Torna Fabio Lotti,..tutti sotto coperta.., col Giallo!
Il sesso nel romanzo poliziesco
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Un titolo bombolone per attirare l’attenzione dei lettori. Una specie di specchietto per le allodole. Una presa in giro. Una fregatura. Chi pensa che da vecchietti si diventi più buoni si sbaglia di grosso. Da vecchietti, come il sottoscritto, si diventa più cattivi. O meglio, non proprio più cattivi ma diciamo più…più dispettosi. Ecco la parola giusta. Ci si diverte a fare quelle cose che in passato non si facevano per una specie di innato pudore o per paura di passare male. Il famoso giudizio della gente. Del quale, del giudizio della gente voglio dire, ad un certo punto della vita ce ne importa il classico fico secco. Con l’assillo della nera signora dalla lunga falce che ci corre ostinatamente appresso il rossore della vergogna sparisce per lasciare il posto alla classica faccia mattonata. E così il lettore clicca su questo pezzo e viene fregato. Perché figuriamoci se io voglio scrivere una vera storia del sesso nel romanzo poliziesco, che manco saprei buttar giù la mia di storie dove il sesso te lo potrei spiattellare in quattro e quattr’otto. E figuriamoci un’artra vorta se vi voglio parla’ di tutte le segretarie, darche ledi, femmesse fatalesse, gnoccolone che sculettavano nell’arde boile ameri’ano in quell’uffici porverosi che a’ i’ solo pensiero mi fanno veni’ l’asma. Tanto pe’ dinne una. Ma un ci penso nemmeno (staggese). Anche perché poi ci sarebbe il solito critico tutto per benino e precisino a farmi le bucce. Qui hai lasciato questo, qua sei stato superficiale…e insomma avete capito.
Allora mi limito a qualche spunto tratto da esempi più o meno recenti e chi mi vuol bene mi segua. Il sesso nel giallo (inteso nel senso più ampio) c’è sempre stato. Magari represso in certi momenti della storia così come lo era nella società mascherato da sorrisi, rossori, sguardi languidi, strofinamenti, occhiatine, moine, carezzine e tutto in ine con il pacco e la borsetta che strizzavano dalla voglia di incontrarsi. E poi esploso in altri momenti (o addirittura in quello stesso momento) senza tante moine e occhiatine ma così di brutto, al naturale con il pacco e la borsetta a giocare insieme dalla mattina alla sera. E con il sesso alcol, fumo, droga che sennò un ci si diverte. Fino al sesso estremo in cui ci può scappare anche il morto e allora sai che risate. Sesso come voglia naturale, come passatempo, come conoscenza dell’altro, come potere, come vendetta, come mezzo per fare carriera, come…e metteteci pure quello che vi pare. Lasciamo da parte il passato e vediamo un po’ come se la cava il sesso ai giorni nostri senza farci tanta filosofia sopra ma andando direttamente al sodo. Anzi al duro. Va bene, battutaccia da taverna che serve tuttavia a togliere subito di torno qualche lettore di bocca delicata.
Riprendo un pezzo già scritto e lo rendo più corposo con le ultime novità togliendo però di mezzo tutte le citazioni (una trentina che appesantirebbero il testo). Trattasi soprattutto di una visita al sesso nel mondo femminile. Visto da uomini e donne. Rara avis la piedipiatti freddina, quella che per un motivo o l’altro non vuole saperne del maschietto o maschiaccio che le gira intorno e che prende pure a pesci in faccia. Per tutto il romanzo non aspetti altro che si sciolga con qualcuno ma non c’è niente da fare. Anzi qualcosa ci sarebbe da fare. Darle una sberla. Perché proprio alla fine del libro… Ma leggiamolo direttamente “Charles sentiva il suo respiro sulla pelle, i suoi capelli che lo sfioravano e un profumo di fiori esotici che non crescevano a New York. Gli era sempre più vicina e lui annegò nel verde dei suoi occhi, sempre più grandi. Lei posò le labbra sulle sue, dolcemente, scatenando in lui una paralizzante corrente elettrica che gli inondò il corpo di un caldo sfarfallio. E lui la baciò”. E lei cosa fa? Lo saluta e se ne va lasciando il povero Charles come un allocco. Credo che sia un trucco intelligente delle autrici (pochissime) per mantenere viva l’attenzione verso la protagonista in un mondo (quello del giallo in generale) dove se non stai attento te la sbattono pure in faccia.
Poi c’è quella che la tira per le lunghe e ti fa soffrire per tutte le tre o quattrocento pagine (anche cinquecento). Sfogliando la margherita: la do o non la do, sì la do, no non la do, vedremo se la do (detta proprio terra terra). Uno stress per il lettore peggio di quello provocatogli dall’intera vicenda di morti ammazzati spinto istintivamente ad urlare “Ma perché non gliela dai brutta schifosa!” Alla fine o non la dà o la dà che la dà che la dà. Tramortendo il povero masculo di turno che si ritrova pesto e sanguinante peggio di un incontro di boxe. Esagero? Ecco come ci si mette d’impegno la nostra eroina “Quando sentì che tentava di divincolarsi sotto di lei, mormorando qualcosa che poteva sembrare la parola “preservativo”, lo tenne fermo scuotendo la testa e si chinò su di lui bisbigliando che voleva averlo tutto dentro di lei, tutto e ancora di più, di più”. Poi aspetta che sia di nuovo pronto e gli bisbiglia ancora una volta all’orecchio di volerlo fare ogni dieci minuti (mi immagino la faccia sbiancata del compagno di giochi). Oppure un’altra tipa eccitata che se non resiste non resiste. Rischiando il grottesco “Poi non ce la fece più. Prima spogliò frettolosamente il suo corpo pallido e ossuto, poi si strappò quasi di dosso i vestiti, con tanto affanno che per poco non inciampò nei calzoni”. Per il suo partner non c’è scampo “Crudeli e sconsiderate furono le posizioni in cui lo costrinse”. Ho provato per lui un sentimento misto di invidia e di pena. C’è anche chi, non solo se la fa con l’amante ma ci riprova anche con il marito (dopo avere visto una film porno, pensate un po’). Però gli piace di più il primo, e se capita anche in macchina pazienza (non si può aver tutto nella vita).
Qui gli autori, eccetto il primo esempio, sono uomini ma non scherzano nemmeno le donne. Qualche volta inframmezzato al sesso ci infilano magari la parola amore o il classico ti voglio bene tanto per renderlo più sentimentale, ma più spesso danno libero sfogo alle loro creature per le quali il Kamasutra è una favoletta per bambini. Capita che tradiscano pure senza farla tanto lunga (o che sarà mai). “Vuoi scoparmi?” chiede tranquillamente un commissario (donna) di polizia di Catania ad un collega giovane e carino. Però dietro a questo gesto c’è quasi sempre una storia di dolori e violenze da parte del marito o del compagno per cui al posto del tradimento ci starebbe meglio una martellata in testa. Come, per portare un altro esempio, sul capoccione di un cretino che tratta male la solita commissaria (solita nel senso che anche questa riveste lo stesso grado). La prima volta per una discussione la spinge contro il muro e le urla in faccia; la seconda dopo avere fatto l’amore “l’afferra per le spalle, la chiama puttana, zoccola, bagascia”; poi le sberle. Lei non lo tradisce ma, semplicemente, lo lascia (io sarei per la martellata). E a proposito di tradimenti ecco che cosa ne pensava un personaggio degli anni cinquanta “Ma tu, Juliet, sorellina cara, non devi prendere troppo sul serio la scoperta di queste trasgressioni mascoline. Si verificano negli ambienti migliori, e non sono affatto catastrofiche come tu immagini. Devi imparare la tolleranza, o non sarai mai una brava mogliettina”. La tolleranza? Prova a dirlo oggi fratellino furbettino di Julet…
Ritorniamo a bomba. Se non la dà è perché è proprio sfigata e cacata (volgarissimo ma rende bene il concetto) da tutti. E allora può cavarsela anche da sola. Però non bisogna buttarsi giù perché se non è la donna-poliziotto a fare esercizi sessuali lungo tutto il romanzo c’è sempre qualcuna che ne fa le veci. Con ottimo profitto se sforna diversi amplessi così forti da far sembrare al suo uomo “di avere fatto l’amore con un pitone” (miezzeca!).
Poi c’è quella che te la dà (ormai il registro è questo e dovete farvene una ragione) sin dall’inizio ed ha la faccia spiccicata per questo lavoro. Ce n’è una, per esempio, che se si fissa su un masculo non la scampa e scopa come un grillo (e il grillo ringrazia). Infine abbiamo la tizia che la dà subito ma poi ci ripensa e non la vuole più dare. Con altro inevitabile stress per il lettore che almeno per quanto riguarda il sesso vorrebbe che tutto filasse liscio come l’olio.
A volte l’amplesso rappresenta il culmine di una vendetta. Si arriva perfino a spiare il proprio maschietto nella sua casa e a mettergli le corna in macchina quando si scopre che non ha detto la verità. Con “una fitta al cuore”, naturalmente, che certe cose si fanno con grande scempio dell’animo.
Dunque il sesso dappertutto. Normale che ci sia se si ambienta parte della storia nel bel mezzo di una troupe di filmetti porno. Dove tra un amplesso e l’altro può nascere anche una sentimento d’amore. E, già che ci siamo, qualche altro diversivo per nulla spiacevole “Mi risveglio qualche ora dopo perché Giovanna mi sta masturbando. Chiudo gli occhi e lascio fare senza intervenire”. Decisione impeccabile che in certe cose è meglio non intromettersi.
Però si infila anche quando non ce n’è bisogno. Perfino all’inizio, tanto per fare colpo. “Ehi, Barba, ti andrebbe una bella scopata?” ed un sogno erotico alla fine del capitolo ventunesimo che sembrano infilati a forza (e sono infilati a forza). E non va di moda solo il sesso normale ma anche quello estremo dove è davvero labile il confine tra il piacere, la vita e la morte (e io tifo per questa).
Anche le lesbiche hanno le loro belle performance sessuali. Un paio di amanti lo fanno talmente con soddisfazione e aperta libertà da “far arrabbiare sul serio il loro vicino di sopra” (un po’ di tolleranza, via…). Tutto può accadere all’improvviso “Mildred la spinge dentro, le mani sotto il maglione di Lisa, le dita sui capezzoli. Attraversano la cucina incespicando, una volta in camera ruzzolano sul letto…Mildred sulla schiena. Via i vestiti. Due dita infilate nel suo sesso”. E chi sostiene che i preliminari sono importanti?
Invece un’altra è più riservata e si butta solo alla fine. Anzi, più che buttarsi è costretta a ricambiare all’attacco della collega che a cavalcioni su di lei “con una forbice acuminata le taglia in due la gonna, la camicetta, il reggiseno, lo slip”. Alla faccia della delicatezza femminile! (il libro, ad esser sinceri, è spruzzato da una bella dose di ironia iperbolica). Per chi vuole saperne di più sul mondo dei gay e delle lesbiche nel romanzo poliziesco suggerisco (unica citazione) Noir Pride di Sacha Rosel in Dizionoir a cura di Mauro Smocovich, Delosbooks 2006. Forse uno dei più conosciuti è l’ispettore Daquin di Dominique Manotti, bell’ uomo dai gusti raffinati, proveniente da una famiglia agiata, flashback di solitudine, giocatore di rugby, bisex con preferenza – dichiarata – per i maschietti (beccato in internet).
La presenza massiccia di scrittrici ha ampliato le possibilità amorose, le ha rese più incerte e complesse per cui abbiamo svariate possibilità operative. Una protagonista, per esempio, è attratta in maniera diversa da più richiami goderecci ma alla fine un bel po’ di sesso passionale te lo scarica con quello giusto (per lei). Però non appena si tira fuori una osservazione di un certo tipo, in questo caso sulla indecisione amorosa e compiaciuta della donna, subito te ne viene fuori un’altra di segno opposto se una detective lady londinese, ma di origine australiana, non si pone tanti problemi “Ma non ho intenzione di giocare con il tuo cuore, Lindsay: solo col tuo corpo”. E infatti ci gioca.
A volte avviene perfino che il nostro portatore di palle, oggetto di concupiscenza della solita bellona-vedovona di turno, si tiri indietro con l’immancabile condanna e vituperio (mi immagino) dei veri masculi (o che si credono tali). Ma lui ama un’altra e per ora resiste alla passione. Forse anche con un pizzico di timore della femminilità.
La quale femminilità, ovvero la donna che la incarna, ha da tempo ben capito quale sia la forza insita nel sesso e non si fa scrupolo di sfruttarla nel migliore dei modi, come una giovane giornalista con una vita tremenda alle spalle. Ella sa perfettamente a chi concedersi, se non al capo che la può aiutare a fare carriera (mica scema).
Spesso il buttarsi a capofitto nel sesso alla Madame Bovary non è tanto il tentativo di uscire da una vita piatta e monotona ma da una vita proprio di merda (sì, avete capito bene), e altrettanto spesso troviamo legati al sesso la disgrazia e la violenza. In particolare lo stupro e la pedofilia che sono le aberrazioni più vigliacche e infamanti (sulle quali non si può scherzare).
Oramai molti romanzi dedicano attenzione alle violenze subite non solo dagli assassini ma anche da coloro che li devono smascherare. Tra i tanti cito un bel pezzo di poliziotta sotto cura psichiatrica avendo subito nell’infanzia la violenza del padre. Il libro in cui agisce vale anche come modello sul tema della disgrazia. E dunque abbiamo il solito tenente della polizia con la moglie morta (sei anni in coma) e pure la figlia per un incidente stradale (immaginatevi i ricordi che lo assalgono ad ogni piè sospinto) e aggiungo la madre buttatasi sotto le rotaie della metropolitana e pure la sorella che è in terapia ( la testa non è a posto ed è facile capirla). Non ricordo del padre ma forse è meglio così. Poi c’è il solito braccio destro con problemi di alcolismo per averne combinate un paio; il solito, anzi i soliti che qui sono due, disgraziati maledetti colpiti da un destino infame (leggi sempre violenza) che si divertono ad uccidere chi gli capita sotto tiro togliendogli lo scalpo come gli indiani ecc… La sfiga può tranquillamente allargarsi a cerchi concentrici sugli/sulle amici/amiche e perfino sugli/sulle amici/amiche degli/delle amici/amiche. Per esempio l’amica della protagonista principale per prima cosa perde i genitori, poi partorisce un bambino senza vita, ed infine viene lasciata dal marito. Un’altra amica è più fortunata. Perde solo la madre, poi il padre si sposa di nuovo ma la moglie non ne vuole sapere di lei e viene spedita presso una prozia. Una terza amica (la cui sorella è finita morta impiccata per un gioco pazzesco e sfortunato), viene abbandonata dal marito ( niente di nuovo sotto il sole). Il quale marito perde moglie e figlio in un incidente stradale. E qui, scusatemi, ma istintivamente mi sono toccato.
Tutta questa abbuffata di sesso e violenza, descritti spesso in maniera scientifica fino all’orgasmo finale (anche un po’ stucchevole se vogliamo), ha prodotto una specie di reazione all’incontrario, per cui oggi la vera novità consiste nel non parlare di sesso e creare personaggi più o meno verginei pescandoli in tutte le epoche. C’è chi rifiuta il fidanzato imposto dalla famiglia (e qui c’entra pure l’emancipazione della donna) e in tutto il romanzo se la cava con un bacio. Nello stesso tempo, però, si scoprono signorine prematuramente incinte e siamo punto e daccapo. Nel senso che il sesso c’è lo stesso anche se non si esplicita direttamente (magari se ne vedono gli effetti più tardi).
Oppure si creano personaggi riservati e timidi o anche piuttosto vecchiotti e malaticci (il mal di cuore funziona a meraviglia e pure la depressione) che hanno altro per la testa. Talvolta ci si affida nelle indagini a vere e proprie ragazzine che però diventano a loro volta oggetto di concupiscenza di vecchi più o meno bavosi (non si scappa). Un’altra possibilità è data da signore di mezza età lasciate dal marito per giovani pollastrelle che non ne vogliono più sapere (le signore di mezza età) di rapporti amorosi (anche se lusingate dalle attenzioni concupiscenti di uomini maturi). Lo stesso dicasi delle vedove così attaccate al ricordo del proprio compagno di vita (la signora in giallo docet) da spegnere qualsiasi pur piccola fiammella di desiderio. Incontri più o meno passionali sono evitati quando si tratti di psicopatico che ammazza chi ammazza. Il classico Vendicatore, insomma, per cui il sesso ha “la stessa attrattiva del calcolo del deficit della bilancia commerciale estera”.
Un’altra strada, per cercare di tenere lontano da baci, abbracci e contorsioni varie almeno il protagonista principale, è quella del Signore. Nel senso che piedipiatti e piedipiatte si fanno diventare preti, frati, suore di ogni ordine religioso. Magari con un passato alle spalle piuttosto fertile in fatto di appetiti terreni (certi santi ne hanno combinate di cotte e di crude). Ma mica siamo al sicuro che il diavolo tentatore può spuntare fuori in ogni momento. Sentite questa “Athelstan esitò un attimo ammirando l’immacolata bellezza di quel viso; la pelle morbida dalla lieve sfumatura dorata, ora tesa sugli zigomi, le lunghe ciglia abbassate e un po’ tremolanti come ali di una farfalla scura, le labbra socchiuse sul candore dei denti perfetti”. Athelstan è un frate che sta dando l’ostia ad una signora ma il suo sguardo indugiatore (l’ho coniato io) non pare francamente di tipo religioso.
E ora scusatemi che pure il sottoscritto ha diritto alla sua piccola porzione di piacere biblico. Se ci riesce…
Elenco delle citazioni tolte
- 1) Dalia Rossa di Lynda La Plante, Garzanti 2007.
- 2) Il mercato dei ladri di Jean Guillou, Corbaccio 2007.
- 3) Subito dopo mezzanotte di Jonathan Kellerman, Sperling and Kupfer 2005.
- 4) Una piccola storia ignobile di Alessandro Perissinotto, BUR 2006.
- 5) Cattivo sangue di Sandra Scoppettone, edizioni e/o 2006.
- 6) Uno sbirro femmina di Silvana La Spina, Mondadori 2007.
- 7) Una vita in prestito di Annamaria Fassio, Mondadori 2007.
- 8) Il morto che non riposa di Guy Cullingford, Polillo 2003.
- 9) La donna che uccide di Alexandra Marinina, Piemme 2006.
- 10) La maledizione dell’Orchidea di Michelle Wan, Garzanti 2007.
- 11) Camilla nella nebbia, di Giuseppe Pederiali, Garzanti 2005.
- 12) Tutti gli indizi contro di me di Theresa Schwegel, Giano 2009.
- 13) L’infiltrato di Tommaso Capolicchio, Kowalski 2009.
- 14) Giallo su Giallo di Gianni Mura, Feltrinelli 2007.
- 15) Sexy Thriller di Claudia Salvatori e Sabina Marchesi, Aliberti editore 2006.
- 16) Carne fresca di Stella Duffy, Marsilio 2006.
- 17) Il sangue versato di Asa Larsson, Marsilio 2007.
- 18) BoodyArt- Il ritorno della lesbocommissaria di Pablo Echaurren, Fernandel 2006.
- 19) Io ti perdono di Elisabetta Bucciarelli, Kovalski 2009.
- 20) Il treno per la campagna di Kerry Greenwood, Polillo 2009.
- 21) Il posto di ognuno di Maurizio de Giovanni, Fandango 2009.
- 22) Bastarda di Christine Grän, Neri Pozza 2006.
- 23) La stanza delle urla di Thomas O’Callaghan. Mondadori 2009.
- 24) In caso di mia morte di Carlene Thompson, Marcos Y Marcos editore 2004.
- 25) Il canto dell’upupa, di Roberto Mistretta, Cairo editore 2008.
- 26) Jane e la disgrazia di Lady Scargrave di Stephanie Barron, Tea 2009.
- 27) Dopo una lunga e penosa malattia di Andrea Vitali, Garzanti 2008.
- 28) Alla ricerca di Sonya Dufrette di R.T. Raichev, Elliot 2009.
- 29) Dexter il devoto di Jeff Lindsay, Mondadori 2009.
- 30) La galleria dell’usignolo di Paul Harding, Mondadori 2009.
Fabio Lotti
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Posted in Extra
ottobre 15th, 2009 at 10:53
Grande Fabio
ottobre 16th, 2009 at 14:00
Un po “pulp”, ma mi sono divertito. Ogni tanto ci vuole anche qualcosa di leggero. Il pacco e la borsetta non è male.
ottobre 16th, 2009 at 22:16
Obiettivo proprio la leggerezza e un pò di ironia su un argomento che può diventare pesante e scabroso.
Articoletto serio “Ascoltiamo il silenzio” su “Corpi freddi” http://corpifreddi.blogspot.com/
ottobre 19th, 2009 at 01:28
Grazie Lotti per la pruriginosa proposta.
Complimenti per la ricerca, da perderci la vista… e non solo per la lettura
ottobre 19th, 2009 at 09:23
La parte che desidero ritagliarmi qui sul blog con gli articoli è quella un pò più terra-terra, più “popolare” (e non non lo ritengo un difetto) rispetto agli interventi elevati di altri amici che leggo sempre con grande interesse. Anche per variare, come si dice in termini economici, l’offerta.
Il fatto della ricerca è facile. Ci sono abituato sin dalla tesi di laurea quando, per scrivere una frase, occorreva leggere sfilze e sfilze (a dir la verità si chiamano filze) di documenti.
ottobre 19th, 2009 at 09:33
Scusa Kurt ho inquadrato solo ora la battuta. Niente paura, l’ormone ormai è stravaccato in poltrona a guardare la televisione…
ottobre 20th, 2009 at 15:39
Caspiterina, qui non viene più nessuno a lanciarmi i fiori o a tirarmi i sassi e allora non mi resta che l’ultima spiaggia.
Silviaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ottobre 21st, 2009 at 00:01
@ Fabio :
Io i fiori non te li tirerei ma li userei al momento debito per altro
Sei contento ?
Anche se poi potrebbe accadere che i fiori li usi tu con me : la vita ci riserva ogni giorno delle sorprese, piacevoli e no.
Sei contento di questa mia digressione filosofica?
Il tuo pezzo su Sherlock Magazine cartaceo, non è neanche male: quello sulle “pocce” !!!
ottobre 21st, 2009 at 09:03
1) Anche Silvia mi ha abbandonato.
2) Accetto i fiori di Piero.
3) Per Sherlock Magazine cartaceo http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=33832
4) Cosa ne pensate della discussione sul post noir iniziata da Raul Montanari? http://satisfiction.menstyle.it/136/satisfiction-128-il-post-noir
ottobre 21st, 2009 at 13:57
Caro Fabio,
scusa il prolungato silenzio, ma avrei bisogno di una giornata di 72 ore per fare tutto.
Cercherò di recuperare al più presto la lettura delle tue ultime pubblicazioni. Nel frattempo cerca di resistere
Un saluto a Jonathan
ottobre 21st, 2009 at 15:37
Cercherò di resistere. Diciamo che questi tre sorrisi mi caricano per una settimana…
ottobre 21st, 2009 at 20:00
E il mio sorriso invece non ti ricarica? :-/
ottobre 21st, 2009 at 20:30
Il tuo sorriso mi ricarica solo per un giorno…
ottobre 22nd, 2009 at 12:06
Caro Fabio,
questa mattina mi sono alzata all’alba per iniziare la revisione della bibliografia
L’articolo qui pubblicato è solo in apparenza leggero, perché focalizza la relazione fondamentale esistente fra Eros e Thanatos. Una sorta di dualismo in cui una polarità si trasforma nell’altra.
La lettura è scorrevole e divertente. La creatività linguistica raggiunge interessanti risultati ed un quesito nasce spontaneo: il numero degli amplessi serve a bilanciare il numero dei decessi presenti nel libro?
La tua affermazione secondo la quale ormai sei in un’età in cui il giudizio degli uomini non ti interessa poi tanto è condivisa da Carl Gustav Jung non si diventa più dispettosi, forse ci si sente meno condizionati
Anche l’articolo su Corpi Freddi è molto bello e lo consiglio vivamente. Una dimensione differente; riflessioni profondamente vere nella società della comunicazione che non è più in grado di comunicare ed nella quale il silenzio fa paura.
Bravo Fabio!
ottobre 22nd, 2009 at 13:18
E la Madonna! Con questi quattro sorrisi ci vado avanti almeno un mesetto…
1)Sul numero degli amplessi che serve a bilanciare il numero dei decessi non ci avevo pensato. C’è sempre da imparare…
2)Se lo dice anche Carl Gustav Jung allora sono in buona compagnia.
3)Come ho già avuto modo di scrivere ho praticamente due nature: una bischerona-giocherellona-goliardona e una melanconica da fa casca’ le palle.
ottobre 22nd, 2009 at 20:53
Nel campionato europeo a squadre di scacchi l’Italia ha battuto oggi la Romania! Per chi vuole saperne di più e vedere le partite con il visore http://www.scacchierando.net/dblog/articolo.asp?articolo=1574 .
Nessuno? Io ci ho provato…
ottobre 23rd, 2009 at 12:02
Ciao Fabio,
volevo aggiungere il riferimento bibliografico su Jung
Nella prefazione all’ I Ching tradotto da Richard Wilhelm scrive:
‘…Adesso ho infranto la mia ben ponderata prudenza: ho osato farlo perché sto entrando nell’ottantesimo decennio della vita, e le mutevoli opinioni degli uomini mi fanno ben poca impressione.’
Alla prossima
ottobre 23rd, 2009 at 13:24
Figurati come sarò io a ottanta anni! Anzi, come sarei, perché sento già il fiato sul collo della nera signora…(esagerazione tipica di chi vuole allontanare l’ultimo atto già segnato dal Destino)
ottobre 23rd, 2009 at 16:44
Bravo Fabio. Anche se a me il dialetto annoia un po’, lo devo ammettere. O forse dipende dall’uso smodato che se ne fa, specie in pubblicità.
O forse dal fatto che mia moglie è toscana.
Comunque, bel pezzo.
ottobre 23rd, 2009 at 18:47
Buona la terza (credo). Però non mi pare di avere fatto un uso smodato del dialetto. O non me ne sono accorto…
ottobre 23rd, 2009 at 18:55
Ultima notizia di scacchi. L’Italia sta perdendo con l’Olanda 2 a 1 . Solo il nostro giovane Grande Maestro Caruana può salvarci! In diretta l’incontro con il visore in http://www.scacchierando.net/dblog/articolo.asp?articolo=1577
Andate a vedere anche se non ci capite un tubo!
ottobre 23rd, 2009 at 19:03
E non hanno chiamato a rappresentarci Fabio Lotti, il campionissimo ? Beh, se perdono , se la sono voluta !
ottobre 23rd, 2009 at 19:14
Saltato il collegamento. Più di 2000 contatti. Caruana, comunque, aveva una posizione molto promettente con il pedone e3 libero. Ci risentiamo dopo cena che mia moglie sta già sbuffando…
ottobre 23rd, 2009 at 20:34
Caruana ha vinto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Vado via perché ho detto a mia moglie che andavo al bagno…Magari ritorno dopo.
ottobre 24th, 2009 at 11:59
Oggi l’Italia contro lo squadrone della Russia! Match perso sulla carta ma…
ottobre 24th, 2009 at 12:42
Scusate ma devo ricordarvi che questo è un blog ufficiale e non posso consentire troppi commenti fuori tema. Per cui, Vi pregherei di terminare qui i commenti sugli scacchi. Certo della Vostra comprensione.
Buon fine settimana.
ottobre 24th, 2009 at 13:26
Colpa mia, Dario. Ritornando a bomba sarebbe bella una “Storia dell’amore nel romanzo poliziesco” che però mi porterebbe via troppo tempo. Se qualcun altro ci volesse provare…
ottobre 24th, 2009 at 17:40
Dopo il tragicomico caso del Governatore, consiglierei ad Altieri di pubblicare il “Capolavoro” di Ellery Queen:”L’ultima donna nella sua vita”
W Fabio Lotti!
Giuseppina La Ciura
ottobre 24th, 2009 at 19:06
W Giuseppina!
P.S. Tengo a precisare che non conosco Silvia né Giuseppina…
ottobre 26th, 2009 at 21:21
Bella e completa digressione, Fabio!
ottobre 27th, 2009 at 00:05
Si fa quel che si può…
ottobre 29th, 2009 at 23:42
Ma quante ne conosce di cose sul “giallo”, il Lotti?
Da rimanere a bocca aperta, e pure un po’ intimoriti perchè scrive pure assai bene, cavolo…
Un saluto caloroso.
ottobre 30th, 2009 at 00:47
Come ho scritto più volte, pur provenendo da una formazione, si dice così?, del giallo classico cerco di leggere di tutto per rimanere aggiornato e conquistarmi anche la fiducia dei giovani. In questo momento ho fra le mani “City Hall” di Robert Rotenberg con la traduzione del nostro Luca Conti, “Crimini di piombo” una antologia interessante di scrittori italiani, “Di tutti e di nessuno” della Vesarani che con Montanari ha dato vita al post-noir (già scritta una satiretta in proposito che uscirà su S.M.) e “Crime” di Irvine Welsh. Ora aspetto l’uscita dell’antologia del Professore e quella di un tuo libro…
Si capisce che non ho da fare un cazzo dalla mattina alla sera?