professionista) il racconto crossover con l’incontro tra Eva e Chance.
Con questo romanzo, B.B. si conferma scrittrice cult nel nostro panorama letterario. Spero che altre sue opere troveranno spazio nel Giallo Mondadori. E che continui a raccontarci le avventure di Eva, questa eroina così sui-generis, affascinante e perturbante, che la sua penna ha saputo creare.
febbraio 13th, 2010 at 17:21
e chissa che il Professionista prima o poi non ricapiti per Bologna… in effetti questi team up sono molto divertenti…
febbraio 14th, 2010 at 10:37
Allora Barbara sei iscritta al “Comitato dell’anno sabbatico in difesa delle palle italiane”. Ora butto giù il programma che spedirò a vari siti e blog. Sarà dura ma spero di farcela almeno per il 2012.
Spero di avere l’appoggio di altri frequentatori del blog.
febbraio 14th, 2010 at 11:11
Ho cancellato l’ultimo commento che avrebbe portato i successivi fuori tema. Fabio Lotti certamente capirà.
Buon proseguimento.
febbraio 14th, 2010 at 13:21
Ho dovuto cancellare nuovamente il Suo intervento Fabio.
La prego di attenersi al tema della discussione, certe “uscite” sul blog UFFICIALE della Mondadori sono del tutto inaccettabili.
Certo della Sua comprensione.
febbraio 14th, 2010 at 15:15
D’accordo, chiedo venia. Continuerò comunque la mia lotta con tutti i mezzi per raggiungero l’obiettivo prefissato, anche perché credo che non abbia altro modo per farmi ricordare.
febbraio 14th, 2010 at 18:09
@ bene Dario meno OT ci sono meglioè per tutti.
@Barbara…Nina Williams..immaginavo…. E il fattore esoterico e simbolico? Mi piace l’accostamento che ne esce dal tuo romanzo. Come ti è nata questa idea originale?
Ah dimenticavo, sono un fan di Thabir
febbraio 15th, 2010 at 10:31
Ho appena inserito un commento al libro nell’apposito thread. Volevo chiedere alla signora Baraldi se e in che misura, tra le varie contaminazioni che si incontrano nel libro, il mondo dei fumetti sia presente in quest’opera. Eva, come ho scritto nel commento, mi ha ricordato le eroine Marvel.
Gianni Tedeschi
febbraio 15th, 2010 at 11:55
@Fabio: non mi posso iscrivere prima di leggere il manifesto programmatico! Se si devono fare le cose, meglio farle bene 😉
E come dice Dario, torniamo in topic.
@Prof: Il fattore simbolico torna in tutte le mie opere. Sono affascinata dalla simbologia, da quella legata ai popoli e alle religioni, a quella legata al mondo degli animali, eccetera. Mi piace inserire elementi simbolici nei miei romanzi e in questo caso mi pareva che l’elemento esoterico aggiungesse profondità alla narrazione.
@Gianni: Apprezzo l’accostamento al fumetto! Per me Eva è un po’ così, a metà strada tra le eroine di Abel Ferrara e il mondo supereroistico dei comics. La immagino muoversi in un’ambientazione un po’ alla Sin city…
febbraio 15th, 2010 at 12:54
@Barbara: a questo punto ci aspettiamo la resa dei conti tra Eva e Thabir…
Personalmente, Thabir me la sono immaginata come Patricia Velásquez nei film della Mummia (vedi per es., http://4.bp.blogspot.com/_A7wB2gcr8lA/Re5oCcrOm3I/AAAAAAAAAM4/V-dFDdTQJ7g/s400/mummy1085b.jpg).
febbraio 15th, 2010 at 13:35
Valentino, direi che è perfetta!
febbraio 15th, 2010 at 14:17
P.S. Eva invece me la immagino somigliante alla Elizabeth che ha posato per la copertina dell’IGMP…
febbraio 16th, 2010 at 10:27
Eli infesta sempre i nostri sogni..anche per me Eva è lei
marzo 5th, 2010 at 10:08
Ciao Barbara,
la tua costante presenza sul blog mi ha stimolato a scegliere, dovendo stilare un budget personale tra il tanto ed eccellente materiale GialloMondadori e il poco tempo a disposizione, alla lettura del tuo bellissimo lavoro.
Anticipandoti solo quindi i complimenti definitivi, sono stato incuriosito da una cosa che ti vorrei chiedere: quali considerazioni ti hanno spinto a scrive utilizzando il tempo presente?
Grazie e buon lavoro!
Vincenzo Cipriani
marzo 9th, 2010 at 09:33
Ciao Vincenzo! Rispondo con molto piacere alla tua domanda. Prendila come opinione strettamente personale, ma credo che il tempo presente dia la possibilità di raccontare la storia in modo più “viscerale”, spingendo a una maggiore immedesimazione. Lo considero un modo più immediato e che offre la possibilità di una “presa diretta” sulle azioni. L’ho fatto anche per rendere maggiormente la dinamica cinematografica, come un film che stai vedendo in questo momento, senza il filtro offerto dal tempo passato. E’ vero che il presente non incoraggia lunghi salti temporali, ma in questo senso la trama non ne aveva bisogno, svolgendosi nell’arco del tempo di una lunazione.
Grazie e a presto!
marzo 9th, 2010 at 11:24
Ciao Barbara,
una bella avventura immergersi fra le tue pagine. Un romanzo che non fa sconti e non deve farne parlando di certe tematiche. Un’evoluzione di scrittura dai tuoi precedenti e la capacità di alzare e abbassare la tensione del racconto fra scene di violenza, suspance e introspezione delle protagoniste. Ottima gestione dei personaggi che non sono quasi mai quello che sembrano!