Dexter il devoto (2985)

agosto 5th, 2009 by Moderatore

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Da troppo tempo Dexter Morgan non ascolta il richiamo del suo alter ego, quell’istinto irrefrenabile che lo spinge a scatenare la propria furia sulla feccia del mondo: assassini, maniaci, stupratori che in qualche modo l’hanno fatta franca. Quale analista della Scientifica di Miami, Dexter è nella posizione ideale per scovare i soggetti da fare lentamente a pezzi. Ma proprio quando pensa di aver trovato il suo prossimo giocattolo mortale, si rende conto che qualcuno è sulle sue tracce: il sergente Doakes, irascibile e sospettoso collega che sembra fiutare il suo lato oscuro. Così Dexter Morgan recita la parte del bravo sbirro, del devoto  fidanzato, del fratello affettuoso. Ma per quanto tempo sarà in grado di tenere a bada il giustiziere che è in lui?

All’interno, i racconti “Vado via” di Christian Hill e “I sette nani” di Assia Bonacci. 

(vai alla visualizzazione completa del volume)

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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo

30 Responses

  1. Marco Piva

    Comprato pure questo.
    Questo mese tripletta (ho lasciato sullo scaffale solo il Carr che già possedevo).
    Avverto subito Piero che anche per settembre non esce Halter così prepara già il pendaglio da forca :-)

  2. Fabio Lotti

    Abbiamo anche il racconto bonsai “I sette nani” di Assia Bonacci.

  3. Piero

    @ Fabio : LO SAPEVO GIA’ !
    Per questo sto vedendo di acquistare le opere di Halter in lingua madre da Le Masque : uno ci mette un po’ più di tempo, ma almeno qualcosa lo legge…DI NUOVO !

  4. Piero

    Errata Corrige: volevo dire @Marco.
    Fabio stavolta non c’entra nulla :-)

  5. Fabio Lotti

    Graziato…

  6. Jaxx.aberdeen

    Buongiorno a tutti
    Intanto un saluto a tutti,vi leggo da un pò…sto leggendo pian piano tutto il blog…e prendo appunti!Per un appassionato questo blog è una manna
    Ma quante ne sapete???che invidia!
    Sicuramente prenderò il secondo di dexter…dopo il telefilm sono rimasto folgorato dal personaggio,ho letto il primo,non eccezionale,ma carino…vediamo il secondo.
    Ps:un saluto particolare a Luca Conti…bellissimo il tuo blog…ormai è una bibbia per me :-)

  7. Fabio Lotti

    Un ben arrivato a Jaxx.aberdeen!

  8. Deckard

    Ma è il primo libro di Lindsay su Dexter?

  9. Marco Piva

    è il secondo romanzo.
    Il primo è stato pubblicato un po’ di tempo fa sempre nella collana dei G.M.

  10. Deckard

    Ok, grazie mille Marco Piva.

  11. ANdrea

    Sapete dirmi chi è il traduttore? Grazie

  12. Danilo Campanella

    Il narcisismo è un peccato difficile da perdonare, persino ai serial killer. Dopo aver letto, e giudicato positivamente, il primo episodio della saga (“Dexter il vendicatore”, Il Giallo Mondadori 2971) ci si aspettava per questo “Dexter il devoto” (già pubblicato da Sonzogno nel 2007 con il titolo “Dearly Devoted Dexter”) una continuazione almeno all’altezza. Purtroppo le speranze sono andate deluse: quello che ritorna in scena è solo una pallida ombra del Dexter che avevamo imparato a conoscere ed apprezzare. Un Dexter che non discute più con se stesso analizzando le componenti della sua complessa personalità con lucido, misurato cinismo: ormai si sente una star, si pavoneggia, si parla addosso. Insomma, è diventato una sciacquetta. Tutt’altro personaggio quello del primo romanzo che sapeva prendersi in giro e non aveva bisogno degli effetti speciali da bassa macelleria per arrivare a finire la pagina. E di conseguenza questo episodio non è – come il primo – bello, avvincente, intelligente: è semplicemente noioso. Tutto diventa routine: i pedofili antipatici, il collega sospettoso (dalla doppia vita tanto stucchevole quanto poco credibile), il giustizialismo spiccio e qualunquista. L’unico tema potenzialmente avvincente, quella vita sociale di cui il protagonista è costretto ad ammantarsi per riuscire a mimetizzarsi, è trattata con superficialità e – non a caso – il carattere di Rita, la fidanzata, è neutro, inutile, inconcludente. Aggiungiamo una storiella poco originale e piena di toppe e arriviamo alla conclusione che abbiamo, con tutta probabilità, perso per strada l’ennesimo personaggio promettente. Peccato: Dexter era un cattivone simpatico, prima di montarsi la testa.

  13. ANdrea

    LA seconda serie Tv non è tratta da questo libro, è più che discreta con dei bei personaggi: consigliata!

  14. Fabio Lotti

    Ringrazio Campanella per il suo contributo. Questa volta sono io un pò indietro con la lettura Mondadori dovendo scrivere anche per gli scacchi, più precisamente per “Scacchitalia”.

  15. RiccardoF

    Io sto mese non trovo un tubo qui dalle parti di Andria/Trani. Niente Epix, niente Gialli, niente di niente… mah…

  16. Fabio Lotti

    Per Andrea. Il traduttore è Cristiana Astori.

  17. Luca Conti

    Danilo, nell’edizione Sonzogno il romanzo si intitolava “Il nostro caro Dexter” (Dearly Devoted Dexter è il titolo originale).

  18. Danilo Campanella

    @Luca: errore di sbaglio… il copia e incolla ha colpito ancora :-) stasera la metto sul blog e vedo di correggerla. Grazie!

  19. Fabio Lotti

    Una domanda a Campanella che vuole essere solo una riflessione sui meccanismi che spingono a dare dei giudizi (compresi i miei). “Se uno non ha letto il primo libro di Dexter tira fuori necessariamente un giudizio negativo come il tuo?” “La bella lettura del primo ha condizionato il giudizio del secondo?” E dunque è più oggettivo il giudizio dato al secondo libro da chi li ha letti tutti e due o da chi ha letto solo il secondo? Per essere ancora più chiaro. Certe volte il giudizio di un ignorante (che ignora) può rivelarsi più vicino al valore del libro?
    La questione è un pò incasinata ma spero di essermi fatto capire. Mi piacerebbe sentire il parere di altri frequentatori del blog.

  20. Luca Conti

    Fabio, è il rischio di chi scrive romanzi seriali, in cui il protagonista subisce delle trasformazioni da un libro all’altro. Poi ci sono i casi delle serie in cui il protagonista resta più o meno lo stesso da un libro all’altro, come Perry Mason (anche se il Mason del primo romanzo, Le zampe di velluto, è già molto diverso da quello del secondo, L’ereditiera bizzarra, in cui l’avvocato assume la fisionomia che manterrà nei successivi 80 libri).

    E’ uno dei motivi per cui Elmore Leonard ha quasi sempre rifiutato di scrivere romanzi con un protagonista ricorrente: e, quando l’ha fatto (per esempio in Get Shorty, che ha un seguito in Be Cool, e in Hot Kid, che continua in Up in Honey’s Room, ha sempre cercato di non legare i secondi “episodi” a quelli precedenti, se non con qualche riferimento volante.

    Niente di nuovo, è una strategia che a suo tempo già usava largamente Balzac: il protagonista di un romanzo riappariva qualche libro più tardi, magari con un ruolo più ridotto. Leonard fa lo stesso. Invece di procedere sempre in senso cronologico, usa una tattica mutuata dalla teoria degli insiemi, dove romanzi diversi (anche tre o quattro per volta) hanno qualche punto in comune. L’ultimo, per esempio (Road Dogs), mette insieme personaggi che anni addietro erano apparsi in tre romanzi separati e le cui vicende finiscono qui per intersecarsi. Ma la lettura di quest’ultimo libro non richiede per forza la conoscenza dei libri precedenti: se li hai già letti è meglio, se non li conosci non importa, il libro te lo godi lo stesso e magari quelli vecchi li recuperi dopo.

  21. Alessandro B.

    Non ho letto nulla di Lindsay ma, parlando in generale, credo che ogni giudizio non possa prescindere dai trascorsi di un autore. Un’opera soltanto discreta che fa seguito ad una molto buona non può che essere giudicata negativamente, perchè porta ad un abbassamento della qualità. Chi valuta un libro senza aver letto nulla di un autore darà, forse, un giudizio più “imparziale”, ma sicuramente con minor cognizione di causa rispetto a chi ha letto non dico tutte le opere ma almeno le più importanti.

  22. Marco Piva

    Interessantissima riflessione Fabio.
    Sono molto attento quando mi avvicino ad un autore che scrive romanzi seriali e normalmente cerco d’iniziare la lettura seguendo esattamente l’ordine cronologico.
    Sono convinto che sia più obiettivo il giudizio di un lettore che conosce lo scrittore nella sua maturazione rispetto al classico lettore “di primo pelo”.
    Faccio l’esempio di uno scrittore che adoro: Michael Connelly; i romanzi più famosi di questo autore vedono protagonisti il detective Harry Bosch; ritengo che leggere questi romanzi in ordine disordinato infici notevolmente la lettura del romanzo e probabilmente anche il giudizio finale sull’opera. Questo autore inserisce tantissimi riferimenti a precedenti personaggi e indagini che è davvero gradevole andare a riscoprire.
    Di conseguenza il giudizio di un opera potrebbe essere condizionato da queste lacune.

  23. Fabio Lotti

    Grazie, ragazzi! Invito anche gli altri…Di questo autore non ho, a dir la verità, un buon ricordo http://www.sherlockmagazine.it/rubriche/3556/

  24. Danilo Campanella

    @Fabio: io adoro la serialità. Maigret e Nero Wolfe su tutti. Non mi importa se lo stesso schema mi viene riproposto mille volte: i personaggi diventano dei veri e propri amici. Ma le delusioni che ti arrivano dagli amici sono quelle che fanno più male. Tieni conto che avevo conosciuto per primo il Dexter televisivo e non mi era piaciuto per niente. Quando ho letto Dexter il vendicatore ero rimasto piacevolmente sorpreso. Io preferisco i gialli classici non tanto perché nostalgico, ma perché la produzione attuale non mi appare all’altezza (troppo spesso ci imbattiamo in sceneggiature travestite da romanzi). E invece il primo Dexter era un personaggio, da un punto di vista letterario, completo. Brillante, spiritoso, simpatico e demenziale il giusto. Poi leggo il secondo episodio della serie e mi ritrovo davanti a un vanitoso, antipatico, figlio di papà col vizietto della macelleria. Non basta: la storia è sconclusionata, non credibile, debordante. A questo punto mi chiedi se il mio giudizio è influenzato dalla lettura del primo romanzo: probabilmente sì. Ma se avessi letto questo Dexter il devoto per primo la mia opinione non sarebbe cambiata poi di troppo: ne avrei scritto comunque male…

  25. Fabio Lotti

    Ho letto anche io il libro. Molte perplessità ed una trama facilmente intuibile. Si salva in parte con la facilità di scrittura che è, a mio parere, innegabile. Non una stroncatura come quella di Campanella (che rispetto) ma nemmeno un buon libro. Senza infamia e senza lode, ma più senza lode. Passabili i racconti di Christian Hill e Assia Bonacci. Anche perché sono brevi…(cattiveria)

  26. Piero

    Mah, io il libro non l’ho comprato, ma volevo dire una cosetta: RIFERENDOMI ALL’INTERESSANTE INTERVENTO DI LUCA, volevo dire che un altro, anzi una coppia di autori che operano in modo molto simile a Ellmore, di cui ho pochissimo, è la coppia Preston & Child: cominciarono col mitico RELIC (Margo Green, Pendergast, Bill Smithback,D’Agosta, e Frock), e continuarono con RELIQUARY; ma già con CABINET OF CURIOSITIES, pur rimanendo Pendergast che firma la serie, viene introdotto un nuovo personaggio Nora Kelly, mentre altri passati qui non ci sono, tranne Bill Smithback. Nel quarto romanzo della serie, Still Life with Crows, viene introdotto un altro personaggio ancora, Corrie Swanson, e il precedente dimenticato. In Brimstone, vengono ripresi Vincent D’Agosta, Laura Hayward, e Bill Smithback’s, e viene introdotto il doppio di Pendergast, il genio del male Dyogenes, etc..
    Insomma, il procedimento descritto da Luca, è un escamotage, che alcuni autori usano per non scocciare i lettori e per non cadere nella ripetitività; e anche perchè attaccandosi a dei personaggi, si rischia di limitare l’azione di altri.

  27. Fabio Lotti

    La mia paura, caro Piero, è che la mia recensione che in genere viene fuori da molte letture (così come quella di altri recensori) non sia poi così indicata o adatta per coloro che si apprestano alla prima lettura di quel determinato libro recensito. Sembra una strullata,detta alla toscana, ma mi sa che invece questa perplessità nasconda un discreto problema.

  28. Fabio Lotti

    Domani battesimo di Jonathan! Quattro mesi, otto chili…

  29. Piero

    E anche perchè ritengo io, finisce che parecchi lettori acquistino libri (intendiamoci allo scrittore fa piacere che gli si comprimo libri)più per seguire lo sviluppo delle storie d’amore o di odio, che non per il libro in se stesso (vd. Reichs, Cornwell e simili).

  30. esnaider

    ho letto il primo ed era ottimo come la prima serie tv. la seconda serie al contrario non era all’altezza (la trama ricordava molto il grande ingranaggio di fearing). la terza passabile. la cosa più interessante della serie sono i due livelli: la falsa vita in società nella quale dexter deve dissimulare la propria mostruosa natura e la vera vita di del serial killer che si svolge come un ininterrotto monologo interiore nella sua monte tormentata. un gran personaggio, inquietante, ma che inevitabilmente si troverà in situazioni sempre più improbabili.

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